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N. 136 - Aprile 2019 (CLXVII)

Volodymyr Zelens'kyj

sul nuovo presidente ucraino
di Leila Tavi

 

Volodymyr Oleksandrovyč Zelens'kyj, protagonista di una popolare serie televevisiva, ha trionfato nel ballottaggio con l’ex presidente Petro Porošenko, ottenendo oltre il 73% dei voti e la maggioranza in tutte le regioni in cui si è votato, a eccezione di Lviv. Si è trattato della sconfitta più pesante nella storia dell’Ucraina indipendente, con un voto espresso contro il candidato uscente, più che a supporto del candidato anti-establishment. Le elezioni sono stata dichiarate libere e democratiche dagli osservatori internazionali e lo stesso Porošenko ha ammesso pubblicamente la sua sconfitta, il magnate della cioccolata che non è stato in grado di gestire l’eredità di Maidan e la transizione da una repubblica di oligarchi a una democrazia liberale in stile occidentale.

 

La vittoria di Zelens’kyj pone un problema alla Russia, che con il trionfo di un outsider che ha fatto dell’anticorruzione il suo cavallo di battaglia, vede saltare in aria in Ucraina un’élite politica di tipo tradizionale, che ha orbitato intorno a oligarchi e che ha governato nella prima epoca post-Sovietica. Non che Zelens’kyj sia avulso dalle logiche del potere, visto che è considerato il fantoccio di Igor Kolomojs’kyj (Ігор Валерійович Коломойський), uno dei tre uomini ucraini più ricchi, nonché proprietario della televisione che ha finanziato la serie televisiva Servitore del Popolo ed è stato co-fondatore della PrivatBank. Il miliardario con tripla cittadinanza, ucraino-cipriota-israeliana, ha iniziato la sua carriera politica al fianco di Julija Tymošenko (Юлія Володимирівна Тимошенко), in seguito ai contrasti con il partito Bat'kivščyna, nel 2014, durante la presidenza di Oleksandr Turčynov (Олександр Валентинович Турчинов), è stato nominato governatore dell’oblast' di Dnipropetrovs'k (Дніпропетровська область), per la cui difesa ha ingaggiato un esercito di mercenari, allo scopo di far fronte alle spinte separatiste. Durante la campagna elettorale di Zelens’kyj le auto e le guardie del corpo utilizzate dal neoeletto presidente erano di Kolomojs’kyj, nonostante il comico abbia sempre apertamente negato il coinvolgimento del miliardario nella sua campagna elettorale.

 

Il voto anti-Porošenko degli Ucraini preoccupa Putin, soprattutto per il modello che Zelens’skyj può rappresentare per la Russia e per la vicina Bielorussia. La prima reazione di Putin del dopo elezione è stata quella di concedere la cittadinanza e il passaporto russi a tutti i residenti che ne faranno richiesta delle zone dell’Ucraina orientale controllate dai separatisti. Il decreto è giunto a sole settantadue ore dagli exit poll per le presidenziali ucraine e può essere considerato come un approccio wait-and-see del governo russo, per far giocare Zelens’kyj a carte scoperte riguardo alla questione dei territori contesi tra i due Stati. La reazione del neo-presidente ucraino non si è fatta attendere, Zelens’kyj ha subito additato la Russia come aggressore.

 

Il giornalista ucraino Vitalij Portnikov, che è stato uno degli organizzatori di Euromaidan, considera Zelens’kyi come il rappresentante di una forza anti-sistema. Le forze centrifughe anti-establishment sono per la Russia ancora più destabilizzanti che le proteste di Maidan.

 

Ma se per Putin Zelens’kyj rappresenta un pericolo maggiore del suo predecessore, perché con la sua simpatia carismatica micca anche al popolo russo, Putin rappresenta per Zelens’kyj un pericolo maggiore di quanto non fosse per Porošenko, considerato che il suo largo consenso alle presidenziali è stato ottenuto anche con il supporto dell’elettorato russofono.

 

Secondo Portnikov l’elettorato ucraino russofono si divide in tre categorie: i cittadini che parlano russo, ma accettano la sovranità dello Stato ucraino; quelli che si considerano parte integrante della Russia e quelli invece, che ironizza il giornalista, vedono l’Ucraina semplicemente come un “democratico oblast' di Brjansk” (Брянская область), situato tra il bassopiano sarmatico e il rialto centrale russo, a sud-ovest della Russia europea.

 

Territorio appartenuto alla dinastia dei Rjurikidi in epoca kieviana, Brjansk fu saccheggiata due volte durante l’invasione mongola. Divenne la capitale del regno di Rjurikidi, dopo che i mongoli uccisero il principe Mihajl Černjgovskij (Михаи́л Все́володович, conosciuto come Михаи́л Черни́говский) nel 1246. Il principato indipendente di Brjansk si formò dopo la morte di Černjgovskij. Nel 1356 il principato passò sotto l’autorità del Granducato di Lituania, per essere conquistato nel 1503 dai Russi con la battaglia sul fiume Vedrošč (Ведрошская битва).

 

Tornando ai giorni nostri, Zelens’kyj non può basarsi solamente sull’elettorato moderato e i simpatizzanti di lingua russa. Avrà bisogno di un largo consenso e quindi del supporto dei nazionalisti che prima erano dalla parte di Porošenko. Inoltre va considerato che l’Ucraina ha un sistema premier-presidenziale, con un primo ministro che può essere sfiduciato dalla maggioranza parlamentare.

 

I sondaggi pre-elettorali riferiti alle prossime politiche attribuiscono al partito di Zelens’kyj non oltre il 26%, nella migliore delle ipotesi. Questa è una previsione condivisibile, considerato che Servitore del Popolo (Слуга народу - Sluga Narodu),  il partito fondato da Zelens’kyj nel dicembre del 2017 e ufficialmente registrato al Ministero di Giustizia ucraino nel marzo 2018, non può avere lo stesso impatto del volto televisivo che milioni di telespettatori credono di conoscere bene, dopo lo strepitoso successo che la fiction dall’omonimo nome della compagine politica ha ottenuto in un triennio.

 

A seconda di come il neoeletto presidente gestirà questo delicato equilibrio all’interno del suo Paese, avrà più o meno chance di successo durante il suo mandato.



 

 

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