N. 72 - Dicembre 2013
(CIII)
LA SOCIÈTÈ DES AMIS DE LA CONSTITUTION
SUL CLUB DEI GIACOBINI
di Christian Vannozzi
I
giacobini,
ossia
tutti
coloro
che
aderivano
alla Société
des
amis
de
la
Constitution,
fondata
a
Parigi
nel
novembre
del
1789
come
associazione
di
dibattito
politico,
formarono
durante
la
Rivoluzione
Francese
uno
dei
movimenti
più
importanti
e
battaglieri.
Il
loro
nome
deriva
dal
convento
di
San
Giacomo,
un
tempo
appartenente
all’ordine
domenicano
e
divenuto
luogo
di
riunione
della
fazione.
Sotto
la
guida
di
Maximilien
de
Robespierre
rappresentarono
l’ala
più
intransigente
e
radicale
della
Rivoluzione.
Dopo
la
caduta
del
leader
Robespierre
il
Club,
cioè
la
fazione,
dei
giacobini
fu
messo
fuori
legge,
ma
con
l’avvento
di
Napoleone
che
portò
l’estensione
della
repubblica
anche
in
Italia
con
la
creazione
di
quelle
che
furono
chiamate
le
Repubbliche
Sorelle,
dette
anche
giacobine,
l’ideale
radicale
di
Robespierre
e
della
sua
fazione
si
diffuse
in
ogni
nella
Penisola,
dove
si
svilupparono
numerosi
club
giacobini.
Dai
giornalisti,
specialmente
vicini
alla
destra,
il
termine
giacobino
viene
utilizzato
in
modo
dispregiativo
per
indicare
una
fazione
estremista
e
radicale,
a
volte
violenta
che
cerca
di
raggiungere
i
suoi
scopi
con
qualsiasi
mezzo,
questa
lettura
è
però
semplicistica
e
non
tiene
affatto
conto
delle
ricerche
storiografiche
e
soprattutto
delle
origini
del
movimento.
Le
origini
del
movimento
giacobino
devono
infatti
essere
ricercate
in
una
specie
di
associazione
nata
a
seguito
delle
prime
riunioni
degli
Stati
Generali
a
Versailles.
Cuore
di
questa
associazione
fu
quello
che
veniva
chiamato
il
Club
Bretone,
che
aveva
la
sua
base
nel
Le
Chapelier
di
Rennes.
Il
club
fu
creato
dal
bretone
J.R.
Chevalier,
e si
trasferì
in
ottobre
a
Parigi,
per
far
sentire
la
propria
voce
in
luogo
all'
Assemblea.
All'inizio
auspicava
una
monarchia
costituzionale,
non
volendo
esclusivamente
rinunciare
al
re
al
quale
il
popolo
era
ancora
molto
legato.
Tra
le
sue
fila
direttive
escludeva
all'inizio
i
popolani,
poiché
li
riteneva
incapaci
di
dirigere
loro
stessi
una
linea
politica.
A
Parigi
si
stabilì
nel
novembre
del
1789
prendendo
come
quartier
generale
il
convento
di
San
Giacomo
in
rue
Saint-Honoré,
da
questo
convento
la
fazione
prende
il
nome
caratteristico.
Il
nome
che
assunse
all’inizio
fu
‘Società
della
Rivoluzione’
(Société
de
la
Révolution),
che
in
seguito
fu
mutato
in
Società
degli
Amici
della
Costituzione
(Société
des
Amis
de
la
Constitution),
anche
se
fin
da
subito
fu
conosciuto
da
tutti
come
club
dei
giacobini,
nome
che
prese
ufficialmente
con
la
fine
della
monarchia
e
l’instaurazione
della
Repubblica
nel
settembre
del
1792.
Il
nome
ufficiale
nella
Francia
Repubblicana
fu
Società
dei
Giacobini
amici
dell’uguaglianza.
Obiettivo
primario
dell’associazione
dei
giacobini
era
assumere
l’egemonia
politica
all’Assemblea
Nazionale
per
dirigere
l’intera
nazione
verso
la
Rivoluzione,
non
solo
politica
ma
anche,
e
soprattutto,
sociale
e
culturale.
Tra
loro
vi
furono
anche
giornalisti,
scrittori
e
letterati,
tutti
personaggi
che
potevano
portare
idee
per
una
nuova
era,
dove
non
c’erano
più
ne
oppressione
ne
ingiustizia
sociale.
In
tutta
la
Francia,
e
non
solo
a
Parigi
si
svilupparono
numerosi
club
giacobini.
Tra
le
personalità
di
spicco
non
vi
fu
il
solo
Robespierre,
bensì
altri
grandi
pensatori
come
Barnave,
Duport,
Lameth,
e
Mirabeau
che
con
Robespierre
formarono
il
primo
comitato
esecutivo
della
fazione
che
decideva
la
linea
politica
e la
modalità
d’azione
per
raggiungere
l’obiettivo.
Un
cambiamento
radicale
alla
loro
linea
d’azione
fu
portato
nel
giugno
del
1791
a
seguito
della
fuga
di
Varennes
dei
due
sovrani.
Sviluppando
a
quel
punto
un
sentimento
anti
monarchico
e
più
spiccatamente
rivoluzionario
abbracciando
le
idee
estremiste
di
gran
parte
del
popolo,
si
generò
in
seno
alla
fazione
una
profonda
frattura
che
vide
da
un
lato
Barnave
e La
Fayette,
che
costituirono
il
gruppo
dei
foglianti,
e la
fazione
di
Robespierre,
che
ormai
puntava
alla
presa
diretta
del
potere
e
all'esportazione
della
rivoluzione
popolare
non
solo
in
Francia
ma
in
Europa.
Nel
settembre
del
1792
il
nome
cambiò
ufficialmente
in
'Club
dei
Giacobini'
e
nel
maggio
1793
la
fazione
di
Robespierre
conquistò
la
maggioranza
alla
Convenzione
facendo
del
suo
leader
il
padrone
indiscusso
del
Governo
francese.
Questo
portò
i
giacobini
a
una
ferrea
alleanza
con
i
sanculotti,
la
fazione
più
popolare
della
Rivoluzione,
intensificando
la
lotta
senza
quartiere
agli
aristocratici,
agli
ecclesiastici
e a
tutto
ciò
che
rimaneva
degli
antichi
privilegi
e
dell'antico
regime.
Il
colpo
di
stato
termidoriano
determinò
una
svolta
più
moderata
nel
governo
rivoluzionario
e si
sancì
la
chiusura
del
club
nel
novembre
1794,
dopo
la
messa
a
morte
del
leader
Robespierre
nel
luglio
dello
stesso
anno.
L’ideale
che
formava
la
base
del
giacobinismo
continuò
però
a
vivere
e
anzi
divenne
l’emblema
stesso
della
Rivoluzione
e
della
libertà
che
questa
avrebbe
portato
alle
genti
oppresse
dagli
antichi
monarchi.
Anche
oggi
le
fazioni
più
idealistiche
si
fregiano
di
questa
bandiera
per
indicare
il
sentimento
puro
di
cambiamento,
uguaglianza
e
giustizia
sociale
che
molte
persone
auspicano
anche
nella
società
di
oggi.