[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

194 / FEBBRAIO 2024 (CCXXV)


arte

SANREMO DI IERI, SANREMO DI OGGI
IL FESTIVAL SPECCHIO DEI TEMPI

di Giovanna D'Arbitrio

 

Sanremo 2024 si è concluso già da qualche settimana, ma se n’è parlato a lungo in vari talk show televisivi, giornali e social tra pareri contrastanti e discussioni su aspetti negativi e positivi. Senza dubbio il Festival ha ottenuto un grande successo e ci ha regalato un po’ di serenità in questi tempi così tragici sui quali ci sono state opportune riflessioni e anche momenti davvero toccanti, ma... in verità troppe canzoni, orari impossibili, troppi giorni, troppe polemiche, come al solito!

 

Senza dubbio il Festival di Sanremo è un evento di costume che evidenzia i cambiamenti socioculturali di ogni epoca e, a quanto pare, quest’anno i più anziani non conoscevano alcuni nuovi cantanti già noti ai giovani e agli addetti ai lavori. Anche la sottoscritta che ha sempre amato i giovani si è sentita un po’esclusa dal loro mondo.

 

E purtroppo bisogna costatare che, anche tra loro, le ultime generazioni Alpha e Z seguono soprattutto canzoni italiane su tiktok e conoscono poco altri generi musicali. Quando eravamo giovani noi, eravamo tutti “immersi” nella musica, non solo canzoni ma musica di tutti i generi estesa a tutte le età, disponibile in tv, radio, jukebox, dischi, cassette e quant’altro. La musica era un interesse trasversale che coinvolgeva tutte le età e generazioni. In molte famiglie c’era un pianoforte, una chitarra e quant’altro. E i testi delle canzoni si capivano, si memorizzavano e si ricordano ancora oggi. Ora invece non si comprende perché diversi cantanti bisbiglino le parole dei testi che risultano spesso incomprensibili. Se si continua così, ci vorranno i sottotitoli!

 

Confesso che non conoscevo nemmeno Géolier (termine francese che significa “secondino”), ma conosco bene Secondigliano, poiché sono nata in Via Bellaria nell’antica casa dei nonni, situata tra Capodimonte, Miano e Secondigliano dove ho fatto anche la mia gavetta di insegnante e dove ho compreso tanti problemi dei quartieri a rischio, ma ho avuto in dono anche l’affetto e la stima di tanti alunni. Da loro ho imparato molto e anche quando ho insegnato nei “quartieri alti”, ho seguito con maggiore cura gli alunni svantaggiati e difeso il loro diritto allo studio.

 

Nei miei articoli ancora oggi combatto per Istruzione, Formazione e Lavoro, gli unici mezzi che potrebbero stroncare la criminalità che non esiste solo a Napoli, ma in tutte le periferie delle grandi città. Come napoletana mi sono molto risentita per i fischi contro Géolier e sono contenta che abbia vinto un premio, ma di nuovo quante dolorose polemiche quando la madre di GiòGiò, il giovane musicista ucciso a piazza Municipio, si è “indignata” per un ulteriore premio assegnato a Géolier dal sindaco di Napoli il quale non ha concesso uguale trattamento al figlio!

 

Insomma un’immagine di Napoli sempre drammatica, tra quartieri a rischio e criminalità, sempre piena di innegabili e irrisolti problemi, una città che a quanto pare non prenderà mai premi per i suoi aspetti positivi. E nello stesso tempo molti napoletani di una certa età, pur apprezzando i ritmi rap (tra l’altro nati negli anni ‘70!) hanno provato nostalgia per le antiche intramontabili canzoni dell’800 e primo ‘900 e per il Festival della Canzone Napoletana, iniziato nel 1952 e cessato nel 1971. Quante belle canzoni amate non solo in Italia, ma anche all’estero!

 

Inevitabile anche il confronto con il passato del Festival di Sanremo e i ricordi che ci riportano indietro nel tempo alle sue origini, quando i nostri genitori parlavano di Angelo Nicola Amato, direttore delle public relations del Casinò di Sanremo, e Angelo Nizza, conduttore della trasmissione radiofonica “I tre moschettieri”, i quali si attivarono per organizzare la prima competizione canora, chiedendo alle case discografiche di contattare dei bravi cantanti.

 

Il 29 gennaio 1951 lo storico presentatore Nunzio Filogamo in diretta radiofonica annunciò agli “amici vicini e lontani” la prima edizione del Festival dal Salone delle Feste del Casinò, con Achille Togliani e il Duo Fasano e Nilla Pizzi che vinse con la canzone Grazie dei fiori. Nella seconda edizione vinse di nuovo Nilla Pizzi con Vola colomba, ottenendo anche il secondo e terzo posto, rispettivamente con Papaveri e papere e Una donna prega.

 

Nel 1953 venne introdotta per ogni canzone la doppia interpretazione con una diversa orchestra: una “classica” (diretta da Cinico Angelini) e una più “moderna” (diretta da Armando Trovajoli) e nel 1955 ci fu la prima diretta televisiva. Senz’altro dominante nelle prime edizioni fu la canzone tradizionale melodica “all’italiana”, interpretata da cantati come Claudio Villa, Achille Togliani. Nel 1958 la vittoria di Domenico Modugno (in coppia con Johnny Dorelli) con la canzone Nel blu dipinto di blu segnò una vera e propria svolta per la canzone italiana: quella dei cantautori, confermata nel 1960 dalla vittoria di Renato Rascel con Romantica.

 

Mike Buongiorno presentò tutte le edizioni dal 1963 al 1967, quando iniziò il periodo degli “urlatori” e di cantanti come Mina, Adriano Celentano, Bobby Solo, Patty Pravo, Milva, Ornella Vanoni, Rita Pavone, Gianni Morandi e i cantautori come Gino Paoli e Umberto Bindi e tanti altri. La canzone melodica, tuttavia, continuava ad avere successo, come Non ho l’età cantata da Gigliola Cinquetti al Festival del 1964 o quelle sentimentali su 45 e 33 giri, adatte al “ballo del mattone” dei giovani negli anni ‘60. Altra novità di quegli anni fu la presenza di cantanti stranieri, come Paul Anka, Gene Pitney, Ben E. King, nonché l’introduzione dei temi sociali con l’inizio della contestazione giovanile. Ricordiamo i testi di Adriano Celentano, come Il ragazzo della via Gluck, La rivoluzione di Gianni Pettenati, Proposta dei Giganti.

 

Nel 1967 purtroppo gli italiani furono sconvolti dal drammatico suicidio di Luigi Tenco in seguito all’eliminazione della sua canzone Ciao amore, ciao (cantata in coppia con Dalida) e la vittoria di Io, tu e le rose, interpretata da Orietta Berti. L’edizione del 1968, presentata da Pippo Baudo vide la vittoria di Sergio Endrigo e la presenza di Fausto Leali, Albano e Massimo Ranieri. Nel 1969 vinsero Iva Zanicchi e Bobby Solo con Zingara.

 

Nel 1970 vinse Celentano con Chi non lavora non fa l’amore, nel 1971 Nada e Nicola Di Bari con Il cuore è uno zingaro, Lucio Dalla con Piazza Grande nel 1972 e Roberto Vecchioni con L’uomo che si gioca il cielo a dadi nel 1973. Furono quelli gli anni in cui i giovani apparvero davvero molto coinvolti dalle canzoni proposte a Sanremo, poiché si potevano ascoltare continuamente alla radio, in Tv, in tutti i locali in cui troneggiava un Jukebox, un vero tormentone che alla fine si imprimeva nella memoria.

 

A partire dal 1973 la Rai decise di trasmettere dal Teatro Ariston solo la serata finale del Festival che entrò in una fase critica, mentre dal punto di vista musicale si sperimentarono varie formule e nel corso degli anni ‘80 vi furono edizioni in cui i cantanti si esibirono addirittura in playback. Solo con l’aiuto di Pippo Baudo Sanremo superò una lunga crisi, introducendo cronaca e attualità sul palcoscenico e presenza di nuovi cantanti accanto a quelli già famosi. Ricordiamo Eros Ramazzotti, Anna Oxa, Peppino di Capri, Fred Bongusto, Mia Martini, Loredana Bertè, Donatella Rettore, Alan Sorrenti, Renato Zero, Matia Bazar, Fiordaliso, Riccardo Fogli, Alice, i Ricchi e Poveri, i Pooh, Vasco Rossi, Jovanotti, Fiorella Mannoia, Zucchero e tanti altri che portarono sul palco sonorità diverse e nuovi temi.

 

Negli anni ‘90 altri cantanti arricchirono Sanremo, come Laura Pausini, Giorgia, Biagio Antonacci, Andrea Bocelli, Annalisa Minetti, i Jalisse, sancendo il ritorno di Sanremo come un evento fisso e incancellabile con la sigla d’apertura “Perché Sanremo è Sanremo”, vero e proprio slogan. Tornarono gli interpreti stranieri in gara e Pippo Baudo, come direttore artistico, che regalò ai giovani uno spazio crescente.

 

Il Festival, tra alti e bassi, arrivò agli anni 2000, quando si verificò un calo degli ascolti, culminato con l’edizione del 2004 (con Tony Renis alla direzione artistica), dove per la prima volta fu superato da il Grande Fratello. In seguito Sanremo è apparso sempre più come un evento per lanciare artisti emergenti, come Dolcenera, Povia, Francesco Renga, Arisa, Malika Ayane, Irene Fornaciari e i cantanti prodotti dai talent come Giusy Ferreri, Noemi, Marco Mengoni e tanti altri.

 

Concludendo, non è facile riassumere in breve il lungo percorso del Festival, ma a quanto pare nelle varie edizioni a Sanremo non sono mai mancate discussioni e polemiche, accuse di lauti compensi a conduttori e critiche a giurie e modalità di voto.

 

Malgrado tutto ciò, il Festival rimane sempre uno “specchio” dei tempi e dei cambiamenti della società e dovrebbe essere solo una manifestazione nata per regalare un po’ di serenità, unire e non generare separazioni.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]