[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

184 / APRILE 2023 (CCXV)


moderna

ALLA RICERCA DELL’EL DORADO
LA IMPRESE SUDAMERICANE DI SIR WALTER RALEIGH

di Enrico Targa

 

La spedizione El Dorado di Raleigh, nota anche come il primo viaggio di Raleigh in Guiana, fu una spedizione militare ed esplorativa inglese guidata da Sir Walter Raleigh che ebbe luogo durante la guerra anglo-spagnola nel 1595.

 

La spedizione partì nel febbraio 1595 per l’esplorazione del fiume Orinoco sulla punta nord-est del Sud America nel tentativo di trovare la leggendaria città di El Dorado. Raleigh conquistò per primo l’insediamento spagnolo di San José de Oruña nella colonia di Trinidad, insieme al governatore Antonio de Berrío, anch’egli alla ricerca della città. Dopo aver interrogato De Berrío, Raleigh e gli inglesi presero possesso della colonia che usarono come base per la loro esplorazione. Nonostante fosse inseguito da una forza spagnola Raleigh navigò con successo lungo il fiume e le insenature, penetrando per circa 400 miglia (640 km) negli altopiani della Guiana.

 

Purtroppo per gli inglesi la spedizione non portò alla scoperta di nessuna città d’oro o città perduta; Raleigh una volta tornato in Inghilterra esagerò il suo racconto (inserendo racconti di avvistamenti delle mitiche donne guerriere delle Amazzoni e della presenza del mitico popolo dei Blemmi). Tuttavia, la spedizione portò a un’importante alleanza con i nativi della regione, che avrebbe avuto un impatto duraturo sulla futura colonizzazione dell’area. Con l’Inghilterra in guerra con la Spagna nel 1585, i corsari inglesi iniziarono a razziare i possedimenti spagnoli e portoghesi e a condurre commerci violando le leggi spagnola.

 

Sir Walter Raleigh godeva già da diversi anni di una grande stima da parte della regina Elisabetta I, in virtù delle sue precedenti imprese in mare che includevano la famosa Cattura della Madre de Deus. Poco dopo, tuttavia, Raleigh subì una breve prigionia per aver sposato segretamente una delle dame di compagnia della regina, Elizabeth Throckmorton (dama della regina Elisabetta), e per averle dato un figlio. Nel tentativo di ristabilire la sua influenza presso la regina, Raleigh, promise la conquista di un “impero ricco d’oro e più redditizio del Perù”, seguendo una delle tante vecchie mappe che indicavano l’esistenza presunta della città. Raleigh mirava a raggiungere il lago Parime negli altopiani della Guyana (la presunta ubicazione della città all’epoca). Raleigh lasciò Plymouth il 6 febbraio 1595 e salpò verso le Azzorre per imbarcare nuovi rifornimenti prima della traversata dell’Atlantico: durante la traversata cattura due navi una spagnola e una fiamminga che gli procurarono molte scorte di vino spagnolo e una grande quantità di armi da fuoco.

 

Raggiunti i Caraibi alla fine di marzo Raleigh pianifica la conquista della colonia spagnola di Trinidad un’isola situata nel Golfo di Paria adiacente alle coste del Venezuela – in particolare il principale insediamento di San José de Oruña, fondato da Berrio nel 1592. Sbarcando ed esplorando il sud dell’isola Raleigh scoprì con stupore molte piantagioni di tabacco e canna da zucchero di buona qualità e il 4 aprile con un centinaio di soldati si impadronì della palizzata di Puerto de España travolgendo la piccola guarnigione spagnola prima di spingersi nell’entroterra con l’intento di catturare San José de Oruña.

 

L’effetto sorpresa premiò la temerarietà degli inglesi: il sindaco Alvaro Jorge e il governatore de Berrio furono fatti prigionieri. Raleigh acconsentì alle richieste di grazia del governatore a patto che gli fornisse informazioni utili alla ricerca della città d’oro (l’inglese liberò cinque capi indiani tenuti incatenati e alla fame da Berrio). Onde evitare di essere travolti travolti da un eventuale controffensiva gli inglese eressero un forte e pochi giorno dopo ,il 15 aprile, Raleigh partì dalla sua base con un centinaio di uomini portando provviste per quasi un mese ma dovevano partire il più velocemente possibile: gli era giunta la notizia di una massiccia spedizione spagnola nell’area.

 

Questa voce si è rivelerà fondata; una forza spagnola guidata da un capitano Felipe de Santiago, uno degli ufficiali fidati di Berrio, con un certo numero di canoe partì dalla sua base sull’isola Margarita alla ricerca di Raleigh. Gli inglesi iniziarono il più rapidamente possibile la navigazione del fiume Orinoco e man mano che proseguivano attraverso il fiume, si aprirono una miriade di corsi d’acqua, ma Raleigh e i suoi uomini risalirono il fiume percorrendo prima il fiume Manamo.

 

Mentre la spedizione si dirigeva sempre più lontano, Raleigh e i suoi uomini iniziarono presto a soffrire per il caldo e le piogge tropicali; la giungla si faceva più fitta e l’equipaggio dovette aprirsi un varco nella volta vegetazione e una guida indiana sparì nel nulla. Per loro fortuna gli inglesi trovarono un villaggio di indiani molto pacifici dove si procurarono non solo una guida, ma anche pesce, pane e pollame. Dopo essersi rifocillati ripartirono attraverso un tratto in cui la giungla era fitta e nel giro di pochi giorni raggiunsero la savana della valle dell’Orinoco. Il morale dell’equipaggio si è risollevato: uno di loro preso dall’entusiasmo, decise di nuotare ma è fu divorato da un coccodrillo e quest’episodio ebbe un impatto devastante sul morale degli uomini; si resero conto che il fiume qui pullulava di rettili.

 

Nonostante l’ambiente ostile il 27 aprile gli inglesi riuscirono a respingere l’attacco di Santiago (fece ritorna sull’isola di Margherita) e a catturare le guide indiane degli spagnoli, cibo e molte canoe. Il giorno successivo la spedizione raggiunse l’ampia confluenza del Rio Caroni (è il secondo fiume per importanza del Venezuela, dopo l’Orinoco. Ha una lunghezza complessiva di 952 km; nasce dal Tepui Kukenán e sfocia nell’Orinoco nelle vicinanze di Ciudad Guayana). Qui Raleigh incontrò altre tribù di indigeni; prima il popolo Warao e poi i Pemon. Dopo aver mostrato la loro vittoria sugli spagnoli rappresentata da una canoa catturata, gli inglesi stabilirono con successo relazioni pacifiche. Nel territorio antistante alla confluenza del Rio Canori Raleigh entrò in un grande villaggio, forse vicino all’odierna Ciudad Guayana, governato da un anziano capotribù di nome Topiawari; Raleigh fece amicizia presentandosi come un acerrimo nemico un nemico degli spagnoli sapendo bene che quest’ultimi erano detestati dai nativi.

 

Ed ecco la tanto attesa notizia: Topiawari raccontò a Raleigh di una ricca cultura che viveva sulle montagne convincendo facilmente gli inglesi che quella cultura fosse una propaggine della ricca cultura Inca del Perù doveva essere la leggendaria città di Manoa. Prima di partire per la mitica città di Manoa Raleigh lasciò due dei suoi uomini come ostaggi e prese in cambio il figlio di Topiawari; questo scambio suggellò un’alleanza tra inglesi e indigeni in funzione antispagnolo.

 

Alcune delle navi rimasero nel villaggio per fare rifornimento in vista del viaggio di ritorno mentre Raleigh e Kemys iniziarono le ricerche guidati dal figlio di Topiawari. Risalirono il fiume Caroní, inviando esploratori alla ricerca di oro e miniere, stringendo alleanze con tutti i nativi che incontravano (gli suoi esploratori riportarono delle rocce nella speranza che ulteriori analisi potessero rivelare il minerale d’oro). Mentre si spingevano oltre, Raleigh notò un cambiamento nel paesaggio e descrisse un tepuy (montagna a cima piatta ). Vide e registrò il più grande, il Monte Roraima: un monte alto quasi 2.800 metri e in sommità si possono osservare una vegetazione e una fauna, oltre a un paesaggio, unici al mondo.

 

Vi si trovano diversi tipi di piante carnivore e delle minuscole rane nere che non saltano, gli unici vertebrati dell’area. La montagna è delimitata su tutti i lati da scogliere che si innalzano per 400 metri (1.300 piedi). Inoltre, Raleigh osservò circa dodici cascate: “più alte di qualsiasi guglia di chiesa” che avesse visto. Una volta sbarcati gli inglesi sbarcati camminarono a piedi per avere una visione più ravvicinata e accurata e descrissero l’area circostante come la più bella che avessero mai visto.

 

Proprio il Roraima fu d’ispirazione ad Arthur Conan Doyle per scrivere il romanzo Il mondo perduto. Il monte compare anche nel film L’ignoto spazio profondo di Werner Herzog. Al di là della fascinazione per aver visto un ambiente naturale unico al mondo la spedizione aveva percorso quasi 400 miglia (640 km) nell’entroterra e con l’arrivo della stagione delle piogge Raleigh conscio di aver fatto abbastanza diede l’ordine di tornare indietro. Una volta tornati al villaggio di Topiawari, il figlio accettò di tornare in Inghilterra con Raleigh aa una volta battezzato assunse il nome di Gualtero.

 

Dopo essersi unito all’altro equipaggio rimasto nel villaggio, Raleigh tornò a Trinidad ma lungo la strada apprese da un cacicco di una miniera d’oro vicino al Monte Iconuri e mandò Lawrence Keymis con un piccolo distaccamento a indagare. Keymis si avvicinò al luogo, che in realtà era a poche miglia da Santo Tomas ; osservò una grande cascata (oggi Llovizna Falls) e sebbene non abbia visto la miniera, dalla qualità della roccia di quarzo che ha visto e conservato, ha garantì che il luogo era ricco di pietre preziose e altre ricchezze. Raleigh tornò a San José de Oruña e miracolosamente, a parte l’attacco del coccodrillo, non aveva perso uomini a causa delle malattie o degli stenti. Una volta arrivato al forte fu presa la decisione di tornare in Inghilterra, ma non prima di portare via tutti gli oggetti di valore e di radere al suolo il fortilizio nonostante le proteste di de Berrío. Raleigh sbarcato sull’isola Margarita saccheggiò l’intera isola e lasciò a terra de Berrío.

 

Il 13 luglio, Raleigh finalmente incontrò Preston e Somers e gli fu detto delle loro straordinarie imprese: della cattura di Caracas, La Guaira e Coro. I Venti contrari li costrinsero ad abbandonare l’idea di cercare la colonia di Roanoke (insediamento inglese nella Carolina del Nord) e arrivarono in Inghilterra entro la fine di agosto 1595.

 

Una volta arrivato in Inghilterra Raleigh fu accolto con lodi poco brillanti. Un finanziatore di nome Cecil rimase deluso dalla mancanza di bottino e oro considerando che aveva investito un capitale considerevole nella spedizione; un assessore londinese fece esaminare le rocce e le considerò prive di valore anche se contenevano dell’oro (da altri accusato di frode per aver nascosto l’oro in regioni remote del Devon e della Cornovaglia). Dopo queste accuse Raleigh si infuriò e decise di scrivere e pubblicare un resoconto esagerato della spedizione con il titolo di The Discovery of rich and beautiful empire of Guiana, un’opera che in qualche modo esagerava l’intera regione.

 

Nonostante ciò, il libro divenne popolare non solo in Inghilterra, ma anche in Francia e nei Paesi Bassi. Raleigh rimandò Kemys in Guyana l’anno successivo per rinnovare l’alleanza con gli indiani (in realtà lo scopo della missione era quello di ottenere informazioni strategiche per un’eventuale colonizzazione inglese: bisognava mappare l’Orinoco, registrare le tribù amerindie e preparare rapporti geografici, geologici e botanici del paese.

 

Kemys questa volta si spinse molto più all’interno lungo le rive del fiume Essequibo e raggiunse quello che credeva erroneamente fosse il lago Parime. Descrisse con accuratezza la costa della Guiana nel suo Rapporto sul secondo viaggio in Guiana dopo il suo ritorno. Nel frattempo l’integerrimo e sfortunato De Berrío appena possibile partì con una spedizione spagnola formata da 470 uomini al comando di Domingo de Vera Ibargoyen alla ricerca di El Dorado.

 

Mentre avanzavano nell’entroterra, tuttavia, gli amerindi, ora alleati con l’Inghilterra, attaccarono e distrussero l’intera forza di Vera e Berrio perdendo 350 uomini. Gli altri cercarono di ritirarsi ma subito dopo le malattie e la carestia ridussero i sopravvissuti a solo un pugno di uomini. Tornando a Raleigh nel 1617 fu rilasciato dal carcere per ordine di Giacomo I tornò per continuare la sua ricerca di El Dorato in una seconda spedizione, ma cercò di evitare ogni conflitto con gli spagnoli. Con Kemys e suo figlio, Watt Raleigh si pose alla ricerca di una supposta miniera d’oro presso il monte Iconuri.

 

A ogni modo, Raleigh si ammalò e rimase al campo sull’isola di Trinidad. Kemys proseguì nel fiume Orinoco e Watt venne ucciso in una battaglia con gli spagnoli al comando di Diego Palomeque de Acuña durante il saccheggio di Santo Tome de Guayana . Non venne reperito dell’oro e Kemys scoraggiato e sentendosi responsabile per la morte del figlio di Walter, decise poco dopo di suicidarsi (Kemys, infatti, aveva già avvisato Raleigh via lettera del disastro della spedizione e della morte di suo figlio). Kemys tentò di spararsi con la propria pistola, ma dal momento che si ferì solo di striscio decise di finirsi con una pugnalata al cuore.

 

Al ritorno di Raleigh in Inghilterra, re Giacomo I ordinò che gli fosse tagliata la testa per aver disobbedito agli ordini di evitare ogni conflitto con gli spagnoli. Il primo colonizzatore inglese delle Americhe venne decapitato nel 1618. Dopo quasi cento anni nel 1713, la Spagna e la Gran Bretagna firmarono il Trattato di Utrecht, in base al quale gli inglesi accettarono di impedire ai loro cittadini di visitare le colonie spagnole in America Latina senza la previa approvazione dei funzionari coloniali. Con la posizione aggressiva adottata dagli indiani nei confronti degli odiati spagnoli, questi non tornarono mai in forze nella regione. Ciò permise ad altri paesi europei (francesi, inglesi e olandesi) di stabilire colonie nell’area nei due secoli successivi con la creazione della Guyana olandese, della Guyana francese e della Guyana britannica.

 

All’inizio del XIX secolo, quando più esploratori arrivarono nella regione, l’esistenza del Lago Parime fu definitivamente smentita dalla spedizione (1799-1804) nelle Americhe del grande geografo tedesco Alexander von Humboldt. A partire dall’inizio del XX secolo sono state portate a termine una serie di spedizioni che hanno avuto come scopo la ricerca del Paititi (la città perduta degli Inca), da alcuni individuato come il vero El Dorado. La prima di queste spedizioni fu quella intrapresa dall’esploratore inglese Percy Fawcett, nel 1925.

 

Nel 1987-1988, una spedizione guidata da John Hemming della Royal Geographical Society non riuscì a scoprire alcuna prova dell’antica città di Manoa sull’Isola di Maracá nel centro-nord di Roraima. I membri della spedizione sono stati accusati di saccheggio di manufatti storici ma un rapporto ufficiale della spedizione lo descriveva come “un’indagine ecologica”.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Victor Von Hagen, L’Eldorado, alla ricerca dell’uomo d’oro, Rizzoli, Milano 1976.

Samuel Morrison, Storia della scoperta dell’America. La conquista del Sud, Rizzoli, Milano 1971. 

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]