Le origini
I Frankopan,
principi di Veglia (Krk), svolsero un
importante ruolo politico, culturale e
sociale nel medioevo croato (XII-XVII
secolo). Non vi sono certezze sulle origini
di questi feudatari locali, uomini d'arme e
di fede, letterati e mecenati. Secondo
un'antica credenza, ormai considerata un
falso storico, questa dinastia proverrebbe
dall'antica stirpe romana Anicia; nel "De
Gente Frangepana" (XVI sec.) il
frate agostiniano Onofrio Panvinio riportò
una cronaca romana secondo la quale Michele,
Niccolò ed Ugo fratelli Frangepani
abbandonarono Roma per Venezia nell'anno
830. Niccolò passò poi in Dalmazia ed i suoi
discendenti furono conti di Veglia. Il
delegato della Repubblica veneta a Veglia,
Antonio Vinciguerra, dichiarò invece nell’"Information
delle cose di Vegla" (fine '400)
l'origine croata e locale della famiglia,
spiegando: "...in che modo questi
conti se hano usurpato il cognome di
Frangepani".
La prima
residenza accertata dei conti di Veglia pare
il castello di Gradec Rovoznik, presso
Verbenico (Isola di Veglia); il loro
capostipite, Doimo, ricevette la contea
dell'isola in possesso vitalizio da Venezia,
presumibilmente nel 1118. Il nome "De
Frangipanibus" fu assunto solo nel 1430 c.a.,
quando Nicola IV, in viaggio a Roma,
ricevette la notizia della discendenza
romana da Papa Martino V ed i Frangipani
romani autorizzarono l'uso del nome e dello
stemma. Nel periodo umanistico era tipico
ricercare le proprie radici nell'antichità;
molto probabilmente i conti di Veglia
acquistarono il titolo e Papa Martino V
falsificò alcuni documenti. L'arma antica
dei conti di Veglia aveva fondo bianco e
rosa, con stella d'oro sul fondo rosa; dal
XV sec. questo stemma fu sostituito con
quello dei Frangipani romani recante due
leoni ritti sulle zampe posteriori che
reggono due pani. I Frankopan iniziarono ad
esser chiamati ed a firmarsi "De
Frangipanibus" nei documenti latini e "De
Frankapan" in quelli croati.
Le
acquisizioni territoriali ed i rapporti con
la Repubblica di Venezia
I principi di
Veglia, svolgendo un ruolo di mediazione tra
le potenze dell'epoca, Venezia e l'Ungheria,
estesero ben presto i propri possedimenti
territoriali. Nel 1193 il Re ungaro-croato
Bela II cedette la Contea di Modrus, il
Diploma del Re Bela IV (1251) confermò il
possesso della Contea di Modrus e del
Vinodol, mentre nel 1271 Guido IV ottenne la
carica di Podestà della città di Segna. Il
territorio dei Frankopan si estese
all’intera Croazia occidentale; questi
potenti signori del Regno ungaro-croato
s'imparentarono con le più importanti casate
reali europee.
La storia dei
Frankopan è ricca d’attriti nei rapporti con
la Serenissima, basti pensare alla perdita
del feudo di Veglia dal 1244 al 1260.
Venezia non tollerava infatti gli
ingrandimenti territoriali dei conti, il
loro rapporto di vassallaggio con
l'Ungheria, l'aiuto fornito al re ungherese
Bela IV nella lotta ai tartari e la loro
neutralità nella guerra che vedeva la
Repubblica in lotta con l'Ungheria per il
possesso della Dalmazia (Guerra di Zara,
1242-43). Veglia fu restituita ai Frankopan
a dure condizioni soltanto dopo la
mediazione del parentado veneziano. Esiste
anche una fitta documentazione veneta
(1261-1358) sulle violazioni dei conti agli
obblighi presi (es. giuramento di fedeltà e
pagamento del tributo). I Frankopan
restarono a capo dell'isola fino al 1480,
anno della destituzione di Giovanni VII.
I principi di
Veglia intervennero spesso anche nelle lotte
di successione al trono ungaro-croato ed
ebbero ben sette nomine a Bano (governatore)
di Croazia tra i membri della loro famiglia.
Per un breve periodo ressero anche Fiume
come pegno per un prestito effettuato da
Bartolomeo VIII in favore di Giorgio di
Ugone dei Duino, in guerra coi conti di
Gorizia. Fiume fu restituita dai figli di
Bartolomeo a Ugone VI (Patto del 1365). Il
dominio territoriale sul castello di
Tersatto durò invece dal XIII sec. al 1530,
anno in cui la proprietà passò agli Asburgo
che nominarono i propri Capitani Reali.
Il
patriottismo di Frankopan nei fatti d’arme
Come uomini
d'arme i Frankopan dimostrarono sempre il
loro patriottismo, schierandosi apertamente
contro i Tartari prima (nel 1242 Federico I
e Bartolomeo III finanziarono e composero un
esercito che sconfisse quest'orda barbarica
a Grobnico, provocandone la ritirata), ed i
turchi poi (nella Battaglia di Corbavia del
1493, in cui perì la miglior nobiltà croata,
morì Ivan IX mentre Nicola VI fu fatto
prigioniero). Dopo questo triste evento, che
comportò l'esodo della popolazione dai
territori della Lika e dell'adiacente
litorale adriatico, Bernardino di Ozalj
riferì sul pericolo turco alla Dieta di
Norimberga (1522), definendo la Croazia "…scudo
e porta della cristianità. (…) Immaginatevi
quante sciagure accadrebbero nel mondo
cristiano se la Croazia dovesse per
disgrazia cadere. E’ una disgrazia anche tua
quando la casa del vicino brucia".
Il ruolo
culturale e giuridico
Non va
trascurato anche il ruolo culturale e
giuridico dei conti di Veglia. Sotto il
primo punto di vista favorirono la cultura
slava scrivendo principalmente in lingua
croata e con l'alfabeto glagolitico; nel
secondo caso emanarono importanti Statuti in
grado di regolare la vita politica, civile,
sociale ed economica dei comuni medioevali.
Il glagolitico
è un antico alfabeto slavo (fine IX sec.)
derivato dai caratteri del greco corsivo,
con elementi tratti dal copto e
dall’ebraico. Utilizzato nelle scritture
ecclesiastiche e in testi pubblici,
contribuì all’affermazione
dell’individualità politico-culturale
croata, resistendo fino all’inizio del ‘900
in Istria, nel Quarnero e in parte della
Dalmazia. Fondamentale è il Codice di
Vinodol (Novi, 1288), un elenco di diritto
comune croato scritto nel dialetto ciakavo
ed in caratteri glagolitici, redatto da una
commissione di rappresentanti dei nove
comuni (Novi, Lednice, Bribir, Grizane,
Drivenico, Heljin, Buccari, Tersatto e
Grobnico) . Il testo, oggi custodito alla
Biblioteca universitaria di Zagabria,
testimonia il livello di sviluppo
socio-economico del Vinodol ed è la più
antica raccolta di leggi redatta in lingua
slava, ad eccezione del diritto russo.
Nicola IV e
il Convegno di Modrus (1449)
La potenza dei
Frankopan fu portata all'apice da Nicola IV
"il grande" (1352-1432) che riuscì ad unire
tutti i possedimenti territoriali (Veglia,
Vinodol, Segna, Gacka, Drzenik, Cetinje).
Fondatore del Monastero paolino a Crikvenica
(1412), fu eletto Bano nel 1426. Dopo la sua
morte nel Convegno di Modrus (1449) prevalse
la linea di Giovanni VII, amico di Venezia e
mirante alla divisione dei beni. Il
patrimonio fu diviso in otto signorie e
sorsero quattro dinastie differenti (Cetinje,
Ozalj, Slunj, Trzac). Per i Frankopan si
avviava la decadenza, il loro ruolo
politico-economico fu progressivamente
rilevato dagli Zrinski, nobile famiglia
originaria della Dalmazia.
Nel 1544
Stefano IV di Ozalj stipulò un atto di
successione reciproca col cognato Nicola
Zrinski. I due misero in comune tutte le
loro proprietà; quando Stefano morì privo di
figli nel 1577, i Conti Zrinski acquisirono
il Gorski Kotar e gran parte del Vinodol.
Il XVI sec.
vide anche l'estinzione di tre branche
familiari dei Frankopan: Cetinja (1543),
Slunj (1572) e Ozalj (1577).
La rivolta
Zrinski-Frankopan al centralismo asburgico e
la fine della dinastia (1671)
La fine della
dinastia è legata alla lotta
dell'aristocrazia croata al centralismo
asburgico (1671). I croati, desiderosi di
maggior autonomia, mal tolleravano
l'assolutismo ed il mercantilismo della
Corte di Vienna, che nel 1664 a Vasvar aveva
perfino stipulato una pace segreta coi
turchi. Petar Zrinski, Bano di Croazia, dal
1669 preparò una rivolta armata al cui capo
fu posto il cognato Fran II Krsto Frankopan.
Vani furono però i contatti diplomatici col
Re di Francia Luigi XIV e perfino col
Sultano; la congiura non ebbe aiuti e fu
soffocata sul nascere. I due rivoltosi
furono arrestati e poi decapitati (30 aprile
1671, Novo Mesto, Fortezza di Wiener
Neustadt) per crimine di lesa maestà. Tutte
le loro proprietà furono confiscate dalla
Camera Reale Ungherese entro l'agosto 1670;
con la fine del potere dell'aristocrazia
locale nel Gorski Kotar e sul Litorale
svanirono anche i sogni d'autonomia croati.
Il ricordo Zrinski-Frankopan è ancora vivo
in Croazia; la loro morte fu considerata dal
popolo come un eroico sacrificio compiuto
per la libertà.
Fran II Krsto,
l'ultimo Frankopan, fu anche il poeta più
importante del cenacolo di Ozalj; celebri e
tristemente profetici i suoi versi: "...Chi
muore con onore vive per sempre".
Il suo
canzoniere "Gartlica za cas kratiti"
(Giardino per ingannare il tempo), composto
da 109 poesie di vario genere, unisce
l'ispirazione colta e l'interesse per le
tradizioni popolari. Nella sua opera Fran II
Krsto conciliò le differenze dialettali (caicavo,
ciacavo, stocavo) in un linguaggio comune.
Il sostegno
agli ordini religiosi
I principi di
Veglia, animati da un profondo senso
spirituale e ferventi cattolici, sostennero
nel corso della loro storia gli ordini
religiosi. Lo testimoniano tre luoghi
dell'area quarnerina: Tersatto, Crikvenica e
Kosljun. Sul colle di Tersatto, dove secondo
la leggenda il 10 maggio 1291apparve la Casa
della Sacra Famiglia, Nicola I Frankopan
fece erigere una cappella già alla fine del
XIII secolo. Martino IV, ottenuta la licenza
da Papa Niccolò V, fece costruire la chiesa
(1453) ed il convento dove furono ospitati i
francescani del vicariato bosniaco. Oggi il
Santuario di Tersatto, la "Nazareth croata",
è un'importante meta di pellegrinaggio; al
suo interno si trovano le tombe di Martino
IV, Nicola VI e Nicola IX mentre lo stemma
Frankopan è ben visibile in cima al portale
frontale destro.
L'odierna
Crikvenica, oggi noto centro turistico del
Litorale, si è sviluppata intorno ad un
convento di paolini fatto costrure dai
Frankopan (1395-1412). Importante nucleo di
cultura e educazione, il convento fu chiuso
nel 1786. Oggi è un moderno hotel della
costa.
Nell'isoletta
di Kosljun (Isola di Veglia) spicca invece
il convento francescano; i seguaci del Santo
d'Assisi vi presero dimora nel 1447 grazie
al sostegno di Martino IV e Giovanni VII. La
nuova chiesa fu costruita tra il 1480 ed il
1523 e fu completata grazie al lascito di
mille ducati di Caterina, figlia dell'ultimo
conte di Veglia Giovanni VII. Quest'ultima,
morta in esilio a Venezia, è qui sepolta dal
1529 secondo la sua volontà testamentaria.
La stele si trova sulla parete sinistra
della chiesa; nel 1920 la tomba fu profanata
dagli Arditi di D'Annunzio alla ricerca del
tesoro Frankopan.
Le fortezze
dell’area quarnerina
L'area
quarnerina presenta numerose fortezze
appartenute ai principi di Veglia; alcune di
queste (Buccari, Grobnico, Portorè, Hreljin,
Drivenik, Bribir, Grizane, Ledenice, Novi
Vinodolski) rientrano nel progetto regionale
"Le vie Frangipane-ristrutturazione dei
castelli", volto alla salvaguardia e
riqualificazione culturale, economica e
turistica di queste opere storiche per molto
tempo dimenticate. L'accordo di
finanziamento di quest'ambizioso progetto è
stato firmato a Grobnico il 30 aprile 2005 e
coinvolge, oltre alla Contea
Litoraneo-Montana, le città di Portorè,
Buccari e Novi ed i comuni di Cavle e
Vinodol. Merita una citazione il castello
“Nova-Kraljevica Frankopan” a Portorè,
voluto dal già citato Petar Zrinski nel 1650
c.a. come castello residenziale sulla
penisola all’entrata della Baia di Buccari.
Di piante rettangolare con torri angolari
circolari, è in stile rinascimentale con
dettagli barocchi, come la nota cisterna
posta al centro dell’atrio che presenta il
duplice stemma Frankopan (i leoni che
spezzano il pane) e Zrinski (la torre con le
ali).
Molto
probabilmente costruito da veneziani, il
“Nova-Kraljevica Frankopan” fu arredato con
grande sfarzo e rivestito di marmo bianco e
nero; si ritiene che esso sia stato il
centro della cospirazione del 1670, luogo
d’incontro degli affiliati. Dopo la
spoliazione dell’esercito austriaco, al suo
interno non rimasero cose mobili.
Successivamente fu impiegato come caserma,
ospedale per la “Malattia di Skrljevo”
(1818), sede del noviziato dei gesuiti
(1883-1894) ed ancora caserma nelle due
guerre mondiali. Oggi ospita RadioPortorè,
una galleria d’arte, un ristorante, vari
enti ed è sede dell’ “Estate Frankopan”,
ricca di manifestazioni culturali come
concerti, mostre e rappresentazioni
teatrali.
Continuare
nella valorizzazione storica di questi
castelli renderebbe merito alla dinastia che
per lungo tempo ha caratterizzato la storia
croata, incarnandone gli ideali e lo
spirito.
Riferimenti
bibliografici:
“Monumenta historica familiarum Zrinski
et Frankopan,”, Zagabria, Accademia
delle scienze e delle arti degli slavi
meridionali, 1974
G. Kobler: “Memorie per la storia della
liburnica città di Fiume”, Fiume,
Stabilimento tipo-litografico fiumano di E.
Mohovic, 1896
A.M. Fiorentin: “Veglia la splendidissima
civitas curictarum”, Pisa, Edizioni ETS,
1993
G. Vassilich: “Sull’origine dei Conti di
Veglia sedicenti frangipani”,
Capodistria, Pagine Istriane, 1904
A. Mohrovicic: “Città fortificate e
castelli dell’Adriatico settentrionale”,
Fiume, Izdavacki Centra Rijeke, 1998