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N. 21 - Febbraio 2007

LE FORTEZZE CIRCOLARI DI AROLDO DENTE AZZURRO

I centri fortificati svedesi

di Emanuela Marchetti

 

Le fortezze circolari, fondate dal re danese Aroldo Dente Azzurro, costituiscono un gruppo molto particolare di insediamenti a vocazione militare, produttiva e amministrativa, appartenenti direttamente al re.

 

Tali fortezze erano disseminate su tutto il regno danese, che in età vichinga comprendeva anche la Scania: una regione fertile e pianeggiante, situata sulla costa sud-occidentale della Svezia. Danimarca e Svezia si contesero più volte questa regione, che fu definitivamente ceduta alla Svezia nel 1658, insieme ad altri territori, come stabilito dal Trattato di Roskilde.

 

Indagini archeologiche, in Scania, hanno portato alla luce tracce di bastioni circolari, simili a quelli delle fortezze danesi, ma purtroppo le aree scavate si presentavano molto disturbate, da fasi di occupazione di età medievale e moderna, e pertanto la datazione di tali siti rimane ancora oggi problematica. I siti svedesi infatti furono abitati più a lungo di quelli danesi, i quali vennero abbandonati all'improvviso dopo la morte del loro creatore, re Aroldo Dente Azzurro, avvenuta intorno al 986.

 

1. Rilievo della zona di scavo a Trelleborg, Scania.

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2. A sinistra: l'isola di Zelanda, Danimarca, con Trelleborg. A destra: Scania, Svezia, con indicati i siti rilevanti.

 

Il primo sito degno di menzione è certamente Trelleborg, omonimo della Trelleborg danese e occupato attualmente da una città che ancora porta questo nome.

 

Le ricerche iniziarono nel 1970 e provarono l'esistenza nella regione di vari empori, chiamati köpingarna,[1] risalenti all'età vichinga (800 – 1200), il cui nome compare tuttora nella toponomastica locale. La zona presentava anche tracce di insediamenti preistorici,[2] costituite da: livelli di cultura, capanne a fondo scavato, focolari, buche di palo, trincee e pozzetti. Le tracce di un bastione circolare furono poi scoperte nel 1988, a est della città, in associazione con una trincea di età vichinga e tre scheletri di età medievale.

 

Nonostante fosse molto difficile stabilire la cronologia di tale bastione, molti elementi strutturali permettevano di metterlo in relazione con le fortezze danesi: a cominciare dalle sue dimensioni, presentando un diametro di circa 125 – 130 m, i materiali da costruzione che includevano legno e terra, e infine la collocazione su di un'altura presso la costa, dove pare sorgesse un piccolo porto.

 

Inoltre l'area di Trelleborg ebbe da sempre una notevole importanza commerciale, tanto che fu ripetutamente attaccata dal popolo dei Vendi e da pirati, entrambi provenienti dal Baltico. In seguito a tali notizie, è stato suggerito che l'area di Trelleborg costituisse un punto strategico per il regno danese, pertanto Aroldo Dente Azzurro avrebbe avuto un forte interesse ad aumentarne la difesa, con la fondazione di una fortezza circolare.

 

Tracce di un altro bastione circolare furono ritrovate a Borgeby, sito attualmente occupato da un castello medievale, che fu fondato intorno al 1040 e menzionato per la prima volta nel dodicesimo secolo, con il nome di “Burgaby”, negli atti della diocesi locale.

 

L'area fu esaminata in concomitanza con il Löddeköpinge Project: un progetto di ricerca sull'area intorno a Löddeköpinge, sede di un noto centro commerciale risalente all'età vichinga e medievale. Fu allora che vennero alla luce i resti di una fortificazione circolare, che nel 1977 Rikard Holmberg dichiarò essere affine alle fortezze danesi. Holmberg infatti riteneva che Borgeby rivestisse un ruolo importante nel controllo della regione, probabilmente proprio in connessione con Löddeköpinge, che si trovava sulla riva opposta del fiume Lödde.

 

Tale ipotesi fu corroborata dal ritrovamento di monete d'argento, coniate a Borgeby, dai re danesi Svend Estridsen (1047 – 1074) e Canuto il Santo (1080 – 1086). Fu rinvenuto inoltre un tesoro comprendente gioielli d'oro e d'argento, appartenenti agli stili Mammen e Hiddensee, entrambi del tardo decimo secolo. Lo stile Mammen prendeva il proprio nome dal prezioso corredo funebre trovato a Mammen, una piccola località dello Jutland (la penisola danese), durante lo scavo di una tomba vichinga. Mentre lo stile Hiddensee è così chiamato dal nome di un'isoletta, presso la costa nord-orientale della Germania, in cui fu trovato un famoso tesoro vichingo.

 

Entrambi gli stili presentano forme di animali stilizzati, intrecciate e lavorate a filigrana, tuttavia, mentre lo stile Hiddensee risulta più squadrato e cruciforme, lo stile Mammen conferisce maggior risalto alla forma animale, che si unisce a elementi vegetali, derivati dall'influenza dell'arte decorativa dell'Europa centro-occidentale. I reperti di Borgeby comprendevano, oltre alle classiche spille rotonde o ovali con decorazione a filigrana, anche tre frammenti di stampi di creta, utilizzati per la fusione del metallo, uno dei quali non ascrivibile a nessun tipo noto.

 

Tale ritrovamento riveste una particolare importanza, perché proverebbe la produzione locale dei gioielli. Fredrik Svanberg, che studiò a lungo tali reperti, scrisse nel 1998, che simili gioielli potevano essere prodotti solo in centri di notevole importanza politica, come per esempio: Lund, Hedeby e Trelleborg (in Danimarca). È noto infatti che in età vichinga il prestigio di un re si basava sulla sua ricchezza personale e sulla sua predisposizione a donare oggetti preziosi, ai nobili del suo seguito.

 

Pertanto il ritrovamento di gioielli così elaborati, a Borgeby, proverebbe una connessione privilegiata tra il sito e la casa reale danese.

 

3. Area di scavo di Borgeby, con indicato il castello (slot) e il tracciato del bastione circolare.  4. Frammenti di stampi per fusione da Borgeby: 1 e 2 stile Mammen, 4 stile Hiddensee, 3 e 5 ricostruzione del possibile risultato.

 

Secondo Holmberg andrebbe annoverato tra le fortezze della Scania anche il sito di Pile (presso la contea di Tygelsjö), il cui contesto appare piuttosto simile a quello di Borgeby, presentando tracce di un bastione circolare presso un fiume e un pozzo, attualmente usato per l'allevamento. Pare inoltre che avesse goduto di una certa rilevanza durante l'età vichinga e il medioevo, ma non è possibile stabilirne con certezza la datazione, per la presenza di resti di insediamenti posteriori. Tutti questi elementi indussero dunque Holmberg, ad affermare che a Pile si trovasse una fortezza dello stesso tipo di Borgeby e delle due Trelleborg, posta a difesa di un guado o di un ponte.

 

Seguendo la stessa linea di ragionamento di Holmberg, Svanberg e Söderberg arrivarono ad affermare che in Scania potrebbero esserci stati altri siti, della stessa tipologia delle fortezze danesi, e Helsingborg potrebbe essere stato uno di questi. Helsingborg era stata infatti la sede di una residenza reale, intorno al 1000 vi sarebbero state costruite anche una chiesa e una fortezza, sulla quale però non è possibile affermare nulla di definitivo.

 

Alcuni studiosi cercarono di indagare l'origine delle fortezze circolari, anche mettendole in relazione con  fortificazioni svedesi più antiche, come Ismantorp e Jomsborg. Ismantorp, sull'isola di Öland, presentava tracce di occupazione a partire dal 400 al 550 (età del ferro germanica), era protetta da un fossato e da un bastione circolare di pietra, con nove porte di ingresso. L'abitato comprendeva 88 case rettangolari di pietra, di cui 50 erano collocate all'esterno e disposte radialmente, rispetto alla circonferenza definita dalla fortificazione.[3]

 

In mezzo all'abitato furono trovati resti di due anelli di pietre, rispettivamente con un diametro di 3,5 e 6 m. Secondo Mårten Stenberger le case erano ripartite in quattro settori, come nelle Trelleborg, seppure molto irregolari. Infine le notizie su Jomsborg, in Pomerania, sulla costa nord della Polonia, non risultano molto sicure: si dice infatti che la fortezza fosse stata fondata da Svedesi o da Vendi, o persino da Aroldo Dente Azzurro. Pare inoltre che Aroldo Dente Azzurro avesse trovato rifugio a Jomsborg, durante la sua ultima battaglia, che lo vide scontrarsi contro il figlio, il futuro re Svend Barbaforcuta. L'imprecisione di tali informazioni deriva dal fatto che, la principale fonte su Jomsborg, fosse la Jomsvikingasaga:[4] una saga islandese di tradizione alquanto problematica, nota in quattro o cinque versioni. Va inoltre detto che le saghe islandesi risalgono al tredicesimo secolo, pertanto non risultano del tutto attendibili circa l'età vichinga.

 

La Jomsvikingasaga ci dice comunque, che la fortezza aveva case per i soldati al suo interno e un porto fuori le mura, ma nulla di preciso compare circa la sua funzione. Tuttavia Sydney L. Cohen affermò nel 1965, in uno studio sulle fortezze danesi, che Jomsborg poteva essere identificata con Rethra, un santuario slavo descritto da Thietmar di Merseburgo e Adamo di Brema, e Jumne. Secondo Adamo di Brema, Jumne era una città slava  divisa in due settori da un monumento pagano, collocato al centro.

 

Tale monumento veniva chiamato Olla Vulcani (Calderone di Vulcano), e pare si trattasse di un altare dedicato a Vulcano, dio del fuoco e principale entità del pantheon slavo. Risulta dunque evidente che Adamo di Brema confondesse tradizione classica e nordica, mentre secondo Cohen l'altare doveva essere dedicato al dio vichingo Thor o allo slavo Perun. Ma se veramente Jomsborg fosse stata un centro di culto pagano, l'attribuzione ad Aroldo Dente Azzurro, convinto sostenitore del cristianesimo, non sarebbe plausibile.

 

Le incertezze, relative allo studio di Ismantorp e Jomsborg, non sono ancora state risolte del tutto, e la loro appartenenza alla famiglia delle fortezze danesi, presenta alcuni problemi, soprattutto per la struttura irregolare e la datazione: Ismantorp infatti risalirebbe al 400, mentre non si hanno dati sicuri sull'origine di Jomsborg.

 

In conclusione, viene oggi accettata l'appartenenza di Trelleborg e Borgeby, forse anche di Pile, al tipo delle fortezze danesi. Inoltre l'estesa distribuzione delle fortezze si potrebbe spiegare anche come un fenomeno legato al particolare momento storico, e non solo come il piano di un sovrano. Secondo la teoria di Svanberg e Söderberg, infatti, la fondazione delle fortezze era connessa con una trasformazione della concezione del potere politico, avvenuta intorno al 900, da controllo sulle persone a controllo sul territorio.

 

E mentre il primo si basava sulla distribuzione di doni, il controllo sul territorio implicava invece la concentrazione di attività amministrative, produttive e di culto, in un unico centro: la fortezza.

 

[1] Köpingarna significa appunto mercati in svedese.

[2] La preistoria in Scandinavia continua fino intorno al 400 d. C. Dal 400 al 700 si colloca invece l'età del ferro germanica, in cui compaiono brevi iscrizioni runiche, mentre le prime cronache storiche risalgono al 700.

[3] Trelleborg, in Danimarca, presentava una serie di 15 case, collocate all'esterno del bastione e disposte radialmente rispetto ad esso.

[4] Cohen 1965: p. 95 – 98. L'autore menziona anche: la saga di “Fagrskinna”, “Adami Gesta Hammaburgensis Ecclesia Pontificum” di Adamo di Brema, “Helmoldi Presbyteri Chronica Slavorum” di Helmoldus , Saxo grammaticus, Ibrahim-Ibn -Jakub (Al-Bekri), “Thietmari Chronicon” di Thietmar di Merseburgo.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Cohen, Sydney L., Viking fortresses of the Trelleborg type, 1965, Rosenkilde and Bagger Copenhagen.

Holmberg, Rikard, Den Skånska Öresundskustens medeltid, in Acta Archaeologica Lundensia, series 8, n. 11, 1977, CWK Gleerup Lund.

Jakobsson, Bengt, Trelleborg: en av kung Harald Blåtands danska ringaborgar, 1995, Wallin and Dalholm Boktryckeri AB Lund.

Marchetti, Emanuela, Royal power and rituals. A new perspective about Danish circular fortresses, doctoral symposium The Role of Culture, the State and Religion in the Europeanisation of the Medieval Nordic Countries, University of Gothenburg,

Mårtensson, Anders W., Borgeby, p. 10 – 16, in Skalk n. 2, 1997, Højbjerg.

Svanberg, Fredrik, Exclusive Jewellery, Borgeby and Western Scania c. AD 950 – 1050, p. 113 – 123, Fornvännen – tidskrift för svensk antikvarisk forskning, vol. 93, n. 2, 1998, The Royal Academy of Letters, History, and Antiquities Stockholm.

Svanberg, Frederik and Söderberg, Bengt, Porten till Skåne, 2000, skrifter n.32, Riksantikvarieämbetet Malmö

www.hum.gu.se/~hissn/Doctoralsymposium_NCoE



 

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