[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

185 / MAGGIO 2023 (CCXVI)


turismo storico

Una vittoria "di misura"
erdogan e un'opposizione che guadagna terreno

di Leila Tavi

 

Le elezioni presidenziali in Turchia hanno confermato Recep Tayyip Erdoğan a guida del Paese. Allo stesso tempo si sono svolte le politiche per il rinnovo del Meclis, l’organo parlamentare unicamerale, che hanno assicurato al partito di governo, l’AKP (Adalet ve Kalkınma Partisi), il 35.61%, con una perdita di 27 seggi rispetto alle precedenti elezioni del 2018 e ottenendo il peggior risultato dal 2002. Guadagna invece consensi e seggi parlamentari il partito di opposizione, il CHP (Cumhuriyet Halk Partisi), che registra il 25.33% dei voti, con un incremento di 23 seggi rispetto al 2018.

 

Nel complesso hanno partecipato ventiquattro partiti politici alle elezioni del 2023. Tra le alleanze ricordiamo quella dell’AKP con l’MHP (Milliyetçi Hareket Partisi), il partito nazionalista che ha ottenuto il 10.07% dei consensi, con un incremento di un solo seggio parlamentare e che, insieme a quello di Erdoğan, forma l’Alleanza Nazionale (Cumhur İttifakı), a cui hanno aderito anche il BBP (Büyük Birlik Partisi), il partito di destra estrema con orientamento sunnita e ultranazionalista, e l’YRP (Yeniden Refah Partisi), il partito islamico, ricostituito ex novo dopo il divieto del 1998, e che ha ottenuto ora il 2.84%.

 

All’opposizione il CHP ha guidato una coalizione con altri cinque partiti: l’IYI (İyi Parti), partito nazionalista e kemalista, che ha ottenuto il 9.69%, confermando il risultato ottenuto nel 2018; il SAADET (Saadet Partisi); il DP (Demokrat Parti), di matrice islamica; inoltre, hanno aderito alla coalizione di sinstra altri due partiti guidati da ex politici di alto livello dell'AKP, ovvero il DEVA (Demokrasi ve Atılım Partisi) dell'ex ministro dell'Economia Ali Babacan, con quindici seggi ottenuti, e il GP (Gelecek Partisi) dell'ex primo ministro Ahmet Davutoğlu, che ha ottenuto dieci seggi.

 

La partecipazione di questi due ultimi partiti fondati da ex membri dell’AKP ed esponenti di punta del governo ha suscitato polemiche e dissensi in seno alla coalizione a guida CHP, anche per la candidatura di Sadullah Ergin, che ha concorso per DEVA e che è stato tra i fondatori dell’AKP nell’agosto del 2001. Ergin è stato criticato per il suo ruolo di ministro della Giustizia nel 2009, durante il secondo mandato di Erdoğan, per aver partecipato alla caccia ai membri della cosiddetta cospirazione Ergenekon.

 

I processi Ergenekon, o cospirazione Ergenekon, sono stati una serie di processi di alto profilo che si sono svolti dal 2008 al 2016 in Turchia, in cui 275 persone, tra cui ufficiali militari, giornalisti e legislatori dell'opposizione, tutti presunti membri di Ergenekon, una sospetta organizzazione clandestina laica, sono stati accusati di aver complottato contro il governo turco. I processi hanno portato a lunghe pene detentive per la maggior parte degli imputati. Tali sentenze sono state annullate poco dopo. Ergin è stato inoltre implicato in un caso di corruzione nel 2013. Nei confronti dell'AKP sono state mosse, invece, critiche per aver schierato come candidati membri dell’HÜDA PAR (Hür Dava Partisi), un partito noto per i suoi legami con gli Hezbollah curdi.

 

La novità di queste politiche che si sono svolte il 14 maggio 2023, insieme al primo turno delle presidenziali, è stata l’abbassamento della soglia elettorale per entrare in Parlamento dal 10% al 7%. Si tratta del primo abbassamento da quando, nel 1980, la giunta militare che prese il potere dopo il colpo di Stato del 1980 stabilì il 10%. La soglia vale soltanto per i partiti e non per i candidati indipendenti. I 600 membri della Grande Assemblea Nazionale della Turchia sono stati eletti con il metodo D'Hondt in 87 distretti elettorali. Grazie a questa riforma per la prima volta in Parlamento siedono per questa legislatura sette partiti.

 

Fonte Wikipedia

 

I membri entranti hanno formato il 28° Parlamento della Turchia. Le elezioni erano state inizialmente programmate per il 18 giugno, ma il governo le ha anticipate di un mese per evitare la coincidenza con gli esami universitari, con il pellegrinaggio Hajj e con l'inizio delle vacanze estive

 

Per quanto riguarda, invece, le presidenziali, per la prima volta nella storia della Turchia si è svolto un ballottaggio, in cui Kemal Kılıçdaroğlu, candidato del CHP ed economista, ha sfidato Erdoğan, ottenendo il 47.82% dei voti.

 

Le aspettative dell’opposizione sulle presidenziali 2023 erano molto alte. Özgür Özel, vicepresidente del gruppo del CHP, durante la conferenza stampa che è seguita all’insediamento del nuovo Parlamento, ha annunciato il 30 maggio che il suo partito eleggerà i nuovi vicepresidenti del gruppo e determinerà e annuncerà una nuova road map. Queste le sue parole: “«Nessuno deve credere che continueremo a fare politica come se nulla fosse accaduto». Il politico, che ha lavorato a stretto contatto con Kemal Kılıçdaroğlu prima e durante le elezioni a doppio turno, ha dichiarato, inoltre, che valuterà i risultati delle elezioni: «Abbiamo lasciato questo parlamento credendo che Kemal Kılıçdaroğlu sarebbe diventato il prossimo presidente, ma i risultati elettorali non lo hanno rispecchiato».

  

 

 

Fonte  Wikipedia

 

Rispetto alle elezioni del 2018, il candidato del CHP, principale partito di opposizione, ha guadagnato terreno, conquistando quasi il 17% in più rispetto a Muharrem İnce, che fu scelto come leader dei socialdemocratici nelle precedenti presidenziali.

 

Interessante sottolineare che i residenti di nazionalità turca in Italia hanno votato in maggioranza sia per il CHP che per il candidato dell’opposizione. L'affluenza alle urne in Italia è stata del 50,5%, per un totale di circa dieci cittadini votanti, un numero ristretto, ma in controtendenza rispetto alle principali comunità di nazionalità turca all’estero.

 

L'attuale presidente turco ha ottenuto in Italia circa il 24% dei voti, superato dal leader del CHP che, invece, è stato il più votato con il 73,9%. Il voto italiano contrasta con quanto riportato dall'agenzia di stampa turca Anadolu, secondo cui sono stati soprattutto i cittadini turchi residenti all'estero a sostenere Erdoğan, con un'affluenza media alle urne di oltre l'87% degli aventi diritto sia per le elezioni parlamentari che per quelle presidenziali. In Germania, ad esempio, dove vive la più grande comunità turca all’estero, con tre milioni di residenti, il tasso di affluenza alle urne è stato del 65%.

 

Erdoğan ha riportato una larga vittoria con il 65% (465 voti), mentre Kilicdaroglu è rimasto al 33%. Inoltre, un ampio margine di vantaggio per il presidente turco è stato registrato in Belgio, Austria (in entrambi i Paesi ha votato il 72% degli aventi diritto, con rispettivamente 62 e 43 voti a favore di Erdogan), Paesi Bassi (tasso di affluenza del 69% e ben 99 voti) e Francia (tasso di affluenza del 62%, 104 voti per il leader dell'AKP): questi Paesi hanno portato a Erdoğan un totale di circa 800 voti. Nelle comunità turche di Regno Unito, Svizzera, Canada e Stati Uniti, Kilicdaroglu ha prevalso, ottenendo però soltanto 117 voti complessivi. Da notare anche che gli Emirati Arabi Uniti sono stati l'unico Paese arabo in cui il più votato non è stato Erdogan, ma il candidato del CHP con il 66,87% delle preferenze.

 

 

 

 

Strategica è stata la decisione da parte del CHP, quest'anno, di affidarsi a un economista, considerata la grave situazione economica e finanziaria in cui versa la Turchia. La lira turca è, infatti, da un decennio in continuo calo, con il cambio tra lira turca e dollaro che si è attestato a un rapporto di oltre 20 a 1. Questo rapporto sfavorevole sta danneggiando le esportazioni.

 

 Fonte Ex

 

L’inflazione galoppante potrebbe, poi, far sprofondare la Turchia in una profonda crisi economica. Questo pericolo spiegherebbe la mancanza di fiducia di quasi la metà dei votanti alle ultime elezioni, che vedono nell’autocratismo e nella mancanza di un vera economia di mercato la causa dell’instabilità della Turchia. Nella storia recente la Turchia ha vissuto periodi di inflazione elevata. Negli anni Novanta e nei primi anni Duemila, i tassi di inflazione in Turchia si sono attestati spesso su valori a due cifre, raggiungendo a volte livelli estremamente elevati.

 

Tuttavia il Paese ha compiuto progressi significativi nella riduzione dell'inflazione, grazie a diverse riforme economiche, che hanno portato, però, a un totale controllo dei mercati da parte dell’autorità governativa. Tra il 2003 e il 2020, il governo turco ha attuato diverse misure per controllare l'inflazione, tra cui la disciplina fiscale, la stretta politica monetaria e le riforme strutturali. Di conseguenza, l'inflazione in Turchia è diminuita significativamente e il Paese ha goduto di un periodo di inflazione relativamente bassa rispetto al passato. Tuttavia, a partire dal 2018, la Turchia ha registrato una ripresa dell'inflazione, proprio perché le misure adottate non sono state prese in regime di mercato libero. A questo aumento hanno contribuito diversi fattori, tra cui, come già spiegato, un significativo deprezzamento della lira turca, l'aumento dei prezzi delle materie prime, che ha raggiunto l’80%, e gli squilibri economici. Anche la pandemia COVID-19 ha avuto un impatto sull'economia turca, aggiungendo ulteriori sfide.

 

L’inflazione porta all’erosione dei redditi, con conseguente malcontento da parte dei cittadini che appartengono alle fasce meno abbienti e pericolo di esposizione a shock sul sistema economico.

 

   Fonte IMF

 

La missione del Fonde Monetario Internazionale in Turchia del novembre 2022, guidata da Donal McGettigan, ha evidenziato come i tagli dei tassi operati dal governo alla fine del 2021 hanno aumentato le vulnerabilità esistenti e sono stati seguiti da un deprezzamento della lira e da un'inflazione elevata. Le pressioni sulla lira sono state alleviate da interventi sul cambio, da un nuovo sistema di depositi “protetti dal cambio” e, in tempi più recenti, da una serie di misure macroprudenziali e normative per contenere la crescita del credito. La guerra in Ucraina ha accentuato le tensioni economiche, soprattutto a causa dell'aumento dei prezzi delle importazioni di energia.

 

Per affrontare le sfide della Turchia, la missione ha raccomandato un rapido aumento dei tassi di interesse, accompagnato da misure volte a rafforzare l'indipendenza della banca centrale. Tali misure contribuirebbero a ridurre l'inflazione in modo più duraturo e consentirebbero di ricostruire le riserve nel tempo. Anche una politica fiscale rigorosa sarebbe d'aiuto, visti i crescenti rischi fiscali e l'alta inflazione, con la previsione di un'assistenza mirata alle persone vulnerabili. Se queste politiche venissero attuate e la disinflazione prendesse piede, le misure macroprudenziali e normative, compresi i depositi protetti da valuta estera, dovrebbero essere gradualmente eliminate, in modo che lo Stato svolga un ruolo minore nei mercati finanziari e nell'allocazione del credito.

 

Il settore privato è quello che traina l’economia e tra questi professionisti la fiducia nei confronti di Erdoğan è venuta meno alla vigilia del suo terzo mandato, perché il peso dell’autocrazia sulle scelte economiche è diventato insostenibile. A essere messe in discussione sono state le bizzarre politiche finanziarie. Di recente il Presidente turco ha annunciato di voler incaricare un ministro delle Finanze di grande esperienza.

 

Molto probabilmente non sarà, perciò, confermato Nureddin Nebati, in carica per lungo tempo tra il 2011 e il 2018, e al suo secondo mandato dal 2021 fino alle elezioni. Il papabile candidato è un esperto molto stimato in Occidente, Mehmet Simsek, che ha già ricoperto questo ruolo in passato. Nel 2015, con gli investitori sempre più nervosi per le idee economiche poco ortodosse di Erdoğan, l'ex banchiere di Wall Street è stato nominato vice primo ministro nel tentativo di rassicurare i mercati. A Simsek è stato riconosciuto il merito di aver mantenuto una ferrea disciplina fiscale come ministro delle Finanze tra il 2009 e il 2015. La sua precedente esperienza come banchiere presso UBS a Wall Street e Merrill Lynch a Londra gli dovrebbe assicurare la fiducia da parte degli investitori stranieri.

 

Il ruolo dell’esperto di finanza internazionale in passato non è mai stato chiaro e le sue responsabilità sono state sempre limitate, mentre le decisioni importanti in materia di politica monetaria e fiscale sono sempre state prese da fedelissimi del premier, che ha voluto che si abbassassero i tassi di interesse per contrastare l'inflazione, senza ottenere successi nel lungo periodo. Quando, nel 2018, sono state abolite le cariche di primo ministro e vice primo ministro, Erdoğan  non si è preoccupato di trovare a Simsek un nuovo ruolo nel governo, che durante gli anni al governo ha perso parte della sua credibilità come pensatore indipendente. 

 

Gli elettori che hanno confermato la fiducia a Erdoğan lo hanno fatto, oltre per avere una stabilità politica all’indomani del terribile terremoto che ha sconvolto i territori siriani e turchi, per il ruolo che la Turchia ha ottenuto come Paese a livello internazionale in politica estera, nel commercio e come potenza militare. Nello specifico, in politica estera, attesa è la decisione riguardo all’entrata della Svezia nella NATO, sui cui la Turchia ha posto un pesante veto, come membro della NATO di importanza strategica per la sua posizione geografica, sia in Medio Oriente sia in Europa, e seconda potenza militare dell'alleanza. La Turchia contesta alla Svezia, in primis, di permettere ai membri del PKK di agire indisturbati in suolo svedese, anche se la Svezia ha di recente modificato la legge sul terrorismo, vietando esplicitamente il PKK (Partîya Karkerén Kurdîstan).

 

Un grave incidente diplomatico in questa vicenda è stato l’episodio che ha visto una bandiera curda proiettata sulla facciata esterna del Parlamento a Stoccolma subito dopo l’annuncio ufficiale della rielezione Erdoğan. A peggiorare la situazione è l’accusa da parte di Ankara che il governo svedese sia stato complice delle proteste dell'estrema destra in cui sono state bruciate copie del Corano fuori dall'ambasciata turca a Stoccolma.

 

Inoltre il rapporto controverso tra Erdoğan e Putin, che da anni ha degli alti e bassi, potrebbe compromettere le relazioni diplomatiche con i Paesi dell’Occidente. Nonostante la dichiarazione rilasciata alla CNN da parte del Presidente turco poco prima della sua rielezione, in cui ha sostenuto di avere una relazione speciale con il Presidente russo, non è scontata la posizione che prenderà la Turchia rispetto alla Russia e al conflitto in Ucraina. La mancata adesione della Svezia l’11 luglio prossimo significherebbe un indebolimento della NATO agli occhi non soltanto della Russia, ma della Cina e della Corea del Nord.

 

 

    Incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan

dopo la cerimonia di inaugurazione del tratto offshore del gasdotto TurkStream nel padiglione Mabeyn,

Istanbul, Turchia. Data 19 novembre 2018. Fonte Sito ufficiale del Presidente della Federazione Russa

 

Il Presidente turco potrebbe continuare a far mantenere al suo Paese il ruolo di ago della bilancia a livello internazionale, avendo la Turchia un ruolo strategico nella questione siriana, in cui Erdoğan cerca di mantenere in Siria la stabilità politica, di tenere sotto controllo i terroristi e di ridurre l'influenza dell'Iran e della Russia. La Turchia ha di recente stipulato un accordo con l'Unione Europea che prevede l’erogazione di 6 miliardi di euro ad Ankara in cambio dell'accoglienza da parte della Turchia dei rifugiati siriani in viaggio verso l'Europa.

 

Fintanto che ci sarà la crisi umanitaria in Siria, Erdoğan potrà tenere sotto scacco Bruxelles, rilasciando alle frontiere con l'Europa un flusso incontrollato di rifugiati. 

RUBRICHE


attualità

ambiente

arte

filosofia & religione

storia & sport

turismo storico

 

PERIODI


contemporanea

moderna

medievale

antica

 

ARCHIVIO

 

COLLABORA


scrivi per instoria

 

 

 

 

PUBBLICA CON GBE


Archeologia e Storia

Architettura

Edizioni d’Arte

Libri fotografici

Poesia

Ristampe Anastatiche

Saggi inediti

.

catalogo

pubblica con noi

 

 

 

CERCA NEL SITO


cerca e premi tasto "invio"

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]