N. 14 - Luglio 2006
FEDERIGO FAGNANI E LO STATO RUSSO
Le riflessioni di un italiano sull'assolutismo
russo di inizio Ottocento
di
Leila Tavi
Lo stato russo
all'inizio dell'Ottcento è, dal punto di
vista dell'organizzazione dello
Stato-apparato, ancora in fieri.
L'inevitabile ma
imperfetta occidentalizzazione ha prodotto dal
nulla e in breve tempo un fenomeno sconosciuto in
Occidente: l’intelligentsia.
Con il termine intelligentsia vogliamo, in
questo contesto,
intendere non gli
intellettuali d’epoca puškiana, ma il primo nucleo
di consiglieri e fedeli allo zar, che tentarono
per primi di portare in Russia il sistema di Stato
e l’apparato burocratico dell’Occidente.
Non
si tratta di una nuova classe sociale, ma di un'elite nuova, fatta di nobili che hanno conosciuto
e studiato i sistemi politico-amministrativi,
nonché i
progressi economici e sociali nell’Europa
occidentale.
Non è più l’ordine o la provenienza sociale a
contraddistinguere e a far apprezzare un nobile
agli occhi dello zar, piuttosto la sua cultura, la
sua etica, la sua formazione.
Sotto lo zar Alessandro I si consolida l’assolutismo
illuminato avviato da Caterina II, ma che,
rispetto al successivo regno di Nicola I, è ancora
caratterizzato da un forte legame con la
tradizione russa.
Nelle sue Lettere di Pietroburgo
Federigo Fagnani, consigliere del re d'Italia e nominato conte da Napoleone nel 1809, si
chiede: “Est-ce que les Russes sont bien
civilisés?”. Il nobile milanese giunge alla
metà di ottobre del 1810 a Pietroburgo, dove
soggiorna fino alla primavera del 1811.
La notizia del suo arrivo è contenuta
nell’edizione del giornale “Sanktpeterburgskie
vedomosti” [in calce all’art. è riportata la
pagina della gazzetta in cui è menzionato il conte
Fagnani].
Federigo Fagnani è accompagnato dal suo servitore
Angelo Cetti e alloggia nell’albergo “de
Bordeau”.
Da funzionario di Napoleone Fagnani è un attento
osservatore del sistema legislativo; egli
considera i codici e le leggi di uno Stato il
mezzo attraverso il quale è possibile misurare il
grado di sviluppo civile e morale raggiunto dalla
società.
“Il primo passo, che l’uomo fa verso il vivere
civile, è l’aggregazione in società, e non vi è
società senza patti, e senza convenzioni
reciproche tra quelli che si ristringono a vivere
insieme. Quindi è, che la prima norma per
giudicare de’ progressi dello spirito umano, è lo
stato della giurisprudenza.” [Lettere,
Tomo II, p. 6]
Fagnani ha una concezione del diritto ancora
legata alle teorie di Hobbes, per cui l’origine
del diritto è naturale e l’unico garante del bene
dei cittadini è il sovrano.
Il nobile milanese riconosce nel libero
arbitrio e nella magnanimità dello zar il
miglior modo di governare i Russi; accenna
all’arrivo di alcuni Giureconsulti dalla Germania,
chiamati da Alessandro I per “ammodernare” le
leggi russe e il Codice civile. “La Russia ha
un Codice civile come ogni altra più colta nazione.”
[Lettere, II tomo, p. 10]
Il ruolo del Senato nella Russia di inizio
Ottocento è marginale e “le cose della pace e
della guerra dipendono assolutamente dal libero
arbitrio del Sovrano” [Lettere, Tomo II, p. 8], che si avvale del parere consultivo
del Consiglio di Stato, dove “si
discutono i più gravi affari concernenti
specialmente l’amministrazione pubblica.” [Lettere,
Tomo II, p. 9]
Il sistema amministrativo russo sotto Alessandro I
è composto principalmente da Segretari di Stato,
con la funzione di Ministri, e da funzionari.
Sotto il regno di Alessandro I Pietroburgo diviene
la capitale amministrativa, come sostiene
Wladimir Berelowitch, la capitale assume il
ruolo di “la
ville officialle par excellence”: sono gli
apparati burocratici a mostrare la potenza dello
zar e non più i fasti della corte.
A contribuire a questo sviluppo del sistema
amministrativo russo concorre la legge del
ministro Speransky del 1809, molto
impopolare tra i nobili, ma che opera una
omogeneizzazione della funzione pubblica,
richiedendo per la carriera pubblica solamente dei
“titoli minimi” rispetto al passato.
Alla metà del XIX secolo il 44% dei funzionari dei
ministeri ha un titolo universitario, il 33% ha
conseguito solo un titolo di scuola superiore e
solamente il 14% ha frequentato il liceo e in
seguito ha svolto studi giuridici universitari.
Nella nascita dell’intelligentsia russa,
oltre che l’influsso dei grandi pensatori europei
del Settecento, ha un ruolo fondamentale la diffusione
dal 1800 in poi di scuole e istituti superiori,
tra cui citiamo l’istituzione nel 1801 della “Scuola
del commercio”; in una città militare come
Pietroburgo ai primi dell’Ottocento la fondazione
di una scuola superiore per l’istruzione di
funzionari civili è una vera e propria
innovazione.
Un’altra importantissima istituzione fondata nel
1811 è il liceo di “Tsarskoe Selo”, dove
anche Puškin studierà e che sarà trasferito a
Pietroburgo nel 1843 con il nuovo nome di
Alessandro. Il liceo educa gli allievi, giovani
aristocratici, non soltanto alle belle arti e alla
letteratura, la formazione prevede anche lo studio
dell’economia, della statistica e del diritto.
La stessa formazione dello zar Alessandro I è
contraddistinta da ideali liberali, che apprende
dal suo tutore svizzero, il repubblicano
Frederich C. La Harpe.
In seguito anche l'amicizia che lo legherà al
principe polacco Adam Czartorysky influenzerà la
condotta politica dello zar nei primi anni del suo
regno.
Nel prossimo articolo analizzeremo le riforme
politiche e istituzionali in Russia tra il 1801 e
il 1809, anno del progetto di riforma
costituzionale del ministro Speransky, e perché il
tentativo di riforma costituzionale del 1809 è
fallito.
Riferimenti bibliografici:
Wladimir Berelowitch – Olga Medvedkova,
Histoire de Saint-Petersbourg, Parigi, Fayard,
1996, pp. 184-280
David M. Lang, Radishchev and the legislative
Commission of Alexander I, “American Slavic
and East European review", VI, ¾ (dicembre 1947),
pp. 11-24
Charles Morley, Czartoryski as a Polish
stateman, “Slavic review”, XXX, 3 (settembre
1971), pp. 606-614
Marc Raeff, The burocratic phenomena of
imperial Russia, 1700-1905, “The American
Historical review", LXXXIV, 2 (aprile 1979), pp.
399-411
Elmo E. Roach, The origins of Alexander I’s
unofficial Committee, “Russian review”,
XXVIII, 3 (luglio 1969), pp. 315-326
Gazeta “Sanktpetersburgskie vedomosti” del
14 ottobre 1810 [n. 82_s1169]
Gazeta “Sanktpetersburgskie vedomosti” del
28 febbraio 1811 [n. 17_s228]
Gazeta “Sanktpetersburgskie vedomosti” del
3 marzo 1811 [n. 18_s264] |