[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

N° 153 / SETTEMBRE 2020 (CLXXXIV)


contemporanea

DIPLOMAZIA DIGITALE

I RAPPORTI DIPLOMATICI CON LA CINA DA NIXON A TRUMP

di Roberta Meloni

 

L’amministrazione Nixon è storicamente ricordata più per i suoi difetti che pregi, tra tutti il Watergate che rappresentò lo scandalo che per eccellenza macchiò questa amministrazione di hybris e abuso di potere. Tuttavia esistono dei lati positivi dei quali l’amministrazione Nixon gode e, per tale ragione, deve essere ricordata.

 

In primo luogo, il contributo di Nixon all’apertura verso Cina è da annoverare tra gli eventi storici più imponenti che rivoluzionò non solo le relazioni internazionali, ma anche la politica estera americana. Basandosi sull’idea di preservare gli interessi americani e la sicurezza nazionale nella regione dell’Asia-Pacifico, l’eredità dell’amministrazione Nixon in materia di relazioni diplomatiche con la Cina ha spinto le amministrazioni statunitensi successive a condurre i rapporti con Pechino sulla base della politica di “engagement e détente”, segnando un notevole allontanamento dalla tradizionale politica di contenimento.

 

Eppure, l’apertura alla Cina nel lontano 1972, durante la storica settimana che cambiò il mondo, non sarebbe stata possibile senza una diplomazia segreta e triangolare che rappresentò un elemento essenziale della strategia Nixon-Kissinger durante la guerra fredda. Avvalendosi di un’elaborata rete di canali di comunicazione, specialmente i back channel, di lunghi e difficoltosi negoziati diplomatici, della sapienza e maestria di uno stratega come Henry Kissinger nel condurli, e della predilezione per una diplomazia segreta per attuarli, l’eredità di Nixon in materia di politica estera verso la Cina è senz’altro uno dei principali aspetti che meritano un riguardo considerevole.

 

La nozione di diplomazia pubblica può essere generalmente descritta come gli sforzi compiuti dai governi nazionali per influenzare il pubblico di un’altra nazione al fine di trasformare a proprio vantaggio la politica estera della nazione di destinazione. Il termine è stato usato per la prima volta nel 1965 da Edmund Gullion, preside della Fletcher School of Law and Diplomacy della Tufts University e fondatore del Centro Edward R. Murrow per la Diplomazia Pubblica, il quale sosteneva che il flusso transnazionale di informazioni è centrale alla nozione di diplomazia pubblica perché è il tentativo di influenzare gli atteggiamenti del pubblico sulla formazione e l’attuazione delle politiche estere.

 

La diplomazia pubblica è stata, ed è tutt’ora, uno strumento permanente della politica estera e della sicurezza nazionale americana fin dalla seconda guerra mondiale, sebbene la vera “età dell’oro” si sia verificata durante la guerra fredda.

 

A tal proposito, con l’amministrazione Nixon non solo la diplomazia pubblica, ma anche quella segreta è diventata la pietra miliare della guerra fredda applicata alla grande strategia americana per l’allentamento delle tensioni con l’Unione Sovietica e il riavvicinamento alla Cina.

 

In linea con la visione del mondo di Nixon e Kissinger basata sugli interessi geopolitici e sulla realpolitik, la United States Information Agency - USIA svolse un ruolo essenziale nel mantenere i negoziati top secret e sensibili. Ad esempio, un’attenzione significativa fu dedicata alla gestione del viaggio segreto di Kissinger e dei negoziati con Pechino che non furono resi noti al pubblico fino all’annuncio nazionale di Nixon della sua visita in Cina nel febbraio 1972.

 

Tuttavia, l’eredità diplomatica di Nixon verso la Cina si è evoluta in maniera radicale durante l’ex amministrazione Obama e l’attuale amministrazione Trump diventando diplomazia digitale. Questa trasformazione non è solo il risultato di un progresso tecnologico che ha interessato la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, ma anche il modo attraverso cui tale progresso tecnologico ha influenzato la pratica della diplomazia pubblica.

 

In particolare, l’avvento dei social media ha rivoluzionato la maniera in cui i governi nazionali e i leader politici realizzano le loro strategie nazionali ed estere. Con essi, la diplomazia pubblica e segreta di Nixon verso la Cina, una pietra miliare che caratterizzò la condotta della guerra fredda, si è evoluta nel XXI secolo in un’eredità rinnovata tesa alla cyber-diplomazia, caratterizzata da connettività, interattività e decentralizzazione dello scambio di informazioni.

 

Questa evoluzione ha comportato un cambiamento di approccio del governo americano in materia di diplomazia pubblica, inaugurato dall’ex Presidente Obama e portato avanti dal Presidente Trump, che mira a raggiungere il pubblico cinese – e quello internazionale – non solo tramite i tradizionali negoziati diplomatici, ma anche attraverso gli innovativi Twitter, Facebook, YouTube e WeChat.

 

Con la rivoluzione informatica e digitale avvenuta tra gli anni ’70 e (soprattutto) durante gli anni ’80 del XX secolo, si è innescato un cambiamento nella comunicazione umana. La nascita di Internet, come ha sostenuto l’ex Segretario di Stato Hillary Clinton, ha favorito le “relazioni tra le persone”, amplificando l’impatto mondiale, l’immediatezza e la connettività delle persone che ora sono in grado di comunicare più facilmente. A sua volta, la rivoluzione digitale del XXI secolo, che comprende l’avvento dei social media, ha anche influenzato la diplomazia pubblica.

 

La proliferazione dei social media ha trasformato radicalmente il modo in cui gli attori statali e non statali interagiscono con il pubblico nella comunità internazionale.

 

Internet, e successivamente i social media, hanno rivoluzionato il concetto di pubblico. Durante l’amministrazione Nixon, e secondo la tradizionale visione che caratterizzò gran parte del periodo della guerra fredda, il pubblico non solo era concepito come un consumatore passivo di informazioni, ma esisteva anche una netta distinzione tra pubblico nazionale e straniero.

 

Successivamente, la rivoluzione informatica degli anni ’80 cambiò radicalmente la partecipazione e il concetto medesimo di “audience”, innescando una nuova tendenza tra governi nazionali e pubblico poiché entrambi manifestarono la necessità di connettersi e coinvolgersi reciprocamente. A sua volta, la rivoluzione digitale e la tecnologia della comunicazione mobile avvenuta nel XXI secolo hanno influenzato la pratica della diplomazia pubblica. In primo luogo, il concetto di audience è diventato globale, per cui la vecchia distinzione tra pubblico nazionale e straniero è scomparsa. In secondo luogo, i canali di comunicazione tradizionali sono cambiati facilitando l’interconnessione globale e l’efficienza della distribuzione delle informazioni, favorendo così le relazioni tra cittadini e governi.

 

I social media rappresentano l’estrema sintesi di questa dinamica. Quando l’ex Presidente Obama entrò in carica nel 2009 optò per un approccio collaborativo con la Cina. Lo scopo della politica del Pivot to Asia era quello di stabilire una forte leva economica, politica e militare per influenzare la Cina a essere un attore più responsabile e riequilibrare le ambizioni di potere della Cina, in particolare nel Mar Cinese Meridionale. La comunicazione fu il principale strumento adottato dall’amministrazione Obama per coinvolgere la Cina. In netto contrasto con la diplomazia segreta di Nixon, la prima occasione per mostrare l’impegno di Obama con la Cina fu pubblica, ovvero il Dialogo strategico ed economico tra Stati Uniti e Cina nel luglio 2009, quando Obama discusse con l’allora Presidente cinese Hu Jintao la necessità di ridefinire le relazioni sino-americane come “un rapporto positivo, costruttivo e completo”.

 

L’uso dei social media applicata alla strategia di dialogo e comunicazione è stata una delle novità che l’amministrazione Obama ha inaugurato per promuovere il suo impegno con la Cina. In questo senso, Obama ha rappresentato un’eredità diversa rispetto alla diplomazia di Nixon, grazie alla significativa adozione di Twitter come strumento per diffondere il soft power americano e per impegnarsi diplomaticamente con la Cina.

 

Ad esempio, il Twiplomacy Study 2016 nominò l’ex Presidente Barack Obama “il primo presidente dell’era dei social media, il leader incontrastato del mondo digitale, il primo presidente digitale che ha effettivamente utilizzato i social media durante il suo mandato”. Obama è stato il primo leader mondiale a creare un account Twitter il 5 marzo 2007, quando era un senatore dell’Illinois, e il primo leader mondiale a capire l’importanza di questo nuovo strumento di comunicazione. Ha ampiamente sostenuto i suoi Tweet utilizzando i video del secondo sito web globale più popolare, YouTube, e vari blog per promuovere la sua campagna, per rimanere in contatto con i suoi sostenitori, e per diffondere il suo slogan “Yes We Can” e l’idea di “costruire alleanze per conquistare cuori e menti globali”, soprattutto influenzando positivamente i cuori e le menti cinesi.

 

L’uso esponenziale dei social media per promuovere la politica estera americana è diventata una pratica collaudata dell’amministrazione Trump. La strategia del Presidente Trump su Twitter è stata evidente a partire dalla sua campagna politica del 2016, nella quale dimostrò che Twitter poteva essere uno strumento politico se usato in modo non convenzionale, specialmente adottando un linguaggio offensivo e aggressivo nei suoi tweet, nonché opinioni non censurate nei confronti dei rivali politici. Ad esempio, il comportamento provocatorio e atipico di Donald Trump su Twitter ha portato il New York Times a nominare il Presidente Trump “Master of Twitter”.

 

Se Barack Obama utilizzò Twitter per impegnarsi positivamente con la Cina, Donald Trump è stato il primo candidato politico a riconoscere un uso strategico degli insulti e degli attacchi su Twitter per ottenere il sostegno degli americani e promuovere la sua agenda politica, in particolare verso la Cina. La condotta digitale di Donald Trump ha rappresentato una marcata novità rispetto all’amministrazione precedente per il suo completo rifiuto di trattare con Pechino e di costruire alleanze multilaterali.

 

Ad esempio, Trump dichiarò in un tweet del luglio 2017: «Sono molto deluso dalla Cina. I nostri sciocchi leader del passato hanno permesso loro di guadagnare centinaia di miliardi di dollari all’anno nel commercio». In realtà, la massiccia delusione di Trump nei confronti della Cina riguardava, e riguarda ancora, la continua integrazione economica e finanziaria della Cina all’interno del sistema internazionale, il suo atteggiamento sempre più energico nel Mar Cinese Meridionale, le sue crescenti spese militari e le possibili ripercussioni ai danni dell’equilibrio di potere globale instaurato dagli Stati Uniti.

 

Sin dalla sua campagna politica per le presidenziali del 2016, l’uso estensivo di Twitter da parte del Presidente Trump è stata una strategia volta a destabilizzare la Cina, generando così incertezza e diffondendo instabilità anche a livello internazionale. Provocazioni e critiche rivolte a Pechino e ai suoi leader sono state le armi principali adoperate dal Presidente Trump su Twitter, arrivando a condurre una vera e propria guerra verbale utilizzando il suo account. Per esempio, durante la sua campagna elettorale definì “sciocca” la politica cinese di Obama, giudicando il Pivot to Asia come “un disastro, un ‘prodotto’ che non ha mai avuto la possibilità di funzionare”.

 

Studiosi e strateghi politici hanno sostenuto che l’uso non convenzionale di Twitter da parte di Trump non solo ha ridefinito la diplomazia pubblica americana, ma potrebbe aver influito positivamente sulla sua elezione. È indubbio che il Presidente Trump abbia elevato Twitter a un livello senza precedenti padroneggiando questa piattaforma digitale con il suo linguaggio aggressivo e spesso ostile. In tal modo, egli rappresenta un’eredità rinnovata non solo rispetto a Obama, ma soprattutto rispetto all’ormai lontana diplomazia pubblica e segreta di Nixon.

 

L’avvento di Internet e dei social media ha drasticamente ridefinito non solo la diplomazia pubblica americana, ma anche la sua pratica politica e i suoi attori. Oggi Internet è il mezzo chiave per la comunicazione tra governo, leader politici e cittadini. I social media come Twitter forniscono una “porta d’ingresso” per comunicare, condividere e influenzare il pubblico globale, i quali hanno ridefinito la condotta diplomatica e politica.

 

L’ex Presidente Barack Obama e il Presidente Trump hanno dimostrato come la pratica e l’obiettivo della diplomazia pubblica siano cambiati in modo radicale attraverso l’uso dei social media. Con loro, la diplomazia pubblica e segreta di Nixon si è evoluta in una nuova eredità entrando anch’essa nell’era digitale.

 

 

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