[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 159 / MARZO 2021 (CXC)


contemporanea

FAKE NEWS, INTOLLERANZA E OLOCAUSTO

QUANDO LA CATTIVA INFORMAZIONE FAVORISCE LA DISCRIMINAZIONE E LO STERMINIO

di Matteo Pierro


La storia del genere umano è caratterizzata da quelle che oggi definiremmo fake news. Spesso queste notizie false furono usate contro minoranze scomode per preparare il terreno per la loro eliminazione fisica. Si prenda ad esempio quello che accadde ai primi seguaci del Cristo. Essi furono oggetti di una campagna diffamatoria su vasta scala che ne provocò la cruenta persecuzione da parte dell’Impero Romano. Moltissimi vennero ingiustamente imprigionati e a migliaia finirono giustiziati.


I cristiani furono accusati di tutto e del contrario di tutto. Siccome non adoravano l’imperatore e le divinità pagane, erano accusati di ateismo. Se si verificava una calamità, venivano incolpati di aver provocato l’ira degli dèi. Erano criticati perché contrari all’aborto, molto diffuso a quel tempo. Eppure i loro detrattori li accusavano anche di uccidere i bambini sacrificandoli nel corso delle loro riunioni e bevendone il sangue. Perciò quegli oppositori si contraddicevano da soli.


Tale campagna diffamatoria indusse la maggior parte dei componenti della società dell’epoca a considerare i primi cristiani come una setta che rovinava le famiglie e che costituiva una minaccia per l’ordine sociale. Molti approvarono la loro persecuzione mentre altri addirittura collaborarono al loro sterminio.


La storia si è ripetuta molte volte nel corso dei secoli. Quella che oggi definiamo “la macchina del fango” è stata usata in più occasioni per diffamare un gruppo o singoli individui allo scopo di punirli o addirittura di sterminarli così come è accaduto durante l’Olocausto nel secolo scorso.

 

Si pensi alla propaganda messa in atto da Hitler per screditare agli occhi della popolazione tedesca la comunità ebraica. Gli autori della propaganda nazista dipinsero gli ebrei come un “corpo estraneo” che viveva a spese della nazione che li ospitava, avvelenando la sua cultura, impadronendosi della sua economia e obbligando alla schiavitù i suoi lavoratori.

 

Nelle vignette della stampa gli ebrei erano ritratti con le sembianze di vampiri o di ratti. Gradualmente, le fake news sul loro conto diffuse mediante giornali, radio e film crearono un’atmosfera di generale indifferenza nei confronti delle violenze contro di essi; questo preparò il terreno per l’accettazione delle leggi antisemite e, in seguito, in un contesto di emergenza nazionale, a misure più dure, come le deportazioni e, alla fine, il genocidio.


Lo stesso accadde anche nei confronti di una categoria di vittime del nazismo spesso dimenticata durante le celebrazioni per il Giorno della Memoria: i Testimoni di Geova. Fin dall’insediamento di Hitler e ancor prima che iniziasse la repressione degli ebrei, i Testimoni furono aspramente perseguitati dai nazisti perché, basandosi sui principi biblici, si mantenevano neutrali verso le questioni politiche e quindi non sostenevano il partito nazista e i suoi ideali razzisti e guerrafondai.

 

La loro religione fu messa al bando. A migliaia, sia uomini che donne, vecchi e ragazzi, vennero arrestati e condannati a pene detentive. I loro figli vennero espulsi dalle scuole perché non partecipavano alle attività paramilitari e non recitavano la preghiera per il Fuhrer. Chi aveva un posto statale lo perse. Tantissimi subirono maltrattamenti e vessazioni. Furono fra i primi a inaugurare i campi di concentramento che in seguito sarebbero diventati di sterminio. Quando iniziò la seconda guerra mondiale la persecuzione si intensificò notevolmente. Tanti giovani Testimoni obiettori di coscienza vennero giustiziati per il loro rifiuto di imbracciare le armi contro il prossimo.


A questa intensa persecuzione non parteciparono solo i membri del partito nazista ma anche semplici cittadini che denunciarono alle autorità chi praticava tale religione o presero parte ai maltrattamenti loro inflitti.

 

Come mai persone comuni si scagliarono contro questi pacifici credenti? Tanti erano stati influenzati dalle fake news diffuse dagli organi di informazione. I Testimoni erano accusati di essere anarchici, perturbatori della pace, guerrafondai, rivoluzionari e agenti segreti al soldo del Sionismo e del Bolscevismo. La macchina del fango nazista fece credere con storie inventate di sana pianta o con notizie distorte che i testimoni di Geova disgregavano le famiglie, che erano asociali e contro lo Stato. Per tale motivo tanti si resero complici dei loro persecutori e molti altri mantennero quello che è stato definito un “colpevole silenzio” mentre si consumava una repressione che avrebbe provocato migliaia di vittime.

 

Questi esempi dimostrano quanto possono essere deleterie le notizie false contro le minoranze scomode. Purtroppo la macchina del fango non si è mai fermata nei confronti di esse. Si pensi a quello che ancora oggi si dice dei Testimoni. Sul loro conto circolano molte fake news nelle quali vengono accusati di tutto e del contrario di tutto. Ad esempio, nella Russia di Putin, dopo un’intensa campagna diffamatoria le autorità russe hanno messo al bando la religione di questi credenti noti per il loro pacifismo definendola un’organizzazione “estremista”, alla stregua di un gruppo terroristico. Oltre 400 testimoni sono stati incriminati, incarcerati e talvolta torturati.

A causa delle tante violazioni dei diritti umani la Russia è stata inclusa da un organismo delle Nazioni Unite (UN Watch) tra i 10 massimi violatori dei diritti umani. Ciononostante, molte autorità e media russi stanno facendo credere all’opinione pubblica che il verdetto del 2017 della Corte Suprema che ha liquidato gli enti legali dei Testimoni autorizzi anche a perseguitare i singoli fedeli impedendogli perfino di praticare la propria fede all’interno delle mura domestiche. In questo modo la Russia si sta prendendo gioco sia della legislazione internazionale sui diritti umani sia della propria Costituzione, la quale tutela la libertà religiosa. Essa fa parte dei diritti fondamentali dell’uomo, ma spesso è la vittima preferita da chi diffonde notizie false.

 

Tutti i principali organismi internazionali che si occupano di diritti umani stanno protestando contro questi continui abusi, che, come ha sottolineato l’USCIRF (la Commissione degli Stati Uniti sulla Libertà Religiosa), sono il frutto della propaganda diffamatoria dei gruppi anti-sette, molto attivi in vari paesi inclusa l’Italia.


La storia dimostra che le fake news possono essere distruttive per una minoranza. Oggi però vi è una sostanziale differenza fra ciò che accadeva nell’Impero Romano e nella Germania di Hitler dove era molto difficile se non impossibile accertarsi della realtà dei fatti. Attualmente una persona riflessiva che desidera conoscere come stanno veramente le cose non prenderà per oro colato tutto ciò che gli viene propinato, ma valuterà se la notizia proviene da una fonte attendibile, se è frutto di ricerche accurate, se i fatti sono stati riportati in maniera onesta, completa e obiettiva.

 

Così come del resto farebbe ognuno di noi se avvertendo un problema fisico si documentasse attentamente rivolgendosi a un medico specialista anziché a un ciarlatano. In questo modo seguirà il consiglio che diede il saggio Salomone scrivendo: «L’ingenuo crede a tutto ciò che viene detto, ma l’accorto valuta ogni suo passo”. 

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]