N. 20 - Agosto 2009
(LI)
demonio
graziano diana, tra cinema e letterature
di Giovanna D'Arbitrio
La
storia
del
cinema
ci
dimostra
in
modo
inconfutabile
e
chiaro
che
la
letteratura
è
stata
un’
inesauribile
fonte
d’
ispirazione
per
numerosi
film,
i
quali
hanno
tradotto
in
immagini
famosi
testi,
sfidando
il
confronto
con
un
linguaggio
artistico
totalmente
diverso.
Anche
se i
film
non
sono
sempre
usciti
vittoriosi
da
tale
confronto,
essi
hanno
contribuito
comunque
alla
diffusione
della
cultura,
facendo
conoscere
opere
non
sempre
note
al
grosso
pubblico.
Mentre
in
passato,
tuttavia,
era
la
letteratura
ad
offrire
trame,
personaggi,
spunti
e
suggestioni,
conservando
le
sue
peculiari
caratteristiche,
oggi
invece
sotto
l’influsso
della
cosiddetta
“civiltà
delle
immagini”,
il
cinema
sembra
predominare
ed
imporre
uno
stile
diverso
a
molti
scrittori
moderni.
Tale
ci
appare
il
caso
di
Graziano
Diana,
uno
dei
più
bravi
sceneggiatori
italiani
che
venerdì
17
luglio
ha
presentato
il
suo
primo
romanzo,
“Demonio”,
a
Sabaudia
(Circeo)
insieme
a
Giancarlo
De
Cataldo,
magistrato,
sceneggiatore
e
scrittore
(autore
di
Romanzo
Criminale)
e ad
Emilia
Costantini,
giornalista
del
Corriere
della
Sera.
Come
l’autore
stesso
ha
affermato,
il
ruolo
delle
immagini
e la
necessità
di
uno
stile
vivace
e
coinvolgente
diventano
ora
sempre
più
importanti
per
uno
scrittore
che
si
ponga
l’obiettivo
di
tener
desta
l’attenzione
del
lettore,
proprio
come
avviene
a
cinema
per
lo
spettatore.
Per
lui,
abituato
a
scrivere
sceneggiature
per
film
di
successo
come
Ultrà,
La
Scorta,
Canone
Inverso
di
Ricky
Tognazzi,
Un
Eroe
Borghese
di
Michele
Placido
e
tanti
altri,
per
la
TV
Donne
di
Mafia,Don
Bosco,
Amiche
ecc.,
è
stato
senz’altro
più
facile
convogliare
nella
scrittura
le
caratteristiche
del
linguaggio
cinematografico.
Intervistato
da
E.
Costantini,
Graziano
Diana
si è
soffermato
sui
motivi
che
l’hanno
spinto
a
scrivere
un
romanzo:
essenzialmente
un
desiderio
di
“autonomia
e di
libertà”,
alle
quali
spesso
uno
sceneggiatore
deve
rinunciare
di
fronte
alle
prevaricazioni
di
registi
ed
editors
che
per
diversi
motivi
(oggi
spesso
“per
far
cassa”),
modificano
senza
pietà
il
testo
dello
sceneggiatore,
incuranti
della
“qualità”.
Anche
De
Cataldo
ha
sottolineato
tali
aspetti
raccontando
con
molto
humour
diversi
episodi
realmente
accaduti
nei
rapporti
tra
bravi
sceneggiatori
e
registi
famosi.
Egli
ha
poi
sottolineato
alcuni
aspetti
del
libro
di
G.
Diana,
definito
un
“noir”
pieno
di
suspense
e
mistero,
ambientato
a
Sabaudia,
al
Circeo,
luogo
ricco
di
miti
e
leggende,
in
cui
la
particolare
architettura
metafisica
alla
De
Chirico,
si
presta
come
una
cornice
ideale
per
una
storia
surreale
che
tuttavia
“costeggia
la
realtà”.
Il
testo
è
stato
definito
anche
“romanzo
dell’anima”,
in
quanto
scava
nella
psiche
dei
personaggi
mettendone
in
evidenza
i
lati
oscuri
e
tingendo
le
pagine
di
cupo
esoterismo
con
la
presenza
del
Male
che
si
scatena
per
far
strage
di
una
famiglia:
una
storia
purtroppo
simile
a
tante
altre
così
comuni
anche
nella
realtà.
La
famiglia,
in
effetti,
è
forse
al
centro
di
quest’opera
nella
quale
il
protagonista,
Gabriele,
così
racconta:
"C’eravamo
noi:
mio
padre,
mia
madre,
mia
sorella
e
io.
Vorrei
dire
che
eravamo
una
famiglia
felice,
anche
se
lo
so
che
suona
falso
e
patetico.
Nelle
famiglia
felici
non
avvengono
cose
spaventose
come
quella
che
è
successa
a
noi.
Nelle
famiglie
felici
si
parla,
c’è
confidenza,
amore,
compassione.
Non
si
tengono
dentro
grumi
di
rancore
e di
infelicità
che
quando
esplodono
distruggono
non
solo
il
presente
e il
futuro,
ma
anche
il
passato".
Cinema
e
letteratura,
il
loro
rapporto
con
la
realtà,
la
ricerca
di
uno
stile
nuovo
che
rispecchi
i
nostri
tempi
sono
stati
i
temi
proposti
nel
suddetto
evento
di
Sabaudia.
Pur
apprezzando
molto
l’alto
livello
culturale
dei
personaggi
presenti
e la
bravura
dell’autore,
non
ho
potuto
fare
a
meno
di
pensare
che,
sebbene
le
riflessioni
sul
Male
siano
utili,
avremmo
tanto
bisogno
oggi
di
parlare
di
Bene,
di
fatti
positivi
e
gioiosi
che
ci
ridonino
un
po’
di
fiducia
nell’Umanità,nelle
sue
capacità
di
“riscattarsi”
dal
male,
di
elevarsi
nel
fare
scelte
positive.
Il
Male,
inoltre,
non
bisogna
cercarlo
tanto
a
livello
esoterico,
quanto
piuttosto
individuarlo
e
combatterlo
nella
nostra
realtà
quotidiana,
resa
spesso
invivibile
da
innumerevoli
irrisolti
problemi
che,
schiacciando
l’Uomo,
spesso
lo
spingono
alle
follia.