N. 80 - Agosto 2014
(CXI)
LA
DIPLOMAZIA
BISMARCKIANA
PARTE
III
-
Dal
culmine
della
diplomazia
all’uscita
di
scena
di
Laura
Ballerini
Dopo il Congresso di Berlino, Bismarck iniziò a raccogliere
i
frutti
del
suo
operato
stringendo
la
duplice
alleanza
con
l’Austria
e la
Triplice
alleanza
con
Austria
e
Italia.
La Triplice divenne l’asse portante della politica estera italiana e
si
basava
sulla
mutua
difesa
in
caso
di
attacco
da
un'altra
potenza
e
sulla
neutralità
nel
caso
in
cui
fosse
una
delle
tre
a
muovere
guerra.
L’Italia inserì però la clausola Mancini per cui si impegnava
a
rimanere
alleata
degli
imperi
centrali
a
patto
che
non
attaccassero
la
Gran
Bretagna.
L’Austria trovava così alleate in caso di un attacco russo
e la
Germania
in
caso
di
attacco
francese:
l’Italia
invece
non
aveva
nemici
sul
continente,
ma
era
convinta
di
doversi
difendere
dalla
Francia
anch’essa.
Inoltre
impegnava
le
sue
due
alleate
a
non
supportare
il
Papa,
che,
con
la
Francia
diventata
repubblica,
era
rimasto
isolato
anch’egli.
Dal 1882 al 1887 vi fu una rapida evoluzione del sistema di
alleanze
di
Bismarck,
che
raggiunse
il
suo
apice.
La Gran Bretagna
entrò
in
conflitto
di
interessi
con
la
Francia
per
il
controllo
del
Canale
di
Suez
e
chiese
l’appoggio
italiano.
A
quel
punto
entrò
nuovamente
in
scena
Bismarck
che
suggerì
agli
inglesi
di
creare
un’intesa
del
mediterraneo:
la
Germania
si
faceva
garante
dell’equilibrio
sul
continente,
ma a
garantire
l’equilibrio
oltremare
doveva
pensarci
l’Inghilterra.
Così nel 1882 si formò un’intesa tra Gran Bretagna, Italia,
Austria
e
Spagna,
per
il
mantenimento
dello
status
quo
nel
Mediterraneo.
Il
cancelliere
tedesco
era
riuscito
addirittura
ad
isolare
la
Francia
anche
oltremare,
con
un’alleanza
portata
avanti
non
da
lui,
bensì
dalla
potente
Inghilterra.
La
Francia
era
più
sola
che
mai.
Nel 1887 scadeva nuovamente il trattato dei tre imperatori
che
stavolta
la
Russia
decise
di
non
rinnovare.
Con
lo
zar
libero,
i
francesi
potevano
trovare
un
nuovo
alleato
e
attaccare
la
Germania
a
est
e a
ovest:
Bismarck
non
poteva
permetterlo.
Si incontrò quindi con i russi per mostrargli l’accordo
stretto
con
l’Austria
nel
1879,
la
duplice.
La
diplomazia
di
allora,
infatti,
era
segreta,
e la
Russia
venne
per
la
prima
volta
a
conoscenza
del
fatto
che
vi
fosse
stata
una
guerra
contro
gli
Asburgo,
i
tedeschi
sarebbero
scesi
in
campo
a
difenderli.
La
Russia
accettò
quindi
di
firmare
il
patto
di
contro
assicurazione
per
cui
sarebbe
rimasta
neutrale
in
caso
la
Francia
attaccasse
la
Germania,
in
cambiò
della
neutralità
tedesca
se
la
Russia
attaccasse
l’Austria.
Questo trattato difensivo (mai infatti le alleanze bismarckiane
hanno
scopo
offensivo)
fu
uno
dei
più
grandi
successi
del
cancelliere
che
riuscì
a
mantenere
la
pace
in
Europa
e
l’isolamento
francese,
evitando
un
possibile
attacco
su
due
fronti.
Sempre nel 1887 si fece avanti anche l’Italia, vista la
scadenza
dei
5
anni
di
Triplice.
Decise
di
sfruttare
il
rinnovo
del
trattato
a
proprio
vantaggio,
imponendo
alla
Germania
di
riconoscere
i
suoi
interessi
a
crearsi
delle
colonie
nel
mediterraneo,
altrimenti
si
sarebbe
rivolta
alla
Francia.
A questo punto, quando si penserebbe allo scacco matto del
cancelliere,
egli
compì
il
suo
capolavoro
limitandosi
ad
accettare.
Riconobbe
gli
interessi
italiani,
perché
tanto
sarebbe
stata
l’Inghilterra
a
impedire
qualsivoglia
alterazione
dello
status
quo
nel
Mediterraneo,
alla
luce
di
un’intesa
che
comprendeva
l’Italia
e
che
Bismarck
stesso
aveva
spinto
per
creare.
L’Italia invece sentì di non essere più l’ultima ruota del
carro,
e
incontrò
anche
gli
austriaci
accordandosi
per
cui,
se
l’Austria
si
fosse
espansa
nei
Balcani,
gli
italiani
avrebbero
ricevuto
dei
compensi.
Tuttavia
non
venne
specificato
che
questi
dovessero
essere
proprio
le
terre
irredenti,
e
questa
vaghezza
segnerà
un
solco
che
allontanerà
l’Italia
dagli
stati
centrali
allo
scoppio
della
prima
guerra
mondiale.
Il sistema diplomatico di Bismarck riuscì a garantire la
pace
tra
paesi
che
si
erano
combattuti
fino
al
giorno
prima,
riuscendo
a
tenere
a
bada
il
nemico
francese.
Il
suo
genio
stette
proprio
nella
capacità
di
sapere
comprendere
la
piega
che
gli
eventi
potevano
prendere,
sapendo
prevenire
il
conflitto
con
lungimiranza.
Tuttavia questa sua brillante personalità aveva del tutto
offuscato
la
figura
dell’imperatore
Guglielmo
I.
Quando
al
suo
posto
salì
al
trono
Guglielmo
II
la
situazione
cambiò
radicalmente.
Quest’ultimo infatti non aveva alcuna intenzione di farsi
offuscare
e
trovò
il
modo
di
esautorare
il
cancelliere
e
agire
lui
in
prima
persona.
Sfruttò
il
malcontento
degli
imprenditori
delle
industrie
esportatrici,
che
senza
una
flotta
non
potevano
lavorare.
Bismarck si era abilmente ben guardato dall’indispettire
l’Inghilterra
con
la
creazione
di
una
flotta,
cosa
che
Guglielmo
II
non
fece.
Cacciò
il
cancelliere,
accontentò
gli
industriali
e la
sua
più
grande
alleata
gli
voltò
le
spalle.
A quel punto la Russia non rinnovò il trattato di contro
assicurazione
e la
situazione
precipitò.
Dal 1891 al 1907 si assiste alla cosiddetta Europa Guglielmina,
dove
il
repentino
cambio
di
alleanze
e le
nuove
tensioni
non
più
sapientemente
gestite,
crearono
i
presupposti
della
prima
guerra
mondiale.