[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

196 / APRILE 2024 (CCXXVII)


filosofia & religione

Crede ut intelligas”, “Intellige ut credas
A PROPOSITO DI Sant’Agostino

di Federica Ambroso

 

Agostino, personaggio emblematico della filosofia medievale, ha sapientemente fuso alcuni concetti neoplatonici e patristici per giungere a una sua personale speculazione teologica a cui ha fatto, per la prima volta, acquisire una dimensione soggettiva.

 

L’atteggiamento dell’introspezione, via maestra per giungere all’apertura verso Dio, può essere fatto proprio da ogni uomo, in quanto essere spirituale che riflette su se stesso (mentre per i neoplatonici esso era privilegio del saggio). All’interiorità si può pervenire grazie alla confessione, intesa come testimonianza, riflessione sull’azione, atto consapevole attraverso cui l’uomo si auto-conosce, prendendo coscienza di ciò che è.

 

L’essere umano, però, non può capire se stesso se non sta di fronte alla completa alterità: Dio, la totalità, “Essere, Verità e Amore”. Agostino ha compiuto un passo molto importante nella storia della filosofia: egli ha infatti saldato alla dimensione umana quelli che prima erano stati concetti puramente oggettivi, apparentemente lontani dalla vita quotidiana degli uomini comuni.

 

Agostino dichiara di non voler conoscere altro che l’anima e Dio, e chiarisce come cercare l’anima significhi in realtà cercare anche Dio; ragione e fede sono strettamente correlate, due facce diverse della stessa realtà che è il rapporto fra uomo e Dio.

 

La fede deve supportare e indirizzare la ricerca filosofica alla Verità, l’intelletto deve comprendere e filosofare per rendere più salda la fede; è il senso delle massime agostiniane “Crede ut intelligas”, “Intellige ut credas”.

 

L’uomo riceve la verità direttamente da Dio, che illumina la mente umana, permettendole di apprendere: è la famosa teoria dell’illuminazione. L’illuminazione è naturalmente presente nella ragione umana, ma solo con la fede è possibile riconoscere in Dio la sua fonte. Ancora una volta, Agostino propone un’interessante teoria che, al di là della fede cristiana, costituisce un’interessante rielaborazione della teoria platonica della conoscenza (non a caso egli fu chiamato “Platone cristiano”). Platone e Agostino, infatti, concordano nell’esistenza di verità trascendenti, che non possono derivare dalla mera esperienza.

 

Agostino si occupa anche della natura umana e delle possibilità che possono presentarsi all’uomo nell’arco della vita, superando il dubbio degli scettici con l’affermazione della certezza dell’esistenza. Egli dichiara che l’uomo è immagine di Dio (Essere, Verità e Amore) in quanto è, conosce e ama, quindi può cercarlo, amarlo, rapportarsi con lui, ma non è garantito che tutto questo si realizzi; sta all’uomo scegliere se vivere assecondando i desideri della carne, e perciò cadere nel peccato, o vivere secondo lo spirito, rinascendo alla vita spirituale.

 

In realtà, per Agostino, l’unica vera scelta è quella con cui l’uomo decide di rapportarsi a Dio; il peccato è una “non-scelta”, “superbia della volontà”, adattamento a ciò che è inferiore. L’alternativa che si pone davanti all’uomo è proposta nel De civitate Dei, e qui viene estesa a tutta la storia dell’umanità, svoltasi a partire dalla lotta della città terrena (regno della carne) contro la città celeste (regno dello spirito), destinate a rimanere indissolubilmente mescolate fino alla fine dei tempi.

 

Come il peccato, anche il male, nell’ottica agostiniana, non ha una consistenza ontologica, ma è “privazione di bene”, in quanto è sempre l’accidente di un soggetto che di per sé è bene; essere e bene coincidono, giacché Dio, il Sommo Bene, è creatore di tutto ciò che esiste, anche del tempo.

 

Il tempo, spiega Agostino, è nato con il mondo, ed è estremamente fuggevole; esso è distensio animi, una dimensione dell’anima nella quale conserviamo la memoria del passato e l’attesa del futuro, un continuum. La presenza dell’anima in noi, quindi, dimostra l’immortalità dell’anima stessa.

 

Agostino ha saputo congiungere in modo decisivo il pensiero greco con quello cristiano, rendendo l’uomo, nella sua inquietudine e nei suoi dubbi, nel suo bisogno di amore e felicità, partecipe dei concetti filosofici, protagonista della sua instancabile ricerca interiore, in rapporto con la Verità che abita in lui.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]