N. 3 - Marzo 2008
(XXXIV)
ESSAOUIRA
LA PERLA DELL'ATLANTICO
di Matteo Liberti
Gabbiani. Prima ancora della bellezza
delle mura affacciate sul mare, prima delle suggestioni
della Medina e del bianco che la
contraddistingue, di Essaouira, piccola città
marocchina sull'Atlantico, rimangono
impressi, negli occhi del visitatore, le migliaia di
gabbiani che ne arricchiscono il cielo.
Il
fatto che ancora oggi l’economia del luogo si basi
prevalentemente sulla pesca, prima ancora che sul
turismo, non è certo casuale.
Ed il porto di Essauoira vale di
per se il viaggio, essendo tra i luoghi più ricchi di
fascino della città, con i suoi vecchi pescherecci
sormontati dalle maglie delle reti e contraddistinti
dagli scafi verniciati di blu.
Oltre il porto, al culmine di una
lunghissima spiaggia dalla sabbia fine, si estendono le
mura della città, dentro le quali si sviluppano, nel
dedalo delle vie, la città vecchia, la Medina
(dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO),
ed il quartiere ebraico. Memorie architettoniche della
storia di questo luogo.
Furono probabilmente alcuni mercanti
cartaginesi a fondare la città, in precedenza un
piccolo villaggio berbero. Divenuta un importante scalo
commerciale, venne
riconquistata
dai berberi nel III secolo a.C.
Poi arrivarono i romani, che nel
42 d.C. la annessero alla provincia della Mauretania
tingitana.
In epoca romana, l’importanza della città
si legò all'estrazione della porpora (proprio di
fronte alla città vi è un piccolissimo arcipelago di
isole conosciute come Porporine).
Nel X secolo Essaouira venne conquistata
dai musulmani, per esser poi, nel XV secolo,
occupata dai portoghesi quale utile avamposto
africano sull’atlantico.
La
città (il cui nome originario era Mogador, che in
arabo significa ben custodita) venne poi
abbandonata nel 1541 e lasciata in mano alle tribù
locali.
Caduta in declino, il suo destino venne
segnato nel 1765 dalla decisione del sultano
Muhammad ibn Abdallah di rinnovarne i fasti e la
bellezza.
Questi diede ordine all’architetto
francese Theodore Cornut di ristrutturare Mogador
per farne un luogo di meraviglia per gli ospiti
stranieri e, al contempo, una base militare.
I lavori durarono tre anni e stravolsero
in parte l'impianto urbanistico della vecchia Mogador,
con la creazione di un largo viale centrale
all’europea.
Fu
in questa occasione, con la costruzione delle poderose e
suggestive mura che ancora oggi la contraddistinguono,
che la città prese il nome di Essaouira (in arabo,
Muraglia).
Si era nel frattempo inserita nella città
una piccola comunità ebraica, che iniziò da
subito a gestire le intermediazioni politiche e
commerciali tra il sultano e le potenze straniere.
Nel 1912, sotto il protettorato francese,
Essaouira tornò a chiamarsi Mogador, mentre la sua
importanza strategica venne meno.
La città smise il ruolo di unico porto
del Marocco aperto al commercio con l’estero, in favore
di Agadir, Casablanca e Tangeri.
Nel 1956, ottenuta l’indipendenza dalla
Francia, riprese il nome di Essaouira.
Oggi Essaouira, pescherecci a parte, è
diventata una affascinante meta di viaggio, pur
mantenendo
uno stile sobrio, non asservito agli interessi dei tour
operators.
Peraltro, oltre alla bellezza che sa
esprimere, questo antico villaggio marocchino gode di un
clima raro per la sua gentilezza: temperato ed asciutto,
permette di godere del mare anche d’inverno e di non
soffrire troppo le estati afose. E la leggera brezza che
la sera l’attraversa, rende piacevole al viaggiatore
l’escursione delle vie interne della Medina, su
cui si affacciano le case e le botteghe degli artigiani,
tutte verniciate di bianco e contraddistinte dalle
tipiche porte di legno blu.
Al
centro di tutto vi è il Souk, il
coloratissimo mercato, ma degno di nota è anche il
vecchio quartiere ebraico, la Mellah. Con
una pianta a croce, incastonata tra le mura, questa
città di presenta, complessivamente, come un’enorme
fortezza sul mare, scintillante di bianco.
L’atmosfera particolare di Essauoira ha
spesso suggestionato artisti di tutto il mondo, che qui
hanno trovato soggiorno o fonte di ispirazione (Orson
Welles vi girò nel 1952 alcune sequenze del suo
Otello), facendone negli anni sessanta e
settanta meta prediletta di una certa controcultura
hippie e... degli appassionati di surf.
Ancora oggi l’antica Mogador è un vivace
centro culturale, noto in tutto il Marocco
per i suoi festival e
in maniera particolare per le rassegne musicali.
La sua tradizione multiculturale è invece testimoniata
dai cimiteri arabi, ebrei ed europei, vicini tra loro.
Fuori
dalle mura, oltre il porto, proprio di fronte alle isole
Porporine, sorge l’ultima bellezza di Essaouira,
l’antica torre portoghese.
Da qui si può ammirare l'affascinante
profilo della Perla dell’Atlantico (come viene
spesso appellata la città) che scivola verso il mare.
E da
qui si possono osservare da vicino le migliaia di
bianche ali di quei gabbiani che, come romantici
guardiani, ogni giorno annebbiano dolcemente il cielo di
questo angolo di Marocco. |