N. 78 - Giugno 2014
(CIX)
La diplomazia bismarckiana
Parte I - Gli antefatti
di Laura Ballerini
Da
circa
70
anni,
ovvero
dalla
fine
della
seconda
guerra
mondiale,
l’Europa
gode
di
una
situazione
di
pace.
Nonostante
le
tensioni
della
guerra
fredda
e i
conflitti
internazionali,
nessuna
guerra
è
scoppiata
sul
suolo
europeo,
vedendone
due
stati
come
belligeranti.
Questo
grazie
anche
alla
nuova
coesione
raggiunta
tramite
la
nascita
dell’Unione
Europea,
con
tutti
i
suoi
pro
e
contro.
Nel
nostro
continente,
dunque,
non
c’è
mai
stato
un
periodo
di
pace
così
lungo,
eccezion
fatta
per
un
altro
importante
momento
storico,
durato
circa
20
anni:
l’età
bismarckiana
(1871-1890).
Fintanto
che
Bismark
(1815-1898)
rimase
cancelliere
tedesco,
i
paesi
europei
vissero
una
parentesi
di
pace
dalla
loro
storica
tensione
al
conflitto,
che
li
aveva
travagliati
continuamente
nei
secoli
precedenti
e
che
li
avrebbe
portati
alla
prima
e
alla
seconda
guerra
mondiale,
in
seguito
alla
quale,
come
detto
sopra,
rimasero
in
pace.
Bismarck
fu
un
uomo
dalle
incredibili
abilità
diplomatiche,
con
le
quali
determinò
la
successiva
storia
dell’Europa.
Il
ventennio
di
pace
che
garantì
al
continente,
però,
non
fu
motivato
da
un
ideologico
rifiuto
della
guerra,
che
all’epoca
sarebbe
stato
anacronistico,
ma
dagli
esiti
della
situazione
preesistente,
che
verrà
di
seguito
brevemente
analizzata.
La
Germania
non
era
altro
che
un
insieme
di
39
piccoli
stati
(eccetto
la
Prussia,
più
grande
e
industrializzata)
controllati
dall’Austria
e
nota
come
Confederazione
Germanica.
Quando Bismark
divenne
cancelliere
di
Prussia,
nel
1862,
si
fece
“architetto
della
riunificazione”,
e
per
farlo
ricorse
alla
strategia
della
guerra
su
più
fronti.
L’Austria,
infatti,
doveva
essere
impegnata
in
più
conflitti
per
permettere
agli
staterelli
di
vincerla
e
riunificarsi.
Il
primo
fronte
fu a
nord,
quando
la
Prussia
spinse
l’Austria
a
riprendersi
il
ducato
di
Schleswig-Holstein,
che
aveva
dovuto
cedere
al
Regno
di
Danimarca
in
una
guerra
precedente.
Il
secondo
fronte
fu a
est,
quando
Bismark
chiese
allo
Zar
di
Russia
di
mobilitare
il
suo
esercito
lungo
il
confine,
al
solo
scopo
di
spaventare
l’Austria,
costringendo
i
reali
Asburgo
a
lasciarvi
delle
truppe
in
difesa.
Il
terzo
fronte
fu a
sud,
con
l’Italia,
che
riuscì
a
ottenere
il
Veneto.
Questa
annessione,
però,
avvenne
grazie
a
Napoleone
III
di
Francia,
che
aveva
una
fitta
rete
di
alleanze:
aveva
stretto
gli
accordi
segreti
di
Plombiers
con
Cavour,
per
favorire
l’indipendenza
italiana
dall’Austria,
con
l’intento
di
portarla
poi
sotto
l’influenza
francese
e
aveva
stretto
anche
un
accordo
con
Bismark,
che
gli
prometteva
i
territori
renani
di
Alsazia
e
Lorena
in
cambio
del
suo
aiuto
a
impegnare
l’Austria
su
più
fronti.
Napoleone
allora
si
mosse
d’astuzia
e
propose
agli
Asburgo
la
neutralità
francese
in
caso
di
guerra,
in
cambio
della
cessione
del
Veneto
all’Italia.
In
questo
modo
la
Francia
avrebbe
rispettato
gli
accordi
con
l’Italia,
pensando
poi
di
poterla
controllare,
e
avrebbe
dato
a
Bismark
un
terzo
fronte
dove
impegnare
l’Austria,
ottenendo
in
cambio
i
territori
renani.
Sembrava
un
piano
perfetto,
peccato
che
Bismarck
non
aveva
alcuna
intenzione
di
rispettarlo.
L’Italia
ottenne
la
piena
indipendenza
e
così
anche
la
Germania
(la
cui
riunificazione
era
senz’altro
più
determinante
di
quella
italiana
nello
scacchiere
europeo),
che
portò
l’Austria,
impegnata
già
su
tre
fronti,
a
firmare
la
pace
di
Praga
nel
1866.
Nel
1867
nasce
quindi
l’Impero
Austro
Ungarico,
che
segnerà
l’inorientarsi
dell’Austria,
ovvero
un
rinnovato
interesse
verso
est
(i
Balcani),
che
la
porterà
a
scontrarsi
con
la
Russia.
A
non
averci
guadagnato
nulla
era
stato
Napoleone
III,
che
rivendicò
i
suoi
interessi
con
Bismarck.
Quest’ultimo
di
tutta
risposta
entrò
nel
territorio
francese
e lo
occupò,
dando
inizio
alla
guerra
franco-prussiana
che
durò
dal
1870
al
1871,
quando
le
truppe
tedesche
arrivarono
fino
a
Versalles.
Ne
occuparono
la
reggia,
e da
lì
Bismarck
proclamò
la
nascita
del
secondo
reich,
ovvero
dell’Impero
tedesco
sotto
Gugliemo
I di
Hohenzollern,
con
lui
stesso
come
cancelliere
(inoltre
senza
più
Napoleone
III
a
difendere
il
Papa,
in
Italia
ci
fu
la
presa
di
Roma).
I
francesi
non
erano
solamente
stati
sconfitti,
erano
stati
gravemente
umiliati.
Covarono
allora
un
sentimento
di
odio
e
rancore
verso
la
nuova
Germania,
che
andò
gonfiandosi
con
la
prima
e
poi
la
seconda
guerra
mondiale.
Questo
cosiddetto
sentimento
di
revanscismo
francese
fu
una
vera
e
propria
ossessione
per
Bismarck,
che
organizzò
un
intricato
sistema
di
alleanze
allo
scopo
di
isolare
la
Francia
per
evitare
che
si
vendicasse
del
grave
torto
subito:
l’effetto
collaterale
fu
il
ventennio
di
pace.