turismo storico
LE FONTANE DI PIETRO LOMBARDI NEI
RIONI DI ROMA
VIII / FONTANA Della
BOTTE
di Emanuel De Marchis
La fontana della Botte fu
realizzata nel 1927, su progetto
dell’architetto Pietro Lombardi,
con palese riferimento alla
caratteristica del rione che la ospita (Trastevere),
nel quale fin dai tempi antichi era
intenso il traffico del vino,
confermato dalla florida presenza di
osterie e trattorie. La fontana in
oggetto fu commissionata a Lombardi dal
Comune di Roma, assieme ad altre otto
opere similari, tutte fortemente
allusive, nelle decorazioni e negli
stemmi, ai luoghi del centro storico in
cui vennero posizionate.
La fontana della botte è addossata a una
parete in laterizio in via della
cisterna, incorniciata in un arco di
travertino. È composta da una base sulla
quale poggia un “caratello”, come veniva
chiamata anticamente a Roma la botte con
la quale si trasportava il vino. Dal
centro della botte, un beccuccio genera
un getto d’acqua potabile che va a
versarsi nel sottostante recipiente, a
forma di tino da mosto. Ai suoi lati,
due caraffe da vino di un litro sono
anch’esse dotate di beccucci da cui
fuoriesce altrettanta, dissetante acqua.
In proposito, è interessante ricordare i
vari modi con cui nel passato i romani
usavano indicare le misure del vino. In
breve: “sospiro” o “sottovoce”
corrispondeva a un decimo di litro,
“chirichetto” a un quinto, “quartino” a
un quarto di litro, “fojetta” a mezzo
litro, “tubbo” a un litro e “barzilai” a
due litri. Quest’ultima misura
deriverebbe il suo nome dall’onorevole
Salvatore Barzilai (1860-1939),
del quale si racconta che fosse solito
offrire del vino ai suoi elettori
ricorrendo proprio a contenitori da due
litri.
La suddetta opera del Lombardi, vista la
sua collocazione in una stradina
secondaria, è nascosta ai turisti più
frettolosi, ma la sua conoscenza può
appunto aiutare i viandanti, locali o
stranieri che siano, a comprendere
meglio il luogo in cui si trovano. Nel
dettaglio, via della cisterna è una
piccola arteria di un vasto labirinto di
vicoli e viuzze ai piedi del Gianicolo
(quale è appunto Trastevere) che
conserva la semplicità dei rioni
popolari che hanno segnato
l’immaginario collettivo riguardante la
città di Roma, alimentato in buona parte
anche dal cinema. A caratterizzare
Trastevere, nelle ore diurne, ci sono i
mercati, i negozi, le gallerie d’arte e
i numerosi ristoranti di cucina tipica
romana. La sera è invece il turno dei
molti pub che con la loro vivacità
allietano le passeggiate di chi
frequenta la zona, attirato anche dai
vari artisti di strada che si esibiscono
nelle piazze trasteverine. Peraltro,
proprio la movida notturna ha
procurato notevoli danni alla fontana
della Botte, divenuta bersaglio di
vandalismi d’ogni genere, dovendo
essere più volte ripulita e restaurata.
Tornando a parlare di vino, anima
eno-culturale di Roma e della nostra
fontana, vale anche la pena ricordare
che spesso i nostri antenati romani, pur
essendone grandi estimatori, non lo
trattavano proprio bene, tentando per
esempio arditi mix con miele, acqua di
mare, ostriche tritate, gesso, petali di
fiori e pece. A ogni modo, le radici
della viticoltura romana sono ben
profonde. I romani avevano infatti
un’ampia conoscenza dei segreti della
coltivazione e della vinificazione, che
appresero da etruschi, greci e
cartaginesi. Tra l’altro, il
territorio italico ben si prestava
(e si presta) alla crescita della vite,
che spesso veniva alla luce in modo del
tutto spontaneo, come rimarcato tra gli
altri da Diodoro Siculo (I secolo
a.C.) e Plinio (I secolo d.C.).
Chiudendo la digressione sul rapporto
degli antichi romani con il vino, è bene
sottolineare come tale liaison si
proseguita nel corso dei secoli, tanto
che la città, soprattutto al centro e
soprattutto a Trastevere, abbonda ancora
oggi di osterie, sulle cui insegne
campeggia spesso la scritta “hostaria”,
in pieno old style. Era dunque
inevitabile che Pietro Lombardi, dovendo
scegliere un simbolo per la sua fontana
trasteverina, optasse per botti e
fiaschi. Un modo come un altro, appunto,
per raccontare la storia e il folklore
di uno dei tanti magici spicchi della
città eterna. |