attualità
SUL
CENSIMENTO
DEMOGRAFICO
LA MACEDONIA DEL NORD DINANZI ALLA SFIDA
DEI NUMERI
di Fadlon Mesimi
Il censimento della popolazione
che vive in un determinato territorio è
un’operazione che trova le sue radici
sin dai tempi antichi in Egitto e
nell’Impero Romano. Rappresenta
un’operazione di fondamentale importanza
ai giorni nostri, poiché prima di tutto
il censimento è svolto per poter
individuare in maniera esatta la
composizione demografica di uno Stato,
al fine di poter attuare politiche
adeguate alle necessità dei cittadini.
La rilevazione statistica è effettuata
in Macedonia del Nord ogni dieci
anni e ogni volta pone un grande
dilemma, poiché la composizione
demografica della Macedonia del Nord è
molto eterogenea e, se vi si associa
anche la fragile sicurezza che la
Penisola Balcanica ha dimostrato negli
ultimi anni, il censimento demografico
potrebbe rappresentare una vera sfida
per il Paese balcanico.
Negli ultimi trent’anni il numero degli
abitanti della Macedonia del Nord è
stato contestato dagli stessi abitanti.
Il censimento del 1991, per esempio, fu
visto con dubbio dalla minoranza
albanese, in quanto quest’ultima
accusava il governo macedone di aver
manovrato i risultati al fine di
comprovare una minore presenza albanese
sul territorio.
A tale censimento seguì quello del 1994
e quello del 2002, che presentarono una
differenza in termini percentuali, nel
primo gli albanesi risultarono il 22%
della popolazione, al contrario dei
macedoni che risultarono il 66% della
popolazione. Nel secondo, che si tenne
in una situazione di post-conflitto, gli
albanesi risultarono essere il 25.5 %,
contro la maggioranza macedone del 64%
(Dati ufficiali dell’ufficio delle
statistiche di RMN).
Il censimento del 2002 fu l’ultimo
censimento che si è potuto concludere,
perché la raccolta dati che si sarebbe
dovuta tenere nel 2011 fallì a causa di
alcune divergenze politiche in seno al
Parlamento macedone. Stessa sorte anche
al censimento che si dovrebbe dovuto
tenere nel marzo del 2021.
Il fattore principale che rendeva in
passato complesso portare a termine il
censimento nella Macedonia del Nord si
trova nella sua stessa Costituzione. Nel
2001 il Paese è stato attraversato da un
conflitto molto violento, consumatosi
tra l’armata della Macedonia e i
ribelli albanesi, che culminò con
l’intervento della comunità
internazionale. Nel mese di agosto dello
stesso anno furono firmati gli
Accordi di Ohrid.
In seguito, i ribelli albanesi si sono
costituiti in partito politico, che ha
dominato la scena politica in Nord
Macedonia per un ventennio. Tale partito
è riuscito a ottenere importanti
successi nella stesura degli accordi,
come la richiesta di introduzione nella
Costituzione dell’albanese
come lingua ufficiale dello
Stato, anche se tale diritto
riconosciuto alla comunità albanese
resta ancora oggi soltanto sulla carta.
Attualmente l’utilizzo della lingua
albanese è riconosciuto nei territori
dove gli albanesi rappresentano la
maggioranza e nella Costituzione è
nominata come “la lingua del 20%”,
ovvero il diritto di usare la lingua
nelle istituzioni, come già spiegato, è
garantito soltanto nelle aree o nei
comuni a maggioranza albanese.
Essendo così il diritto della lingua
legato al numero degli abitanti di
questa comunità nel territorio, la
stessa teme che dietro le quinte ci sia
un tentativo di falsare i dati
statistici e quindi il numero ufficiale
dichiarato dal governo di abitanti
albanesi, al solo fine di una parziale
applicazione del diritto alla lingua
della comunità in questione. D’altro
canto, anche la comunità albanese si
pone in modo ambiguo riguardo alla
questione, criticando la metodologia
utilizzata per realizzare il censimento
e dichiarando la necessità di dover
inserire nella rilevazione statistica
anche la diaspora, al fine di aver un
maggior numero di censiti che parlino la
lingua albanese.
Il censimento del 2021 avrebbe potuto
rappresentare una grande occasione per
dimostrare la reale composizione
demografica dello Stato, infatti
l’attuale governo macedone, composto dal
partito macedone LSDM (Lega
Socialdemocratica di Macedonia) e quello
albanese UDI (Unione Democratica per
l’Integrazione), ha recentemente
iniziato, con molta determinazione,
tutte le pratiche per far sì che il
censimento potesse svolgersi tra marzo,
quando la diaspora albanese si sarebbe
dovuta registrare online, e aprile,
quando sarebbe dovuto iniziare il
processo di registrazione degli abitanti
nel Paese.
L’opposizione guidata da Mickovski,
leader del VMRO (Destra Macedone), si è
però schierata contro il censimento per
vari motivi, tra cui la pandemia da
COVID-19. In seguito a varie proteste,
si è riuscito a organizzare un incontro
tra il Primo Ministro Zaev e il
capo dell’opposizione Mickovski, i quali
si sono accordati per posticipare
l’operazione del censimento a settembre
2021.
Il partito albanese, che fa parte del
governo, cerca di giustificare tra i
suoi elettori come tale decisione di
posticipare il censimento vada a favore
di coloro che fanno parte della
diaspora, che in questo modo avrebbero
più tempo a disposizione per registrarsi
nel database online predisposto su
indicazione del governo.
Questo episodio ci dimostra come, de
facto, nonostante l’UDI sia riuscito a
ottenere un importante numero di seggi
al Parlamento, non riesca a imporre il
suo punto di vista su una questione così
delicata come quella del censimento,
lasciando che sia la Lega
Socialdemocratica, giunta a un
compromesso con la sua stessa
opposizione, a prendere una decisione in
merito. |