[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 207 / MARZO 2025 (CCXXXVIII)


attualità

Fake News nella Storia
dalla Propaganda Romana ai Social Networks

di Antonella Ferrante


Nel 32 a.C., Roma era divisa tra due potenti leader: Marco Antonio e Ottaviano. La lotta per il potere non si giocava solo su un campo di battaglia, ma anche nella percezione dell'opinione pubblica. Ottaviano, abile stratega nella comunicazione, diffuse lettere falsificate che descrivevano Marco Antonio come un uomo sottomesso a Cleopatra, pronto a tradire Roma per amore. Il popolo, indignato, si schierò contro Antonio, segnando la sua disfatta politica e militare. Questo episodio dimostra una verità eterna: la manipolazione dell'informazione ha radici antiche.

 

Ottaviano non si limitò a diffondere lettere falsificate. Egli impiegò una strategia comunicativa più ampia, orchestrando un'intensa campagna propagandistica. Fece circolare voci e aneddoti che dipingevano Marco Antonio come un traditore imbelle e Cleopatra come una pericolosa seduttrice. Attraverso statue, monete e opere d'arte, Ottaviano veicolò un'immagine idealizzata di sé stesso, presentandosi come il salvatore di Roma. Questa strategia di propaganda non solo incrinò la fiducia del popolo in Marco Antonio, ma consolidò il potere di Ottaviano, che in seguito divenne il primo imperatore romano con il nome di Augusto. Ottaviano, o Augusto, non fu l'unico a utilizzare la propaganda nella Roma antica. Già prima di lui, Giulio Cesare aveva capito l'importanza di influenzare l'opinione pubblica. Le sue Commentarii de Bello Gallico non erano solo resoconti delle sue campagne militari, ma anche strumenti di propaganda per accrescere il suo prestigio e giustificare le sue azioni.

 

La manipolazione delle informazioni non è, tuttavia, un fenomeno confinato all'antica Roma. Durante il XX secolo, i regimi totalitari hanno perfezionato l'arte della propaganda. Joseph Goebbels, ministro della propaganda del Terzo Reich, utilizzò radio, cinema e giornali per diffondere falsità, fomentando l'odio e il consenso verso il regime nazista. Goebbels era maestro nell'uso delle tecniche di comunicazione di massa, capace di manipolare le emozioni e le percezioni delle persone. Simili metodi furono impiegati durante la Rivoluzione Culturale in Cina, dove la propaganda servì a consolidare il potere di Mao Zedong. Attraverso manifesti, slogan e campagne di educazione ideologica, il governo cinese riuscì a controllare e indirizzare l'opinione pubblica, spesso a scapito della verità e della libertà di pensiero.

Nell'era digitale, le fake news si diffondono a una velocità mai vista prima. Con l'ausilio dell'intelligenza artificiale, si possono creare video falsi ma incredibilmente realistici, noti come deepfake, che possono influenzare l'opinione pubblica globale. Un esempio recente è quello del “Fantasma di Kiev”, il presunto pilota ucraino che avrebbe abbattuto diversi aerei russi nei primi giorni della guerra. Il video che ne testimoniava le gesta si è rivelato essere falso, tratto da un videogioco, ma intanto era già diventato virale, contribuendo a rafforzare il morale delle truppe ucraine. Questo esempio dimostra come le fake news possano avere un impatto immediato e significativo, influenzando non solo la percezione dei fatti, ma anche gli eventi stessi.
 
Se un tempo la disinformazione era nelle mani di governi e potenti, oggi chiunque può diffonderla attraverso i social media, con conseguenze imprevedibili. Le piattaforme social hanno amplificato la portata e la velocità della diffusione delle notizie false, creando bolle di informazione e polarizzando le opinioni. La disinformazione può causare danni reali, dalle interferenze nelle elezioni alla diffusione di teorie del complotto, fino a mettere a rischio la salute pubblica, come nel caso delle fake news sui vaccini.
 
La storia ci insegna che le fake news non scompariranno mai. Tuttavia, oggi abbiamo strumenti che i nostri antenati non possedevano: il pensiero critico, la verifica delle fonti e l'accesso a informazioni affidabili. Come gli storici hanno smascherato miti del passato, oggi è nostro dovere imparare a riconoscere e combattere la disinformazione. L'educazione mediatica e la consapevolezza digitale sono essenziali per navigare nel mare delle informazioni moderne. Insegnare alle nuove generazioni come discernere tra informazioni vere e false, e promuovere una cultura della verifica e del controllo delle fonti, sono passi fondamentali per contrastare l'ondata di disinformazione.
 
In conclusione, la lotta contro le fake news è una battaglia continua che richiede impegno e consapevolezza da parte di tutti noi. Solo attraverso l'educazione e la responsabilità individuale possiamo sperare di costruire una società più informata e resiliente di fronte alle manipolazioni dell'informazione.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]