attualità
LE FONTANE DI
PIETRO LOMBARDI NEI RIONI DI ROMA
IV / FONTANA DELLE TIARE
di Emanuel De Marchis
La Fontana delle Tiare è posta,
forse per non sfigurare con i più vicini
monumenti vaticani, su un
particolare gradino a forma di
trifoglio, lastricato con cubi di
porfido. Tale base corpulenta, con
incisa sopra la sigla S.P.Q.R., a
ricordare e a imprimere nel tempo il
potere della città di Roma, sorregge
quattro tiare lavorate a rilievo con
maestria e accuratezza, ciascuna delle
quali è sormontata da due possenti
chiavi del regno di San Pietro, da cui
fuoriesce l’acqua in zampillanti getti
raccolti da tre vasche sospese,
alludenti ai tre volti della Chiesa, da
considerarsi al tempo stesso
"militante", "sofferente" e
"trionfante". Quanto alla scelta del
simbolo della tiara, rimanda
naturalmente al ruolo dei pontefici
, essendone il tradizionale copricapo.
Dedicare un po' di tempo a tale
particolare fontana, aiuta senza dubbio
a comprendere meglio, a intravedere,
quella linea di confine immaginaria
che divide la Città del Vaticano dala
sua grande "ospite", Roma. Rimanere
colti di sorpresa entrati da porta
Angelica di fronte agli imponenti
monoliti che costituiscono ill
colonnato di San Pietro, che si
evincono invalicabili e compatti nel
loro allineamento, come dei soldati
fedeli al proprio stato, è una
sensazione ineguagliabile. Per avere una
visuale più realistica dobbiamo però con
gli occhi travalicare le colonne stesse
e cogliere la grande prospettiva della
piazza traversando la esile frattura tra
le colonne berniniane. Ciò ci regala una
dimensione più umanizzata del posto e
riporta alla dimensione ben più ridotta
e modesta del borgo romano, che vive da
sempre a ridosso delle mura vaticane. La
fontana che rappresenta al meglio il
borgo vaticano è situata in un punto
nevralgico e viene ammirata ogni giorno
da migliaia di turisti: si trova infatti
limitrofa alle mura del Passetto
(passaggio pedonale sopraelevato) che
conducono laddove c’era un tempo Porta
Castello e, successivamente a Castel
Sant’Angelo.
Quella delle Tiare è
sicuramente una delle più riuscite ed
eleganti opere dell’architetto Pietro
Lombardi, che nel 1925 vinse un
concorso per realizzare una serie di
fontane che ritraessero le peculiarità
dei borghi romani (vedi gli altri
articoli sul tema). Nella fattispecie,
l'opera in questione fu realizzata nel
1927, ovvero in anno
particolarmente ricco di inquietanti
svolte: tra le altre cose, nasce l’OVRA
(polizia segreta del regime fascista) e
Benito Mussolini valida una carta del
lavoro che esige il divieto scioperi e
serrate. Più in generale, il Fascismo
inizia quell'anno ad attuare una
poderosa opera d’inserimento in ogni
aspetto e momento della vita degli
italiani. Il regime interviene in ogni
ambito della vita sociale, culturale,
lavorativa, sportiva e ricreativa,
inquadrando nelle proprie strutture e
associazioni la maggior parte della
popolazione (basti pensare all’Opera
Nazionale Balilla, per i giovani). Per
condizionare ed orientare il modo di
pensare e di agire delle masse, inoltre,
ricorre ai mezzi più moderni dell’epoca
di propaganda come la radio, i film
propagandistici, le manifestazioni, le
parate, gare di ogni tipo di sport,
esposizioni artistiche.
Fin dal momento dell’ascesa al potere,
Mussolini inizia anche un lento processo
di avvicinamento alla chiesa cattolica,
culminato con la stipulazione dei
Patti Lateranensi (11 febbraio
1929), con cui viene risolta
definitivamente riconosciuta la
sovranità del papa sulla Città del
vaticano e si ratifica un concordato che
regola vari aspetti del rapporto tra
Stato e Chiesa, oltre a una convenzione
finanziaria (risarcimento alla Santa
Sede per la perdita degli stati
pontifici). È quindi una storia in cui
si mescolano cristianesimo e fascismo
quella che fa da sfondo alla fontana
delle tiare, in un intersecarsi di
vicende che affiancano il duce al
pontefice Pio XI (in carica dal
1922 al 1939). Quanto al rione che la
ospita, Borgo, dopo essere
rimasto a lungo poco popolato, conobbe
la sua fortuna a partire dal
Rinascimento, quando il centro di
gravità di Roma iniziò a preferire la
zona intorno al Campidoglio.
In epoca rinascimentale, i papi
lasciarono il complesso Lateranense per
il Vaticano, il quale divenne il nuovo
centro di potere della Chiesa. L’intenso
rinnovo edilizio e soprattutto la
ricostruzione di San Pietro, che fu il
risultato finale di questo cambiamento,
attrasse in Borgo diversi artisti,
mentre il rinnovato flusso di pellegrini
stimolò il commercio. L’età d’oro di
Borgo raggiunse il suo apice durante il
regno dei due Papi fiorentini, Leone X e
Clemente VII Medici, nelal cui
epoca i quartiere giunse a una
popolazione di circa 5000 abitanti,
quasi tutti non romani. Ben nove dei
venticinque Cardinali di Curia, ognuno
dei quali manteneva una corte di
centinaia di persone, vivevano qui, e
alcuni degli artisti più importanti (tra
cui Raffaello) vi acquistarono
o costruirono le loro case. |