SANREMO DI IERI, SANREMO DI OGGI
IL FESTIVAL SPECCHIO DEI TEMPI
di Giovanna D'Arbitrio
Sanremo 2024 si è concluso già da
qualche settimana, ma se n’è parlato
a lungo in vari talk show
televisivi, giornali e social tra
pareri contrastanti e discussioni su
aspetti negativi e positivi. Senza
dubbio il Festival ha ottenuto un
grande successo e ci ha regalato un
po’ di serenità in questi tempi così
tragici sui quali ci sono state
opportune riflessioni e anche
momenti davvero toccanti, ma... in
verità troppe canzoni, orari
impossibili, troppi giorni, troppe
polemiche, come al solito!
Senza dubbio il Festival di Sanremo
è un evento di costume che evidenzia
i cambiamenti socioculturali di ogni
epoca e, a quanto pare, quest’anno i
più anziani non conoscevano alcuni
nuovi cantanti già noti ai giovani e
agli addetti ai lavori. Anche la
sottoscritta che ha sempre amato i
giovani si è sentita un po’esclusa
dal loro mondo.
E purtroppo bisogna costatare che,
anche tra loro, le ultime
generazioni Alpha e Z seguono
soprattutto canzoni italiane su
tiktok e conoscono poco altri generi
musicali. Quando eravamo giovani
noi, eravamo tutti “immersi” nella
musica, non solo canzoni ma musica
di tutti i generi estesa a tutte le
età, disponibile in tv, radio,
jukebox, dischi, cassette e
quant’altro. La musica era un
interesse trasversale che
coinvolgeva tutte le età e
generazioni. In molte famiglie c’era
un pianoforte, una chitarra e
quant’altro. E i testi delle canzoni
si capivano, si memorizzavano e si
ricordano ancora oggi. Ora invece
non si comprende perché diversi
cantanti bisbiglino le parole dei
testi che risultano spesso
incomprensibili. Se si continua
così, ci vorranno i sottotitoli!
Confesso che non conoscevo nemmeno
Géolier (termine francese che
significa “secondino”), ma conosco
bene Secondigliano, poiché sono nata
in Via Bellaria nell’antica casa dei
nonni, situata tra Capodimonte,
Miano e Secondigliano dove ho fatto
anche la mia gavetta di insegnante e
dove ho compreso tanti problemi dei
quartieri a rischio, ma ho avuto in
dono anche l’affetto e la stima di
tanti alunni. Da loro ho imparato
molto e anche quando ho insegnato
nei “quartieri alti”, ho seguito con
maggiore cura gli alunni
svantaggiati e difeso il loro
diritto allo studio.
Nei miei articoli ancora oggi
combatto per Istruzione,
Formazione e Lavoro, gli unici
mezzi che potrebbero stroncare la
criminalità che non esiste solo a
Napoli, ma in tutte le periferie
delle grandi città. Come napoletana
mi sono molto risentita per i fischi
contro Géolier e sono contenta che
abbia vinto un premio, ma di nuovo
quante dolorose polemiche quando la
madre di GiòGiò, il giovane
musicista ucciso a piazza Municipio,
si è “indignata” per un ulteriore
premio assegnato a Géolier dal
sindaco di Napoli il quale non ha
concesso uguale trattamento al
figlio!
Insomma un’immagine di Napoli sempre
drammatica, tra quartieri a rischio
e criminalità, sempre piena di
innegabili e irrisolti problemi, una
città che a quanto pare non prenderà
mai premi per i suoi aspetti
positivi. E nello stesso tempo molti
napoletani di una certa età, pur
apprezzando i ritmi rap (tra l’altro
nati negli anni ‘70!) hanno provato
nostalgia per le antiche
intramontabili canzoni dell’800 e
primo ‘900 e per il Festival della
Canzone Napoletana, iniziato nel
1952 e cessato nel 1971. Quante
belle canzoni amate non solo in
Italia, ma anche all’estero!
Inevitabile anche il confronto con
il passato del Festival di Sanremo e
i ricordi che ci riportano indietro
nel tempo alle sue origini, quando i
nostri genitori parlavano di Angelo
Nicola Amato, direttore delle
public relations del Casinò di
Sanremo, e Angelo Nizza, conduttore
della trasmissione radiofonica “I
tre moschettieri”, i quali si
attivarono per organizzare la prima
competizione canora, chiedendo alle
case discografiche di contattare dei
bravi cantanti.
Il 29 gennaio 1951 lo storico
presentatore Nunzio Filogamo in
diretta radiofonica annunciò agli
“amici vicini e lontani” la prima
edizione del Festival dal Salone
delle Feste del Casinò, con Achille
Togliani e il Duo Fasano e Nilla
Pizzi che vinse con la canzone
Grazie dei fiori. Nella seconda
edizione vinse di nuovo Nilla Pizzi
con Vola colomba, ottenendo
anche il secondo e terzo posto,
rispettivamente con Papaveri e
papere e Una donna prega.
Nel 1953 venne introdotta per ogni
canzone la doppia interpretazione
con una diversa orchestra: una
“classica” (diretta da Cinico
Angelini) e una più “moderna”
(diretta da Armando Trovajoli) e nel
1955 ci fu la prima diretta
televisiva. Senz’altro dominante
nelle prime edizioni fu la canzone
tradizionale melodica
“all’italiana”, interpretata da
cantati come Claudio Villa, Achille
Togliani. Nel 1958 la vittoria di
Domenico Modugno (in coppia con
Johnny Dorelli) con la canzone
Nel blu dipinto di blu segnò una
vera e propria svolta per la canzone
italiana: quella dei cantautori,
confermata nel 1960 dalla vittoria
di Renato Rascel con Romantica.
Mike Buongiorno presentò tutte le
edizioni dal 1963 al 1967, quando
iniziò il periodo degli “urlatori” e
di cantanti come Mina, Adriano
Celentano, Bobby Solo, Patty Pravo,
Milva, Ornella Vanoni, Rita Pavone,
Gianni Morandi e i cantautori come
Gino Paoli e Umberto Bindi e tanti
altri. La canzone melodica,
tuttavia, continuava ad avere
successo, come Non ho l’età
cantata da Gigliola Cinquetti al
Festival del 1964 o quelle
sentimentali su 45 e 33 giri, adatte
al “ballo del mattone” dei giovani
negli anni ‘60. Altra novità di
quegli anni fu la presenza di
cantanti stranieri, come Paul Anka,
Gene Pitney, Ben E. King, nonché
l’introduzione dei temi sociali con
l’inizio della contestazione
giovanile. Ricordiamo i testi di
Adriano Celentano, come Il
ragazzo della via Gluck, La
rivoluzione di Gianni Pettenati,
Proposta dei Giganti.
Nel 1967 purtroppo gli italiani
furono sconvolti dal drammatico
suicidio di Luigi Tenco in seguito
all’eliminazione della sua canzone
Ciao amore, ciao (cantata in
coppia con Dalida) e la vittoria di
Io, tu e le rose,
interpretata da Orietta Berti.
L’edizione del 1968, presentata da
Pippo Baudo vide la vittoria di
Sergio Endrigo e la presenza di
Fausto Leali, Albano e Massimo
Ranieri. Nel 1969 vinsero Iva
Zanicchi e Bobby Solo con Zingara.
Nel 1970 vinse Celentano con Chi
non lavora non fa l’amore, nel
1971 Nada e Nicola Di Bari con Il
cuore è uno zingaro, Lucio Dalla
con Piazza Grande nel 1972 e
Roberto Vecchioni con L’uomo che
si gioca il cielo a dadi nel
1973. Furono quelli gli anni in cui
i giovani apparvero davvero molto
coinvolti dalle canzoni proposte a
Sanremo, poiché si potevano
ascoltare continuamente alla radio,
in Tv, in tutti i locali in cui
troneggiava un Jukebox, un vero
tormentone che alla fine si
imprimeva nella memoria.
A partire dal 1973 la Rai decise di
trasmettere dal Teatro Ariston solo
la serata finale del Festival che
entrò in una fase critica, mentre
dal punto di vista musicale si
sperimentarono varie formule e nel
corso degli anni ‘80 vi furono
edizioni in cui i cantanti si
esibirono addirittura in playback.
Solo con l’aiuto di Pippo Baudo
Sanremo superò una lunga crisi,
introducendo cronaca e attualità sul
palcoscenico e presenza di nuovi
cantanti accanto a quelli già
famosi. Ricordiamo Eros Ramazzotti,
Anna Oxa, Peppino di Capri, Fred
Bongusto, Mia Martini, Loredana
Bertè, Donatella Rettore, Alan
Sorrenti, Renato Zero, Matia Bazar,
Fiordaliso, Riccardo Fogli, Alice, i
Ricchi e Poveri, i Pooh, Vasco
Rossi, Jovanotti, Fiorella Mannoia,
Zucchero e tanti altri che portarono
sul palco sonorità diverse e nuovi
temi.
Negli anni ‘90 altri cantanti
arricchirono Sanremo, come Laura
Pausini, Giorgia, Biagio Antonacci,
Andrea Bocelli, Annalisa Minetti, i
Jalisse, sancendo il ritorno di
Sanremo come un evento fisso e
incancellabile con la sigla
d’apertura “Perché Sanremo è
Sanremo”, vero e proprio slogan.
Tornarono gli interpreti stranieri
in gara e Pippo Baudo, come
direttore artistico, che regalò ai
giovani uno spazio crescente.
Il Festival, tra alti e bassi,
arrivò agli anni 2000, quando si
verificò un calo degli ascolti,
culminato con l’edizione del 2004
(con Tony Renis alla direzione
artistica), dove per la prima volta
fu superato da il Grande Fratello.
In seguito Sanremo è apparso sempre
più come un evento per lanciare
artisti emergenti, come Dolcenera,
Povia, Francesco Renga, Arisa,
Malika Ayane, Irene Fornaciari e i
cantanti prodotti dai talent come
Giusy Ferreri, Noemi, Marco Mengoni
e tanti altri.
Concludendo, non è facile riassumere
in breve il lungo percorso del
Festival, ma a quanto pare nelle
varie edizioni a Sanremo non sono
mai mancate discussioni e polemiche,
accuse di lauti compensi a
conduttori e critiche a giurie e
modalità di voto.
Malgrado tutto ciò, il Festival
rimane sempre uno “specchio” dei
tempi e dei cambiamenti della
società e dovrebbe essere solo una
manifestazione nata per regalare un
po’ di serenità, unire e non
generare separazioni.