.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

.

contemporanea


N. 80 - Agosto 2014 (CXI)

LA DIPLOMAZIA BISMARCKIANA
PARTE III -
Dal culmine della diplomazia all’uscita di scena
di Laura Ballerini

 

Dopo il Congresso di Berlino, Bismarck iniziò a raccogliere i frutti del suo operato stringendo la duplice alleanza con l’Austria e la Triplice alleanza con Austria e Italia.

 

La Triplice divenne l’asse portante della politica estera italiana e si basava sulla mutua difesa in caso di attacco da un'altra potenza e sulla neutralità nel caso in cui fosse una delle tre a muovere guerra.

 

L’Italia inserì però la clausola Mancini per cui si impegnava a rimanere alleata degli imperi centrali a patto che non attaccassero la Gran Bretagna.

 

L’Austria trovava così alleate in caso di un attacco russo e la Germania in caso di attacco francese: l’Italia invece non aveva nemici sul continente, ma era convinta di doversi difendere dalla Francia anch’essa. Inoltre impegnava le sue due alleate a non supportare il Papa, che, con la Francia diventata repubblica, era rimasto isolato anch’egli.

 

Dal 1882 al 1887 vi fu una rapida evoluzione del sistema di alleanze di Bismarck, che raggiunse il suo apice.

 

La Gran Bretagna entrò in conflitto di interessi con la Francia per il controllo del Canale di Suez e chiese l’appoggio italiano. A quel punto entrò nuovamente in scena Bismarck che suggerì agli inglesi di creare un’intesa del mediterraneo: la Germania si faceva garante dell’equilibrio sul continente, ma a garantire l’equilibrio oltremare doveva pensarci l’Inghilterra.

 

Così nel 1882 si formò un’intesa tra Gran Bretagna, Italia, Austria e Spagna, per il mantenimento dello status quo nel Mediterraneo. Il cancelliere tedesco era riuscito addirittura ad isolare la Francia anche oltremare, con un’alleanza portata avanti non da lui, bensì dalla potente Inghilterra. La Francia era più sola che mai.

 

Nel 1887 scadeva nuovamente il trattato dei tre imperatori che stavolta la Russia decise di non rinnovare. Con lo zar libero, i francesi potevano trovare un nuovo alleato e attaccare la Germania a est e a ovest: Bismarck non poteva permetterlo.

 

Si incontrò quindi con i russi per mostrargli l’accordo stretto con l’Austria nel 1879, la duplice. La diplomazia di allora, infatti, era segreta, e la Russia venne per la prima volta a conoscenza del fatto che vi fosse stata una guerra contro gli Asburgo, i tedeschi sarebbero scesi in campo a difenderli.

 

La Russia accettò quindi di firmare il patto di contro assicurazione per cui sarebbe rimasta neutrale in caso la Francia attaccasse la Germania, in cambiò della neutralità tedesca se la Russia attaccasse l’Austria.

 

Questo trattato difensivo (mai infatti le alleanze bismarckiane hanno scopo offensivo) fu uno dei più grandi successi del cancelliere che riuscì a mantenere la pace in Europa e l’isolamento francese, evitando un possibile attacco su due fronti.

 

Sempre nel 1887 si fece avanti anche l’Italia, vista la scadenza dei 5 anni di Triplice. Decise di sfruttare il rinnovo del trattato a proprio vantaggio, imponendo alla Germania di riconoscere i suoi interessi a crearsi delle colonie nel mediterraneo, altrimenti si sarebbe rivolta alla Francia.

 

A questo punto, quando si penserebbe allo scacco matto del cancelliere, egli compì il suo capolavoro limitandosi ad accettare. Riconobbe gli interessi italiani, perché tanto sarebbe stata l’Inghilterra a impedire qualsivoglia alterazione dello status quo nel Mediterraneo, alla luce di un’intesa che comprendeva l’Italia e che Bismarck stesso aveva spinto per creare.

 

L’Italia invece sentì di non essere più l’ultima ruota del carro, e incontrò anche gli austriaci accordandosi per cui, se l’Austria si fosse espansa nei Balcani, gli italiani avrebbero ricevuto dei compensi. Tuttavia non venne specificato che questi dovessero essere proprio le terre irredenti, e questa vaghezza segnerà un solco che allontanerà l’Italia dagli stati centrali allo scoppio della prima guerra mondiale.

 

Il sistema diplomatico di Bismarck riuscì a garantire la pace tra paesi che si erano combattuti fino al giorno prima, riuscendo a tenere a bada il nemico francese. Il suo genio stette proprio nella capacità di sapere comprendere la piega che gli eventi potevano prendere, sapendo prevenire il conflitto con lungimiranza.

 

Tuttavia questa sua brillante personalità aveva del tutto offuscato la figura dell’imperatore Guglielmo I. Quando al suo posto salì al trono Guglielmo II la situazione cambiò radicalmente.

 

Quest’ultimo infatti non aveva alcuna intenzione di farsi offuscare e trovò il modo di esautorare il cancelliere e agire lui in prima persona. Sfruttò il malcontento degli imprenditori delle industrie esportatrici, che senza una flotta non potevano lavorare.

 

Bismarck si era abilmente ben guardato dall’indispettire l’Inghilterra con la creazione di una flotta, cosa che Guglielmo II non fece. Cacciò il cancelliere, accontentò gli industriali e la sua più grande alleata gli voltò le spalle.

 

A quel punto la Russia non rinnovò il trattato di contro assicurazione e la situazione precipitò.

 

Dal 1891 al 1907 si assiste alla cosiddetta Europa Guglielmina, dove il repentino cambio di alleanze e le nuove tensioni non più sapientemente gestite, crearono i presupposti della prima guerra mondiale.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.