contemporanea
FAKE NEWS, INTOLLERANZA E OLOCAUSTO
QUANDO LA CATTIVA INFORMAZIONE FAVORISCE
LA DISCRIMINAZIONE E LO STERMINIO
di Matteo Pierro
La storia del genere umano è
caratterizzata da quelle che oggi
definiremmo fake
news. Spesso queste notizie false furono
usate contro minoranze scomode per
preparare il terreno per la loro
eliminazione fisica. Si prenda ad
esempio quello che accadde ai primi
seguaci del Cristo. Essi furono oggetti
di una campagna diffamatoria su vasta
scala che ne provocò la cruenta
persecuzione da parte dell’Impero
Romano. Moltissimi vennero ingiustamente
imprigionati e a migliaia finirono
giustiziati.
I cristiani furono accusati di tutto e
del contrario di tutto. Siccome non
adoravano l’imperatore e le divinità
pagane, erano accusati di ateismo. Se si
verificava una calamità, venivano
incolpati di aver provocato l’ira degli
dèi. Erano criticati perché contrari
all’aborto, molto diffuso a quel tempo.
Eppure i loro detrattori li accusavano
anche di uccidere i bambini
sacrificandoli nel corso delle loro
riunioni e bevendone il sangue. Perciò
quegli oppositori si contraddicevano da
soli.
Tale campagna diffamatoria indusse la
maggior parte dei componenti della
società dell’epoca a considerare i primi
cristiani come una setta che rovinava le
famiglie e che costituiva una minaccia
per l’ordine sociale. Molti approvarono
la loro persecuzione mentre altri
addirittura collaborarono al loro
sterminio.
La storia si è ripetuta molte volte nel
corso dei secoli. Quella che oggi
definiamo “la macchina del fango” è
stata usata in più occasioni per
diffamare un gruppo o singoli individui
allo scopo di punirli o addirittura di
sterminarli così come è accaduto durante
l’Olocausto nel secolo scorso.
Si pensi alla propaganda messa in atto
da Hitler per screditare agli occhi
della popolazione tedesca la comunità
ebraica. Gli autori della propaganda
nazista dipinsero gli ebrei come un
“corpo estraneo” che viveva a spese
della nazione che li ospitava,
avvelenando la sua cultura,
impadronendosi della sua economia e
obbligando alla schiavitù i suoi
lavoratori.
Nelle vignette della stampa gli ebrei
erano ritratti con le sembianze di
vampiri o di ratti. Gradualmente, le fake
news sul loro conto diffuse mediante
giornali, radio e film crearono
un’atmosfera di generale indifferenza
nei confronti delle violenze contro di
essi; questo preparò il terreno per
l’accettazione delle leggi antisemite e,
in seguito, in un contesto di emergenza
nazionale, a misure più dure, come le
deportazioni e, alla fine, il genocidio.
Lo stesso accadde anche nei confronti di
una categoria di vittime del nazismo
spesso dimenticata durante le
celebrazioni per il Giorno della
Memoria: i Testimoni di Geova. Fin
dall’insediamento di Hitler e ancor
prima che iniziasse la repressione degli
ebrei, i Testimoni furono aspramente
perseguitati dai nazisti perché,
basandosi sui principi biblici, si
mantenevano neutrali verso le questioni
politiche e quindi non sostenevano il
partito nazista e i suoi ideali razzisti
e guerrafondai.
La loro religione fu messa al bando. A
migliaia, sia uomini che donne, vecchi e
ragazzi, vennero arrestati e condannati
a pene detentive. I loro figli vennero
espulsi dalle scuole perché non
partecipavano alle attività paramilitari
e non recitavano la preghiera per il
Fuhrer. Chi aveva un posto statale lo
perse. Tantissimi subirono
maltrattamenti e vessazioni. Furono fra
i primi a inaugurare i campi di
concentramento che in seguito sarebbero
diventati di sterminio. Quando iniziò la
seconda guerra mondiale la persecuzione
si intensificò notevolmente. Tanti
giovani Testimoni obiettori di coscienza
vennero giustiziati per il loro rifiuto
di imbracciare le armi contro il
prossimo.
A questa intensa persecuzione non
parteciparono solo i membri del partito
nazista ma anche semplici cittadini che
denunciarono alle autorità chi praticava
tale religione o presero parte ai
maltrattamenti loro inflitti.
Come mai persone comuni si scagliarono
contro questi pacifici credenti? Tanti
erano stati influenzati dalle fake news
diffuse dagli organi di informazione. I
Testimoni erano accusati di essere
anarchici, perturbatori della pace,
guerrafondai, rivoluzionari e agenti
segreti al soldo del Sionismo e del
Bolscevismo. La macchina del fango
nazista fece credere con storie
inventate di sana pianta o con notizie
distorte che i testimoni di Geova
disgregavano le famiglie, che erano
asociali e contro lo Stato. Per tale
motivo tanti si resero complici dei loro
persecutori e molti altri mantennero
quello che è stato definito un
“colpevole silenzio” mentre si consumava
una repressione che avrebbe provocato
migliaia di vittime.
Questi esempi dimostrano quanto possono
essere deleterie le notizie
false contro le minoranze
scomode. Purtroppo la macchina del fango
non si è mai fermata nei confronti di
esse. Si pensi a quello che ancora oggi
si dice dei Testimoni. Sul loro conto
circolano molte fake
news nelle quali vengono accusati
di tutto e del contrario di tutto. Ad
esempio, nella Russia di Putin, dopo
un’intensa campagna diffamatoria le
autorità russe hanno messo al bando la
religione di questi credenti noti per il
loro pacifismo definendola
un’organizzazione “estremista”, alla
stregua di un gruppo terroristico. Oltre
400 testimoni sono stati incriminati,
incarcerati e talvolta torturati.
A causa delle tante violazioni dei
diritti umani la Russia è stata inclusa
da un organismo delle Nazioni Unite (UN
Watch) tra i 10 massimi violatori dei
diritti umani. Ciononostante, molte
autorità e media russi stanno facendo
credere all’opinione pubblica che il
verdetto del 2017 della Corte Suprema
che ha liquidato gli enti legali dei
Testimoni autorizzi anche a perseguitare
i singoli fedeli impedendogli perfino di
praticare la propria fede all’interno
delle mura domestiche. In questo modo la
Russia si sta prendendo gioco sia della
legislazione internazionale sui diritti
umani sia della propria Costituzione, la
quale tutela la libertà religiosa. Essa
fa parte dei diritti fondamentali
dell’uomo, ma spesso è la vittima
preferita da chi diffonde notizie false.
Tutti i principali organismi
internazionali che si occupano di
diritti umani stanno protestando contro
questi continui abusi, che, come ha
sottolineato l’USCIRF (la Commissione
degli Stati Uniti sulla Libertà
Religiosa), sono il frutto della
propaganda diffamatoria dei gruppi
anti-sette, molto attivi in vari paesi
inclusa l’Italia.
La storia dimostra che le fake news
possono essere distruttive per una
minoranza. Oggi però vi è una
sostanziale differenza fra ciò che
accadeva nell’Impero Romano e nella
Germania di Hitler dove era molto
difficile se non impossibile accertarsi
della realtà dei fatti. Attualmente una
persona riflessiva che desidera
conoscere come stanno veramente le cose
non prenderà per oro colato tutto ciò
che gli viene propinato, ma valuterà se
la notizia proviene da una fonte
attendibile, se è frutto di ricerche
accurate, se i fatti sono stati
riportati in maniera onesta, completa e
obiettiva.
Così come del resto farebbe ognuno di
noi se avvertendo un problema fisico si
documentasse attentamente rivolgendosi a
un medico specialista anziché a un
ciarlatano. In questo modo seguirà il
consiglio che diede il saggio Salomone
scrivendo: «L’ingenuo crede a tutto ciò
che viene detto, ma l’accorto valuta
ogni suo passo”. |