contemporanea
CATALOGUS CODICUM ASTROLOGORUM GRAECORUM
MANOSCRITTI ASTROLOGICI GRECI
di Giulia Freni
Bruxelles, agosto 1898. Franz Boll,
Franz-Valéry-Marie Cumont, Wilhelm Kroll
e Alessandro Olivieri danno vita, con il
contributo dell’editore Henri Lamertin,
a un progetto che rivoluzionerà lo
studio dei testi astrologici antichi. Si
tratta del
Catalogus Codicum Astrologorum Graecorum,
che con i suoi dodici volumi si
proponeva di raccogliere e pubblicare i
testi tramandati dai manoscritti
astrologici greci delle biblioteche
europee.
Il primo volume, il Codices
Florentinos, fu pubblicato
proprio nel 1898 e presenta una
struttura che sarà mantenuta anche nel
resto della raccolta: nella prima parte
troviamo un inventario dei codici
consultati, in questo caso provenienti
dalle biblioteche di Firenze, mentre
nell’appendice sono editi excerpta
di opere astrologiche.
La pubblicazione di questi manoscritti
fu certamente un evento significativo
per la filologia del tempo, perché ha
permesso di ampliare non solo le nostre
conoscenze sull’astrologia di età
ellenistica, ma anche su quella della
tarda antichità e del mondo bizantino
(anche se bisogna riconoscere la
frequente difficoltà nel distinguere i
diversi materiali).
Tra gli autori che compaiono più
frequentemente nei volumi del CCAG
vi sono sicuramente Vettio Valente e
Claudio Tolomeo. Il primo era un
astrologo di Antiochia, che tra il 152 e
il 162 d.C. compose i nove libri delle
Ἀνθολογίαι,
contenenti la maggiore collezione di
indicazioni astrologiche se si escludono
le testimonianze papiracee.
Il secondo, invece, vissuto nel II
secolo d.C., è ricordato per numerosi
studi in ambito astrologico,
astrologico, matematico e geografico
dai quali nacquero scritti come la Μαϑηματική
σύνταξις e il Τετράβιβλος, quest’ultimo
costituito da quattro libri e
considerato la base dell’astrologia
occidentale. Nel CCAG sono editi
vari excerpta di entrambi gli
autori: per citarne alcuni, possiamo
ricordare i primi due libri delle
Ἀνθολογίαι
di Vettio Valente secondo la versione
del Marcianus Venetus 314 (CCAG,
II, pp. 83-121) oppure alcuni
excerpta sui pianeti e sui segni
zodiacali tratti rispettivamente dal
Neapolitanus III.C. 20 e dal
Laurentianus 86.18 (CCAG, IV,
pp. 174-182). Allo stesso modo, per
quanto riguarda Tolomeo, sono state
pubblicate una sintesi del Τετράβιβλος
tratta dal Parisinus Graecus 2425
(CCAG, VIII.3, pp. 93-95) e
un’edizione critica dell’Introductio
in Tetrabiblum Ptolemaei di Porfirio
(CCAG, V.4, pp. 185-228).
Nel CCAG vi sono, però, anche
brani tratti da autori dei quali
sappiamo poco o nulla, come l’astrologo
babilonese Teucro o il bizantino
Palco; compaiono poi anche vari
brani dalle opere di Psello o Proclo,
che con l’astrologia avevano poco a che
fare, ma il fatto che siano testimoniati
sotto il loro nome scritti del genere è
interessante per scoprire gli interessi
rispetto a quelli per cui siamo abituati
a conoscere tali letterati. Non meno
importanti sono poi gli opuscoli
astrologici anonimi o attribuiti a
personalità avvolte nel mistero, quali
Ermes Trismegisto o Salomone.
Ermes
Trismegisto, considerato il padre
dell’alchimia, non sarebbe altro che il
corrispondente greco del dio egiziano
Thot, cosa che emergerebbe soprattutto
dall’epiteto che accompagna il suo nome
(Τρισμέγιστος
in greco antico significa infatti “tre
volte grande”, proprio come Thot in
geroglifico indicava “due volte
grande”).
Al Trismegisto sarebbe riconducibile la
dottrina espressa nel cosiddetto
Corpus Hermeticum, comprendente 18
scritti e tradotto per la prima volta in
latino da Marsilio Ficino.
Tuttavia, anche nel CCAG troviamo
vari opuscoli a lui attribuiti: l’Ἑρμοῦ
τοῦ
Τρισμεγίστου
μέθοδος
μυστικὴ
εἰς
πᾶσαν
καταρχὴν
ἐπιτήδειος,
contenente delle istruzioni per essere
iniziati al misticismo (CCAG,
VIII.1, pp. 172-177); l’Ἑρμοῦ
τοῦ
Τρισμεγίστου πρὸς
Ἀσκληπιὸν
περὶ
βοτανῶν
τῶν
ζʹ
ἀστέρων,
che descrive le piante associate a ogni
corpo celeste (CCAG, VIII.3, pp.
153-159).
Riguardo Salomone, invece, costui non
era noto solo come il costruttore del
tempio che porta il suo nome, ma anche
come astrologo ed esorcista. Questo è
particolarmente evidente dal
Testamento di Salomone e dagli
Hygromantia Salomonis, quest’ultimo
uno scritto di carattere
astrologico-demonologico nel quale sono
presenti osservazioni sui pianeti e sui
segni zodiacali, con riferimenti
esorcismi che sarebbero stati compiuti
proprio da Salomone.
Vari excerpta di quest’opera sono
editi nel CCAG e tra questi
ritroviamo alcuni passaggi dedicati alle
associazioni piante-pianeti, segno di un
contatto con le teorie proprie
dell’ermetismo: per esempio, quelli
contenuti nel Monacensis Graecus
70, ff. 252r-253v (CCAG, VIII.2,
pp. 162-165) e nel Petropolitanus,
ff. 97v-112r (CCAG, XII, pp.
126-135; il manoscritto è stato poi
ripubblicato da Armand Delatte nel
1949).
Negli Hygromantia Salomonis sono
presenti anche formule magiche e
invocazioni ai pianeti, riconducibili
dunque a forme di divinazione che
prevedevano anche la conoscenza di
questioni astrologiche: per esempio, nel
Monacensis Graecus 70 ai ff.
240r-243v sono elencati i giorni ai
quali ogni corpo celeste presiedeva,
mentre ai ff. 244v-247r troviamo gli
angeli e i demoni planetari da invocare
in una determinata ora del giorno.
Questo aspetto, però, compare più volte
tra i testi dei manoscritti astrologici
greci editi nel CCAG, come nell’excerptum
dall’Escorialensis I. R. 14,
ff. 151r-152r (CCAG, XI.1, pp.
131-133), e spesso ci consente di
conoscere particolari tratti della
cultura in cui tali testi furono
prodotti.
In questo caso, essendo molti di questi
opuscoli datati all’età bizantina, è
interessante notare che ancora oggi in
greco moderno i giorni della settimana
sono definiti con le stesse espressioni
usate nei testi astrologici: Δευτέρα,
Τρίτη, Τετάρτη,
Πέμπτη,
Παρασκευή,
Σάββατο,
Κυριακή,
ovvero “il primo giorno, il secondo, il
terzo…” e così via fino ad arrivare alla
domenica. Allo stesso modo, essendo
molti di questi excerpta scritti
in demotico, possiamo riflettere
sull’evoluzione della lingua greca e
trovare, nuovamente, delle analogie con
il greco moderno oppure delle differenze
con il greco antico. Tutto questo non
sarebbe stato sicuramente possibile
senza il Catalogus Codicum
Astrologorum Graecorum, con il quale
già alla fine dell’Ottocento si è
intuita l’importanza della letteratura
greca più tecnica e scientifica.
In questo senso, potremmo definire il
CCAG un progetto all’avanguardia, ed
effettivamente ha permesso di dare un
impulso agli studi astrologici e
astronomici, nonché di spiegare tratti
del mondo greco che altrimenti sarebbero
rimasti un mistero. Tuttavia ancora oggi
molti degli autori e dei testi editi nel
CCAG sono sconosciuti ai più,
forse perché messi in secondo piano
rispetto ai cosiddetti “autori
canonici”, ma questo non vuol dire che
in futuro non si possano riscoprire
questi opuscoli e riconoscere la loro
dignità nel panorama letterario antico.
Riferimenti bibliografici:
Bara, J.F., (a cura di), Vettius
Valens, Anthologie, Leiden-Boston
1989.
Barton, T., Ancient astrology,
London-New York 1994.
Cumont, F., (a cura di), Catalogus
Codicum Astrologorum Graecorum, 12
voll., Bruxelles 1898-1936.
Delatte, A., (a cura di), Le traité
des plantes planetaires d’un manuscrit
de Léningrad, in Mélanges en
l’honneur de H. Grégoire, Bruxelles
1949, pp. 145-177.
Falk, M., Astronomical Names for the
Days of the Week, in Journal of
the Royal Astronomical Society of Canada,
vol.
XCIII, 1999, pp. 122-133.
Ferraboli, S., (a cura di), Tolomeo,
Le previsioni astrologiche, 2 voll.,
Milano 1998.
Hornblower, S. e Spawforth, A., (a cura
di), The Oxford Classical Dictionary,
2 voll., Oxford 2012.
Scarpi, P., (a cura di), La
rivelazione segreta di Ermete
Trismegisto, 2 voll., Bologna 2009.
Torijano, P.A., Solomon the Esoteric
King. From King to Magus, Development of
a Tradition, Leiden-New York-Köln
2002. |