N. 69 - Settembre 2013
(C)
IN MEMORIA DI CEFALONIA
L’ECCIDIO DELLA DIVISIONE AQUI
di Christian Vannozzi
L’isola
di
Cefalonia
(Κεφαλλονιά
in
greco)
è la
maggiore
delle
isole
Ionie
ed è
ricca
di
boschi
e
paesaggi
naturali.
Questo
luogo
incantevole
fu
teatro,
durante
l’occupazione
italiana
della
Grecia
nel
Secondo
Conflitto
Mondiale,
di
uno
dei
più
grandi
atti
di
eroismo
che
il
popolo
italiano
abbia
mai
mostrato.
Qui
si
consumò
infatti
l’eccidio
della
Divisione
italiana
Aqui
per
mano
dei
soldati
tedeschi
che
avevano
mal
gradito
l’armistizio
firmato
dal
Maresciallo
Badoglio
l’8
settembre
del
1943.
Le
armate
italiane
occuparono
il 1
maggio
1941
l’isola
in
seguito
ai
piani
bellici
mussoliniani
che
prevedevano
per
l’Italia
un
ruolo
egemone
nell’Europa
Meridionale
in
virtù
di
una
separazione
del
mondo
occidentale
tra
Germania
e
Italia.
La
guerra
però
non
andò
per
l’Italia
come
il
duce
Mussolini
prevedeva,
e
nel
corso
del
1943,
a
causa
di
numerose
sconfitte
subite
in
Africa
Settentrionale,
gli
italiani
dovettero
ripiegare
in
Italia,
dove
furono
raggiunti
dagli
Anglo-Americani,
che
dopo
essere
sbarcati
in
Sicilia
ottenerono
il 3
settembre
del
1943
un
armistizio
dal
nostro
governo.
L’8
settembre
fu
ufficializzato
l’armistizio
che
avrebbe
dovuto
portare
il
Paese
alla
resa.
Da
quel
momento
la
Divisione
Aqui,
che
controllava
l’isola
insieme
a un
contingente
tedesco
fu
ritenuta,
come
del
resto
tutta
l’Italia,
una
guarnigione
di
traditori
dagli
ex
alleati
nazisti,
che
intimarono
ai
soldati
italiani
immediatamente
la
resa
e il
disarmo.
A
seguito
del
rifiuto
dei
militari
alla
resa
avvenne
uno
scontro
armato
tra
italiani
e
tedeschi
che
portò
al
totale
annientamento
della
Divisione
italiana
che
perse
in
combattimento
3.000
uomini.
I
superstiti
5.000
uomini
furono
giustiziati
nei
giorni
che
andarono
tra
il
14 e
il
22
settembre
senza
alcuna
pietà.
Sono
passati
70
anni
da
questo
eccidio
che
ha
visto
protagonisti
i
nostri
soldati
e
per
questa
occasione
i
giornalisti
Vincenzo
Grienti
e
Laura
Malandrino,
alla
luce
di
nuovi
documenti
trovati
nel
‘baule
dei
ricordi’
del
caporal
maggiore
Angelo
Emilio,
del
317
Fanteria
Aqui
scomparso
nello
scorso
aprile
2008
hanno
dato
vita
al
saggio
storico
Settembre
1943.
Cefalonia,
nel
baule
della
storia:
la
memoria
dell’eccidio,
edito
dalla
GB
EditoriA.
L’ex
caporale
siciliano
Emilio
dal
suo
ritorno
in
patria,
dopo
aver
subito
la
prigionia
in
un
campo
russo,
cercò
sempre
di
capire
cosa
successe
in
quei
tragici
giorni
a
Cefalonia,
il
lavoro
di
ricerca
di
una
vita
è
contenuto
in
questo
‘baule’
che
getta
una
nuova
luce
su
ciò
che
effettivamente
successe
quei
tragici
giorni
che
seguirono
l’abbandono
delle
nostre
truppe
in
Grecia
da
parte
di
un
Regno
e di
un
Governo
che
crearono
una
frattura
insanabile
con
il
Paese
e
che
preferirono
fuggire
piuttosto
che
subire
la
stessa
sorte
dei
propri
sudditi.
Aprendo
questo
baule
i
due
giornalisti
hanno
trovato
libri,
ritagli
di
giornali,
corrispondenze
personali
e
appunti
che
possono
dare
risposte
a
interrogativi
rimasti
da
decenni
senza
risposta
e a
polemiche
sui
tragici
eventi
avvenute
nelle
isole
greche.
Grazie
a
questo
saggio
viene
portata
alla
luce
sia
la
memoria
storica
come
commemorazione
di
un
evento
avvenuto
nel
settembre
di
70
anni
fa,
che
quella
più
strettamente
personale
di
militari
siciliani
amici
e
conterranei
di
Angelo
Emilio,
le
cui
lettere
diventano
una
fonte
indiscutibile
e
indispensabile
per
ricostruire
quei
tragici
giorni
che
precedettero
e
seguirono
la
tragedia.
Speranze
deluse,
sogni
infranti,
desideri
non
più
realizzabili
vengono
raccolti
dal
caporal
maggiore
siciliano,
che
compila
una
lista
di
amici
e
militari
che
come
lui
partirono
dalla
Sicilia
ma
che
non
fecero
più
ritorno
nella
loro
amata
isola
e
non
poterono
più
riabbracciare
le
persone
che
amavano.
Eroi
non
riconosciuti
da
un
Regno
che
li
aveva
abbandonati,
che
aveva
preferito
mettersi
sotto
le
ali
protettive
degli
Alleati,
forti
e
inespugnabili,
senza
pensare
a
ciò
che
sarebbe
accaduto
in
Grecia
e
nel
resto
dell’Europa
ancora
occupata
dalle
truppe
hitleriane
che
non
avrebbero
mai
perdonato
l’affronto
subito
dagli
italiani.
Questi
uomini
sono
ora
riportati
‘in
vita’
e la
loro
memoria
alla
luce
da
questo
lavoro
di
ricerca
nato
dal
‘baule
dei
ricordi’,
ultimo
regalo
del
caporale
Emilio
ad
amici
più
sfortunati
di
lui
ma
che
hanno
continuato
a
vivere
nei
suoi
pensieri
e
nel
suo
cuore
e
che
ora
vivranno
anche
nei
nostri.