N. 16 - Aprile 2009
(XLVII)
Flora Tristán
Le
peregrinazioni di
un’anticonformista
di Michele
Broccoletti
Flora Célestine Thérèse
Henriette Tristán Moscoso, meglio conosciuta come Flora
Tristán, o anche come Donna Florita, nasce a
Parigi il 7 aprile 1803.
La sua figura, in Italia,
è relativamente conosciuta, a differenza della fama che
possiede in Perù e soprattutto in Francia, dove il suo
nome è spesso associato a centri d’accoglienza per donne
vittime di violenze.
È invece frequente trovare il nome di Flora Tristán
associato, ed a volte anche oscurato, a quello del
nipote, nonché pittore ed artista, Paul Gauguin.
In verità dobbiamo ricordare che Flora Tristán splende
anche di luce propria, in quanto è stata un’importante
anticonformista, convinta che fosse possibile cambiare
il mondo e la società, ed eliminare le piaghe della
violenza, dell’ingiustizia e della sofferenza.
Ma quali sono le sue origini?
Il padre, Mariano Tristán
y Moscoso, colonnello dell’esercito spagnolo e ricco
signore discendente da una famiglia spagnola del Perù,
conosce a Bilbao la madre di Flora, Anne-Pierre Laisnay,
emigrata in Spagna per sfuggire al terrore della
Rivoluzione Francese.
Sembra che i due siano
stati sposati da un sacerdote francese, l’abate de
Roncelin, anch’esso esiliato in Spagna, ma
probabilmente, le pratiche necessarie per il matrimonio
non vengono espletate a pieno dinnanzi le autorità
competenti: è per questo motivo che, quando i due
tornano in Francia, rappresentano una coppia di fatto,
anche se la loro unione è priva di validità legale.
Nonostante questo, la vita di Flora inizia nel lusso: la
bambina cresce tra domestici ed ospiti illustri, come
Simon Bolìvar, ma un brusco cambiamento avviene nel
1807, quando Flora non aveva ancora compiuto i cinque
anni di età. È precisamente il 14 Giugno del 1807,
giorno in cui don Mariano è colpito da un attacco
apoplettico fulminante: da questo momento in poi,
iniziano le difficoltà e la vita di Flora sarà tutta in
salita.
A causa del matrimonio mai regolarizzato, la madre
risulta una concubina senza nessun diritto di eredità,
mentre Flora è una figlia illegittima: tutti i beni di
don Mariano, entrano a far parte del patrimonio dei suoi
parenti in Perù.
Madre e figlia iniziano un lungo vagabondaggio, fatto di
stenti economici accresciuti anche dalle campagne
napoleoniche che riducono il popolo francese alla fame.
Arriviamo al 1819, quando, all’età di 16 anni, Flora è
costretta a cercare lavoro e si presenta come colorista
nella bottega d’incisione del pittore e litografo André
Chazal.
Quest’ultimo si innamora
presto di Flora e, non potendo averla come amante a
causa della resistenza della ragazza, la chiede in sposa
alla madre, la quale acconsente.
Siamo nel 1821, anno in
cui si celebrano le nozze ed anno in cui si rompono i
rapporti tra madre e figlia: Flora non la perdonerà mai
per averla obbligata a sposare un uomo che non amava e
non stimava.
Dall’unione con André Chazal, Flora ha tre figli, due
maschi (Alexander e Ernest-Camille) ed una femmina (Aline),
ma con il matrimonio inizia per Flora una lunga serie di
sofferenze: il marito, oltre ad essere un forte bevitore
e giocatore d’azzardo, maltratta continuamente la
moglie, la umilia e la picchia; ha per lei qualche
attenzione, solamente nei momenti che precedono le
relazioni carnali ma, come se non bastasse, versando in
precarie condizioni finanziarie, André Chazal vorrebbe
costringere la moglie a prostituirsi. T
Tutto ciò spinge ben
presto Flora ad abbandonare il tetto coniugale, gesto
che le costerà l’etichetta di paria, respinta e
disprezzata da tutti, costretta a vivere ai margini
della società.
All’età di 22 anni quindi, Flora abbandona la propria
casa e, fino al 1930, portandosi dietro i tre figli,
cerca di sfuggire sia al marito, sia alla giustizia
francese, che le vieta il divorzio.
Furono anni difficili,
pieni di stenti, di difficoltà e di dolore: due dei suoi
figli muoiono e l’unica superstite, Aline, in seguito
madre di Paul Gauguin, riesce a sopravvivere grazie
all’aiuto ed al sostegno di generose balie di campagna.
Successivamente Flora approda a Londra, probabilmente
come domestica e non come dama di compagnia (come lei
afferma), al seguito di una ricca famiglia inglese.
Fino al 1830, Flora presta
servizio presso nobili famiglie ed in questa condizione
subalterna, ha l’occasione di compiere viaggi in
Inghilterra, Svizzera ed Italia.
È invece a Parigi che Flora conosce, in modo casuale,
Zaccaria Chabrié, capitano di nave che la convince e la
incoraggia a prendere contatto con i parenti di suo
padre defunto.
Flora riesce a stabilire
una relazione epistolare con lo zio, don Pio Tristán, ed
il 7 Aprile del 1833 (giorno del suo trentesimo
compleanno), si imbarca a Bordeaux sul piroscafo
Mexicain, per raggiungere in Perù la famiglia paterna, a
cui ha fatto credere di essere nubile ed orfana.
Durante il soggiorno presso la famiglia paterna, Flora
vive una situazione paradossale e contraddittoria, in
quanto da una parte si vede ricoperta di attenzioni nel
seno di una famiglia ricca e potente, mentre dall’altra
le viene negata l’eredità del padre.
Essendo quindi svanita la
speranza di vedere riconosciuti i diritti sull’eredità
paterna, Flora, dopo un soggiorno in Perù di circa un
anno (due mesi li trascorre a Lima e gli altri dieci ad
Arequipa), decide di imbarcarsi per tornare di nuovo in
Europa.
È il 1835 quando Flora rientra a Parigi e ritrova
antiche problematiche, soprattutto legate alla storia
con il marito. La legge francese continua a proibire il
divorzio ed André Chazal minaccia Flora, rivendicando i
diritti della sua autorità materiale.
Le minacce e le
persecuzioni crescono in continuazione, fino a culminare
in un tentativo di assassinio, avvenuto nel settembre
del 1838. Solo l’anno successivo Flora può liberarsi
dell’ossessione del marito. Infatti, proprio per il
tentativo di assassinio, Chazal viene processato e,
all’inizio del 1839, è condannato a venti anni di lavori
forzati.
Ma facciamo un passo indietro. Cerchiamo di spiegare
l’importanza e l’influenza che i vari viaggi e soggiorni
hanno avuto nella mentalità di Flora Tristán.
La conoscenza di nuove
culture e nuovi scenari di vita smuove qualcosa nello
spirito di Flora, la quale, da ogni sua esperienza,
trarrà conclusioni che spesso si materializzano e si
concretizzano in romanzi, diari, racconti ed indagini
sociali.
Dal viaggio in Perù ad esempio, nascono le
Pérégrinations d’une Paria (1837) che si presenta
come un reportage del suo viaggio della speranza,
attraverso l’Atlantico e il Perù.
In quest’opera Flora
descrive le miniere, le guerre civili, i monasteri, la
misera vita degli indigeni, oltre che la profonda
ingiustizia che vessava gran parte della popolazione
peruviana. L’opera offre uno spaccato della vita
pubblica e privata della società peruviana del XIX
secolo.
La narrazione, brillante e
scorrevole, si sofferma su alcune sfumature della
mentalità e dell’indole tradizionale peruviana, che
rendono difficile il progresso e la modernità.
Anche dai vari soggiorni che Flora fece in Inghilterra,
e soprattutto a Londra, nasce un libro: Promenades
dans Londres (1840). Flora, quando arriva in
Inghilterra, si improvvisa giornalista e come un inviato
speciale, osserva tutto, nobiltà e miseria, frequenta
bettole, topaie e bordelli annotando puntigliosamente
ambienti e sensazioni; travestendosi da ambasciatore
turco, riesce addirittura ad entrare nel parlamento
inglese, da sempre vietato alle donne. Flora, tra
l’altro, denuncia in quest’opera, il traffico dei
bambini, la grande miseria ed il problema della
prostituzione.
Un’ altra sua opera importante è rappresentata dall’Union
Ouvrière (1843), la quale, oltre ad essere un’opera
scritta, è un vero e proprio progetto sociale, ideato ed
iniziato da Flora.
Le sue fissazioni sono la povertà, lo sfruttamento in
genere, ed in particolare delle donne: “Rivendico i
diritti delle donne, perché sono convinta che tutte le
sofferenze del mondo derivino dalla mancanza del
rispetto e dal disprezzo dei diritti naturali ed
imprescindibili dell’essere femminile”.
È proprio nell’ambito del progetto dell’Unione Operaia,
che Flora inizia a viaggiare per tutta la Francia e,
frequentando le taverne dove si ritrovano gli operai,
cerca di convincerli a riunirsi in un’associazione che
possa permettere loro di sfuggire allo sfruttamento ed
alla sottomissione.
Decisa quindi a procedere personalmente alla diffusione
del suo progetto di Unione Operaia, Flora parte nella
primavera del 1844, per fare tappa presso le principali
città industriali francesi.
Nel giro di pochi mesi
Flora visita Parigi, Bordeaux, Lione, Roanne,
Saint-Etienne, Avignone, Marsiglia, Tolone, Montpellier,
Tolosa e Agen. Proprio mentre è in viaggio, viene
colpita da una misteriosa “congestione cerebrale”
(probabilmente una febbre tifoide): muore il 14 novembre
1844, a Bordeaux, all’età di soli 41 anni.
Lascia la figlia Aline, che due anni dopo sposerà un
giovane giornalista, Clovis Gauguin, dal quale avrà il
figlio Paul.
Gli operai, stimolati dalle sue battaglie sociali, le
faranno erigere un monumento nel cimitero di Bordeaux.
È questo il ritratto di Flora Tristán, una donna che è
stata pioniera dell’emancipazione femminile, dotata di
un grande senso della dignità personale e della
giustizia, connotata da un forte temperamento, quasi
virile, che la porterà a combattere in nome dell’umanità
femminile e di tutti e sottomessi.
Il suo senso del dovere
era forse esasperato: doveva e voleva riuscire in tutto
a tutti i costi, anche se magari peccava di mancanza di
organizzazione e si perdeva nei particolari, possiamo
definirla come una masochista, aiutata dal guizzo della
genialità.
Nel bene e nel male, Donna Florita, nelle qualità
e nel temperamento è un esempio per tutti, uomini e
donne.
|