N. 74 - Febbraio 2014
(CV)
Faustino Asprilla
Un talento a metà
di Francesco Agostini
Pochi
giocatori
colombiani
sono
riusciti
ad
affermarsi
nel
calcio
che
conta;
i
talenti
sono
talmente
pochi
che
potrebbero
contarsi
tranquillamente
sulle
dita
di
una
mano.
Uno
di
questi
è
stato,
nel
bene
e
nel
male,
Faustino Asprilla,
che
all’inizio
degli
anni
novanta
folgorò
il
calcio
italiano
con
le
sue
giocate
facendo
vedere,
a
sprazzi,
il
suo
enorme
potenziale.
Dotato
di
un
fisico
imponente
e di
una
velocità
straordinaria,
Asprilla
sapeva
coniugare
classe
e
potenza
come
pochi
altri.
Più
di
un
esperto
di
calcio
ha
affermato
che,
se
avesse
voluto,
il
giocatore
colombiano
sarebbe
divenuto
uno
dei
più
grandi
al
mondo.
Ma
non
lo
volle,
oppure,
più
semplicemente,
all’epoca
non
ne
era
ancora
pronto.
Dunque,
vista
la
grande
attenzione
che
si
era
posta
su
di
lui,
nell’estate
del
1992
Asprilla
viene
ingaggiato
dal
Parma
che
lo
acquista
per
sei
miliardi
di
lire
e lo
strappa
alla
concorrenza
agguerrita
della
Fiorentina
di
Cecchi
Gori.
A
quel
tempo
il
Parma
è
una
grande
squadra,
ha
ambizioni
europee
ed è
guidata
dal patron
Callisto
Tanzi
che
ha
deciso
di
non
badare
a
spese.
L’inizio
di
Asprilla
è
lento,
parte
quasi
in
sordina.
Mano
a
mano
che
il
campionato
entra
nel
vivo
però,
riesce
a
farsi
notare
sempre
di
più
e a
far
vedere
tutto
ciò
di
cui
è
capace.
Il
Parma,
dal
canto
suo,
ne
risente
e
grazie
a
lui
vola
in
alto,
sempre
più
in
alto.
La
prima
stagione
si
chiude
quindi
con
un
bottino
di
sette
reti
per
il
giovane
colombiano,
impreziosito
da
un
goal
su
punizione
siglato
contro
l’invincibile
Milan.
Poco
dopo,
però,
arrivano
i
primi
guai.
Nella
primavera
del
1993
Asprilla
subisce
una
gravissima
ferita
al
corpo
che
ne
renderà
obbligatorio
il
ricovero.
La
scusa
formale
è
che
si è
ferito
con
una
bottiglia
in
piscina
ma
fonti
vicine
al
giocatore
raccontano
tutt’altro:
si
sarebbe
procurato
il
taglio
grazie
a
una
violenta
rissa
e la
notizia,
all’allenatore
e ai
dirigenti
del
Parma,
sembra
di
gran
lunga
molto
più
credibile
della
sua
versione
dei
fatti.
Inizia
dunque
il
grande
periodo
di
incomprensione
con
l’allenatore,
il
severo
Nevio
Scala,
che
spesso
e
volentieri
lo
tiene
fuori,
in
panchina
o
addirittura
in
tribuna.
A
quel
punto
allora
Asprilla
si
lascia
andare
e
inanella
una
serie
di
bravate
una
dietro
l’altra.
Litiga
furiosamente
con
il
fratello,
a
tal
punto
che
i
due
arrivano
alle
mani
ed è
necessario
l’intervento
della
polizia.
Nel
1995,
dopo
l’ennesima
rissa,
gli
viene
perquisita
l’automobile
e la
polizia
locale
vi
trova
addirittura
due
pistole:
sarà
condannato
a
scontare
ben
sette
mesi
di
carcere
con
la
condizionale.
Nel
frattempo,
non
pago
di
una
vita
così
fuori
dai
canoni,
intraprende
una
relazione
con
una
pornostar
e
posa
nudo
per
una
rivista
colombiana.
Parallelamente,
la
sua
carriera
agonistica
va a
rotoli.
Girovaga
fra
Newcastle,
Palmeiras,
Fluminense
e
via
discorrendo,
allontanandosi
sempre
di
più
dal
calcio
che
conta.
Nella
stagione
1998-1999
tenta
anche
un
ritorno
a
Parma
sull’onda
della
nostalgia
e
del
ricordo.
Va
male
anzi,
malissimo:
sigla
una
sola
rete
in
ben
ventidue
partite.
Nel
2005,
a
trentasei
anni
e
dopo
una
stagione
deludente
all’Estudiantes
(solo
due
apparizioni
e
senza
reti),
Faustino
Asprilla
si
ritira
ufficialmente
dal
calcio
giocato.
Cosa
sarebbe
potuto
diventare
se
avesse
messo
la
testa
a
posto?
Nessuno
può
dirlo.
Una
cosa
però
è
certa:
avrebbe
potuto
dare
molto
di
più
rispetto
a
ciò
che
effettivamente
ha
fatto
vedere
in
tanti
anni
di
mediocre
carriera.