N. 83 - Novembre 2014
(CXIV)
Fernando Alonso
Talento iberico
di Francesco Agostini
La
Spagna
non
ha
mai
avuto
alcuna
tradizione
di
rilievo
in
campo
automobilistico.
Se
da
dieci
anni
a
questa
parte
l’amore
per
le
corse
è
scattato
nel
cuore
degli
spagnoli,
questo
si
deve
a
una
sola
persona:
Fernando
Alonso.
Nato
a
Oviedo
il
ventinove
luglio
1981,
è
soprannominato
dai
tifosi
Magic
Alonso,
oppure
El
Nano
ed è
considerato
uno
dei
piloti
più
talentuosi
del
circuito.
A
pensarci
bene,
però,
viste
le
immense
potenzialità
a
sua
disposizione,
Fernando
Alonso
ha
forse
vinto
meno
di
quanto
ci
si
aspettava:
“soli”
due
mondiali,
nel
2005
e
nel
2006,
le
sue
annate
magiche.
Come
quasi
la
totalità
dei
piloti
di
Formula
1,
Alonso
iniziò
la
sua
carriera
sui
kart.
Il
padre,
infatti,
appassionato
di
meccanica,
decise
di
costruire
un
kart
indirizzato
inizialmente
per
la
sorella
di
Fernando,
Lorena.
Visto
che
la
sorella
non
si
mostrò
particolarmente
interessata
al
mezzo,
ne
approfittò
il
fratello,
che
da
lì
iniziò
la
sua
fantastica
avventura
nell’automobilismo.
Il
suo
ingresso
vero
e
proprio
nelle
corse,
ebbe
però
uno
svolgimento
lento
e
graduale.
Alonso,
infatti,
venne
notato
per
la
prima
volta
da
un
ex
corridore
della
scuderia
Minardi,
che
riconobbe
immediatamente
in
lui
un
immenso
talento;
poco
dopo,
lo
spagnolo
divenne
collaudatore
ufficiale
del
team
di
Faenza.
Da
collaudatore
a
pilota
in
Minardi
il
passo
fu
breve,
visto
il
suo
smisurato
talento.
Si
sa,
però
che
il
talento
da
solo
non
basta
se
nessuno
è in
grado
di
notarlo
e di
dargli
la
giusta
importanza.
A
questo
riguardo
però
intervenne
il
nostro
Flavio
Briatore
che
lo
valorizzò,
portandolo
con
sé
in
Renault.
Quello
che
accadde
in
Renault
è
storia,
con
Alonso
vincitore
per
ben
due
volte
del
campionato
mondiale.
Forse
fu
proprio
in
quel
momento
che
qualcosa
si
ruppe;
forse
la
giovane
età,
forse
quella
punta
di
arroganza
che
divenne
con
le
vittorie
vera
e
propria
megalomania.
Forse
fu
l’arrivo
di
qualcuno
più
bravo
di
lui
a
sbarrargli
la
strada,
ossia
il
tedesco
Sebastian
Vettel
che
da
lì a
qualche
anno
dominerà
completamente
la
scena.
Dicevamo
della
sua
arroganza.
Il
suo
modo
di
essere
Alonso
lo
ha
esternato
più
volte
con
frasi
e
dichiarazioni,
diciamo
“ad
effetto”,
che
lo
hanno
portato
a
contraddirsi
più
volte.
Memorabile
la
sua
sentenza
sulla
Ferrari:
“La
scuderia
di
Maranello
non
mi
ha
mai
cercato,
ma
io
del
resto
non
ci
sarei
andato:
preferisco
correre
con
un
altro
team
e
battere
le
rosse.
Anche
perché
ho
l’impressione
che
la
Ferrari
sia
sempre
leggermente
favorita
rispetto
alle
altre
scuderie”.
Peccato
che,
qualche
anno
dopo,
Alonso
passerà
proprio
in
Ferrari
con
un
ingaggio
milionario,
assestandosi
più
o
meno
sempre
fuori
dal
podio,
in
un
grigiore
di
classifica
che
non
gli
è
proprio.
Peggio
ancora
le
sue
frasi
sul
campione
tedesco
Michael
Schumacher:
“Schumacher
è il
pilota
più
antisportivo
e
sanzionato
nella
storia
della
Formula
1.
Con
il
suo
abbandono
nel
nostro
mondo
si
tornerà
a
parlare
più
di
sport
che
di
politica.
Perché
lui
è un
campione,
ha
vinto
molto,
ma
se
possono,
un
aiuto
glielo
danno
sempre”.
Salvo
poi
ratificare
con
un
più
conciliante:
“Io
e
Schumacher
abbiamo
molto
in
comune,
lo
stesso
entusiasmo
e la
stessa
passione
in
pista.
Mi
piacerebbe
vincere
tanti
titoli
quanti
quelli
conquistati
da
Michael
con
la
Ferrari
ma
sarà
abbastanza
difficile”.
Insomma,
questo
è
Fernando
Alonso:
tanto
talento,
polemica
e
parlantina
sciolta.