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[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 158 / FEBBRAIO 2021 (CLXXXIX)


contemporanea

ELEANOR MARX

TRA SOCIALISMO, FEMMINISMO E PATRIARCATO

di Giovanna D’Arbitrio

 

Il cinema ha senz’altro il merito di farci riscoprire figure femminili spesso dimenticate, trascurate anche dalla storia che nei secoli ha dato sempre maggior rilievo a quelle maschili. Ed è stato per l’appunto un film Miss Marx che ha riportato alla luce Eleanor Marx, la figlia più giovane di Karl Marx, donna colta e poliedrica, scrittrice e traduttrice, militante socialista e sindacalista, una donna la cui vita breve e intensa è stata oscurata negli anni dall’imponente figura paterna. A lei toccò il compito di curare post mortem gli scritti inediti del padre.

 

Prima di trattare del suddetto film, in breve riassumiamo la vita di Eleanor Marx, nota familiarmente come “Tussy”: nata a Londra nel 1855, fin da giovane si impegnò in lotte socialiste e politiche, evidenziando vivace intelligenza, coraggio e sensibilità artistica. Femminista convinta non si accontentò di agire solo sul piano politico, ma anche come traduttrice di drammi e romanzi che alla fine dell’Ottocento cominciavano a presentare personaggi femminili e le loro problematiche. Amante della letteratura, infatti, iniziò a scrivere per il teatro, a interpretare le opere di Shakespeare e Ibsen, mentre leggeva numerosi libri, tra i quali le opere di Shelley, e traduceva dal francese in inglese autori come Flaubert.

 

Frequentando gli amici del padre, si confrontò con personalità di spicco come Engels o Liebknecht. Figlia prediletta di Marx, ne mise in pratica le idee politiche come fervente leader, abile oratrice stimata da lavoratori, sia uomini che donne, che videro in lei la fusione di socialismo e femminismo.

 

Anche le sue vicende sentimentali, particolari per l’epoca, precorsero i tempi. Si legò inizialmente a un uomo di vent’anni più grande Prosper-Olivier Lissagaray, letterato, giornalista e politico francese. e in seguito iniziò una relazione con un uomo sposato, Edward Aveling, noto commediografo socialista, con il quale condivise un forte interesse per il teatro. L’amore per Edward, tuttavia, anche se intenso si rivelerà distruttivo per lei: rimasto vedovo e gravemente malato, Edward si sposò con una giovane attrice ed Eleanor, distrutta dal dolore, si suicidò bevendo del veleno, a soli 43 anni.

 

Tornando al film, Miss Marx, scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli, è stato presentato alla 77ª Mostra d’arte cinematografica di Venezia, nel settembre 2020. Pur avendo molti pregi, tuttavia il film non mette sufficientemente in luce le lotte sociali di Eleanor, puntando più sulla vita privata: lucida e volitiva nelle battaglie politiche, in effetti ella appare invece intrappolata in un rapporto amoroso con il suo compagno di vita, Edward Avelling (Patrick Kennedy), egoista, fumatore di oppio e donnaiolo che si indebitava continuamente, dilapidando l’eredità lasciata a Eleanor da Friedrich Engels

 

Significativa la scena in cui Eleanor e Edward recitano il famoso dialogo tra Nora e Helmer di Casa di bambola di Ibsen: Eleanor sembra impersonare in modo realistico la dura sorte di una donna condizionata per tutta la sua vita dalle figure maschili a lei più care: quella del padre e del compagno.

 

Oltre ai condizionamenti educativi, dalla figura paterna da lei tanto amata e venerata le arriverà una dolorosa delusione nello scoprire una relazione con una serva e un figlio illegittimo, riconosciuto dall’amico Engels (John Gordon Sinclair) come suo per salvare il matrimonio dei Marx. Su tale vicenda narrata nel film, tuttavia, si ha un’unica testimonianza: una lettera di Louise Freyberger, ultima collaboratrice di Engels. Comunque è vero che Tussy considerò Freddy come un fratello al quale scrisse molte lettere confidenziali.

 

Più devastante senz’altro il rapporto con il suo compagno Edward dal quale le giungerà, come lei stessa ammise, “un’oppressione morale”, di cui non riuscirà mai a liberarsi: paragonerà infine l’umiliante condizione femminile, imposta dal patriarcato, a quella altrettanto umiliante e iniqua dei lavoratori oppressi dalle classi ricche e potenti.

 

Purtroppo le cocenti delusioni subite, alla fine indebolirono il suo amore per la vita e nel 1898, ormai dipendente da oppio, Eleanor Marx morì suicida.

 

Senz’altro notevole l’interpretazione degli attori, esteticamente possenti le immagini delle scenografie di Alessandro Vannucci e Igor Gabriel e dei costumi di Massimo Cantini Parrini, valido l’inserimento di filmati d’archivio testimoni di una realtà storica. Colpisce l’originale scelta musicale con la rilettura punk rock di brani celebri, in particolare nella scena simbolica in cui Eleanor si scatena in una danza liberatoria prima del suicidio.

 

Susanna Nicchiarelli, regista, attrice e sceneggiatrice, ha scritto e diretto molti corti e documentari. il suo primo film, Cosmonauta, del 2009, ha vinto il Premio Controcampo al Festival di Venezia e vari riconoscimenti ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento. Tra le altre sue opere ricordiamo La scoperta dell’Alba, Esca Viva, Nico (biopic sulla cantante Christa Päffgen, in arte Nico).

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]