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N. 54 - Giugno 2012 (LXXXV)

FRANCHI E CHIESA DI ROMa
LA RICOSTITUZIONe DELL'IMPERO D'OCCIDENTE

di Christian Vannozzi

 

Quando il re Longobardo Astolfo conquistò la roccaforte bizantina di Ravenna, il papato e la curia romane iniziarono a dubitare che l’impero fosse in grado di difendere Roma.

 

Nel 754 a Ponthion, in Francia, la convergenza in funzione anti-longobarda tra Papa Stefano II e Pipino il Breve, re dei franchi, mentre poneva le premesse per la formazione di un estesa signoria territoriale del vescovo di Roma, conduceva a un progressivo allontanamento della chiesa romana dall’egida politica di Costantinopoli. Processo che terminò con l’incoronazione ad imperatore del Sacro Romano Impero di Carlo Magno la notte di Natale dell’800 a San Pietro.

 

I territori dell’esarcato di Ravenna, strappati da Pipino ai longobardi, non vennero infatti restituiti all’impero bensì donati al Papa che si presentava come sovrano temporale dell’Italia centrale in aperta opposizione al dominio bizantino. L’impero, occupato in Oriente con i bulgari e gli arabi, non rispose a quella che fu considerata dall’imperatore un’usurpazione dei territori imperiali.

 

In tale contesto l’incoronazione di Carlo Magno non fu che l’esito naturale della convergenza in atto tra il regno franco e il papato, con il riconoscimento della suprema autorità politica spettante a Carlo per le molte vittorie su tutta la Cristianità latina.

 

La restaurazione dell’impero ad Occidente, accrebbe l’autonomia del papa dall’impero bizantino, tanto più che i rapporti tra la chiesa latina e quella greca si allentarono ulteriormente negli anni successivi.

 

L’avvento dell’impero carolingio pose formalmente fine alle pretese bizantine sull’Italia. Questo significò una sensibile perdita di prestigio per l’autocrazia orientale, non più ecumenica agli occhi della Cristianità occidentale.

 

Di fatto l’impero d’Oriente riconobbe a Carlo il titolo imperiale in cambio della restituzione delle città costiere e delle isole dalmate così come del ducato veneto da Chioggia a Grado, che tornava ad essere ufficialmente una provincia greca, seppur con larga autonomiaGli imperatori di Costantinopoli, riconoscevano a Carlo non il titolo di imperatore dei romani, che rimaneva una loro prerogativa, ma quello di rex e imperatore dei franchi e dei longobardi.

Tale precisazione è sottolineata dalla lettera dell’imperatore d’Oriente ad Antonino Pio, successore di Carlo, che viene chiamato “re dei longobardi e dei franchi e che viene detto anche loro imperatore”.



 

 

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