N. 45 - Settembre 2011
(LXXVI)
LA FABBRICA DELL’OBBEDIENZA
recensione
di Giovanna D'Arbitrio
Lo
scorso
6
agosto,
a
Sabaudia,
è
stato
presentato
il
libro
di
Ermanno
Rea
La
Fabbrica
dell’Obbedienza.
Il
lato
oscuro
e
complice
degli
Italiani
(Feltrinelli
Editore).
Dal
dibattito
tra
relatori
(L.
Tivelli,
G.
Russo,
P.
Pittau)
e
autore
è
emerso
un
quadro
pessimistico
degli
italiani,
i
quali,
secondo
il
pensiero
di
Rea,
dalla
Controriforma
in
poi
hanno
sempre
più
rinunciato
a
ogni
forma
di
autonomia
di
pensiero.
Eppure,
durante
l’Umanesimo
e il
Rinascimento
furono
proprio
gli
italiani
a
inventare
“il
cittadino
responsabile”,
mostrando
all’Europa
la
possibilità
di
un
“Homo
novus”
amante
della
libertà
di
pensiero,
coraggioso,
dignitoso...
L’ultimo
eroico
“NO”
fu
quello
di
Giordano
Bruno
che
preferì
essere
arso
vivo
piuttosto
che
rinunciare
alle
proprie
idee,
poi
tra
roghi
e
altre
forme
di
repressione,
lentamente
l’homo
novus
si è
trasformò
attraverso
i
secoli
in
“suddito
deresponsabilizzato”
dal
quale
discendono
gli
attuali
“Yes
men”,
servili,
corrotti
e
privi
di
scrupoli.
E.
Rea,
in
un
discorso
pacato,
non
si è
dichiarato
ostile
ad
una
religiosità
autentica
e
sincera,
ma
ha
sottolineato
comunque
gli
errori
di
un
cattolicesimo
negativo
che
si è
avvalso
del
suo
potere,
sollecitando
i
fedeli
ad
affidarsi
all’autorità
ecclesiastica,
deresponsabilizzandoli
con
la
strategia
della
“confessione”
che
libera
dai
peccati
anche
se
più
volte
ripetuti.
Come
ha
scritto
anche
nel
libro,
l’autore
poi
ha
affermato:
–
Non
sono
uno
storico,
né
un
saggista:
il
mio,
è un
libro-sfogo,
legittimamente
disordinato,
che
non
esita
qua
e là
a
farsi
favola,
immaginando
un
mitico
passato
di
glorie
durante
il
quale
l’Italia
fu
civiltà
e
gli
altri
si
chiamarono
barbari.
Ad
ispirare
tale
favola
sono
stati
la
figura
e le
opere
di
Bertrando
Spaventa,
in
particolare
i
suoi
saggi
raccolti
in
“Rinascimento,
Riforma
e
Controriforma”.
Al
question
time
con
l’autore
ha
partecipato
anche
la
sottoscritta
che,
pur
riconoscendo
la
grandezza
del
Rinascimento
e
gli
effetti
negativi
della
Controriforma,
ha
messo
in
rilievo
che
ormai
siamo
molto
lontani
da
tali
epoche.
Oggi
è la
globalizzazione
che
governa
il
mondo,
economia
e
finanza
pilotano
le
scelte
politiche
e
anche
i
cittadini
più
responsabili
ora
non
sanno
come
lottare
contro
tutto
ciò,
né
come
difendersi.
Ermanno
Rea
mi
ha
risposto
con
gentilezza,
ma
anche
con
fermezza:
- Il
sistema
per
cambiare
ciò
che
non
va è
sempre
lo
stesso:
la
partecipazione
attiva.
Bisogna
far
sentire
la
propria
voce:
dire
“NO”.
Egli
ha
senz’altro
ragione,
ma
arrivare
a
risultati
concreti
diventa
sempre
più
difficile
per
i
cittadini
onesti
,
oltretutto
la
visione
di
Rea
dovrebbe
essere
ampliata
ed
estesa
a
tante
altre
cause,
tante
altre
“fabbriche”,
come
uso
improprio
dei
mass
media
molto
condizionati
dal
potere
e
consequenziale
disinformazione,
appiattimento
culturale,
ottundimento
delle
menti
soprattutto
attraverso
tv
spazzatura,
distruzione
di
identità
culturali,
omologazione,
esaltazione
di
aggressività
e
violenza,
generalizzata
perdita
di
valori,
vuota
partitocrazia
che
genera
sfiducia
e
qualunquismo
e
così
via.
Purtroppo
come
dice
una
famosa
canzone
“money
makes
the
world
go
round”
(Il
denaro
fa
girare
il
mondo),
quindi
non
solo
in
Italia,
ma
ovunque
oggi
nel
mondo
ci
sono
troppi
ignoranti
“Yes
Men”
che
forse
non
hanno
mai
sentito
parlare
di
Rinascimento
e
Controriforma,
ma
sanno
bene
cosa
sono
i
soldi.