N. 23 - Aprile 2007
CHIESA
CATTOLICA E OMERTA'
Pedofilia in
Confessionale
di
Leandro Cecconi
Ad essere sincero,
sebbene scriva un blog da sicario delle
falsificazioni della chiesa cattolica, sono rimasto
profondamente colpito da quanto emerso dalle mie
ricerche inerenti un argomento attualissimo, ma che
affonda le sue radici ecclesiastiche nel 1962.
Mi riferisco al “Crimen
Sollicitationis”
, l’Istruzione del 1962, firmata
dal cardinale Alfredo Ottaviani, allora
prefetto della Congregazione per la dottrina della
fede (Inquisizione). Con tale documento la curia
romana, nella figura di uno dei personaggi che più
hanno tentato di ostacolare i lavori del Concilio
Vaticano II, perché ritenuto troppo liberale, si è
fatto di tutto per proteggere i sacerdoti che durante
il proprio ufficio si sono macchiati di crimini
spaventosi, come gli abusi sessuali indiscriminati e,
soprattutto, atti di pedofilia.
Il “Crimen
Sollecitationis” è stato inviato, sicuramente
all’insaputa di Papa Giovanni XXIII, impegnato nel
Concilio e già gravemente malato, a tutti i vescovi e
alle gerarchie ecclesiastiche. Il documento riportava,
ovviamente la dicitura, in latino, riservato, e si
intimava a coloro che ne venivano in possesso di non
farne in nessun modo parola e di tenere tale
documentazione accuratamente nascosta. Tale documento
(39 pagine, scritte in inglese) intimava l’assoluto
mutismo di chiunque fosse a conoscenza di abusi
sessuali perseguibili dalla legge, anche solo come
testimoni o, come diretti interessati, pena
l’immediata scomunica.
Il cardinale
Ottaviani, oltre a richiederla la segretezza,
pretendeva giuramento di segretezza dalla “vittima”,
dai testimoni, e dal prete stesso.
Tale documento, sebbene
distribuito a tutta la gerarchia ecclesiastica,
è rimasto nascosto nei segretissimi archivi vaticani
per quasi 40 anni.
Ovviamente qualcosa
doveva andare storto in tanti anni di crimini
ecclesiastici celati, negati, non riconosciuti.
Negli Stati Uniti, dove
gli abusi sessuali del clero, evidentemente, oltre ad
essere numerosi, rappresentano un problema da
affrontare e risolvere per i governi dei vari stati, e
sono, diversamente dal nostro paese, sede del
Vaticano, perseguiti come tutti gli altri eventi
criminali, sono iniziati, negli ultimi decenni,
numerosi processi per abusi sessuali soprattutto su
minori. E’ stata richiesta, come normale procedura, la
collaborazione della “Santa Sede”, essendo gli
imputati membri della chiesa cattolica.
La risposta del Vaticano
è stata lapidaria, ma assolutamente ridicola: la
chiesa cattolica non poteva collaborare perché,
“semplicemente”, il documento del 1962, essendo
entrato in vigore nel 1983 il nuovo Codice di diritto
canonico, non aveva più alcun valore.
Purtroppo colui che si è
affrettato a dare questa informazione al governo degli
Stati Uniti, doveva soffrire di amnesia, o non essere
al corrente dei giochi di potere che esistono tra le
stanze del Vaticano.
Il 18 maggio 2001,
il ben noto cardinale Joseph Ratzinger
(successore di Ottaviani come Grande Inquisitore), ed
il cardinale Tarcisio Bertone, attuale
Segretario di Stato, per nomina dello stesso Ratzinger,
hanno scritto una epistola dal titolo “De Delictis
Gravioribus” ,
inviata, anch’essa all’intera gerarchia ecclesiastica
mondiale, in cui c’era una nota che attestava che
quanto affermato nel 1962 dal cardinale Ottaviani
rimaneva assolutamente in vigore.
Tale epistola
raccomandava di non testimoniare in tribunali civili
(pena la scomunica) per reati di abusi sessuali in cui
fossero coinvolti dei religiosi.
Ma in America la
macchina della giustizia non si fermava di certo. Si è
arrivati, grazie all’avvocato Daniel Shea a citare in
giudizio il cardinale Ratzinger per “ostruzione
alla giustizia” nell’ambito del processo, in
Texas, intentato contro Juan Carlos Patino - Arango,
seminarista colombiano, accusato di abusi sessuali su
minori; processo dove il “panzerKardinal” non ha
minimamente pensato di presentarsi. Era l’anno 2005.
Il 20 settembre del 2005
il Dipartimento di Stato Americano ha accolto la
richiesta, fatta dalla nunziatura apostolica, di
concedere l’immunità diplomatica al “Santo Padre”, in
quanto capo in carica di uno stato sovrano.
In realtà la richiesta
di immunità è stata fatta il 16 settembre 2005, senza
seguire, ovviamente, le normali procedure,
direttamente al presidente americano George W. Bush...
L’attuale pontefice, in
alcune sue infelici uscite, ha anche dichiarato, fra
le tante stoltezze anti cattoliche e contro la dignità
di ogni uomo, a prescindere dall’età e dal sesso, che
la pedofilia è una “trasgressione”.
Riporto fedelmente
soltanto un passo emblematico del “De Delictis
Gravioribus”:
“…Nei tribunali
costituiti presso gli ordinari o i membri delle
gerarchie cattoliche, solamente i sacerdoti possono
validamente svolgere le funzioni di giudice, promotore
di giustizia, notaio e difensore” ribadendo che “le
cause di questo tipo sono soggette al segreto
pontificio” e che si sarebbero dovuti attendere 10
anni da quando le vittime avessero compito la maggiore
età, per rivelare le accuse (ma dopo tale tempo le
accuse non cadono in prescrizione e, in quanto tali,
non sono più perseguibili?)
Riferimenti
bibliografici:
http://news.bbc.co.uk/
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations
http://ilblogdilameduck.blogspot.com
“Discorso
di Benedetto XVI” ai presuli della conferenza
episcopale di Irlanda, ricevuti in visita “Ad limina
apostolorum” – 29 ottobre 2006 |