contemporanea
DIPLOMAZIA DIGITALE
I RAPPORTI DIPLOMATICI CON LA CINA DA
NIXON A TRUMP
di Roberta Meloni
L’amministrazione Nixon è storicamente
ricordata più per i suoi difetti che
pregi, tra tutti il Watergate che
rappresentò lo scandalo che per
eccellenza macchiò questa
amministrazione di hybris e abuso
di potere. Tuttavia esistono dei lati
positivi dei quali l’amministrazione
Nixon gode e, per tale ragione, deve
essere ricordata.
In primo luogo, il contributo di Nixon
all’apertura verso Cina è da annoverare
tra gli eventi storici più imponenti che
rivoluzionò non solo le relazioni
internazionali, ma anche la politica
estera americana. Basandosi sull’idea di
preservare gli interessi americani e la
sicurezza nazionale nella regione dell’Asia-Pacifico,
l’eredità dell’amministrazione Nixon in
materia di relazioni diplomatiche con la
Cina ha spinto le amministrazioni
statunitensi successive a condurre i
rapporti con Pechino sulla base della
politica di “engagement e détente”,
segnando un notevole allontanamento
dalla tradizionale politica di
contenimento.
Eppure, l’apertura alla Cina nel lontano
1972, durante la storica settimana che
cambiò il mondo, non sarebbe stata
possibile senza una diplomazia segreta e
triangolare che rappresentò un elemento
essenziale della strategia
Nixon-Kissinger durante la guerra
fredda. Avvalendosi di un’elaborata rete
di canali di comunicazione, specialmente
i back channel, di lunghi e
difficoltosi negoziati diplomatici,
della sapienza e maestria di uno
stratega come Henry Kissinger nel
condurli, e della predilezione per una
diplomazia segreta per attuarli,
l’eredità di Nixon in materia di
politica estera verso la Cina è
senz’altro uno dei principali aspetti
che meritano un riguardo considerevole.
La nozione di diplomazia pubblica può
essere generalmente descritta come gli
sforzi compiuti dai governi nazionali
per influenzare il pubblico di un’altra
nazione al fine di trasformare a proprio
vantaggio la politica estera della
nazione di destinazione. Il termine è
stato usato per la prima volta nel 1965
da Edmund Gullion, preside della
Fletcher School of Law and Diplomacy
della Tufts University e fondatore del
Centro Edward R. Murrow per la
Diplomazia Pubblica, il quale sosteneva
che il flusso transnazionale di
informazioni è centrale alla nozione di
diplomazia pubblica perché è il
tentativo di influenzare gli
atteggiamenti del pubblico sulla
formazione e l’attuazione delle
politiche estere.
La diplomazia pubblica è stata, ed è
tutt’ora, uno strumento permanente della
politica estera e della sicurezza
nazionale americana fin dalla seconda
guerra mondiale, sebbene la vera “età
dell’oro” si sia verificata durante la
guerra fredda.
A tal proposito, con l’amministrazione
Nixon non solo la diplomazia pubblica,
ma anche quella segreta è diventata la
pietra miliare della guerra fredda
applicata alla grande strategia
americana per l’allentamento delle
tensioni con l’Unione Sovietica e il
riavvicinamento alla Cina.
In linea con la visione del mondo di
Nixon e Kissinger basata sugli interessi
geopolitici e sulla realpolitik,
la United States Information Agency
- USIA svolse un ruolo essenziale nel
mantenere i negoziati top secret e
sensibili. Ad esempio, un’attenzione
significativa fu dedicata alla gestione
del viaggio segreto di Kissinger e dei
negoziati con Pechino che non furono
resi noti al pubblico fino all’annuncio
nazionale di Nixon della sua visita in
Cina nel febbraio 1972.
Tuttavia, l’eredità diplomatica di Nixon
verso la Cina si è evoluta in maniera
radicale durante l’ex amministrazione
Obama e l’attuale amministrazione Trump
diventando diplomazia digitale. Questa
trasformazione non è solo il risultato
di un progresso tecnologico che ha
interessato la fine del XX e l’inizio
del XXI secolo, ma anche il modo
attraverso cui tale progresso
tecnologico ha influenzato la pratica
della diplomazia pubblica.
In particolare, l’avvento dei social
media ha rivoluzionato la maniera in cui
i governi nazionali e i leader politici
realizzano le loro strategie nazionali
ed estere. Con essi, la diplomazia
pubblica e segreta di Nixon verso la
Cina, una pietra miliare che
caratterizzò la condotta della guerra
fredda, si è evoluta nel XXI secolo in
un’eredità rinnovata tesa alla
cyber-diplomazia, caratterizzata da
connettività, interattività e
decentralizzazione dello scambio di
informazioni.
Questa evoluzione ha comportato un
cambiamento di approccio del governo
americano in materia di diplomazia
pubblica, inaugurato dall’ex Presidente
Obama e portato avanti dal Presidente
Trump, che mira a raggiungere il
pubblico cinese – e quello
internazionale – non solo tramite i
tradizionali negoziati diplomatici, ma
anche attraverso gli innovativi Twitter,
Facebook, YouTube e WeChat.
Con la rivoluzione informatica e
digitale avvenuta tra gli anni ’70 e
(soprattutto) durante gli anni ’80 del
XX secolo, si è innescato un cambiamento
nella comunicazione umana. La nascita di
Internet, come ha sostenuto l’ex
Segretario di Stato Hillary Clinton, ha
favorito le “relazioni tra le persone”,
amplificando l’impatto mondiale,
l’immediatezza e la connettività delle
persone che ora sono in grado di
comunicare più facilmente. A sua volta,
la rivoluzione digitale del XXI secolo,
che comprende l’avvento dei social
media, ha anche influenzato la
diplomazia pubblica.
La proliferazione dei social media ha
trasformato radicalmente il modo in cui
gli attori statali e non statali
interagiscono con il pubblico nella
comunità internazionale.
Internet, e successivamente i social
media, hanno rivoluzionato il concetto
di pubblico. Durante l’amministrazione
Nixon, e secondo la tradizionale visione
che caratterizzò gran parte del periodo
della guerra fredda, il pubblico non
solo era concepito come un consumatore
passivo di informazioni, ma esisteva
anche una netta distinzione tra pubblico
nazionale e straniero.
Successivamente, la rivoluzione
informatica degli anni ’80 cambiò
radicalmente la partecipazione e il
concetto medesimo di “audience”,
innescando una nuova tendenza tra
governi nazionali e pubblico poiché
entrambi manifestarono la necessità di
connettersi e coinvolgersi
reciprocamente. A sua volta, la
rivoluzione digitale e la tecnologia
della comunicazione mobile avvenuta nel
XXI secolo hanno influenzato la pratica
della diplomazia pubblica. In primo
luogo, il concetto di audience è
diventato globale, per cui la vecchia
distinzione tra pubblico nazionale e
straniero è scomparsa. In secondo luogo,
i canali di comunicazione tradizionali
sono cambiati facilitando
l’interconnessione globale e
l’efficienza della distribuzione delle
informazioni, favorendo così le
relazioni tra cittadini e governi.
I social media rappresentano l’estrema
sintesi di questa dinamica. Quando l’ex
Presidente Obama entrò in carica nel
2009 optò per un approccio collaborativo
con la Cina. Lo scopo della politica del
Pivot to Asia era quello di
stabilire una forte leva economica,
politica e militare per influenzare la
Cina a essere un attore più responsabile
e riequilibrare le ambizioni di potere
della Cina, in particolare nel Mar
Cinese Meridionale. La comunicazione fu
il principale strumento adottato
dall’amministrazione Obama per
coinvolgere la Cina. In netto contrasto
con la diplomazia segreta di Nixon, la
prima occasione per mostrare l’impegno
di Obama con la Cina fu pubblica, ovvero
il Dialogo strategico ed economico tra
Stati Uniti e Cina nel luglio 2009,
quando Obama discusse con l’allora
Presidente cinese Hu Jintao la necessità
di ridefinire le relazioni
sino-americane come “un rapporto
positivo, costruttivo e completo”.
L’uso dei social media applicata alla
strategia di dialogo e comunicazione è
stata una delle novità che
l’amministrazione Obama ha inaugurato
per promuovere il suo impegno con la
Cina. In questo senso, Obama ha
rappresentato un’eredità diversa
rispetto alla diplomazia di Nixon,
grazie alla significativa adozione di
Twitter come strumento per diffondere il
soft power americano e per
impegnarsi diplomaticamente con la Cina.
Ad esempio, il Twiplomacy Study 2016
nominò l’ex Presidente Barack Obama “il
primo presidente dell’era dei social
media, il leader incontrastato del mondo
digitale, il primo presidente digitale
che ha effettivamente utilizzato i
social media durante il suo mandato”.
Obama è stato il primo leader mondiale a
creare un account Twitter il 5 marzo
2007, quando era un senatore
dell’Illinois, e il primo leader
mondiale a capire l’importanza di questo
nuovo strumento di comunicazione. Ha
ampiamente sostenuto i suoi Tweet
utilizzando i video del secondo sito web
globale più popolare, YouTube, e vari
blog per promuovere la sua campagna, per
rimanere in contatto con i suoi
sostenitori, e per diffondere il suo
slogan “Yes We Can” e l’idea di
“costruire alleanze per conquistare
cuori e menti globali”, soprattutto
influenzando positivamente i cuori e le
menti cinesi.
L’uso esponenziale dei social media per
promuovere la politica estera americana
è diventata una pratica collaudata
dell’amministrazione Trump. La strategia
del Presidente Trump su Twitter è stata
evidente a partire dalla sua campagna
politica del 2016, nella quale dimostrò
che Twitter poteva essere uno strumento
politico se usato in modo non
convenzionale, specialmente adottando un
linguaggio offensivo e aggressivo nei
suoi tweet, nonché opinioni non
censurate nei confronti dei rivali
politici. Ad esempio, il comportamento
provocatorio e atipico di Donald Trump
su Twitter ha portato il New York
Times a nominare il Presidente Trump
“Master of Twitter”.
Se Barack Obama utilizzò Twitter per
impegnarsi positivamente con la Cina,
Donald Trump è stato il primo candidato
politico a riconoscere un uso strategico
degli insulti e degli attacchi su
Twitter per ottenere il sostegno degli
americani e promuovere la sua agenda
politica, in particolare verso la Cina.
La condotta digitale di Donald Trump ha
rappresentato una marcata novità
rispetto all’amministrazione precedente
per il suo completo rifiuto di trattare
con Pechino e di costruire alleanze
multilaterali.
Ad esempio, Trump dichiarò in un tweet
del luglio 2017: «Sono molto deluso
dalla Cina. I nostri sciocchi leader del
passato hanno permesso loro di
guadagnare centinaia di miliardi di
dollari all’anno nel commercio». In
realtà, la massiccia delusione di Trump
nei confronti della Cina riguardava, e
riguarda ancora, la continua
integrazione economica e finanziaria
della Cina all’interno del sistema
internazionale, il suo atteggiamento
sempre più energico nel Mar Cinese
Meridionale, le sue crescenti spese
militari e le possibili ripercussioni ai
danni dell’equilibrio di potere globale
instaurato dagli Stati Uniti.
Sin dalla sua campagna politica per le
presidenziali del 2016, l’uso estensivo
di Twitter da parte del Presidente Trump
è stata una strategia volta a
destabilizzare la Cina, generando così
incertezza e diffondendo instabilità
anche a livello internazionale.
Provocazioni e critiche rivolte a
Pechino e ai suoi leader sono state le
armi principali adoperate dal Presidente
Trump su Twitter, arrivando a condurre
una vera e propria guerra verbale
utilizzando il suo account. Per esempio,
durante la sua campagna elettorale
definì “sciocca” la politica cinese di
Obama, giudicando il Pivot to Asia
come “un disastro, un ‘prodotto’ che non
ha mai avuto la possibilità di
funzionare”.
Studiosi e strateghi politici hanno
sostenuto che l’uso non convenzionale di
Twitter da parte di Trump non solo ha
ridefinito la diplomazia pubblica
americana, ma potrebbe aver influito
positivamente sulla sua elezione. È
indubbio che il Presidente Trump abbia
elevato Twitter a un livello senza
precedenti padroneggiando questa
piattaforma digitale con il suo
linguaggio aggressivo e spesso ostile.
In tal modo, egli rappresenta un’eredità
rinnovata non solo rispetto a Obama, ma
soprattutto rispetto all’ormai lontana
diplomazia pubblica e segreta di Nixon.
L’avvento di Internet e dei social media
ha drasticamente ridefinito non solo la
diplomazia pubblica americana, ma anche
la sua pratica politica e i suoi attori.
Oggi Internet è il mezzo chiave per la
comunicazione tra governo, leader
politici e cittadini. I social media
come Twitter forniscono una “porta
d’ingresso” per comunicare, condividere
e influenzare il pubblico globale, i
quali hanno ridefinito la condotta
diplomatica e politica.
L’ex Presidente Barack Obama e il
Presidente Trump hanno dimostrato come
la pratica e l’obiettivo della
diplomazia pubblica siano cambiati in
modo radicale attraverso l’uso dei
social media. Con loro, la diplomazia
pubblica e segreta di Nixon si è evoluta
in una nuova eredità entrando anch’essa
nell’era digitale.
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Sipole, Savannah, Twitter Style: An
Analysis of How House Candidates Used
Twitter in Their 2012 Campaigns.
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Arts Management, Law, and Society,
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J. Manheim, Strategic Public
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Jasmine C. Lee, and Keavin Quaely, “The
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Complete List,” The New York Times,
July 10, 2018.
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Orbis,
Winter 1998, p. 50.
Nicholas J. Cull, Public Diplomacy
Before Gullion: The Evolution of a Phase.
New Yok: Routledge Handbook of Public
Diplomacy, 2008.
President Donald J. Trump’s Tweet, July
29, 2017, 4:29 PM
White House Office of the Press
Secretary, Remarks by the President
at the China Strategic and Economic
Dialogues, July 27, 2009. |