N. 95 - Novembre 2015
(CXXVI)
Una terra ambita e contesa
Greci e Cartaginesi alla conquista della Sicilia - Parte I
di Paola Scollo
Per la propria posizione strategica al centro del Mar Mediterraneo e la fertilità del suolo la Sicilia è sempre stata meta ambita di conquiste. La colonizzazione greca, a partire dall’VIII secolo a.C., ha senza dubbio rappresentato una delle tappe più significative della storia dell’isola che, sin dalle fasi più antiche, è stata scandita dal passaggio di invasori, colonizzatori e dominatori.
La
consapevolezza
del
primato
della
componente
ellenica
-
talvolta
sconfinata
in
una
vera
e
propria
forma
di
mitizzazione
- ha
però
rischiato
di
adombrare
il
ruolo
di
indiscutibile
valore
esercitato
dalla
presenza
di
popolazioni
non
greche,
come
per
esempio
quelle
fenicio-puniche
ed
elime,
presenti
nell’area
occidentale
in
epoca
antecedente
all’arrivo
dei
Greci.
Queste
molteplici
anime
per
lungo
tempo
hanno
coesistito
in
un
complesso
e
precario
equilibrio
di
incontro
e
scontro,
di
incomunicabilità
e
dialogo.
Abitata
sin
da
epoche
remote
da
Sicani,
Siculi
ed
Elimi,
la
Sicilia
conobbe
un
primo
decisivo
sviluppo
grazie
all’arrivo
dei
Fenici,
popolo
di
commercianti
e
navigatori
ben
noti
per
la
produzione
di
stoffe.
Allo
stato
attuale
delle
nostre
conoscenze,
è
possibile
immaginare
l’inizio
della
precolonizzazione
fenicia
del
Mediterraneo
occidentale
intorno
al
XII
secolo
a.C.,
in
parallelo
con
la
fondazione
delle
città
di
Utica,
sulla
costa
nord-occidentale
dell’Africa,
di
Cadice,
lungo
la
costa
sud-occidentale
della
Spagna,
e di
Lixus,
sulla
costa
africana
bagnata
dall’oceano
Atlantico.
Illuminante
in
tal
senso
è la
testimonianza
di
Diodoro
Siculo
che
conferma
la
presenza
fenicia
nell’area
mediterranea
d’Occidente
in
epoca
anteriore
alla
fondazione
di
Cadice
(Biblioteca
storica
V
20.
1):
«Ora,
nei
tempi
antichi
quest’isola
[Cadice]
non
fu
scoperta
per
la
sua
grande
distanza
dall’intero
mondo
abitato,
ma
lo
fu
più
tardi
per
le
seguenti
ragioni.
I
Fenici,
che
da
tempi
antichi
facevano
continuamente
viaggi
per
mare
a
scopo
di
commercio,
fondarono
molte
colonie
in
Libia
e
non
poche
nelle
parti
occidentali
dell’Europa.
Poiché
le
loro
iniziative
procedevano
secondo
le
aspettative,
ammassarono
grandi
ricchezze
e
tentarono
di
navigare
oltre
le
Colonne
d’Eracle,
nel
mare
cui
gli
uomini
danno
nome
Oceano».
La
colonizzazione
fenicia
dell’Africa
settentrionale
e di
alcune
località
del
Mediterraneo
va
posta
in
epoca
anteriore
alla
fondazione
di
Cartagine
che,
secondo
Timeo,
avvenne
nell’814
a.C.
Rapporti
commerciali
con
la
Sicilia
ebbero
luogo
a
partire
dall’XI
secolo
a.C.
per
poi
intensificarsi
progressivamente.
Con
ogni
probabilità,
in
un
primo
momento
la
presenza
fenicia
nella
Sicilia
nord-occidentale
fu
limitata
all’acquisizione
di
scali
commerciali
nei
pressi
di
promontori
e
isole
poco
distanti
dalla
costa,
punti
nevralgici
per
il
commercio
con
i
Siculi
e
per
la
circolazione
di
merci.
Ma
tale
presenza
non
doveva
essere
sostenuta
dall’esercizio
di
una
effettiva
sovranità.
Il
primato
economico
fenicio
venne
messo
in
discussione
dall’arrivo
in
Sicilia
dei
Greci
nel
corso
dell’VIII
secolo.
Costretti
a
difendersi
dalla
concorrenza
dei
mercanti
greci
nel
commercio
di
metalli
preziosi,
i
Fenici
abbandonarono
le
zone
costiere
per
ripiegare
verso
l’entroterra
in
direzione
dei
centri
di
Mtw,
successivamente
denominata
Motya
o
Mozia,
una
piccola
isola
nei
pressi
di
Marsala,
Kfra
oggi
Solunto,
Mabbonath
l’attuale
Palermo,
e
Lilibeo.
In
tal
modo
convertirono
le
basi
commerciali
in
postazioni
militari,
rendendo
di
fatto
la
precedente
presenza
commerciale
un
vero
e
proprio
dominio
militare.
Tale
trasformazione
viene
peraltro
confermata
dalle
parole
di
Tucidide
(Guerra
del
Peloponneso
VI
2):
«Abitarono
poi
anche
i
Fenici
tutte
le
coste
della
Sicilia,
avendo
occupato
i
promontori
sul
mare
e le
isolette
vicine,
a
causa
del
commercio
con
i
Siculi.
Ma
quando
poi
gli
Elleni
in
gran
numero
vi
giunsero
per
mare,
lasciata
la
maggior
parte
dell’isola,
abitarono
Mozia,
Solunto
e
Panormo,
vicino
agli
Elimi,
avendole
confederate,
fidando
nell’alleanza
degli
Elimi
e
perché
da
quel
punto
Cartagine
dista
dalla
Sicilia
di
una
brevissima
navigazione».
Sul
filo
di
questo
ragionamento,
è
possibile
collocare
all’epoca
della
prima
colonizzazione
greca
l’inizio
di
uno
sviluppo
urbano
fenicio-punico
nel
tratto
di
costa
compreso
tra
Palermo
e
Marsala.