N. 81 - Settembre 2014
(CXII)
UN DISCO TI SALVERà LA VITA
PARTE I - ACHTUNG BABY
di Andrea Bajocco
Novembre 1991. Bono
Vox, The
Edge,
Larry
Mullen
Jr e
Adam
Clayton
sembrano
cambiare
rotta.
Con Island
Records, è stato infatti
creato
un
disco
innovativo;
un
disco
che,
dopo
le
sperimentazioni
di
Rattle
and
Hum
(fortemente
condizionato
dal
mito
americano),
rappresenta
una
svolta
nella
musica
della
band
irlandese.
Registrato
tra
Dublino
e la
Berlino
del
“dopo
muro”,
il
disco
–
come
di
consueto
politicamente
attivo
–
già
nel
titolo
presenta
un
chiaro
riferimento
al
periodo
storico
berlinese.
Quell’Achtung
sembra
volto
a
preparare
il
mondo
intero
(ma
anche
il
singolo
ascoltatore
dell’album)
all’inizio
di
un
cambiamento
radicale.
Ne
conseguirono
non
pochi
problemi
all’interno
del
gruppo.
I
membri
si
sono
ritrovati
divisi
in
due
“fazioni”,
alla
ricerca
di
un
punto
comune
per
continuare
a
suonare
insieme.
Da
una
parta
Bono
e
The
Edge,
stufi
del
sound
classico
e
lineare
che
aveva
contraddistinto
i
precedenti
album,
volevano
dare
il
via
al
tanto
agognato
cambiamento,
dall’altra
Larry
e
Adam
non
erano
affatto
d’accordo.
Le
prime
prove,
infatti,
verranno
registrate
soltanto
dai
primi
due...
Si
parte
con
Zoo
Station,
il
cui
titolo
fa
riferimento
alla
linea
U2
della
metro
berlinese;
in
particolare
alla
fermata
dello
zoo
reso
famoso
da
Christiane
F.
nel
1978.
Bono
è
pronto
al
neue
kurs
della
band
e lo
dichiara
senza
remore,
attraverso
la
sua
voce
–
per
la
prima
volta
filtrata
–
con
il
suo
I'm
ready
for
what's
next.
I
riff
di
The
Edge
fanno
da
cornice
a
Even
Better
Than
The
Real
Thing,
dove
la “real
thing”
è in
realtà
l’originale.
La
canzone
infatti
tende
a
evidenziare
l’atteggiamento
sbagliato
secondo
cui
le
copie
di
poco
valore
vengono
considerate
più
degli
originali.
La
terza
traccia,
One,
è la
più
importante
dell’album
nonché
la
più
famosa
dell’intera
storia
degli
U2.
Curioso
come
sia
nata
nel
periodo
in
cui
i 4
erano,
come
detto,
ai
ferri
corti.
Non
a
caso,
dietro
a un
testo
che
di
primo
impatto
sembra
parlare
di
rispetto
e
perdono
all’interno
di
un
amore
(Bono
e
The
Edge
hanno
pubblicamente
smontato
questa
tesi),
si
celano
riferimenti
al
rapporto
che
va
logorandosi
all’interno
di
un
nucleo
familiare,
intendendo
il
gruppo
come
una
vera
famiglia.
Inoltre,
le
due
colonne
portanti
del
gruppo,
hanno
introdotto
altre
interessanti
chiavi
di
lettura.
Una
su
tutte
è
quella
secondo
la
quale
il
testo
parla
di
nette
separazioni
(quella
cui
sono
state
costrette
per
40
anni
Germania
Est
e
Germania
Ovest,
quella
di
The
Edge
dalla
moglie
e
quella
tra
un
padre
e il
figlio
tossicodipendente).
Il
disco
continua
con
l’onirica
Until
The
End
Of
The
World,
scritta
come
colonna
sonora
dell’omonimo
film
ma
che
di
fatto
non
tratta
gli
argomenti
presenti
nel
film.
Il
testo
infatti,
ironico
e
disilluso
come
quasi
tutto
l’album,
è un
dialogo
tra
Gesù
Cristo
e
Giuda,
con
quest’ultimo
che
si
autoaccusa,
pentendosene,
del
tradimento.
Le
voci
intorno
a
Who’s
Gonna
Ride
Your
Wild
Horses
parlano
di
una
presunta
relazione
extraconiugale
di
uno
tra
Edge
e
Bono.
Nessuno
del
gruppo
ha
mai
confermato
né
ha
dato
informazioni
su
chi
dei
due
fosse
al
centro
della
questione.
Tuttavia
i
sospetti,
proprio
per
il
divorzio
in
corso,
vanno
chiaramente
sul
chitarrista.
Ancora
una
volta
la
separazione
di
Edge
funge
da
chiave
di
volta
per
l’album.
Anche
la
sesta
traccia,
So
Cruel,
si
riferisce
ai
disagi
interiori
dell’eclettico
chitarrista.
Gli
assoli
emanano
dolore,
passione.
Edge
è in
un
momento
critico
ed è
paradossale
che
proprio
nel
momento
più
buio
tocca
i
picchi
più
alti
della
sua
carriera.
Un
Bono
di
luciferiana
memoria
che,
con
una
chiamata
telefonica
dagli
inferi,
racconta
a un
bambino
i
segreti
e i
misteri
della
vita.
The
Fly,
primo
singolo
estratto
dall’album
e
che
di
fatto
presenta
Achtung
Baby,
è
probabilmente
la
canzone
che
più
rappresenta
il
cambiamento
stilistico
degli
U2.
Tutto
secondo
logica
per
Bono
e
soci
quindi,
se
non
fosse
che
il
credito
telefonico
si
esaurisce
e il
Diavolo
non
può
spiegare
“tutto”
all’innocente
bambino...
L’universo
femminile
travestito
da
satellite.
La
donna,
vista
come
Luna,
al
centro
degli
sguardi
e
dei
pensieri
degli
uomini.
L’amore
per
le
donne,
gli
U2
lo
trasmettono
grazie
a
Misterious
Ways,
canzone
piuttosto
semplice
(anche
se
con
richiami
sonori
quasi
funk)
e
grazie
a
una
metafora
geniale.
Tryin'
to
Throw
Your
Arms
Around
the
World
racconta
ironicamente
la
serata
di
un
uomo
che,
dopo
aver
alzato
un
po’
troppo
il
gomito
al
Flaming
Colossus
(locale
di
Los
Angeles)
non
riesce
suo
malgrado
a
infilare
la
chiave
e ad
aprire
quindi
la
porta.
Con
Ultraviolet
(Light
My
Way)
Bono
ringrazia
la
moglie
Ali
per
la
nascita
della
loro
seconda
figlia.
È un
testo
che
parla
dell’amore
con
occhio
finalmente
ottimista,
quasi
in
contrasto
con
quanto
proposto
fino
a
questa
traccia.
Acrobat
continua
in
qualche
modo
il
discorso
fatto
per
Even
Better
Then
the
Real
Thing.
Il
dover
seguire
una
moda,
essere
tutti
omologati
viene
ancora
una
volta
malvisto
dall’intera
band,
nel
momento
di
maggior
cambiamento
della
sua
storia.
L’amore
visto
come
una
passione
che
rende
ciechi.
O
come
un
terrorista
che
sta
per
commettere
una
strage.
O,
più
semplicemente,
entrambi.
Continui
riferimenti
ad
attacchi
terroristici
accompagnano
Love
is
Blindness,
canzone
dal
valore
assoluto
e
che
vanta
un
assolo
di
chitarre
inaspettato
e
del
tutto
improvvisato
durante
le
registrazioni
da
Edge.
Un
assolo
di
dolore,
a
rispecchiare
la
fine
dell’amore,
la
cecità
portata
da
quest’ultimo,
e il
senso
di
vuoto
che
il
mondo
prova
durante
a
stragi
(non
solo
terroristiche)
che
vanno
continuamente
a
minare
la
vita
di
tutti
i
giorni.