N. 78 - Giugno 2014
(CIX)
un’unica, immensa guerra
riflessione ATTORNO AI conflitti MONDIALI
di Virgilio Ilari
La
crisi
ucraina
ha
di
nuovo
accresciuto
i
timori
di
una
“nuova
guerra
fredda”
o
addirittura
di
Terza
guerra
mondiale.
Ma
cosa
significa
guerra
“mondiale”?
Gli
storici
chiamano
“mondiali”
(World Wars)
unicamente
le
guerre
del
1914-18
e
1939-45,
perché
hanno
coinvolto
tutti
i
continenti.
Tuttavia
“mondiale”
non
evoca
soltanto
“spazio”,
ma
pure
“impero”,
“ordine”,
“civiltà”.
Le
guerre
mondiali
sono
state
infatti
pure
guerre
tra
“imperi”
coloniali
per
l’instaurazione
di
un
nuovo
“ordine
mondiale”.
Il
concetto
di
guerra
“mondiale”
diventa
così
un
possibile
strumento
del
pensiero
storico,
per
rileggere
con
occhi
nuovi
il
passato,
anche
se
finora
lo
hanno
fatto
solo
gli
storici
del
“mondo
antico”,
interpretando
come
“mondiali”
la
guerra
del
Peloponneso
e le
guerre
Puniche.
Molto
più
rara
è
stata
finora
l’applicazione
alle
guerre
moderne,
ma
si
può
dire
che
tutte
le
guerre
europee
dell’età
moderna
sono
state
“mondiali”
in
senso
spaziale,
perché
sono
state
combattute
a
scala
planetaria,
anche
sugli
Oceani
e in
Asia,
Africa
e
America.
Inoltre
sono
state
“mondiali”
anche
in
senso
temporale,
perché
tutte
le
guerre
particolari
(locali,
regionali,
civili)
sono
state
più
o
meno
direttamente
collegate
ai
conflitti
maggiori
di
lunga
durata
tra
coalizioni
imperiali.
Si
può
dire
anzi
che
l’intera
epoca
che
va
dal
1492
al
1991
costituisca
un’unica
immensa
guerra
civile
mondiale,
corrispondente
nel
mondo
antico
ai
cinque
secoli
dalle
guerre
Persiane
ad
Augusto.
Una
guerra
che
mutava
le
forme
e i
competitori,
ma
la
cui
latente
posta
in
gioco
era
in
ultima
analisi
sempre
la
stessa:
la
creazione
di
un
impero
a
vocazione
universale,
capace
di
riorganizzare
un
intero
“mondo”
(uno
spazio
geo-storico
autoreferenziale
e
autosufficiente)
come
sistema
permanente
di
sicurezza,
in
cui
l’esercizio
della
forza
fosse
tanto
legalmente
quanto
praticamente
riservato
ad
una
sola
autorità.
Questo
schema
ideale
si
ritrova
nell’antichissima
storia
egiziana
e
cinese,
e
compare
nell’antichità
classica
con
l’idea
del
protettorato
persiano
sulla
Grecia,
da
cui
derivarono
poi
l’impero
di
Alessandro
e
l’ordinamento
ellenistico
ereditati
infine
da
Roma.
E
nel
mondo
moderno
compare
nella
forma
della
competizione
tra
imperi
coloniali
europei,
col
definitivo
prevalere
nel
1815
di
quello
britannico.
Questo,
nuovamente
sfidato
alla
fine
del
secolo
dal
potenziale
asse
russo-tedesco,
fu
però
pignorato
nel
1916
a
garanzia
del
prestito
di
guerra
americano
(cosa
di
cui
Keynes
ebbe
immediata
consapevolezza
storica)
e
infine
ereditato
dagli
Usa,
già
subentrati
fra
il
1824
e il
1898
nell’ex-impero
spagnolo.
Un
processo
che
si è
concluso
con
il
Nuovo
Ordine
Mondiale
instaurato
dopo
il
1991,
con
l’Europa
de-sovranizzata
e
ridotta
nelle
condizioni
della symmachia
romano-italica
del
III-I
secolo
a.
C.,
e
con
l’assoggettamento
di
tutto
il
mondo
ai
poteri
di
guerra
del
Presidente
degli
Stati
Uniti,
unica
autorità
mondiale
legalmente
e
praticamente
in
grado
di
decidere
l’impiego
della
forza,
esattamente
come
fu
il
Princeps
romano.