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N. 20 - Gennaio 2007

LE FORTEZZE CIRCOLARI DI AROLDO DENTE AZZURRO

I castelli dei vichinghi

di Emanuela Marchetti

 

La piccola terra di Danimarca è tuttora la sede di uno dei regni più antichi d'Europa, le cui origini possono essere rintracciate, con una certa sicurezza, fino al 700, poco prima dell'inizio dell'età vichinga. Ma è proprio durante l'età vichinga (800-1100 circa) che il regno di Danimarca si configura come un'unità soggetta ad un solo re: Aroldo Dente Azzurro, autore di uno sforzo politico teso a rinforzare la sua autorità e la sua presenza sul territorio, anche grazie alla fondazione delle fortezze circolari.

 

Molti sono ancora i miti legati alla società vichinga, nonostante la ricerca storica attuale abbia fornito nuovi dati e creato un diverso quadro di riferimento. L'immagine tradizionale dei vichinghi è quella di un popolo rozzo, molto simile ai popoli germanici in generale, tutti quanti dotati di una società egualitaria. Mentre da tempo si conoscono le peculiarità che contraddistinguono i vichinghi, non ultima l'assenza del dominio romano in Scandinavia; per quanto riguarda la società si sa che la schiavitù era del tutto normale, che il prestigio personale era basato sulla ricchezza e che i re erano sempre figli di re.

 

Scopo di questa serie di articoli è dunque di contribuire a diffondere dati storici e archeologici, provenienti sopratutto da pubblicazioni in lingue scandinave. L'argomento principale è costituito dalle fortezze circolari danesi, la cui creazione e struttura provano quanto fossero in realtà avanzate le esigenze politiche, le capacità organizzative e costruttive nel regno danese.

 

 

1. La Danimarca e le fortezze: 1 Aggersborg, 2 Fyrkat, 3 Nonnebakken, 4 Trelleborg, 5 Copenhagen.

 

Le fortezze circolari danesi costituiscono un gruppo di 4 insediamenti molto particolare, comprendente: Trelleborg, la prima fortezza ad essere scoperta, che si trova presso la costa occidentale dell'isola di Zelanda (in danese Sjaelland), la maggiore delle isole danesi. Aggersborg e Fyrkat, rispettivamente la più grande e, pare, la più recente delle fortezze, entrambe collocate nella zona settentrionale della penisola dello Jutland (in danese Jylland). Nonnebakken infine è situata sull'isola di Fionia (in danese Fyn), proprio al di sotto dell'area centrale della città di Odense, la più grande dell'isola, e per tale motivo non e' mai stata oggetto di studi sistematici.

 

La struttura delle fortezze presenta un preciso schema geometrico, delimitato da un robusto bastione circolare. Il bastione è oggi scomparso, ma si è potuto stabilire, attraverso i resti archeologici, che esso doveva essere costituito da un' intelaiatura di pali di legno, ricoperta di terra e rivestita esternamente di tavole di legno. Attualmente i bastioni sono stati ricostruiti, tranne a Nonnebakken, mentre all'interno piccole pietre verniciate di bianco sono state disposte lungo il profilo degli edifici scomparsi, così da restituire l'originaria impressione di imponenza di tutta la struttura.

 

L'interno dell'abitato era diviso in quattro settori da due strade perpendicolari, che si incontravano esattamente nel centro della circonferenza definita dal bastione e collegavano le quattro entrate principali, che erano collocate presso i punti cardinali. Inoltre una strada circolare seguiva il tracciato del bastione, costeggiando così l'intero abitato.

 

Gli edifici comprendevano principalmente case del tipo long-house, collocate all'interno dei quattro settori e disposte in modo da costituire un quadrato, al centro del quale si trovava un piccolo annesso di pianta quadrata.

 


2. Piante delle fortezze: in alto Aggersborg, a destra Fyrkat, e in basso Trelleborg.

 

Le tipiche long-house scandinave, similmente a quelle centro-europee, presentano pianta approssimativamente ovale e allungata,  lo spazio interno, diviso in tre navate longitudinali dai pali di sostegno del tetto, è ulteriormente ripartito in due aree di diversa estensione nel senso della larghezza, di cui la più lunga era adibita a stalla e la più corta ad abitazione.

 

Tuttavia le long-house trovate presso le fortezze danesi appartengono ad un tipo speciale, probabilmente connesso con le grandi hall aristocratiche, che fecero da modello per lo stesso Valhalla, il glorioso aldilà a cui erano destinati i guerrieri. Tali long-house vennero chiamate “long-house di tipo Trelleborg”, perché furono scoperte per la prima volta durante gli scavi di Trelleborg.  Questo tipo di long-house, pur mantenendo la pianta ovale e allungata, non aveva aree destinate agli animali, e lo spazio interno era diviso in tre ambienti: due più piccoli presso le estremità, utilizzati come dispensa o magazzino, e uno più grande in centro, dotato di focolare e usato come spazio abitativo. I pali di sostegno del tetto erano inoltre collocati all'esterno, disposti intorno alla casa e infissi nel terreno con un'inclinazione di circa 20 gradi verso i muri. Durante i primi scavi a Trelleborg, negli anni ´30, fu proposto che i pali alloggiati nelle buche di palo esterne alle case costituissero una sorta di porticato. Ma in seguito si concluse che, l'inclinazione dei pali stessi non avrebbe lasciato abbastanza spazio per una simile struttura, era pertanto più ragionevole supporre che essi fornissero sostegno al tetto.

 

Nonostante la forte schematizzazione della struttura delle fortezze, è possibile notare alcune differenze, per esempio: Trelleborg presenta tracce di 15 long-house, collocate all'esterno dell'abitato e disposte radialmente rispetto alla circonferenza descritta dal bastione. Tali case esterne erano leggermente più piccole di quelle poste all'interno e fu suggerito che esse fossero le più antiche, ma non sono disponibili dati certi a riguardo. Aggersborg è invece la più grande delle fortezze, il diametro del bastione misurava infatti 240 m, il doppio di quello di Fyrkat, mentre il bastione di Trelleborg misurava “solo” 136 m.

 

L'interno offriva ovviamente spazio per un numero maggiore di case, e infatti ciascuno dei 4 settori ospitava ben 3 blocchi di case del tipo Trelleborg, disposte in un quadrato. Infine si può dire che la struttura di Fyrkat si presenta molto regolare, le case compaiono solo all'interno, 4 per ciascun settore, pertanto è stato proposto che Fyrkat fosse stata costruita per ultima, quando lo schema strutturale era stato perfezionato.

 

Molte sono state le discussioni sull'origine e la funzione delle fortezze: prima di tutto si cercò di stabilire quale fosse stato il modello di ispirazione e da dove provenisse, in seguito ci si concentrò sullo scopo di questi particolari insediamenti. Il primo studioso da menzionare è certamente Poul Nørlund, direttore del Museo Nazionale di Copenhagen e degli scavi di Trelleborg: egli propose nel resoconto degli scavi, pubblicato nel 1948, che si trattava di accampamenti militari ispirati a quelli romani, nonostante questi ultimi fossero quadrati e non rotondi. Analogamente Johannes Brøndsted, professore all'università di Copenhagen, propose nel 1960 che donne e bambini sarebbero stati esclusi dalle fortezze, in quanto destinate solo all'alloggiamento e addestramento di soldati, in analogia con le descrizioni di accampamenti provenienti dalle saghe islandesi.

 

Tuttavia ulteriori scavi contraddissero queste ipotesi, grazie ai numerosi ritrovamenti di grossi monili e pesi da telaio, che proverebbero proprio la presenza di donne. Inoltre la scoperta di Fyrkat e Aggersborg alla fine degli anni '70, studiate in particolare da Else Roesdahl e Olaf Olsen, attivi rispettivamente dall'università di Århus e di Copenhagen, giunsero alla conclusione che le fortezze erano state dei veri e proprio centri amministrativi e produttivi, oltre che militari, quasi “antenate delle città”, in cui abitavano soldati, artigiani e nobili funzionari del re con le loro famiglie.

 

Scoperta e funzione delle fortezze

Ma chi poteva essere l'autore delle fortezze danesi? Era chiaro che la costruzione di simili strutture, progettate con grande precisione e distribuite su tutto il territorio, non poteva che essere opera di un re. Si sapeva infatti che la Danimarca allora era già governata da un unico re, il quale difficilmente avrebbe tollerato una così evidente affermazione di potere da parte di un signorotto locale. Solo il re inoltre avrebbe potuto radunare tutte le risorse, i materiali e la manodopera necessarie. E la risposta più ovvia sembrò: Svend Barbaforcuta, che fu re all'inizio dell'XI secolo, noto per le sue iniziative militari, tra cui la conquista dell'Inghilterra. La teoria dominante fu pertanto che Svend Barbaforcuta avrebbe fatto costruire le fortezze per controllare meglio il suo regno e avere dei punti di raccolta dell'esercito per coordinare le operazioni in Inghilterra.

 

Ma all'inizio degli anni '70, resti di materiale da costruzione proveniente da Trelleborg furono sottoposti al test della dendrocronologia, e il risultato fu sorprendente: Trelleborg sarebbe stata costruita intorno al 980-981. E tale datazione implicava che il progetto delle fortezze sarebbe stato opera di Aroldo Dente Azzurro, padre di Svend Barbaforcuta, che morì intorno al 986. Inoltre l'assenza di tracce di riparazioni permetteva di stabilire che le fortezze erano state abbandonate dopo un breve periodo di utilizzo, probabilmente in corrispondenza con la morte dello stesso re. Aroldo Dente Azzurro sembrava certo un candidato improbabile per la costruzione diffusa di fortificazioni militari, essendo di solito ritratto come un re pantofolaio. Egli stesso infatti si vantava di aver reso i danesi cristiani, seppure a torto[1], ma non dei propri successi militari.

 

Naturalmente sono ancora molte le incertezze, ma sembra assodato che la fondazione delle fortezze rispondesse ad un problema politico di organizzazione del regno. Pare infatti che Aroldo Dente Azzurro volesse rendere più evidente la propria autorità sul territorio, e rimarcare così il suo ruolo di re assoluto dei Danesi, anche agli occhi di altri sovrani Europei (per esempio Ottone il Grande).

 

La storia delle fortezze pertanto comprendeva elementi quali: ambiente aristocratico, necessità di riorganizzazione amministrativa e militare, il desiderio di accrescimento dell'autorità politica, su scala locale e nazionale. Ebbene questi stessi elementi sono centrali anche nell'incastellamento italiano (800-1200 circa), come testimoniato dalla coincidenza di terminologia usata per descrivere sia castelli sia fortezze.[2] Tali funzioni del resto furono ricoperte anche dalle città, come messo ben in evidenza da Else Roesdah nel caso delle fortezze e da Francovich nel caso dei castelli, e come confermerebbe persino una fase di scontro tra città e castelli, avvenuta intorno al 1100-1200. 

 

[1] Il primo re a permettere le missioni di conversione in Danimarca fu infatti Argantyr o Ongendus (nome latinizzato), intorno al 700.

[2] Vedere per esempio: Francovich-Ginatempo2000: Francovich, Riccardo, Ginatempo, Maria, Castelli, storia e archeologia del potere in Toscana (vol 1), Firenze 2000 e Jørgensen2002: Jørgensen, Lars, Kongsgård-kultsted-marked. Overvejelser om tissøkompleksets struktur og funktioner, in Platz och Praxis. Studier av en nordisk förkristen ritual, pp.215-245, 2002 Stockholm.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Nørgaard, Felix e Roesdahl, Else e Skovmand, Roar, Aggersborg gennem 1000 år, 1986, Herning.

Nørlund, Poul, Trelleborg, 1948, Odense.

Olsen, Olaf e Schmidt, Holger, Fyrkat, en jysk vikingeborg-borgen og bebyggelsen, vol. 1, 1977, Lynge Copenhagen.

Roesdahl Else,  Fyrkat, en jysk vikingeborg - borgen og bebyggelsen, vol. 2, 1977, Lynge Copenhagen.

Schmidt, Holger, Building customs in Viking Age Denmark, 1997, Herning.

Thrane, Henrik, Nonnebakken: Odenses forsvundne vikingeborg, 1987, Fyens Stiftsmuseum Odense



 

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