N. 11 - Novembre 2008
(XLII)
Il
Festival di Phuket e
i suoi riti
corporali
RITUALe
VEGETARIANo
di Laura Novak
Il festival Vegetariano di
Phuket, uno dei Festival per Vegetariani più rinomati al
mondo, è festa e cerimonia purificratice che la comunità
cinese, abitante sull’isola di Phuket (Thailandia),
compie ogni anno secondo costume.
Per nove giorni, durante i primi giorni del mese di
ottobre, la sua comunità, piuttosto eterogenea, si
riunisce tra le strade dell’Isola, guazzabuglio di
uomini e donne, di sudore e abiti rituali, di sangue e
fumo.
La leggenda vuole che nel 1825, una compagnia teatrale
cinese giunse per rappresentare la propria opera, nella
zone più tetre e nascoste della foresta thailandese,
dove i minatori cinesi lavorano giorno e notte.
Ammalatosi l’intero gruppo di commedianti di un morbo
mortale, verosimilimente la malaria, l’astinenza da
carne e simili sembrò essere l’unico rimedio efficace
contro la malattia.
Per una settimana la totale alimentazione
vegetale/naturale venne offerta come dono devozionale
agli spiriti degli antenati perchè la guarigione avesse
luogo.
Il corpo quindi, ripulito dalla impurie della malattia,
venne risanato dal suo interno.
Nonostante l’aurea di leggenda che circonda questa
versione dei fatti (ne esistono svariate), la tradizione
si espanse e andò ad assorbire nel suo vortice svariati
appartenenti della comunità cinese thailandese.
Con memoria a quella prima guarigione miracolosa, ogni
anno, a fine settembre, cresce nell’animo dell’asceta la
convinzione che il corpo, alimentato esclusivamente di
vegetali per appunto 9 giorni, possa elevarsi fino ad
una conoscenza interiore suprema e, infine, ad una
connessione intima con gli spiriti superiori.
Molti i presupposti obbligatori per poter partecipare
attivamente ai giorni di astinenza ed alla processione
rituale conclusiva. Presupposti-simboli di purezza
dell’anima e rettitudine di comportamento.
Prima di tutto una pulizia del corpo intesa non solo
come igiene personale (fondamentale), ma anche come
pulizia nell’interazione fisica con il prossimo.
Nel caso poi, di ciclo mestruale o di gravidanza,
avviene il coatto allontamento non solo alla pratica del
rituale ma, addirittura, alla sua visione da semplici
spettatrici.
Oltre a non poter ingerire carne, inoltre, devono essere
eliminati alchool e sesso, intesi come fonte di
corruzione del corpo e dell’animo di un uomo.
I militanti vegetariani, che dimostrino di essere
rispettosi delle regole, si riverseranno dunque,
interamente vestiti di bianco, nei primi giorni di
ottobre per le strade di Phuket, nel tentativo finale di
raggiungere una compiuta purezza d’anima.
La manifestazione è dunque, non solo festa tradizionale
comunitaria, ma cerimonia religiosa in cui medium
spirituali e partecipanti, in fase di trance o
vaniloquio religioso, si auto-impongono sevizie
corporali in pratiche ascetiche sanguinolente, utili,
secondo tradizione, alla purificazione finale.
La pratica più diffusa, di cui si hanno numerose
testimonianze fotografiche, è la perforazione.
Gli asceti, per 9 giorni, si riducono quindi ad unico
corpo da mortificare con armi e oggetti contundenti,
riempiti di valore emotivo personale, nella speranza che
sacrificare la propria carne al posto di carne animale
possa lavarli dai peccati commessi.
Guancie penetrate da lancie, coltelli, fucili o semplici
utensili da lavoro, piedi perforati da vetri taglienti o
ustionati da ciocchi incandescenti.
La perforazione di parti del corpo da aghi, spilli o
armi da taglio cerimoniali, sono, ancora oggi, pratiche
diffuse in molteplici popolazioni. E non solo aborigene.
Parallelamente ad una valenza tradizionale millenaria di
rituale sacrificale, la pratica della perforazione
corporale ha assunto nella società contemporanea,
un’altra valenza, meramente estetica, figlia dei nostri
tempi: ribellione a modi e usi convenzionali,
considerati puritani e omologatori, riappropriazione di
personalità individuale
ma, allo stesso tempo, in un grande paradosso, anche
simbolo di appartenenza ad un gruppo chiuso ed isolato.
Nella specifica questione del Festival vegetariano di
Phuket, è la religione il motore per la nascita del
rituale della Perforazione fisica; nonostante, anche
l’effetto estetico sopra descritto, sia elemento
presente da non sottovalutare.
Il taoismo, una delle 3 grandi religioni della Cina
moderna, è sicuramente agente rilevante nella visione di
vegetarismo come pratica per la purificazione.
Questa concezione, unitamente alla famose pratiche di
prostrazione del corpo, proprie della religione Tao,
indicano nella collettività taoista cinese la via
dell’elevazione spirituale.
Nel caldo torrido dei monsoni thailandesi lo spettacolo
ha dunque inizio.
E mentre l’alba ha luogo in questo teatro spettacolare
del mondo, in una combinazione affascinate di credenze
religiose, riti esoterici, superstizioni popolari e
balli tradizionali, il festival copre di colore e sudore
le strade di un’ isola considerata paradiso dal turismo
globale.
Senza riserve o congetture, si è mescolati quindi con le
nostre fantasie liberatorie, alla gente in festa, lungo
un corteo assordante e soffocante di uomini e donne che
credono alla possibilità di poter essere padroni totali
dei propri corpi, in un percorso doloroso di privazioni
e sofferenze, che conduce allo splendore dell’anima. |