[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

181 / GENNAIO 2023 (CCXII)


moderna

ALLA CORTE DI SAN PIETROBURGO
EVOLUZIONI SETTECENTESCHE / I

di Leila Tavi

 

La corte di San Pietroburgo nella prima metà del Settecento è un interessante oggetto di studio per capire come evolve la società russa.

 

Il passaggio dalla corte di Mosca a quella della nuova capitale sorta nel 1703 sul delta della Neva, affacciata sul Golfo di Finlandia, sancì l’introduzione di usi e costumi delle corti dell’Europa del Nord, visitate da Pietro il Grande durante la missione diplomatica tra marzo del 1697 all’agosto del 1698, denominata la Grande Ambasciata (Вели́кое посо́льство).

 

La trasformazione di San Pietroburgo da porto fortificato a capitale di fama internazionale rientrava nel vasto e ambizioso programma di riforme di Pietro I, prendendo come ispirazione le capitali visitate durante la Grande Ambasciata, come Londra e Vienna. Durante la sua missione diplomatica lo zar incontrò re Guglielmo III d’Inghilterra, un monarca che Pietro il Grande aveva ammirato da giovane per le gesta eroiche nel lungo conflitto anglo-francese contro Luigi XIV, che si concluse il 10 agosto 1678 la Pace di Nimega. Inoltre, lo zar apprezzò la vittoria della flotta Anglo-olandese che si svolse a La Hogue dal 19 al 23 maggio 1692 per sventare il tentativo di Luigi XIV di riportare sul trono d’Inghilterra Giacomo II, in ottica di contenimento dell’espansione della Francia in Europa. Dal punto di vista inglese, invece, la Russia era vista come un possibile potenziale mercato per l’esportazione. I due sovrani si incontrarono ad Utrecht nel 1697. Qui di seguito riportiamo il testo del discorso di Pietro I rivolto in quell’occasione a Guglielmo III, come riportato da Barany (1986: 5-6):

 

Al più illustre degli imperatori

Non era il desiderio di vedere le Rinomate Città dell'Impero tedesco o la più Potente Repubblica dell'Universo, che mi ha fatto lasciare il mio Trono in un Paese Lontano, e i miei Eserciti Vittoriosi, ma solo l'ardente passione di vedere l'Eroe più Coraggioso e più Generoso di Tutti i Tempi

Ho esaudito il mio desiderio; e sono Sufficientemente ricompensato per il mio Viaggio nell'essere stato ammesso alla Sua Presenza; i Suoi gentili Abbracci mi hanno dato più Soddisfazione della presa di Azof e del trionfo sui Tartari, Ma la Conquista è Vostra, Il Vostro Genio Marziale ha diretto la mia Spada E la Genuina Emulazione delle Vostre imprese mi ha Instillato nel Petto i primi pensieri di Allargare i miei Domini

Non Riesco a esprimere a parole la venerazione che ho per la Vostra Sacra Persona Il mio Viaggio senza Paragoni ne è una Prova

La Stagione è così avanzata che spero anche la Pace così che io non abbia l'Opportunità che ha avuto Massimiliano, di Combattere sotto il Vessillo dell'Inghilterra contro la Francia, il Comune…

Se la Guerra dovesse continuare, Io e i miei Eserciti eseguiremo prontamente i Vostri Ordini e se sia in Guerra che in Pace i Vostri Industriosi Soggetti vorranno Commerciare verso le Parti più Settentrionali del Mondo i Porti della Russia saranno liberi per loro Io concederò loro maggiori Immunità di quante ne abbiano mai avute e le farò Iscrivere tra i più Preziosi Documenti del mio Impero per essere una perpetua Memoria della Stima che Io ho per il più degno dei re.

 

Questo discorso, che per lungo tempo non è stato preso in considerazione dagli studiosi di diplomazia e di storia delle relazioni internazionali, rappresenta il biglietto da visita con cui la Russia intendeva partecipare alle relazioni internazionali dell’Europa, in particolar modo dei territori settentrionali.

 

Nel settembre del 1697 lo zar ricevette un invito a cena da parte del monarca inglese in una cittadina vicino a Utrecht, Zuylesteyn. Della notizia diede evidenza il Post Boy nell’edizione del 18-21 settembre 1697, come citato da Loewenson (1958: 315): “Tis said that the Czar of Muscovy was so highly pleased with the magnificent Dinner the King of Great Britain entertained him with, and our manner of Eating, that he merrily Invited himself again”.

 

La notizia è confermata da Henri e Barbara Van der Zeen (1973: 428), i quali, in particolar modo, mettono in evidenza la reazione dello zar quando vide che alla cena assistevano molti sudditi, si offrì di farne decapitare alcuni in onore di Guglielmo, così come era uso fare in Russia. L’omaggio fu declinato in modo gentile dal sovrano inglese. 

 

Tramite Francis Godolphin Osborne, V Duca di Leeds, lo zar ricevette il 9 novembre 1697 la notizia che Guglielmo gradiva fargli dono del veliero Royal Transport (Barany, 1986), lodandolo come difensore della comune fede cristiana contro il nemico comune, l’Impero ottomano, e per le valorose gesta nel Khanato di Crimea. Il veliero fu mostrato per la prima volta a Pietro I dal vice-ammiraglio Sir David Mitchell per conto di Guglielmo il 2 marzo 1698, in occasione della visita dello zar in Inghilterra. Per portare lo zar e il suo seguito, formato da circa 27 persone, in Gran Bretagna Guglielmo inviò il veliero The Yorke a Hellevoetsluis, una cittadina nella parte meridionale dell’Olanda e porto della flotta reale olandese. L'11 gennaio 1698 un sovrano russo mise per la prima volta piede sul suolo britannico e vi rimase fino al 25 aprile dello stesso anno.

 

Pietro I ebbe varie occasioni durante la sua permanenza a Londra di incontrare di nuovo Guglielmo III nella sua dimora di Kensington. Il soggiorno di Pietro I a Londra fu fondamentale per avere un quadro preciso della società e della politica inglese. Il funzionamento dell’apparato amministrativo e diplomatico a Londra fu un modello a cui Pietro I si ispirò per riformare lo Stato russo. Barany (1986: 40) riporta soltanto di un incidente diplomatico tra i due sovrani, ovvero la scoperta da parte dello zar che Guglielmo aveva acconsentito a fare da mediatore nelle trattative di pace separate tra l'imperatore austriaco e il sultano, secondo quanto scritto dal conte von Auersperg, ambasciatore austriaco a Londra. La questione turca, però, non fu prevalente durante gli incontri diplomatici tra i due sovrani, considerato che quattro anni dopo sarebbe scoppiata la Guerra di Successione Spagnola e che l’Inghilterra era interessata al controllo delle rotte navali che passavano per il continente europeo, ancora più che a possedimenti. 

 

Anche se non abbiamo traccia scritta dei colloqui privati tra Guglielmo III e Pietro I, che non furono messi a verbale, è presumibile pensare, che in un così lungo soggiorno a Londra lo zar fosse stato messo a parte di alcune faccende diplomatiche e di politica interna sia dal monarca inglese sia dai suoi consiglieri più stretti, tra cui Gilbert Burnet, vescovo di Salisbury, che gestiva per il Guglielmo III le questioni ecclesiastiche. Con il vescovo Pietro il Grande si intratteneva per ore, nel tentativo di trovare una valida alternativa all’enorme potere non soltanto spirituale, ma politico, della Chiesa ortodossa in Russia. A questo scopo lo zar partecipò anche a numerose riunioni dei quaccheri e dei protestanti. Questa assidua frequentazione delle autorità della Chiesa anglicana non portò soltanto a una riflessione da parte di Pietro I sulle eventuali riforme da apportare alla Chiesa ortodossa russa, ma qualche anno dopo lo zar concesse la libertà di culto alla Chiesa anglicana in Russia, sulla base di una promessa solenne fatta durante il soggiorno a Londra. 

Nel 1709-1710 l'ambasciatore Charles Whitworth, facendo riferimento a questa promessa, riuscì ad ottenere il ripristino da parte dello zar dei privilegi dei vicario anglicano, che gli erano stati precedentemente negati dalla gerarchia ortodossa. In un secondo momento, nel 1721, lo zar mise in atto il suo progetto di limitare il monopolio politico del clero ortodosso, ponendolo sotto il rigido controllo dello Stato. Un altro aspetto importante della visita di Pietro, fu la "diplomazia del tabacco", con la stipula il 16 aprile 1698 dell'accordo commerciale anglo-russo, di cui parleremo il mese prossimo. 

 

Un bollettino di Robert Yard, membro del Parlamento d'Inghilterra per Marlborough, indirizzato all'ambasciatore Joseph Williamson testimonia che il 18 aprile "lo Zar di Moscovia si è congedato dal Re... a Kensington" (Barany, 1986: 43). Sir Williamson era un eccentrico uomo d'affari inglese, filantropo e proprietario di immobili, noto soprattutto per i Williamson Tunnels, costruiti sotto la sua direzione nella zona di Edge Hill a Liverpool. In questo dispaccio non è menzionata una cena successiva, che è stata motivo di controversia nella storiografia internazionale. 

 

Il diario di viaggio di Pietro I contiene un'annotazione fatta pochi giorni prima della partenza: "Sua Maestà si è compiaciuto di dire che l'isola inglese è la migliore, la più felice e la più bella di tutto il mondo" (Andreev, 1974: 88-89). Il viaggio fu per lo zar un grande successo, si sentì in una posizione paritaria rispetto agli altri leader d’Europa. Il consenso ricevuto da parte di Guglielmo III lo spinse a continuare a perseguire la sua ambiziosa politica estera che aveva mire di conquista nel Nord Europa. Infatti, nell’agosto del 1698, lo zar e il nuovo re di Polonia Augusto II raggiunsero un accordo de facto per formare un'alleanza politica e militare in funzione anti-svedese.   

 

I suoi incontri con Guglielmo III in Olanda e in Inghilterra contribuirono senza dubbio a questa evoluzione. La neutralità dei turchi fu assicurata dal trattato di pace di Costantinopoli del 13 luglio 1700, che mise fine alla guerra russo-turca che era iniziata quattordici anni prima, nel 1686. Lo zar aveva dichiarato nel marzo 1700 guerra alla Svezia, che durò ventuno anni e che sancì il ruolo della Russia come potenza militare e politica in Europa. Poco dopo il suo rientro in Russia, Pietro I istituì una Cancelleria diplomatica sul modello di quella inglese. Inoltre, lo zar istituì una rete di missioni diplomatiche a Vienna, Parigi, Londra, Costantinopoli, all'Aia e in altre capitali. Il Posolskii Prikaz (Посольский приказ), che era stato costituito nel 1549, continuò a operare, almeno formalmente, fino al 1718, quando fu fondato il Collegio degli Affari Esteri (Коллегия иностранных дел или иностранная коллегия Российской империи), che cessò di esistere nel 1832. Pertanto, nei primi due decenni del XVIII sec., la macchina diplomatica russa fu radicalmente modificata.

 

Pietro I non si limitò, però, a osservare la struttura architettonica e l’organizzazione politica di grandi capitali come Londra e Vienna, ma prese in esame anche città minori, come  Riga, allora possedimento della Svezia, che lo zar definì “città maledetta”, a seguito del rifiuto del  generale Erik Dahlberg di far ispezionare a Pietro I le fortificazioni della città. Un’altra città minore che destò l’attenzione dello zar nel corso della sua missione diplomatica fu Mitau, l’attuale Jelgava in Lettonia, che in seguito fu terreno di scontro tra Russi e Svedesi durante la Seconda Guerra del Nord e fu conquistata da Pietro I nel 1705. 

 

Per quanto riguarda Königsberg, si tratta del luogo dove Pietro I ebbe diversi incontri nei mesi di maggio e giugno del 1697 con Federico I di Honenzollern, principe elettore di Brandeburgo e incoronato primo re di Prussia nel 1701. Il futuro re di Prussia fu la prima tra le personalità politiche europee di spicco che lo zar incontrò nella sua missione diplomatica. Dell’ospitalità di Federico di Prussia-Brandeburgo la delegazione russa apprezzò in particolar modo la sontuosità e pomposità del suo galateo di corte. Non potendo ottenere solidarietà da parte del principe elettore rispetto alla coalizione anti-turca, lo zar ripiegò su accordo segreto contro la Svezia, reso noto soltanto nel 1701, quando il principe tedesco divenne re di Prussia e la Grande Guerra del Nord era già in corso. I negoziati si svolsero sul panfilo reale russo e rappresentarono un accordo senza precedenti nella storia della diplomazia russa, improntata al tempo su rigide regole morali dettate dalla religione ortodossa, che non prevedevano accordi clandestini e che, per giunta, non riguardassero la guerra santa contro i Turchi. L’accordo segreto fu comunque siglato dallo zar, che lo considerò molto vantaggioso per la raison d'etat della Russia. In qualche modo quell’accordo mise in crisi il sistema di dogmi arcaici su cui la politica estera russa era basata e decretò il volgere lo “sguardo” all’Europa. Altre città da lui visitate durante quel viaggio furono Lipsia, Dresda, Praga, Rawa.

 

Durante tutta la missione diplomatica di fine Seicento lo zar viaggiò in incognito, nel ruolo di un semplice capitano, mentre a capo della missione figurava François Jacques Le Fort (Франц Яковлевич Лефор), o Lefort, come indicato nei documenti dell’epoca scritti in lingua inglese. 

 

Come sottolinea Vladimir Matveev (2000, 31):

 

Having opted to travel incognito, Peter nonetheless was behind all the important diplomatic decisions. As the records show, The Great Embassy was virtually transformed into a mobile Russian Foreign Ministry, with the tsar himself directing foreign policy and executing it with the assistance of the Great Ambassadors. The latter performed the roles both of the tsar's advisers and of his diplomatic envoys of highest rank.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Andreev, Aleksandr Ignat'evič, ed. Petr Velikij: sbornik statej.... Inter Documentation, 1974 (prima edizione del 1947). 

Barany, George. The Anglo-Russian Entente Cordiale of 1697-1698: Peter I and William III at Utrecht. No. 207. Columbia University Press, 1986.

Loewenson, Leo. "The First Interviews between Peter I and William III in 1697: Some Neglected English Material." The Slavonic and East European Review 36.87 (1958): 308-316.

Matveev, Vladimir. "Summit diplomacy of the seventeenth century: William III and Peter I in Utrecht and London, 1697–98." Diplomacy and Statecraft 11.3 (2000): 29-48.

Van der Zeen, Henri & Barbara Van der Zeen. William and Anna. Alfred A. Knopf, 1973.

RUBRICHE


attualità

ambiente

arte

filosofia & religione

storia & sport

turismo storico

 

PERIODI


contemporanea

moderna

medievale

antica

 

ARCHIVIO

 

COLLABORA


scrivi per instoria

 

 

 

 

PUBBLICA CON GBE


Archeologia e Storia

Architettura

Edizioni d’Arte

Libri fotografici

Poesia

Ristampe Anastatiche

Saggi inediti

.

catalogo

pubblica con noi

 

 

 

CERCA NEL SITO


cerca e premi tasto "invio"

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 


 

 

 

[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]