A quanto pare a nulla serve la
Convenzione di Istanbul che
contrasta ogni forma di violenza
sulle donne: 111 donne uccise in
Italia nel 2023, diverse migliaia in
tutto il mondo secondo un recente
rapporto ONU. Così quando ci
volgiamo indietro verso il passato e
consideriamo le faticose conquiste
delle donne attraverso i secoli,
malgrado i risultati raggiunti ci
rendiamo conto che la strada verso
un completo rispetto per i nostri
diritti umani è ancora lunga e irta
di difficoltà. In effetti non solo
stiamo vivendo sulla nostra pelle
una nuova Età dei Barbari, ma anche
una mancanza di dialogo uomo-donna
sempre più ostacolato dal frastuono
del mondo esterno che distrae e
distoglie da una ricerca
dell’importanza di sentimenti e
rispetto.
Purtroppo le cause sono molteplici e
richiedono un’analisi approfondita,
poiché la violenza sulle donne è un
fenomeno ancestrale e trasversale
che si verifica, e si è verificato,
in tutte le epoche e in tutte le
classi sociali, perfino nei paesi
considerati più civili, come quelli
del Nord Europa. Senz’altro i
genitori hanno una parte importante
nell’educare i figli, ma oggi
purtroppo molti di loro sono lontani
da casa tutto il giorno per lavoro
(figli affidati a nonni o babysitter
quando si può), e poi non sono i
soli a educare perché oggi è molto
più forte e condizionante l’influsso
diseducativo “esterno”, esercitato
dalla società: film in tv a tutte le
ore (con stupri e violenze),
influsso dei social, giochi
discutibili, siti internet e
quant’altro. D’altra parte basta
ascoltare un tg per apprendere
notizie orribili e vedere immagini
di guerre in cui non si contano
efferatezze di ogni genere.
E ritornando a James Hillman
(Atlantic City, 1926 - Thompson,
2011), docente in prestigiose
Università, psicologo junghiano,
filosofo e scrittore non
imbrigliabile in schemi
prestabiliti, per le sue idee
innovative suscitò reazioni
contrastanti tra psicologi,
educatori e operatori sociali. Egli
definisce gli archetipi junghiani
come radici culturali arcaiche che
ogni essere umano porta in sé non
solo come individuo, ma anche come
componente di una società. L’aspetto
rivoluzionario di tali teorie
consiste nell’allargare l’intervento
terapeutico della psicologia dal
rapporto a due, medico-paziente, a
tutti i turbamenti e le patologie
della società. Insomma nella misura
in cui esploriamo la nostra anima,
“siamo tutti in terapia”. Se un
bambino ha dei problemi, essi non
sono solo dentro di lui, ma anche
nell’ambiente esterno, nel sistema,
nella società.
Interessante il capitolo IV del suo
libro Il Codice dell’Anima,
intitolato “Il ritorno degli
Invisibili”, che sembra riassumere
molte delle sue idee espresse in
altri libri, come Il Potere,
Politica della Bellezza, La Vana
fuga degli Dei, La Giustizia di
Afrodite. In effetti egli asserisce
che la scienza della psicologia, pur
avendo rinunciato alla secolare
ricerca dell’anima, continua a “ingabbiare
l’Invisibile con metodi visibili”
e ciò accade perché la nostra
visione materialistica del mondo
conduce l’intelletto umano a
sentirsi a proprio agio tra gli
oggetti inanimati, soprattutto tra
gli oggetti solidi, dove la nostra
azione trova il suo fulcro e la
nostra industriosità i suoi
utensili: la nostra logica è
soprattutto una logica dei solidi
(afferma, citando H. Bergson).
Eppure stranamente la nostra vita di
tutti i giorni è governata da una
folla di Invisibili che ci danno
continuamente ordini, uno spietato
gruppo di figure mitiche, chiamate
Dominio, Successo, Costo, Rendimento
e infine la più grande e più
pervasivamente invisibile,
l’Economia, che detiene il potere
assoluto e oggi governa le nostre
esistenze.
James Hillman, ha trattato la
materia dello stupro nel Saggio su
Pan in cui sostiene che lo stupro ha
inizio nell’immaginazione distorta e
malata. La Grecia Antica sembra
rappresentare per lui un ideale di
Bellezza che il mondo moderno ha
distrutto. Rielaborando la frase di
Jung “gli Dei sono diventati
malattie”, evidenzia che
l’esclusione delle forze divine un
tempo presenti nella vita dell’Uomo,
oggi sta causando malattie e
patologie, sta distruggendo armonia
ed equilibri. E anche Umberto
Galimberti nel suo libro Vizi
capitali e nuovi vizi afferma che i
giovani subiscono l’influsso di un
mondo non creato da loro, ma dagli
adulti.
Quando sentiamo parlare di efferati
delitti che li mostrano come
protagonisti inorridiamo sorvolando
sulle cause: un’attenta analisi
dell’attuale società e dei suoi
cambiamenti evidenzia che, sotto
l’incalzare della società
tecnologica e la ripetizione
meccanica dei fenomeni, fantasia e
originalità purtroppo si spengono.
Insomma il rispetto che Kant
indicava come fondamento della legge
morale, non è funzionale al mondo
dell’economia che puntando solo su
cose sostituibili con modelli sempre
più nuovi, produce continuamente un
mondo da buttar via e pian piano il
concetto passa dagli oggetti a
piante, animali, ambiente e infine
all’uomo, in particolare alle donne
che diventano sempre più oggetti da
possedere, oppure prodotti usa e
getta con data di scadenza.