[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 159 / MARZO 2021 (CXC)


attualità

LE FONTANE DI PIETRO LOMBARDI NEI RIONI DI ROMA
IV / FONTANA DELLE TIARE

di Emanuel De Marchis

 

La Fontana delle Tiare è posta, forse per non sfigurare con i più vicini monumenti vaticani, su un particolare gradino a forma di trifoglio, lastricato con cubi di porfido. Tale base corpulenta, con incisa sopra la sigla S.P.Q.R., a ricordare e a imprimere nel tempo il potere della città di Roma, sorregge quattro tiare lavorate a rilievo con maestria e accuratezza, ciascuna delle quali è sormontata da due possenti chiavi del regno di San Pietro, da cui fuoriesce l’acqua in zampillanti getti raccolti da tre vasche sospese, alludenti ai tre volti della Chiesa, da considerarsi al tempo stesso "militante", "sofferente" e "trionfante". Quanto alla scelta del simbolo della tiara, rimanda naturalmente al ruolo dei pontefici , essendone il tradizionale copricapo.

 


Dedicare un po' di tempo a tale particolare fontana, aiuta senza dubbio a comprendere meglio, a intravedere, quella linea di confine immaginaria che divide la Città del Vaticano dala sua grande "ospite", Roma. Rimanere colti di sorpresa entrati da porta Angelica di fronte agli imponenti monoliti che costituiscono ill colonnato di San Pietro, che si evincono invalicabili e compatti nel loro allineamento, come dei soldati fedeli al proprio stato, è una sensazione ineguagliabile. Per avere una visuale più realistica dobbiamo però con gli occhi travalicare le colonne stesse e cogliere la grande prospettiva della piazza traversando la esile frattura tra le colonne berniniane. Ciò ci regala una dimensione più umanizzata del posto e riporta alla dimensione ben più ridotta e modesta del borgo romano, che vive da sempre a ridosso delle mura vaticane. La fontana che rappresenta al meglio il borgo vaticano è situata in un punto nevralgico e viene ammirata ogni giorno da migliaia di turisti: si trova infatti limitrofa alle mura del Passetto (passaggio pedonale sopraelevato) che conducono laddove c’era un tempo Porta Castello e, successivamente a Castel Sant’Angelo.

 

Quella delle Tiare è sicuramente una delle più riuscite ed eleganti opere dell’architetto Pietro Lombardi, che nel 1925 vinse un concorso per realizzare una serie di fontane che ritraessero le peculiarità dei borghi romani (vedi gli altri articoli sul tema). Nella fattispecie, l'opera in questione fu realizzata nel 1927, ovvero in anno particolarmente ricco di inquietanti svolte: tra le altre cose, nasce l’OVRA (polizia segreta del regime fascista) e Benito Mussolini valida una carta del lavoro che esige il divieto scioperi e serrate. Più in generale, il Fascismo inizia quell'anno ad attuare una poderosa opera d’inserimento in ogni aspetto e momento della vita degli italiani. Il regime interviene in ogni ambito della vita sociale, culturale, lavorativa, sportiva e ricreativa, inquadrando nelle proprie strutture e associazioni la maggior parte della popolazione (basti pensare all’Opera Nazionale Balilla, per i giovani). Per condizionare ed orientare il modo di pensare e di agire delle masse, inoltre, ricorre ai mezzi più moderni dell’epoca di propaganda come la radio, i film propagandistici, le manifestazioni, le parate, gare di ogni tipo di sport, esposizioni artistiche.

 

 

Fin dal momento dell’ascesa al potere, Mussolini inizia anche un lento processo di avvicinamento alla chiesa cattolica, culminato con la stipulazione dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929), con cui viene risolta definitivamente riconosciuta la sovranità del papa sulla Città del vaticano e si ratifica un concordato che regola vari aspetti del rapporto tra Stato e Chiesa, oltre a una convenzione finanziaria (risarcimento alla Santa Sede per la perdita degli stati pontifici). È quindi una storia in cui si mescolano cristianesimo e fascismo quella che fa da sfondo alla fontana delle tiare, in un intersecarsi di vicende che affiancano il duce al pontefice Pio XI (in carica dal 1922 al 1939). Quanto al rione che la ospita, Borgo, dopo essere rimasto a lungo poco popolato, conobbe la sua fortuna a partire dal Rinascimento, quando il centro di gravità di Roma iniziò a preferire la zona intorno al Campidoglio.

In epoca rinascimentale, i papi lasciarono il complesso Lateranense per il Vaticano, il quale divenne il nuovo centro di potere della Chiesa. L’intenso rinnovo edilizio e soprattutto la ricostruzione di San Pietro, che fu il risultato finale di questo cambiamento, attrasse in Borgo diversi artisti, mentre il rinnovato flusso di pellegrini stimolò il commercio. L’età d’oro di Borgo raggiunse il suo apice durante il regno dei due Papi fiorentini, Leone X e Clemente VII Medici, nelal cui epoca i quartiere giunse a una popolazione di circa 5000 abitanti, quasi tutti non romani. Ben nove dei venticinque Cardinali di Curia, ognuno dei quali manteneva una corte di centinaia di persone, vivevano qui, e alcuni degli artisti più importanti (tra cui Raffaello) vi acquistarono o costruirono le loro case.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]