N. 20 - Agosto 2009
(LI)
dIONISO I
LA COSTRUZIONE DELLA POTENZA SIRACUSANA
di
Enrica De Melio
Dionisio
I fu
il
più
grande
tiranno
di
tutto
il
mondo
greco,
una
personalità
estremamente
complessa
che
univa
la
forza
alla
diplomazia,
distribuiva
terre
e
case,
ma
allo
stesso
tempo
era
capace
di
ogni
più
crudele
violenza.
L’ascesa
al
trono
di
Filippo
II
di
Macedonia,
determina
il
tramonto
della
grecità
delle
poleis.
Ma
quale
il
precedente
occidentale
di
Filippo
II
se
non
Dionisio
I di
Siracusa?
Per
l’oratore
siracusano
Isocrate
egli
è “il
primo
della
nostra
stirpe”,
nonché
il
detentore
della
“maggiore
potenza”.
Per
Eforo
di
Cuma
è
colui
che
lascia
al
figlio
Dionisio
II
la
più
grande
monarchia
di
Europa,
esattamente
come
Filippo.
Per
entrambi,
inoltre,
la
tradizione
sottolinea
la
tensione
all’ideologia
di
potenza
e la
capacità
di
riuscire
a
volgere
lo
sguardo
ben
al
di
là
del
microcosmo
rappresentato
dalle
poleis.
Dionisio
I è
dunque,
per
la
grecità,
un
precursore
di
tempi
nuovi,
ma è
anche
qualcosa
di
più,
è un
anticipatore
dei
monarchi
ellenistici
e,
in
un
certo
senso,
modello
per
lo
stesso
Alessandro
Magno.
Interessante
l’immagine
di
Dioniso
ragazzo,
che,
memore
del
disastro
ateniese
avvenuto
nella
sua
Siracusa,
si
chiede
la
causa
della
sconfitta
della
potente
Atene.
Dioniso
la
ritrova
nella
forma
di
governo:
la
democrazia.
Quest’ultima,
inoltre,
era
vigente
anche
a
Selinunte,
sconfitta
dai
Cartaginesi
nel
409
a.C.
Dioniso,
si
convince
così,
che
le
democrazie
non
sono
adatte
ad
una
città
che
vuole
divenire
potente,
serve,
invece,
la
leadership
di
un
tiranno
coadiuvato
da
un
ristretto
gruppo
di
aristocratici.
Dionisio
voleva
creare
uno
stato
territoriale
che
avesse
il
suo
governo
politico
a
Siracusa
ed
il
suo
epicentro
geografico
sullo
Stretto,
uno
stato
capace
di
accomunare
tutta
la
grecità
d’Occidente,
giustificandosi
strategicamente
con
la
necessità
della
guerra
anticartaginese.
Dal
404
al
399
a.C.
Dionisio
assoggetta
tutta
la
Sicilia
orientale,
sia
ellenica
che
indigena.
Ora
può
progettare
un
duplice
espansionismo
territoriale:
verso
la
Sicilia
cartaginese
e
verso
l’Italia
greca.
Nel
397
a.C.
attacca
le
città
sotto
il
controllo
cartaginese
e le
conquista,
ma
l’anno
dopo,
il
cartaginese
Imilcone
assedia
Siracusa.
Dionisio
riesce
a
sconfiggere
il
nemico,
anche
grazie
all’aiuto
navale
spartano.
I
Cartaginesi
firmeranno
una
pace
con
Dioniso
nel
392
a.C.,
pace
che
durerà
circa
un
decennio.
La
terza
guerra
cartaginese
vede
inizialmente
Dioniso
vincitore
presso
Kabala,
ma
poi,
una
grave
sconfitta
a
Kronion,
dove
perde
la
vita
il
fratello
Leptine,
lo
costringe
alla
pace.
Siamo
nel
374,
viene
sancito
il
dominio
cartaginese
sulla
Sicilia
occidentale.
Ma
ovviamente
questa
è
solo
una
pace
di
compromesso,
in
attesa
di
un’azione
di
rivincita:
nel
367
Dioniso
conquista
Selinunte,
Erice
ed
Entella.
Stava
tentando
la
conquista
dell’imprendibile
roccaforte
di
Lilibeo,
quando
improvvisamente,
nell’inverno
del
367-66
a.C.,
lasciando
incompiuto
l’assedio,
muore.
Nessuno
riuscì
mai
a
spiegare
la
causa
della
sua
morte...alcuni
ne
attribuirono
la
causa
semplicemente
ai
bagordi
che
seguirono
la
vittoria
nell’agone
tragico
alle
Lenee.
Altri
vollero
vedere
la
lunga
ombra
della
mano
di
Cartagine
su
quella
morte,
perché
solo
così
avrebbe
potuto
annientare
un
nemico
altrimenti
irriducibile.
Riferimenti
bibliografici:
C.
Barbagallo,
Storia
Universale,
vol.
I,
UTET
1974.
L.
Braccesi,
Manuale
di
Storia
Greca,
Bologna
1999.
V.M.
Manfredi,
Il
Tiranno,
Mondadori
2003.