N. 83 - Novembre 2014
(CXIV)
SUL FRONTE DI LIBERAZIONE NAZIONALE CORSO
AUTONOMIA, INDIPENDENZA, BANDITISMO
di Filippo Petrocelli
Mercoledì 25 giugno 2014, dopo trentotto
anni
di
lotta
armata
contro
lo
stato
francese,
il
FLNC
(Fronte
di
Liberazione
Nazionale
Corso)
annuncia
ufficialmente
il
cessate
il
fuoco
unilaterale.
La principale organizzazione dell’indipendentismo
corso
nel
documento
che
accompagna
la
dichiarazione,
si
prefissa
non
solo
la
smilitarizzazione
e la
graduale
uscita
dalla
clandestinità
ma
anche
l’instaurazione
di
un
clima
favorevole
alla
creazione
di
una
forza
di
massa
e
popolare,
autenticamente
capace
di
guidare
l’indipendenza.
Trent’anni di scissioni, faide interne,
omicidi
eccellenti
e
nuit
bleu
– i
celebri
attentati
dinamitardi
simultanei
contro
le
seconde
case
dei
francesi
– ma
anche
conferenze
nei
boschi
e
denunce
contro
la
speculazione
edilizia
e il
turismo
di
massa:
è
questa
la
storia
del
FLNC.
E se la nascita del nazionalismo
corso
può
essere
datata
1755,
quando
Pasquale
Paoli
sancisce
l’indipendenza
dell’isola
dalla
Repubblica
di
Genova,
l’anno
zero
del
nazionalismo
contemporaneo
può
essere
individuato
nel
1976,
quando
il FLNC
compare
sulla
scena
politica.
Quello che scorre fra queste due
date
è la
storia
moderna
della
Corsica,
con
tutte
le
sue
sfaccettature
e
crisi,
anche
se
in
realtà
esistono
una
nazione
e
un’identità
corsa
almeno
dal
XIV
secolo.
Ma se le date ci dicono qualcosa di
importante
è da
ricordare
anche
il
1768,
quando
la
Repubblica
di
Genova
–
che
possedeva
solo
formalmente
l’isola
in
realtà
già
indipendente
de
facto
–
cede
la
Corsica
alla
Francia,
generando
nei
fatti
la
questione
corsa
contemporanea
e le
rivendicazioni
indipendentiste
dalla
monarchia
francese
prima
e
dalla
repubblica
dopo.
Duecento anni di oppressione sociale
e
soffocamento
culturale,
in
cui
i
corsi
si
sono
sentiti
invasi
e
colonizzati
da
un
popolo
straniero
di
cui
non
condividono
né
la
geografia,
né
la
cultura,
né i
costumi,
né
soprattutto
la
storia.
Il FLNC quindi nasce quindi come
movimento
di
liberazione
nazionale
anti-coloniale
alla
metà
degli
anni
Settanta,
ma
le
radici
dell’organizzazione
affondano
nel
decennio
precedente
e in
tutto
il
dopoguerra,
così
come
durante
la
resistenza
all’occupazione
fascista,
anche
se i
suoi
prodromi
possono
addirittura
essere
fatti
risalire
alla
fine
dell’Ottocento,
quando
fioriscono
centri
culturali
e
riviste
orientate
alla
riscoperta
dell’identità
e
della
lingua
corsa.
La prima azione armata avviene però
precedentemente
alla
comparsa
ufficiale
del
gruppo:
nell’agosto
del
1975
a
Aleria
nell’Alta
Corsica
orientale,
viene
occupata
armi
in
pugno
l’azienda
vinicola
Depeille
di
proprietà
di
un
colono
francese.
Questa azione determina a suo modo
la
nascita
del
FLNC
(proprio
alla
vigila
del
processo
per
quei
fatti
l’organizzazione
si
presenta
ufficialmente)
ma
chiarisce
soprattutto
una
dei
punti
focali
della
lotta
del
fronte:
la
rivendicazione
per
la
terra
ai
corsi
e la
lotta
contro
il
latifondo
“francese”.
La maggior parte delle proprietà
terriere
infatti
è in
mano
a
francesi
e
pieds
noirs
– i
francesi
d’oltremare,
emigrati
dall’Algeria
dopo
l’indipendenza
del
paese
nordafricano
– ed
è
spesso
concentrata
nelle
mani
di
poche
famiglie
che
sovente
non
risiedono
sull’isola
e
che
le
utilizzano
a
fini
speculativi.
Non a caso subito dopo la seconda
guerra
mondiale
e
soprattutto
nel
ventennio
successivo,
sono
state
molto
forti
le
agevolazioni
proposte
dallo
stato
francese
ai
suoi
cittadini
che
volevano
insediarsi
sull’isola,
nonché
le
speculazioni
edilizie
favorite
e
incoraggiate
da
parte
dello
stato
e
dei
poteri
forti
della
repubblica.
Ed è contro tutto questo che l’indipendentismo
corso
si
organizza
e
combatte.
LA SCISSIONE DEGLI
ANNI
NOVANTA
E I
DUE
CANALI
DEL
FRONTE
La storia del nazionalismo corso è
anche
la
storia
di
una
piccola
deriva:
sebbene
le
rivendicazioni
politiche
e identitarie
(richiesta
di
autonomia
o
indipendenza,
fine
della
speculazione)
siano
sempre
state
presenti,
almeno
in
un
segmento
del
movimento
indipendentista
si è
diffusa
l’idea
che
la
militanza
politica
fosse
il
modo
più
semplice
per
promuovere
una
gestione
autonoma
e
“autoctona”
delle
risorse
dell’isola.
È proprio a questa divergenza che
si
può
far
risalire
la
frattura
principale
interna
all’organizzazione
consumatasi
negli
anni
Novanta,
ma
che
ha
le
sue
origini
nel
decennio
precedente:
quella
fra
FLNC
canal
Historique,
indipendentista
e
più
radicale,
e
FLNC
canal
Habituel,
autonomista
e
più
conservatore.
Questo secondo gruppo nato ufficialmente
nel
1990
è
vicino
al
MPA
(Mouvement
pour
l'autodétermination)
fondato
da
Angelo
Orsoni,
storica
figura
del
nazionalismo.
Il FLNC canal Habituel è più interessato
alla
gestione
delle
risorse
che
alla
liberazione
nazionale
e si
è
legato
a
una
parte
rilevante
di
clan
mafiosi
corsi,
soprattutto
nella
zona
di
Bastia:
non
è un
segreto
infatti
che
l’unica
mafia
presente
in
Francia
–
oltre
quelle
internazionali
–
sia
proprio
quella
corsa
che
ha
soppiantato
i
marsigliesi
nella
gestione
di
molti
traffici
illeciti.
E
parte
della
guerra
intestina
che
ha
insanguinato
le
strade
della
Corsica
è da
far
risalire
proprio
a
questi
eventi.
Negli anni Novanta il FLNC era in
possesso
di
una
notevole
quantità
di
armi
ed
era
facile
vedere
i
militanti
del
gruppo
improvvisare
conferenze
stampe
nella
boscaglia
dell’isola,
facendo
mostra
di
armamenti
pesanti:
Rpg,
lanciarazzi,
missili
anticarro,
bazooka
e
grosse
quantità
di
esplosivi.
Non è difficile immaginare quindi
che
proprio
in
quel
periodo
ci
sia
stata
una
comunione
di
intenti
fra
alcuni
settori
dell’indipendentismo
e i
clan
mafiosi,
interessati
al
traffico
d’armi
e
non
solo.
Più
che
un
matrimonio
d’interesse,
una
travolgente
passione
che
ha
però
consumato
i
due
amanti
in
una
guerra
fratricida,
coinvolgendo
le
diverse
fazioni
in
un
bagno
di
sangue.
E affonda in questo marasma di contraddizioni
e
divergenze
la
guerra
civile
combattuta
all’interno
del
mondo
nazionalista
per
tutti
gli
anni
Novanta
e
continuata
anche
nel
decennio
successivo.
Solo
fra
il
1995
e il
2000
ci
sono
stati
venti
militanti
nazionalisti
uccisi
per
mano
di
fazioni
rivali,
ma
sono
anche
cadute
figure
di
primo
piano
dell’organizzazione.
Su tutti, gli omicidi più famosi
sono
quelli
di
Jean-Michel
Rossi,
fondatore
del FLNC
ucciso
nel
2000
e
Francois
Santoni
–
storicamente
vicino
al FLNC
canal
Historique
ma
uscito
per
divergenze
dal
gruppo
nel
1998
–
colpito
per
aver
denunciato
la
deriva
affarista
di
una
parte
consistente
del
movimento
indipendentista,
nonché
per
aver
indicato
gli
assassini
di
Rossi.
È forse anche per questo, perché di
sangue
ne è
stato
versato
abbastanza,
che
la
generazione
del
’76
– la
schiera
di
fondatori
del
movimento
– ha
deciso
l’addio
alle
armi,
senza
rinunciare
al
sogno
remoto
di
una
Corsica
libera.