Lo scorso 25 Ottobre è stato presentato dall'UNICEF
un rapporto sull’emergenza che riguarda i minori in
Afghanistan. Il rapporto in questione porta
l’inquietante nome di Child Alert…
L’allarme riguarda le conseguenze dei conflitti in
corso per i bambini, già costretti in un sistema
precario.
Pur in presenza di significativi progressi
nell'ambito della sanità e dell'istruzione,
con un aumento notevole delle vaccinazioni
infantili (dal 56% del 2001 al 90% attuale), della
qualità nella nutrizione e delle iscrizioni
scolastiche (con una buona presenza di bambine,
cui per lungo tempo l'istruzione pubblica è stata
preclusa), le condizioni di vita sono per i piccoli
afghani spesso drammatiche.
Il rapporto in questione, elaborato dall'ex inviato
della BBC Martin Bell (ora
ambasciatore UNICEF) nel corso di una missione
di quindici giorni effettuata l’estate scorsa in
Afghanistan, mette infatti in luce le enormi
difficoltà che devono affrontare ancora oggi milioni
di bambini afghani, particolarmente nel Sud
del paese.
Alcune storie sono da romanzo, come quelle di donne
che portano avanti famiglie con paghe da due dollari
al giorno lavorando per quasi dieci ore tenendo a
tracolla i figli piccoli, o quelle delle donne
rinchiuse in prigione con i loro bambini.
I bambini soldato si cerca di reintegrarli
attraverso l'insegnamento dei mestieri più diffusi,
e la scuola potrebbe far molto di più al riguardo se
alcune centinaia di edifici scolastici non fossero a
rischio di apertura a causa dell'alta instabilità in
cui versa il paese. La sicurezza è infatti
sempre più messa a rischio dai talebani, che
si stanno rafforzando repidamente.
Sono famigerate le lettere di minacce ricevute
spesso da genitori ed insegnanti per tenere i figli
a casa, le cosiddette lettere notturne.
Nei primi mesi di quest’anno si sono inoltre
verificati più di quaranta attacchi contro le stesse
scuole.
Anche l'accessibilità agli aiuti umanitari
sta diventando costantemente più difficile in alcune
zone del paese. Decine di distretti (circa il
40%)
sono già stati classificati dall’ONU ad alto
rischio, a volte completamente
irraggiungibili dagli operatori umanitari.
Spesso si utilizzano le giornate di tregua per
attraversare il paese e procedere con le
vaccinazioni.
E
qualche nota positiva questo sforzo sembra averlo
prodotto,
come nel caso della poliomelite, i cui casi sono
calati di un terzo nell’ultimo anno.
Il Child Alert esorta però a intervenire anche
contro l’elevato tasso di mortalità materna,
uno dei più alti al mondo.
Ciò è dovuto al fatto che spesso le donne non hanno
un sufficiente accesso ai servizi sanitari,
condizione peraltro peggiorata dall'estendersi dei
conflitti a nuove aree del paese.
Malgrado gli aiuti, la sicurezza del paese è così
sempre più a rischio ed in progressivo
peggioramento: oltre agli attentati da parte
dei talebani, in cui le vittime sono spesso i
bambini, anche le operazioni dell’Occidente non sono
a volte meno pericolose.
Una commissione indipendente sui Diritti Umani
sostiene infatti che nessuna delle due parti in
conflitto abbia rispettato le basilari leggi sui
conflitti armati, con i bambini spesso vittime
finali. Basti pensare che a volte sono proprio i più
piccoli ad essere usati come kamikaze, attraverso
folli inganni...
Il rapporto include anche le cifre di questa
situazione allarmante: sono circa 900 i bambini che
muoiono ogni giorno in Afghanistan, e 60.000 quelli
costretti a vivere in strada.