N. 62 - Febbraio 2013
(XCIII)
L'Olocausto dimenticato
i molti eroi dimenticati e il genocidio delle minoranze durante il nazismo
di Christian Vannozzi
Con
il
termine
"Olocausto",
si
indica
lo
sterminio
di
circa
6
milioni
di
civili ebrei
da
parte
del
regime
nazista
che
aveva
conquistato
l'Europa
negli
anni
che
vanno
dal
1938
al
1945.
Il
termine
deriva
dalla
parola
greca Olòkayston,
che
esprimeva
il
sacrifico
di
espiazione
nel
quale
la
vittima
veniva
interamente
bruciata
a
favore
degli
dei.
La
pratica
era
anche
eseguita
dai
sacerdoti
ebraici
che
sacrificavano
animali
in
olocausto
per
il
loro
Dio
Yahweh.
I
nazisti
sterminarono
gli
ebrei
in
maniera
sistematica,
sotto
le
indicazioni
del
governo
presieduto
da
Adolf
Hitler,
che
era
ossessionato
dalla
razza
ebraica
e la
temeva
a
tal
punto
che
arrivò
a
desiderare
la
sua
totale
estinzione,
cosa
che
fortunatamente
non
accadde
grazie
all'opera
di
diversi
oppositori
al
regime
che
rischiarono
la
loro
vita
per
salvare
il
popolo
di
Israele.
Il
più
famoso
di
questi
eroi
fu
senza
dubbio
Oskar
Schindler,
imprenditore
boemo
affiliato
di
fatto
al
partito
nazista
ma
contrario
allo
sterminio
di
gente
innocente,
che
si
oppose
alle
deportazioni
riuscendo
a
ottenere
dal
governo
che
gli
ebrei
della
sua
fabbrica
continuassero
a
lavorare
per
lui
invece
che
essere
deportati
nei
campi
di
concentramento.
Schindler,
che
era
un
opportunista
e un
imprenditore
si
trovò
così
coinvolto
nella
tragedia
ebraica,
tanto
da
tramutare
il
suo
scopo
speculatorio
nella
salvezza
degli
ebrei
che
lavoravano
per
lui.
Le
sue
gesta
sono
state
immortalate
dal
film
di
Spielberg
interpretato
da
Liam
Neeson.
Acconto
a
Schindler
però
ci
sono
altri
eroi,
sconosciuti
per
non
essere
stati
utilizzati
per
fare
film
di
successo
ma
che
hanno
salvato
migliaia
di
ebrei
tanto
da
essere
stati
giudicati
dal
governo
Israeliano
'Giusti
tra
le
Nazioni',
termine
che
viene
utilizzato
per
onorare
i
non
ebrei
che
hanno
rischiato
la
loro
vita
per
salvare
dall'olocausto
degli
israeliti.
Questi
eroi
sconosciuti
sono
rimasti
tali
anche
per
il
loro
atteggiamento
schivo,
e
per
il
loro
desiderio
di
rimanere
nell'ombra
riguardo
questa
vicenda
considerando
un
dovere
verso
l'umanità
quello
che
hanno
fatto
e
non
un
motivo
di
vanto
o
speculazione.
Gli
stessi
individui
che
sono
scampati
all'Olocausto
non
amano
parlare
delle
loro
vicissitudini
durante
la
prigionia
e di
come
sono
riusciti
a
salvarsi,
perché
la
Shoah,
che
significa
in
ebraico
tragedia,
è
qualcosa
che
vogliono
dimenticare
per
la
quantità
tremenda
di
loro
amici
e
familiari
che
sono
stati
sterminati
e
per
il
fatto
di
sentirsi
quasi
in
colpa
per
non
aver
seguito
le
persone
a
loro
care
nel
destino
comune.
Questi
'Giusti',
poterono
però
godere
della
pace
della
loro
coscienza
e
dell'amicizia
e
fratellanza
di
coloro
che
avevano
salvato,
che
non
li
avrebbero
mai
dimenticati.
La
loro
vittoria
e la
loro
ricompensa
sta
in
questo
ed è
una
cosa
che
nessuna
onore
statale
o
medaglia
può
eguagliare.
Vogliamo
ricordare
tra
questi
Georg
Calmeyer,
un
avvocato
tedesco
affiliato
al
nazismo
che
preferì
tradire
Hitler
piuttosto
che
la
sua
coscienza.
Questo
uomo,
che
è
ancora
oggi
quasi
del
tutto
sconosciuto
nella
sua
nazione,
la
Germania,
salvò
più
del
doppio
delle
persone
che
ha
salvato
Schindler.
Ebbe
la
sua
gratificazione
solo
venti
anni
dopo
la
sua
morte,
ma
non
dalla
Repubblica
Federale
Tedesca
ma
dallo
stato
di
Israele.
Quest'uomo
visse
la
sua
vita
in
silenzio
su
questa
vicenda,
continuando
la
sua
opera
di
legale
e
visto
con
sospetto
da
alcuni
suo
connazionali
che
lo
consideravano
un
sabotatore
per
aver
tradito
il
regime.
La
sua
opera
durante
il
nazismo
riguardò
il
giudicare
i
casi
dubbi
sulla
razza
di
alcune
persone
che
si
riteneva
fossero
di
discendenza
ebraica.
Il
suo
ufficio
era
ubicato
in
Olanda,
e
tolse
la
stella
gialla,
che
identifica
la
popolazione
giudaica,
a
diversi
ebrei
facendoli
diventare
ariani.
Quelli
che
non
riuscì
a
salvare
li
avvisò
per
tempo
in
modo
che
potessero
scappare.
Quello
che
più
lo
rattristò
durante
la
guerra
non
fu
la
possibilità
di
essere
scoperto
e
quindi
fucilato
per
tradimento,
ma
il
fatto
che
non
riuscì
a
salvare
abbastanza
persone.
Parliamo
ora
di
Anton
Schmid,
maresciallo
dell'armata
tedesca
e
comandante
di
un
campo
di
concentramento
in
cui
gli
ebrei
erano
destinati
ai
lavori
forzati.
Nonostante
disprezzasse
i
nazisti
sapeva
bene
che
era
impossibile
opporvisi.
Corrompendo
alcuni
esponenti
del
partito
riuscì
però
a
far
fuggire
circa
300
ebrei
dalla
prigionia,
azione
che
purtroppo
pagò
a
caro
prezzo,
perché
scoperto
fu
fucilato
la
mattina
del
2
aprile
1942,
come
traditore
della
patria.
Maria
Helena
Francoise
Isabel
von
Maltzan
era
figlia
di
una
famiglia
nobile
tedesco-svedese,
nascose
in
un
convoglio
carico
di
mobili
di
nobili
svedesi
che
andavano
dalla
Germania
alla
Svezia
un
discreto
numero
di
ebrei.
Nonostante
la
sua
famiglia
favorisse
il
regime
nazista
lei
decise
di
ribellarsi
e
sfidare
il
suo
Governo
e i
suoi
genitori.
La
contessa
von
Maltzan
ci
insegna
a
capire
che
non
sempre
dobbiamo
fare
quello
che
la
nostra
famiglia
ci
impone
se
questo
è
moralmente
sbagliato
ed è
un
ottimo
esempio
per
tutti
coloro
che
intendono
ribellarsi
dal
proprio
destino
e
dai
propri
legami
di
parentela.
Un
uomo
che
passò
inosservato
nonostante
abbia
salvato
un
numero
elevatissimo
di
ebrei
fu
poi
il
console
svedese
Raoul
Gustav
Wallenberg
che
pur
essendo
un
aristocratico
e un
diplomatico
di
un
Paese
neutrale
non
chiuse
gli
occhi
davanti
allo
sterminio
del
popolo
ebraico
quando
fu
inviato
dal
suo
governo
in
missione
a
Budapest,
nell'Ungheria
dominata
dalle
croci
frecciate.
Wallenberg
arrivò
a
Budapest
con
una
precisa
intenzione:
trarre
in
salvo
il
maggior
numero
possibile
di
ebrei.
Ottene
il
suo
scopo
grazie
alla
sua
strategia
basata
sull’assegnazione
di
'passaporti
di
protezione'
a
ogni
ebreo
in
grado
di
attestare
un
legame
con
la
Svezia,
anche
se
il
più
delle
volte
questo
legame
fu
inventato
di
sana
pianta.
L'opera
di
questo
eroe
spesso
dimenticata
ha
salvato
la
vita
di
100.000
ebrei,
ed è
raccontata
dal
libro
edito
dalla
GB
EditoriA
Raoul
Wallenberg,
l'uomo
che
salvò
100000
ebrei,
scritto
dal
diplomatico
Domenico
Vecchioni.
La
stesso
stratagemma
di
Wallemberg
fu
adoperato
dall'italiano
Giorgio
Perlasca,
funzionario
italiano
aderente
al
partito
fascista
che
combattè
con
i
franchisti
per
Spagna
assicurandosi
la
simpatia
del
governo
spagnolo.
Quando
scoppiò
la
seconda
guerra
mondiale
si
trovava
per
lavoro
a
Budapest,
quando
si
trovò
nello
stato
di
arresto
a
causa
dell'armistizio
che
il
re
Vittorio
Emanuele
aveva
firmato
con
gli
Alleati.
A
quel
punto
gli
venne
in
mente
della
riconoscenza
che
poteva
vantare
da
parte
del
governo
spagnolo,
e
portò
all'ambasciata
di
Spagna
a
Budapest
una
lettera
di
encomio
che
aveva
ricevuto
dal
generale
Franco,
capo
del
governo
spagnolo.
L'ambasciata
di
Spagna
gli
diede
quindi
un
passaporto
spagnolo
e il
nuovo
nome
di
Jorge
Perlasca,
oltre
a
una
lettera
di
incarico
come
funzionario
di
ambasciata.
Una
volta
visti
i
rastrellamenti
degli
ebrei
e le
uccisioni
a
sangue
freddo
perpetuate
dai
nazisti
e
dalle
croci
frecciate,
decise
di
iniziare
a
salvare
lui
stesso
gli
ebrei
proteggendoli
con
passaporti
e
lettere
di
protezione
spagnole.
Quando
l'ambasciatore
spagnolo,
seguendo
l'ordine
del
generale
Franco,
lasciò
Budapest
per
non
riconoscere
il
governo
criminale
nazista
rappresentato
dalle
croci
frecciate,
per
non
abbandonare
gli
ebrei
ungheresi
al
loro
destino,
Giorgio
Perlasca,
si
finse
console
di
Spagna
a
Budapest,
continuando
le
attività
delle
case
protette.
Si
unì
così
all'opera
dello
svedese
Wallemberg
e
salvò
circa
5.000
ebrei
trasformandoli
in
ebrei
sefarditi,
cioè
ebrei
di
Spagna,
che
potevano
quindi
godere
della
protezione
del
regime
di
Franco
(sefard
significa
infatti
in
ebraico
Spagno).
Pur
essendo
un
regime
fascista,
e
quindi
affiliato
a
Mussolini
e
Hitler,
quello
di
Franco
in
Spagna
non
emanò
mai
leggi
razziali
e
quindi
in
Spagna
gli
ebrei
non
vennero
toccati.
Finita
la
guerra
Perlasca
tornò
in
Italia
e
non
reclamizzò
questa
storia,
solo
nel
1987,
quando
gli
ebrei
che
aveva
salvato
riuscirono
a
rintracciarlo,
Perlasca
ebbe
la
sua
giusta
onorificenza.
Gli
ebrei
da
lui
salvati
non
riuscivano
infatti
a
trovarlo
perchè
pensavano
fosse
spagnolo.
Questi
giusti
non
ebbero
forse,
come
spiegato
prima,
il
loro
onore
dal
proprio
stato,
ma
possono
rintracciare
la
loro
vittoria
negli
sguardi
sorridenti
dei
figli
di
coloro
che
hanno
salvato.
Come
recita
il
Talmud,
il
libro
sacro
ebraico,
'chi
salva
la
una
vita
salva
il
mondo
intero'.
Come
ci
sono
eroi
dimenticati
ci
sono,
per
quanto
riguarda
l'Olocausto
perpetuato
dai
nazisti,
anche
dei
dimenticati
tra
le
vittime.
I
campi
di
sterminio
furono
la
tomba
di
circa
6
milioni
di
ebrei,
praticamente
una
nazione,
ma
anche
di 3
milioni
di
prigionieri
sovietici,
4,5
milioni
di
slavi,
1,5
milioni
di
dissidenti
politici,
500
mila
zingari,
250
mila
disabili
e
pentecostali,
200
mila
massoni,
15
mila
omosessuali,
5
mila
Testimoni
di
Geova,
per
un
totale
di
più
di
17
milioni
di
vittime,
una
vera
e
propria
tragedia
per
l'umanità
che
speriamo
non
sia
ripeta
mai
più.
Nei
campi
di
sterminio
ognuna
di
queste
categorie
era
riconosciuta
da
dei
triangoli
che
dovevano
portare
sulla
camicia.
Gli
ebrei,
come
sappiamo,
portavano
la
stella
di
David
gialla,
i
dissidenti
politici
avevano
invece
il
triangolo
rosso,
gli
omosessuali
maschi
lo
avevano
rosa,
le
lesbiche
nero,
gli
zingari
marrone,
gli
slavi
blu,
i
Testimoni
di
Geova
viola.
Ognuna
di
queste
categorie
di
persone
aveva
un
qualcosa
che
per
Hitler
e la
sua
macchina
di
morte
non
andava,
o da
un
punto
di
vista
politico,
o
razziale
o
morale.
Gli
omosessuali,
rifiutandosi
di
unirsi
con
le
donne,
se
erano
ariani
venivano
considerati
traditori
della
patria,
in
quanto
non
si
adoperavano
per
la
crescita
demografica
dei
tedeschi
ariani.
Solo
gli
omosessuali
tedeschi
vennero
infatti
internati
nei
campi
di
sterminio,
mentre
quelli
degli
altri
popoli
venivano
lasciati
stare.
Il
numero
di
omosessuali
ariani
sterminati
dai
nazisti
si
aggira
sui
15
mila,
anche
se
per
alcuni
storici
ne
furono
sterminati
molti
di
più.
La
difficoltà
nel
riuscire
a
scoprirne
il
numero
esatto
sta
nel
fatto
che
gli
omosessuali
potevano
anche
essere
ebrei,
dissidenti
politici,
slavi,
sovietici
ecc,
e
questo
potrebbe
averli
fatti
confluire
negli
altri
gruppi.
Non
ebbero
migliore
fortuna
i
popoli
zingari,
specialmente
Rom
e
Sinti,
per
cui
il
regime
di
Hitler
non
ebbe
pietà
e
iniziò,
come
faceva
con
gli
ebrei,
una
grossa
campagna
che
avrebbe
portato
alla
loro
estinzione.
La
loro
colpa
ricadeva
sul
fatto
che
pur
essendo
di
origine
ariana,
quindi
provenienti
da
quel
ceppo
asiatico
che
aveva
conquistato
l'Europa
sia
linguisticamente
che
razzialmente,
si
erano
però
mischiati
con
le
popolazioni
natie,
diventando
meticci
e
quindi
tradendo
la
loro
razza
pura.
I
Testimoni
di
Geova,
avendo
la
loro
sede
mondiale
negli
Stati
Uniti,
paese
che
condannava
apertamente
lo
stato
nazista,
e
dove
si
rifugiarono
milioni
di
ebrei,
furono
presi
fin
da
subito
di
mira
dalle
SS
naziste
che
li
consideravano
spie.
Furono
quindi
dai
primi
deportati
nei
campi
di
concentramento,
anche
perché
si
rifiutavano
di
prestare
il
servizio
militare,
di
entrare
a
far
parte
del
partito
nazista
e di
salutare
la
bandiera
del
Reich
e il
Führer.
Immediatamente
nel
1933
la
comunità
religiosa
fu
messa
al
bando
e la
loro
opera
di
predicazione
contrastata
in
ogni
modo.
Hitler
aveva
infatti
annunciato
alla
nazione
che
ben
presto
non
ci
sarebbe
stato
nessun
Bibelforscher,
studente
biblico,
cioè
il
nome
con
cui
venivano
chiamati
i
Testimoni
di
Geova
a
quel
tempo.
Mentre
le
chiese
della
cristianità
presenti
in
Germania
non
osteggiarono
Hitler
al
momento
del
suo
insediamento,
i
Bibelforscher
da
subito
mostrarono
ostilità
al
regime
nei
modi
che
abbiamo
spiegato
prima,
rischiando
la
loro
stessa
vita.
Ciò
che
sorprende
ancora
oggi
gli
storici
è il
fatto
che
se
avessero
voluto,
avrebbero
potuto
in
ogni
momento
lasciare
il
campo
di
concentramento,
riconoscendo
Hitler
come
capo
supremo
e
rinnegando
il
loro
Dio.
Quasi
nessuno
di
loro
accettò,
e
preferì
soffrire
piuttosto
che
commettere
reati
contro
l'umanità
che
sarebbero
stati
puniti
da
Dio.
Prima
dell'avvento
del
nazismo
c'erano
in
Germania
25
mila
Bibelforscher,
alla
fine
della
guerra,
tra
sterminati
e
fuggiti
in
altri
paesi
in
Germani
ne
rimasero
7
mila,
che
continuarono
la
loro
opera
di
evangelizzazione.
Alla
fine
il
nazismo
aveva
fallito,
i
Bibelforscher
erano
rimasti
mentre
il
nazismo
era
stato
spazzato
via.
Un'altra
confessione
religiosa
quasi
del
tutto
sterminata
in
Germania
fu
rappresentata
dai
pentecostali
tedeschi,
considerati
malati
di
mente
per
la
loro
capacità
di
parlare
più
lingue
quando
entravano
in
estasi
religiosa.
Il
loro
numero
non
può
essere
identificato
appunto
perché
assimilati
alla
categoria
dei
malati
di
mente.
Le
popolazioni
slave
venivano
invece
semplicemente
considerate
un
cancro
per
l'Europa
e
considerate
una
razza
che
aveva
assorbito
il
sangue
di
troppi
popoli
contaminandosi.
Per
questa
ragione
doveva
essere
cancellata.
Tutte
queste
persone,
spesso
dimenticate,
se
messe
insieme
sono
più
numerose
degli
ebrei.
7
milioni
di
esseri
umani
circa
sono
stati
sterminati
dal
nazismo,
questo
speriamo
riesca
a
insegnarci
che
l'orgoglio
e il
fanatismo
possono
raggiungere
gradi
di
pazzia
estrema
e
metterci
in
guardia
contro
atteggiamenti
fanatici
che
possono
portare
l'umanità
a
compiere
delitti
del
genere
contro
se
stessa.