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N. 24 - Maggio 2007

LA DINASTIA DEI FRANKOPAN

I principali signori feudali croati (XII-XVII secolo)

di Marco Grilli

 

Le origini

 

I Frankopan, principi di Veglia (Krk), svolsero un importante ruolo politico, culturale e sociale nel medioevo croato (XII-XVII secolo). Non vi sono certezze sulle origini di questi feudatari locali, uomini d'arme e di fede, letterati e mecenati. Secondo un'antica credenza, ormai considerata un falso storico, questa dinastia proverrebbe dall'antica stirpe romana Anicia; nel "De Gente Frangepana" (XVI sec.) il frate agostiniano Onofrio Panvinio riportò una cronaca romana secondo la quale Michele, Niccolò ed Ugo fratelli Frangepani abbandonarono Roma per Venezia nell'anno 830. Niccolò passò poi in Dalmazia ed i suoi discendenti furono conti di Veglia. Il delegato della Repubblica veneta a Veglia, Antonio Vinciguerra, dichiarò invece nell’"Information delle cose di Vegla" (fine '400) l'origine croata e locale della famiglia, spiegando: "...in che modo questi conti se hano usurpato il cognome di Frangepani".

 

La prima residenza accertata dei conti di Veglia pare il castello di Gradec Rovoznik, presso Verbenico (Isola di Veglia); il loro capostipite, Doimo, ricevette la contea dell'isola in possesso vitalizio da Venezia, presumibilmente nel 1118. Il nome "De Frangipanibus" fu assunto solo nel 1430 c.a., quando Nicola IV, in viaggio a Roma, ricevette la notizia della discendenza romana da Papa Martino V ed i Frangipani romani autorizzarono l'uso del nome e dello stemma. Nel periodo umanistico era tipico ricercare le proprie radici nell'antichità; molto probabilmente i conti di Veglia acquistarono il titolo e Papa Martino V falsificò alcuni documenti. L'arma antica dei conti di Veglia aveva fondo bianco e rosa, con stella d'oro sul fondo rosa; dal XV sec. questo stemma fu sostituito con quello dei Frangipani romani recante due leoni ritti sulle zampe posteriori che reggono due pani. I Frankopan iniziarono ad esser chiamati ed a firmarsi "De Frangipanibus" nei documenti latini e "De Frankapan" in quelli croati.

 

Le acquisizioni territoriali ed i rapporti con la Repubblica di Venezia

 

I principi di Veglia, svolgendo un ruolo di mediazione tra le potenze dell'epoca, Venezia e l'Ungheria, estesero ben presto i propri possedimenti territoriali. Nel 1193 il Re ungaro-croato Bela II cedette la Contea di Modrus, il Diploma del Re Bela IV (1251) confermò il possesso della Contea di Modrus e del Vinodol, mentre nel 1271 Guido IV ottenne la carica di Podestà della città di Segna. Il territorio dei Frankopan si estese all’intera Croazia occidentale; questi potenti signori del Regno ungaro-croato s'imparentarono con le più importanti casate reali europee.

 

La storia dei Frankopan è ricca d’attriti nei rapporti con la Serenissima, basti pensare alla perdita del feudo di Veglia dal 1244 al 1260. Venezia non tollerava infatti gli ingrandimenti territoriali dei conti, il loro rapporto di vassallaggio con l'Ungheria, l'aiuto fornito al re ungherese Bela IV nella lotta ai tartari e la loro neutralità nella guerra che vedeva la Repubblica in lotta con l'Ungheria per il possesso della Dalmazia (Guerra di Zara, 1242-43). Veglia fu restituita ai Frankopan a dure condizioni soltanto dopo la mediazione del parentado veneziano. Esiste anche una fitta documentazione veneta (1261-1358) sulle violazioni dei conti agli obblighi presi (es. giuramento di fedeltà e pagamento del tributo). I Frankopan restarono a capo dell'isola fino al 1480, anno della destituzione di Giovanni VII.

 

I principi di Veglia intervennero spesso anche nelle lotte di successione al trono ungaro-croato ed ebbero ben sette nomine a Bano (governatore) di Croazia tra i membri della loro famiglia. Per un breve periodo ressero anche Fiume come pegno per un prestito effettuato da Bartolomeo VIII in favore di Giorgio di Ugone dei Duino, in guerra coi conti di Gorizia. Fiume fu restituita dai figli di Bartolomeo a Ugone VI (Patto del 1365). Il dominio territoriale sul castello di Tersatto durò invece dal XIII sec. al 1530, anno in cui la proprietà passò agli Asburgo che nominarono i propri Capitani Reali.

 

Il patriottismo di Frankopan nei fatti d’arme

 

Come uomini d'arme i Frankopan dimostrarono sempre il loro patriottismo, schierandosi apertamente contro i Tartari prima (nel 1242 Federico I e Bartolomeo III finanziarono e composero un esercito che sconfisse quest'orda barbarica a Grobnico, provocandone la ritirata), ed i turchi poi (nella Battaglia di Corbavia del 1493, in cui perì la miglior nobiltà croata, morì Ivan IX mentre Nicola VI fu fatto prigioniero). Dopo questo triste evento, che comportò l'esodo della popolazione dai territori della Lika e dell'adiacente litorale adriatico, Bernardino di Ozalj riferì sul pericolo turco alla Dieta di Norimberga (1522), definendo la Croazia "…scudo e porta della cristianità. (…) Immaginatevi quante sciagure accadrebbero nel mondo cristiano se la Croazia dovesse per disgrazia cadere. E’ una disgrazia anche tua quando la casa del vicino brucia".

 

Il ruolo culturale e giuridico

 

Non va trascurato anche il ruolo culturale e giuridico dei conti di Veglia. Sotto il primo punto di vista favorirono la cultura slava scrivendo principalmente in lingua croata e con l'alfabeto glagolitico; nel secondo caso emanarono importanti Statuti in grado di regolare la vita politica, civile, sociale ed economica dei comuni medioevali.

 

Il glagolitico è un antico alfabeto slavo (fine IX sec.) derivato dai caratteri del greco corsivo, con elementi tratti dal copto e dall’ebraico. Utilizzato nelle scritture ecclesiastiche e in testi pubblici, contribuì all’affermazione dell’individualità politico-culturale croata, resistendo fino all’inizio del ‘900 in Istria, nel Quarnero e in parte della Dalmazia. Fondamentale è il Codice di Vinodol (Novi, 1288), un elenco di diritto comune croato scritto nel dialetto ciakavo ed in caratteri glagolitici, redatto da una commissione di rappresentanti dei nove comuni (Novi, Lednice, Bribir, Grizane, Drivenico, Heljin, Buccari, Tersatto e Grobnico) . Il testo, oggi custodito alla Biblioteca universitaria di Zagabria, testimonia il livello di sviluppo socio-economico del Vinodol ed è la più antica raccolta di leggi redatta in lingua slava, ad eccezione del diritto russo.

 

Nicola IV e il Convegno di Modrus (1449)

 

La potenza dei Frankopan fu portata all'apice da Nicola IV "il grande" (1352-1432) che riuscì ad unire tutti i possedimenti territoriali (Veglia, Vinodol, Segna, Gacka, Drzenik, Cetinje). Fondatore del Monastero paolino a Crikvenica (1412), fu eletto Bano nel 1426. Dopo la sua morte nel Convegno di Modrus (1449) prevalse la linea di Giovanni VII, amico di Venezia e mirante alla divisione dei beni. Il patrimonio fu diviso in otto signorie e sorsero quattro dinastie differenti (Cetinje, Ozalj, Slunj, Trzac). Per i Frankopan si avviava la decadenza, il loro ruolo politico-economico fu progressivamente rilevato dagli Zrinski, nobile famiglia originaria della Dalmazia.

 

Nel 1544 Stefano IV di Ozalj stipulò un atto di successione reciproca col cognato Nicola Zrinski. I due misero in comune tutte le loro proprietà; quando Stefano morì privo di figli nel 1577, i Conti Zrinski acquisirono il Gorski Kotar e gran parte del Vinodol.

Il XVI sec. vide anche l'estinzione di tre branche familiari dei Frankopan: Cetinja (1543), Slunj (1572) e Ozalj (1577).

 

La rivolta Zrinski-Frankopan al centralismo asburgico e la fine della dinastia (1671)

 

La fine della dinastia è legata alla lotta dell'aristocrazia croata al centralismo asburgico (1671). I croati, desiderosi di maggior autonomia, mal tolleravano l'assolutismo ed il mercantilismo della Corte di Vienna, che nel 1664 a Vasvar aveva perfino stipulato una pace segreta coi turchi. Petar Zrinski, Bano di Croazia, dal 1669 preparò una rivolta armata al cui capo fu posto il cognato Fran II Krsto Frankopan. Vani furono però i contatti diplomatici col Re di Francia Luigi XIV e perfino col Sultano; la congiura non ebbe aiuti e fu soffocata sul nascere. I due rivoltosi furono arrestati e poi decapitati (30 aprile 1671, Novo Mesto, Fortezza di Wiener Neustadt) per crimine di lesa maestà. Tutte le loro proprietà furono confiscate dalla Camera Reale Ungherese entro l'agosto 1670; con la fine del potere dell'aristocrazia locale nel Gorski Kotar e sul Litorale svanirono anche i sogni d'autonomia croati. Il ricordo Zrinski-Frankopan è ancora vivo in Croazia; la loro morte fu considerata dal popolo come un eroico sacrificio compiuto per la libertà.

 

Fran II Krsto, l'ultimo Frankopan, fu anche il poeta più importante del cenacolo di Ozalj; celebri e tristemente profetici i suoi versi: "...Chi muore con onore vive per sempre".

 

Il suo canzoniere "Gartlica za cas kratiti" (Giardino per ingannare il tempo), composto da 109 poesie di vario genere, unisce l'ispirazione colta e l'interesse per le tradizioni popolari. Nella sua opera Fran II Krsto conciliò le differenze dialettali (caicavo, ciacavo, stocavo) in un linguaggio comune.

 

Il sostegno agli ordini religiosi

 

I principi di Veglia, animati da un profondo senso spirituale e ferventi cattolici, sostennero nel corso della loro storia gli ordini religiosi. Lo testimoniano tre luoghi dell'area quarnerina: Tersatto, Crikvenica e Kosljun. Sul colle di Tersatto, dove secondo la leggenda il 10 maggio 1291apparve la Casa della Sacra Famiglia, Nicola I Frankopan fece erigere una cappella già alla fine del XIII secolo. Martino IV, ottenuta la licenza da Papa Niccolò V, fece costruire la chiesa (1453) ed il convento dove furono ospitati i francescani del vicariato bosniaco. Oggi il Santuario di Tersatto, la "Nazareth croata", è un'importante meta di pellegrinaggio; al suo interno si trovano le tombe di Martino IV, Nicola VI e Nicola IX mentre lo stemma Frankopan è ben visibile in cima al portale frontale destro.

 

L'odierna Crikvenica, oggi noto centro turistico del Litorale, si è sviluppata intorno ad un convento di paolini fatto costrure dai Frankopan (1395-1412). Importante nucleo di cultura e educazione, il convento fu chiuso nel 1786. Oggi è un moderno hotel della costa.

 

Nell'isoletta di Kosljun (Isola di Veglia) spicca invece il convento francescano; i seguaci del Santo d'Assisi vi presero dimora nel 1447 grazie al sostegno di Martino IV e Giovanni VII. La nuova chiesa fu costruita tra il 1480 ed il 1523 e fu completata grazie al lascito di mille ducati di Caterina, figlia dell'ultimo conte di Veglia Giovanni VII. Quest'ultima, morta in esilio a Venezia, è qui sepolta dal 1529 secondo la sua volontà testamentaria. La stele si trova sulla parete sinistra della chiesa; nel 1920 la tomba fu profanata dagli Arditi di D'Annunzio alla ricerca del tesoro Frankopan.

 

Le fortezze dell’area quarnerina

 

L'area quarnerina presenta numerose fortezze appartenute ai principi di Veglia; alcune di queste (Buccari, Grobnico, Portorè, Hreljin, Drivenik, Bribir, Grizane, Ledenice, Novi Vinodolski) rientrano nel progetto regionale "Le vie Frangipane-ristrutturazione dei castelli", volto alla salvaguardia e riqualificazione culturale, economica e turistica di queste opere storiche per molto tempo dimenticate. L'accordo di finanziamento di quest'ambizioso progetto è stato firmato a Grobnico il 30 aprile 2005 e coinvolge, oltre alla Contea Litoraneo-Montana, le città di Portorè, Buccari e Novi ed i comuni di Cavle e Vinodol. Merita una citazione il castello “Nova-Kraljevica Frankopan” a Portorè, voluto dal già citato Petar Zrinski nel 1650 c.a. come castello residenziale sulla penisola all’entrata della Baia di Buccari. Di piante rettangolare con torri angolari circolari, è in stile rinascimentale con dettagli barocchi, come la nota cisterna posta al centro dell’atrio che presenta il duplice stemma Frankopan (i leoni che spezzano il pane) e Zrinski (la torre con le ali).

 

Molto probabilmente costruito da veneziani, il “Nova-Kraljevica Frankopan” fu arredato con grande sfarzo e rivestito di marmo bianco e nero; si ritiene che esso sia stato il centro della cospirazione del 1670, luogo d’incontro degli affiliati. Dopo la spoliazione dell’esercito austriaco, al suo interno non rimasero cose mobili. Successivamente fu impiegato come caserma, ospedale per la “Malattia di Skrljevo” (1818), sede del noviziato dei gesuiti (1883-1894) ed ancora caserma nelle due guerre mondiali. Oggi ospita RadioPortorè, una galleria d’arte, un ristorante, vari enti ed è sede dell’ “Estate Frankopan”, ricca di manifestazioni culturali come concerti, mostre e rappresentazioni teatrali.

 

Continuare nella valorizzazione storica di questi castelli renderebbe merito alla dinastia che per lungo tempo ha caratterizzato la storia croata, incarnandone gli ideali e lo spirito.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Monumenta historica familiarum Zrinski et Frankopan,”, Zagabria, Accademia delle scienze e delle arti degli slavi meridionali, 1974

G. Kobler: “Memorie per la storia della liburnica città di Fiume”, Fiume, Stabilimento tipo-litografico fiumano di E. Mohovic, 1896

A.M. Fiorentin: “Veglia la splendidissima civitas curictarum”, Pisa, Edizioni ETS, 1993

G. Vassilich: “Sull’origine dei Conti di Veglia sedicenti frangipani”, Capodistria, Pagine Istriane, 1904

A. Mohrovicic: “Città fortificate e castelli dell’Adriatico settentrionale”, Fiume, Izdavacki Centra Rijeke, 1998



 

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