[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

162 / GIUGNO 2021 (CXCIII)


turismo storico

LE FONTANE DI PIETRO LOMBARDI NEI RIONI DI ROMA
VIII / FONTANA Della BOTTE
di Emanuel De Marchis

 

La fontana della Botte fu realizzata nel 1927, su progetto dell’architetto Pietro Lombardi, con palese riferimento alla caratteristica del rione che la ospita (Trastevere), nel quale fin dai tempi antichi era intenso il traffico del vino, confermato dalla florida presenza di osterie e trattorie. La fontana in oggetto fu commissionata a Lombardi dal Comune di Roma, assieme ad altre otto opere similari, tutte fortemente allusive, nelle decorazioni e negli stemmi, ai luoghi del centro storico in cui vennero posizionate.


La fontana della botte è addossata a una parete in laterizio in via della cisterna, incorniciata in un arco di travertino. È composta da una base sulla quale poggia un “caratello”, come veniva chiamata anticamente a Roma la botte con la quale si trasportava il vino. Dal centro della botte, un beccuccio genera un getto d’acqua potabile che va a versarsi nel sottostante recipiente, a forma di tino da mosto. Ai suoi lati, due caraffe da vino di un litro sono anch’esse dotate di beccucci da cui fuoriesce altrettanta, dissetante acqua. In proposito, è interessante ricordare i vari modi con cui nel passato i romani usavano indicare le misure del vino. In breve: “sospiro” o “sottovoce” corrispondeva a un decimo di litro, “chirichetto” a un quinto, “quartino” a un quarto di litro, “fojetta” a mezzo litro, “tubbo” a un litro e “barzilai” a due litri. Quest’ultima misura deriverebbe il suo nome dall’onorevole Salvatore Barzilai (1860-1939), del quale si racconta che fosse solito offrire del vino ai suoi elettori ricorrendo proprio a contenitori da due litri.

 


La suddetta opera del Lombardi, vista la sua collocazione in una stradina secondaria, è nascosta ai turisti più frettolosi, ma la sua conoscenza può appunto aiutare i viandanti, locali o stranieri che siano, a comprendere meglio il luogo in cui si trovano. Nel dettaglio, via della cisterna è una piccola arteria di un vasto labirinto di vicoli e viuzze ai piedi del Gianicolo (quale è appunto Trastevere) che conserva la semplicità dei rioni popolari che hanno segnato l’immaginario collettivo riguardante la città di Roma, alimentato in buona parte anche dal cinema. A caratterizzare Trastevere, nelle ore diurne, ci sono i mercati, i negozi, le gallerie d’arte e i numerosi ristoranti di cucina tipica romana. La sera è invece il turno dei molti pub che con la loro vivacità allietano le passeggiate di chi frequenta la zona, attirato anche dai vari artisti di strada che si esibiscono nelle piazze trasteverine. Peraltro, proprio la movida notturna ha procurato notevoli danni alla fontana della Botte, divenuta bersaglio di vandalismi d’ogni genere, dovendo essere più volte ripulita e restaurata.

 

Tornando a parlare di vino, anima eno-culturale di Roma e della nostra fontana, vale anche la pena ricordare che spesso i nostri antenati romani, pur essendone grandi estimatori, non lo trattavano proprio bene, tentando per esempio arditi mix con miele, acqua di mare, ostriche tritate, gesso, petali di fiori e pece. A ogni modo, le radici della viticoltura romana sono ben profonde. I romani avevano infatti un’ampia conoscenza dei segreti della coltivazione e della vinificazione, che appresero da etruschi, greci e cartaginesi. Tra l’altro, il territorio italico ben si prestava (e si presta) alla crescita della vite, che spesso veniva alla luce in modo del tutto spontaneo, come rimarcato tra gli altri da Diodoro Siculo (I secolo a.C.) e Plinio (I secolo d.C.).

 


Chiudendo la digressione sul rapporto degli antichi romani con il vino, è bene sottolineare come tale liaison si proseguita nel corso dei secoli, tanto che la città, soprattutto al centro e soprattutto a Trastevere, abbonda ancora oggi di osterie, sulle cui insegne campeggia spesso la scritta “hostaria”, in pieno old style. Era dunque inevitabile che Pietro Lombardi, dovendo scegliere un simbolo per la sua fontana trasteverina, optasse per botti e fiaschi. Un modo come un altro, appunto, per raccontare la storia e il folklore di uno dei tanti magici spicchi della città eterna.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]