“Crede ut intelligas”, “Intellige
ut credas”
A PROPOSITO DI Sant’Agostino
di
Federica Ambroso
Agostino,
personaggio emblematico della
filosofia medievale, ha
sapientemente fuso alcuni concetti
neoplatonici e patristici per
giungere a una sua personale
speculazione teologica a cui ha
fatto, per la prima volta, acquisire
una dimensione soggettiva.
L’atteggiamento dell’introspezione,
via maestra per giungere
all’apertura verso Dio, può essere
fatto proprio da ogni uomo, in
quanto essere spirituale che
riflette su se stesso (mentre per i
neoplatonici esso era privilegio del
saggio). All’interiorità si può
pervenire grazie alla confessione,
intesa come testimonianza,
riflessione sull’azione, atto
consapevole attraverso cui l’uomo si
auto-conosce, prendendo coscienza di
ciò che è.
L’essere umano, però, non può capire
se stesso se non sta di fronte alla
completa alterità: Dio, la totalità,
“Essere, Verità e Amore”. Agostino
ha compiuto un passo molto
importante nella storia della
filosofia: egli ha infatti saldato
alla dimensione umana quelli che
prima erano stati concetti puramente
oggettivi, apparentemente lontani
dalla vita quotidiana degli uomini
comuni.
Agostino dichiara di non voler
conoscere altro che l’anima e Dio, e
chiarisce come cercare l’anima
significhi in realtà cercare anche
Dio; ragione e fede sono
strettamente correlate, due facce
diverse della stessa realtà che è il
rapporto fra uomo e Dio.
La fede deve supportare e
indirizzare la ricerca filosofica
alla Verità, l’intelletto deve
comprendere e filosofare per rendere
più salda la fede; è il senso delle
massime agostiniane “Crede ut
intelligas”, “Intellige ut
credas”.
L’uomo riceve la verità direttamente
da Dio, che illumina la mente umana,
permettendole di apprendere: è la
famosa teoria dell’illuminazione.
L’illuminazione è naturalmente
presente nella ragione umana, ma
solo con la fede è possibile
riconoscere in Dio la sua fonte.
Ancora una volta, Agostino propone
un’interessante teoria che, al di là
della fede cristiana, costituisce
un’interessante rielaborazione della
teoria platonica della conoscenza
(non a caso egli fu chiamato
“Platone cristiano”). Platone e
Agostino, infatti, concordano
nell’esistenza di verità
trascendenti, che non possono
derivare dalla mera esperienza.
Agostino si occupa anche della
natura umana e delle possibilità che
possono presentarsi all’uomo
nell’arco della vita, superando il
dubbio degli scettici con
l’affermazione della certezza
dell’esistenza. Egli dichiara che
l’uomo è immagine di Dio (Essere,
Verità e Amore) in quanto è,
conosce e ama, quindi può
cercarlo, amarlo, rapportarsi con
lui, ma non è garantito che tutto
questo si realizzi; sta all’uomo
scegliere se vivere assecondando i
desideri della carne, e perciò
cadere nel peccato, o vivere secondo
lo spirito, rinascendo alla vita
spirituale.
In realtà, per Agostino, l’unica
vera scelta è quella con cui l’uomo
decide di rapportarsi a Dio; il
peccato è una “non-scelta”,
“superbia della volontà”,
adattamento a ciò che è inferiore.
L’alternativa che si pone davanti
all’uomo è proposta nel De
civitate Dei, e qui viene estesa
a tutta la storia dell’umanità,
svoltasi a partire dalla lotta della
città terrena (regno della carne)
contro la città celeste (regno dello
spirito), destinate a rimanere
indissolubilmente mescolate fino
alla fine dei tempi.
Come il peccato, anche il male,
nell’ottica agostiniana, non ha una
consistenza ontologica, ma è
“privazione di bene”, in quanto è
sempre l’accidente di un soggetto
che di per sé è bene; essere e bene
coincidono, giacché Dio, il Sommo
Bene, è creatore di tutto ciò che
esiste, anche del tempo.
Il tempo, spiega Agostino, è nato
con il mondo, ed è estremamente
fuggevole; esso è distensio animi,
una dimensione dell’anima nella
quale conserviamo la memoria del
passato e l’attesa del futuro, un
continuum. La presenza
dell’anima in noi, quindi, dimostra
l’immortalità dell’anima stessa.
Agostino ha saputo congiungere in
modo decisivo il pensiero greco con
quello cristiano, rendendo l’uomo,
nella sua inquietudine e nei suoi
dubbi, nel suo bisogno di amore e
felicità, partecipe dei concetti
filosofici, protagonista della sua
instancabile ricerca interiore, in
rapporto con la Verità che abita in
lui.