N. 85 - Gennaio 2015
(CXVI)
UN DISCO TI SALVERÀ LA VITA
PARTE V – (WHAT’S THE STORY) MORNING GLORY?
di Andrea Bajocco
Siamo
in
pieni
anni
’90.
Per
la
precisione
corre
l’anno
1995
e a
Manchester
i
fratelli
Liam
e
Noel
Gallagher
devono
affrontare
la
più
difficile
delle
battaglie
artistiche:
devono
riuscire
nell’impresa
di
ripetersi.
Se
si
scorre
indietro
nel
tempo
si
possono
trovare
decine,
centinaia
di
gruppi
che
dopo
l’exploit
iniziale
non
sono
riuscite
a
confermarsi,
sparendo
di
fatto
in
quel
buco
nero
musicale
che
non
lascia
scampo.
Gli
Oasis
affrontano
una
sfida
per
nulla
agevole.
Gli
straordinari
risultati
ottenuti
da
Definitely
Maybe
sembrano
inarrivabili
ma
la
band
mancuniana
tenta
l’impresa.
Impresa
che
incredibilmente
riesce.
Una
vittoria
su
tutta
la
linea
che
porta
con
sé
come
premio
le
chiavi
dell’olimpo
della
musica.
(What’s
the
story)
morning
glory
raggiunge
il
podio
dei
dischi
più
venduti
di
sempre
nel
Regno
Unito
fermandosi
al
terzo
posto
appena
dietro
due
mostri
sacri:
il
Greatest
Hits
dei
Queen
e
Sgt.
Pepper's
Lonely
Hearts
Club
Band
dei
Beatles.
Come
fatto
da
questi
ultimi
circa
25
anni
prima
(nel
1969
vide
la
luce
Abbey
Road),
anche
gli
Oasis
hanno
voluto
omaggiare
Londra
con
la
copertina
dell’album.
Se i
Baronetti
di
Liverpool
si
erano
fatti
fotografare
sulle
celeberrime
strisce
pedonali
di
Abbey
Road,
i
Bad
Boys
di
Manchester
hanno
optato
per
la
rappresentazione
di
una
via
di
Londra,
Berwick
Street,
di
prima
mattina
con
due
persone
–
questa
volta
comuni,
non
membri
della
band
–
riprese
appositamente
fuori
fuoco
con
il
fine
di
creare
un
alone
di
mistero
intorno
ai
due
personaggi.
Curiosamente,
delle
decine
di
scatti
effettuati,
la
fotografia
scelta
come
copertina
definitiva
è
stata
la
prima...
La
metà
degli
anni
’90
porta
a
una
vera
“battaglia”
tra
gli
Oasis
e i
Blur,
la
cosiddetta
Battle
of
the
Bands
che
ha
visto
i
due
gruppi
sfidarsi
a
colpi
di
singoli,
consensi
e
vendite.
Gli
Oasis,
da
parte
loro,
potevano
vantare
in
un
lavoro
che
poteva
essere
considerato
l’album-manifesto
del
movimento
Britpop,
sia
per
quanto
riguarda
l’aspetto
contenutistico,
sia
per
il
lato
musicale.
Al
suo
interno
si
trovano
i
singoli
più
famosi
del
gruppo,
magistralmente
scritte
dal
genio
di
Noel
che,
tuttavia,
si è
sempre
messo
un
po’
in
disparte
a
favore
del
fratello
minore
Liam
che
ha
dalla
sua
“soltanto”
il
pregio
di
aver
cantato
(e
decantato)
con
la
sua
voce
graffiante
le
note
e le
liriche
create
dal
primogenito
di
casa
Gallagher.
Dopo
la
traccia
d’esordio
(Hello),
con
la
quale
gli
Oasis
“salutano”
il
pubblico
presentando
l’album
il
nuovo
album,
parte
il
rock
puramente
inglese
di
Roll
With
It
con
il
quale
parte
a
tutti
gli
effetti
la
battaglia
con
i
Blur.
Infatti
lo
stesso
giorno
della
pubblicazione
del
singolo
degli
Oasis,
è
stata
pubblicato
Country
House
il
singolo
di
Damon
Albarn
e
soci.
L’album
incontra
i
suoi
due
pezzi
più
pregiati,
le
tracce
più
amate
dal
pubblico:
Wonderwall
e
Don’t
Look
Back
in
Anger.
La
prima
(letteralmente
“muro
delle
meraviglie”)
è
una
parola
apparentemente
senza
senso,
ma
in
realtà
rappresenta
un
omaggio
a
George
Harrison
che
l’aveva
usata
per
il
titolo
di
una
sua
produzione.
Il
videoclip
di
Wonderwall,
interamente
in
bianco
e
nero,
è
tra
i
più
famosi
di
tutta
la
storia
musicale
degli
Oasis.
La
seconda
è la
canzone
forse
più
importante
della
band.
È
stata
infatti
votata
dai
lettori
di
Q
Magazine
come
“ventesima
canzone
più
bella
di
tutti
i
tempi”.
Inoltre
NME
l’ha
decretata
come
“ritornello
più
esplosivo”
dalla
rivista
NME.
Come
se
non
bastasse,
il
carico
da
11
lo
mette
Paul
McCartney
che
l’ha
commentata
così:
“[...]
ci
troviamo
davanti
ad
una
delle
melodie
più
belle
di
tutti
i
tempi”.
Il
disco
scorre
piacevole
con
Hey
Now!
e la
prima
Untitled
(anche
conosciuta
come
The
Swamp
Song
-
Excerpt
1),
prima
di
imbattersi
nel
rock
di
Some
Might
Say.
Questa,
con
le
sue
polemiche
che
sfociano
in
un
neanche
troppo
cauto
ottimismo,
risulta
fondamentale,
insieme
alla
b-side
Acquiesce
–
che
l’accompagna
nel
singolo
a 45
giri
–
per
capire
il
concetto
con
il
quale
i
fratelli
Gallagher
intendono
gli
Oasis.
I
due
pezzi
successivi,
Cast
No
Shadow
(dedicata
al
collega
e
amico
Richard
Ashcroft)
e
She’s
Electric,
sono
in
pieno
stile
Oasis,
mentre
con
la
“quasi
title
track”
Morning
Glory
si
rientra
vorticosamente
nel
mirino
del
rock.
La
seconda
Untitled
(detta
anche
The
Swamp
Song
-
Excerpt
2)
funge
da
ponte
levatoio
che,
dalle
onde
marine
iniziali,
accompagna
l’ascoltatore
verso
quel
paradiso
si
offre
perfettamente
con
Champagne
Supernova,
traccia
psichedelica
di
Lennoniana
memoria.
Il
senso
del
testo
risulta
difficili
da
interpretare,
anche
perché
come
detto
da
Noel:
“[...]
Alcune
della
parole
sono
state
scritte
quando
ero
un
po’
fuori
di
testa:
‘Un
giorno
mi
troverai
intrappolato
sotto
una
frana
in
una
supernova
di
champagne
nel
cielo’.
Non
penso
che
arriverò
mai
ad
essere
più
psichedelico
di
così.
[...]
La
canzone
è un
po’
un
racconto
epico:
riguarda
quando
eri
giovane,
e
vedevi
le
persone
nei
gruppi
e
pensavi
a
cosa
avessero
fatto
per
te,
e
non
avevano
fatto
nulla...”.
Stravolgendo
le
attese,
quindi,
gli
Oasis
hanno
vinto
la
loro
scommessa
e,
fino
al
2009
(anno
del
litigio
definitivo
(?)
tra
i
due
fratelli
Gallagher)
hanno
inanellato
una
serie
di
trionfi
che
sono
valsi
al
gruppo
l’ingresso
nella
Hall
of
Fame
della
musica
mondiale.