.

home

 

progetto

 

redazione

 

contatti

 

quaderni

 

gbeditoria


.

[ISSN 1974-028X]


RUBRICHE


attualità

.

ambiente

.

arte

.

filosofia & religione

.

storia & sport

.

turismo storico



 

PERIODI


contemporanea

.

moderna

.

medievale

.

antica



 

EXTEMPORANEA


cinema

.

documenti

.

multimedia



 

ARCHIVIO


 

 

 

 

.

ATTUALITà


N. 80 - Agosto 2014 (CXI)

HAMAS
note a margine sul conflitto a gaza

di Filippo Petrocelli

 

Sulla stampa mondiale l’operazione Protective Edge è presentata come una guerra contro Hamas. Gli attacchi a Gaza sono giustificati da Israele come una grande operazione contro il terrorismo, a difesa degli interessi vitali dello stato ebraico.

 

Al di là della retorica insomma, Hamas viene dipinto dal governo di Tel Aviv come il nemico pubblico numero uno, il pericolo incombente, nient’altro che un gruppo di sadici terroristi sanguinari.

 

Tuttavia poco conosciuta è la storia di Hamas, la sua genesi, nonché modi e metodi della sua affermazione.

 

Molto spesso sono nascosti passaggi importanti della storia recente che hanno favorito e determinato l’affermazione di questo movimento in Palestina.

 

Su tutti viene spesso dimenticato che allo scopo di indebolire la resistenza palestinese degli anni Settanta – largamente egemonizzata da forze di sinistra, nazionaliste e laiche – Israele ha favorito direttamente il diffondersi di un attivismo islamico, fino a quel momento molto minoritario in ambito palestinese.

 

Per indebolire i suoi nemici giurati dell’epoca, ovvero i fedayn di Fatah, del FPLP e delle fazioni “laiche” e di sinistra, Israele ha concesso più facilmente l’apertura di sedi, associazioni e luoghi di culto a carattere islamico.

 

Queste associazioni – ma anche ospedali, scuole, centri culturali e di svago – sono state il grimaldello con il quale Hamas è riuscito a radicarsi in un paese dove non esistendo uno stato bensì solo una fragile “autorità nazionale”, i servizi sociali sono “offerti” dai privati oppure dalle associazioni internazionali.

 

In secondo luogo ci si dimentica che Hamas gode di un discreto seguito popolare.

Nel 2006, le prime e uniche elezioni politiche palestinesi, si sono concluse proprio con la vittoria di questo partito islamico, che ha avuto anche il merito di gestire in maniera trasparente le attività sociali a esso collegate e gli enti caritevoli vicini al movimento, al punto da guadagnarsi fama di “buon amministratore”.

 

Un movimento insomma sospeso fra welfare e resistenza, che ha costruito il suo successo sia attraverso lo scontro con l’occupante israeliano, sia con la costruzione di un forte contropotere di natura sociale, al punto da diventare un partito di massa già prima del 2006.

 

Non solo, la leadership di Hamas ha sempre mostrato una certa sobrietà, lontana dagli eccessi di alcuni esponenti del movimento palestinese, soprattutto negli anni di Beirut.

 

In larga parte – esclusa la leadership dell’esilio che ora è in Qatar – la dirigenza di Hamas vive ancora nei campi profughi, spesso in modeste abitazioni e patisce le stesse difficoltà degli abitanti della Striscia di Gaza e della Cisgiodania.

 

LA NASCITA DI HAMAS

 

Sull’onda dello scoppio della prima Intifada, Hamas nasce il 9 dicembre 1987 dalla sessione palestinese della Fratellanza Musulmana, con lo scopo specifico di combattere l’occupante israeliano.

 

Si muove in autonomia e spesso in contrasto con la linea ufficiale del movimento “madre”, anzi Hamas è ispirata dall’azione dei Fratelli – ma suo modo se ne distacca – forte della specificità palestinese.

Viene fondata in una riunione a casa di shaykh Yassin, alla presenza della vecchia guardia della Fratellanza come Mohammed Shama’a e Ibrahim al-Yazouri e di un gruppo di giovani attivisti come Salah Shehadeh, Abdel Aziz al-Rantisi e Isa al-Nashar, che si sono formati nelle università degli anni Ottanta, palestra di militanza per questi giovani dirigenti.

 

Infatti proprio in quegli anni negli atenei di Gaza e della Cisgiordania, i militanti di Hamas hanno per la prima volta sconfitto il “fronte laico”, vincendo le elezioni studentesche e anticipando metaforicamente il grande consenso popolare del quale il movimento ha goduto all’inizio del Duemila.

 

Sono tutti profughi i fondatori di questo partito e ciò spiega la particolare “durezza” delle loro idee: in larga parte coltivano ancora il sogno di tornare nei loro villaggi del 1948, diventati oggi Israele.

 

Hamas, acronimo di Harakat al-Muqawwama al-Islamiyya, ovvero “Movimento di resistenza islamico” è strutturato in un modo particolare.

 

Sebbene il movimento dia al suo esterno un’immagine granitica, in realtà, il processo decisionale è orizzontale e il partito è diviso in quattro entità in costante rapporto dialettico fra loro: Gaza, la Cisgiordania, l’esilio e le carceri. Inoltre è presente una sorta di consiglio chiamato Majlis as-shura, che elegge un Ufficio Politico ristretto.

 

L’ala militare del movimento invece, le Brigate Izz al-Din al-Qassam, fondate nel 1992, agiscono in piena autonomia e non rispondono direttamente del loro operato all’ala politica.

 

Fanno parte dell’organizzazione anche cristiani e un discreto numero di donne tanto che nel governo post-elettorale del 2006 c’era il più alto numero di esponenti femminili di qualsiasi esecutivo palestinese e del mondo arabo.

 

Altra questione troppo spesso dimenticato è che la leadership di Hamas ha subito pesanti attacchi da parte israeliana.

 

Shaykh Yassin, leader spirituale del movimento, paraplegico e cieco, è stato ucciso da un razzo dell’esercito israeliano, assieme a suo figlio e a cinque membri della famiglia nel 2004. Al suo successore Abd al-Aziz al-Rantisi, nello stesso anno, è toccata la medesima sorte.

 

Così come anni prima, vittime di omicidio mirato sono stati: Salah Shahada, leader dell’ala militare del movimento, ucciso insieme alla moglie e tre figli, e Yahya Ayyash, conosciuto con il nome di “ingegnere bomba”, per la maestria nel costruire esplosivi.

 

Tuttavia l’accusa che più spesso Israele indirizza a Hamas è proprio quella di essere un’organizzazione terroristica. Ma il primo attentato di Hamas avviene nella primavera del 1994 – ben sette anni dopo la sua nascita – ed è una risposta dell’attentato effettuato il 25 febbraio a Hebron da Baruch Goldstein, un colono estremista di religione ebraica che uccide in un venerdì di Ramadan, ventinove persone in una moschea affollata.

 

Sebbene nel Mithaq, ovvero nella Carta fondativa del movimento scritta nel 1988, si parli in tono zelante della distruzione di Israele, appare evidente che questo documento abbia perso di importanza in termini di “orizzonte politico”.

 

Molto più interessanti si sono dimostrati altri scritti più recenti di Hamas, come il programma elettorale per le elezioni del 2006 della lista Riforma e Cambiamento di cui il movimento era il promotore.

 

In questo testo si parla in tono meno “mistico” del conflitto israelo-palestinese e si affrontano i problemi in modo più diretto e meno demagogico. Si parla di progetti di governo, di promozione dei servizi sociali, di tripartizione dei poteri e di uguaglianza di fronte alla legge.

Tutt’altro quindi che semplice “fanatismo” religioso.

Lo stesso Yassin, presentato più volte come un fanatico idealista, già negli anni Novanta aveva offerto tregue allo stato ebraico, addirittura trentennali.

 

Tregue che sono state sempre rispedite al mittente, sebbene Meeshal, l’attuale leader dell’Ufficio Politico del partito ha più volte proposto una hudna, ossia una tregua decennale del conflitto.

 

In più occasioni inoltre il movimento di resistenza islamica si è mostrato favorevole a uno stato palestinese sui confini del 1967, nonostante parte del successo di questo partito sia risieduto proprio sull’opposizione ai fallimentari accordi di Oslo.

 

Senza passare per una trattativa con Hamas, che nei fatti è un movimento molto più pragmatico di quanto si voglia dipingerlo, la risoluzione del conflitto israelo-palestinese è ancora lontana.



 

 

COLLABORA


scrivi per InStoria



 

EDITORIA


GBe edita e pubblica:

.

- Archeologia e Storia

.

- Architettura

.

- Edizioni d’Arte

.

- Libri fotografici

.

- Poesia

.

- Ristampe Anastatiche

.

- Saggi inediti

.

catalogo

.

pubblica con noi



 

links


 

pubblicità


 

InStoria.it

 


by FreeFind

 

 

 

 

 

 

 

 


[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE]


 

.