contemporanea
ELEANOR MARX
TRA SOCIALISMO, FEMMINISMO E PATRIARCATO
di Giovanna D’Arbitrio
Il cinema ha senz’altro il merito di
farci riscoprire figure femminili spesso
dimenticate, trascurate anche dalla
storia che nei secoli ha dato sempre
maggior rilievo a quelle maschili. Ed è
stato per l’appunto un film Miss
Marx che ha riportato alla luce
Eleanor Marx, la figlia più
giovane di Karl Marx, donna colta
e poliedrica, scrittrice e traduttrice,
militante socialista e sindacalista, una
donna la cui vita breve e intensa è
stata oscurata negli anni dall’imponente
figura paterna. A lei toccò il compito
di curare post mortem gli scritti
inediti del padre.
Prima di trattare del suddetto film, in
breve riassumiamo la vita di Eleanor
Marx, nota familiarmente come “Tussy”:
nata a Londra nel 1855, fin da giovane
si impegnò in lotte socialiste e
politiche, evidenziando vivace
intelligenza, coraggio e sensibilità
artistica. Femminista convinta non si
accontentò di agire solo sul piano
politico, ma anche come traduttrice di
drammi e romanzi che alla fine
dell’Ottocento cominciavano a presentare
personaggi femminili e le loro
problematiche. Amante della letteratura,
infatti, iniziò a scrivere per il
teatro, a interpretare le opere di
Shakespeare e Ibsen, mentre leggeva
numerosi libri, tra i quali le opere di
Shelley, e traduceva dal francese in
inglese autori come Flaubert.
Frequentando gli amici del padre, si
confrontò con personalità di spicco come
Engels o Liebknecht.
Figlia prediletta di Marx, ne mise in
pratica le idee politiche come fervente
leader, abile oratrice stimata da
lavoratori, sia uomini che donne, che
videro in lei la fusione di socialismo e
femminismo.
Anche le sue vicende sentimentali,
particolari per l’epoca, precorsero i
tempi. Si legò inizialmente a un uomo di
vent’anni più grande Prosper-Olivier
Lissagaray, letterato, giornalista e
politico francese. e in seguito iniziò
una relazione con un uomo sposato,
Edward Aveling, noto commediografo
socialista, con il quale condivise un
forte interesse per il teatro. L’amore
per Edward, tuttavia, anche se intenso
si rivelerà distruttivo per lei: rimasto
vedovo e gravemente malato, Edward si
sposò con una giovane attrice ed Eleanor,
distrutta dal dolore, si suicidò bevendo
del veleno, a soli 43 anni.
Tornando al film, Miss Marx,
scritto e diretto da Susanna
Nicchiarelli, è stato presentato
alla 77ª Mostra d’arte cinematografica
di Venezia, nel settembre 2020. Pur
avendo molti pregi, tuttavia il film non
mette sufficientemente in luce le lotte
sociali di Eleanor, puntando più sulla
vita privata: lucida e volitiva nelle
battaglie politiche, in effetti ella
appare invece intrappolata in un
rapporto amoroso con il suo compagno di
vita, Edward Avelling (Patrick
Kennedy), egoista, fumatore di
oppio e donnaiolo che si indebitava
continuamente, dilapidando l’eredità
lasciata a Eleanor da Friedrich Engels
Significativa la scena in cui Eleanor e
Edward recitano il famoso dialogo tra
Nora e Helmer di Casa di
bambola di Ibsen: Eleanor
sembra impersonare in modo realistico la
dura sorte di una donna condizionata per
tutta la sua vita dalle figure maschili
a lei più care: quella del padre e del
compagno.
Oltre ai condizionamenti educativi,
dalla figura paterna da lei tanto amata
e venerata le arriverà una dolorosa
delusione nello scoprire una relazione
con una serva e un figlio illegittimo,
riconosciuto dall’amico Engels (John
Gordon Sinclair) come suo per salvare il
matrimonio dei Marx. Su tale vicenda
narrata nel film, tuttavia, si ha
un’unica testimonianza: una lettera di
Louise Freyberger, ultima
collaboratrice di Engels. Comunque è
vero che Tussy considerò Freddy come un
fratello al quale scrisse molte lettere
confidenziali.
Più devastante senz’altro il rapporto
con il suo compagno Edward dal quale le
giungerà, come lei stessa ammise, “un’oppressione
morale”, di cui non riuscirà mai a
liberarsi: paragonerà infine l’umiliante
condizione femminile, imposta dal
patriarcato, a quella altrettanto
umiliante e iniqua dei lavoratori
oppressi dalle classi ricche e potenti.
Purtroppo le cocenti delusioni subite,
alla fine indebolirono il suo amore per
la vita e nel 1898, ormai dipendente da
oppio, Eleanor Marx morì suicida.
Senz’altro notevole l’interpretazione
degli attori, esteticamente possenti le
immagini delle scenografie di
Alessandro Vannucci e Igor
Gabriel e dei costumi di Massimo
Cantini Parrini, valido
l’inserimento di filmati d’archivio
testimoni di una realtà storica.
Colpisce l’originale scelta musicale con
la rilettura punk rock di brani celebri,
in particolare nella scena simbolica in
cui Eleanor si scatena in una danza
liberatoria prima del suicidio.
Susanna Nicchiarelli, regista, attrice e
sceneggiatrice, ha scritto e diretto
molti corti e documentari. il suo primo
film, Cosmonauta, del 2009, ha
vinto il Premio Controcampo al
Festival di Venezia e vari
riconoscimenti ai David di Donatello e
ai Nastri d’Argento. Tra le altre sue
opere ricordiamo La scoperta
dell’Alba, Esca Viva,
Nico (biopic sulla cantante Christa
Päffgen, in arte Nico). |