N. 28 - Aprile 2010
(LIX)
Castiglione Olona
Dall’antico al moderno
di Ugo Marelli
Castiglione
Olona
è un
borgo,
insignito
del
titolo
di
città
per
meriti
d’arte,
che
si
trova
a
pochi
chilometri
Varese.
È
nota
anche
come
“Isola
di
Toscana
in
Lombardia”,
epiteto
che
le è
stato
dato
da
Gabriele
D’Annunzio,
nell’articolo
“Faville
del
maglio”,
pubblicato
il 3
marzo
1912
sul
Corriere
della
sera.
Le
origini
leggendarie
Secondo
alcune
credenze,
il
nome
dell’abitato
deriverebbe
dal
generale
Stilicone,
che
l’avrebbe
fondata
nel
401
d.
C.
Un'altra
leggenda
fa
derivare
il
nome
dal
toponimo
latino
“castrum
legionis”,
oppure
“castrum
leonis”
richiamando
il
leone
presente
nello
stemma
cittadino.
C’è
anche
l’ipotesi
che
il
nome
potrebbe
derivare
da
“Costa
Olon”,
costa
dell’Olona,
il
fiume
che
scorre
vicino
alla
città.
Infine,
qualcuno
ha
anche
pensato
di
far
risalire
il
toponimo
alla
figura
virgiliana
di
Ilioneo,
l’oratore
troiano:
“castrum
Ilionis”
dunque.
Le
origini
storiche
Lasciate
le
leggende,
la
realtà
ci
dice
che
nel
luogo
dove
troviamo
oggi
Castiglione
Olona
esisteva
un
insediamento
in
epoca
romana:
era
collocato
su
un
passaggio
strategico:
una
collina
protetta
dal
corso
del
fiume
Olona,
da
cui
prende
parte
del
nome.
E
non
pochi
sono
i
reperti
di
quel
periodo
che
testimoniano
il
legame
con
il
mondo
classico.
Il
nome
di
Castiglione
Olona
compare
per
la
prima
volta
nel
1068,
quando,
in
un
documento
ufficiale,
viene
ricordato
il
castello
ed
il
suo
proprietario,
Goffredo
da
Castiglione,
segretario
dell’arcivescovo
di
Milano,
Guido
da
Velate,
che
qui
si
rifugia
per
sfuggire
ai
milanesi
guidati
da
Erlembardo
Cotta,
capo
della
Pataria
milanese.
Pare,
anzi,
che
proprio
dalla
presenza
di
questo
castello
fosse
nato
il
nome
di
Castiglione
Olona.
Una
sede
feudale
importante
Pochi
anni
prima
del
Mille,
nella
città
si
insedia
una
famiglia
investita
del
feudo
di
Castiglione
Olona.
tale
famiglia
prenderà
il
nome
della
città
stessa
e,
da
questo
momento,
i
suoi
componenti
porteranno
il
cognome
“da
Castiglione”
o
anche
“Castiglioni”.
E
sarà
con
questa
famiglia
che
la
città
diviene
protagonista
di
numerose
vicende
storiche.
Nel
1071,
Castiglione
Olona
viene
assediata
dai
milanesi,
che
non
avevano
gradito
l’elezione
di
Goffredo
da
Castiglione
al
soglio
arcivescovile
di
Milano.
Goffredo,
o
Gotifredo,
sarebbe
stato
arcivescovo
dal
1070
al
1075,
ma
sarebbe
stato
deposto.
A
lui
succedette
un
suo
parente,
Tebaldo
da
Castiglione,
che
governò
la
diocesi
dal
1075
al
1080
su
incarico
dell’imperatore
Enrico
IV.
Anche
lui,
tuttavia,
non
ebbe
il
riconoscimento
dei
milanesi.
Il
fuoco
di
Castiglione
Proprio
in
occasione
dell’assedio
dei
milanesi,
si
registra
l’episodio
che
viene
conosciuto
come
il
“fuoco
di
Castiglione”.
I
milanesi
stanno
assediando
il
borgo;
contemporaneamente,
a
Milano
scoppia
un
furioso
incendio
che
compromette
diversi
quartieri
della
città.
Le
fiamme
sono
così
alte
che
si
possono
vedere
anche
da
Castiglione
Olona,
e
gli
assedianti,
maggiormente
preoccupati
per
le
proprie
case
e le
proprie
famiglie
che
non
dell’assedio,
si
allontanano
e
tornano
a
Milano.
Castiglione
Olona
nel
Contado
del
Seprio
Castiglione
Olona
non
può
sussistere
se
si
mantiene
isolata
nel
territorio.
Entra,
per
questo,
a
far
parte
del
Contado
del
Seprio,
legandosi
alla
capitale
del
Contado
stesso,
Castelseprio,
con
cui
si
schiera,
nel
1161,
a
fianco
dell’imperatore
Federico
I
contro
Milano.
Questo
procurerà
a
Castiglione
Olona
un
nuovo
assedio
da
parte
dei
milanesi;
ma,
anche
questa
volta,
il
borgo
resiste.
Tuttavia,
i
rapporti
con
la
capitale
del
Seprio
non
sono
sempre
facili,
se
nel
1173
i
capitanei
di
Castiglione
Olona
avocano
a sé
il
diritto
di
nominare
il
sacerdote
per
la
propria
chiesa
e
chiedono
alle
autorità
milanesi
che
costui
non
sia
costretto
a
recarsi
a
Castelseprio
per
battezzare
i
nuovi
nati,
poiché
sul
territorio
è
presente
un
battistero,
proprio
nella
rocca.
Tale
diritto
resta
di
pertinenza
della
famiglia
Castiglioni
fino
al
secolo
scorso,
anche
se,
almeno
nell’ultima
parte
del
Novecento,
probabilmente
non
viene
esercitato.
Certamente,
nel
1989,
l’allora
discendente
della
famiglia,
conte
Ludovico
Castiglioni,
nel
momento
in
cui
si
insedia
a
Castiglione
Olona
il
nuovo
arciprete
(per
la
precisione
si
trattava
di
don
Fabrizio
Cuccurullo),
dichiara
per
iscritto
al
cardinale
Carlo
Maria
Martini
di
rinunciare
a
questo
diritto
(di
questo
fatto
abbiamo
la
testimonianza
diretta).
Un
castiglionese
al
soglio
di
Pietro
Il
25
ottobre
1241,
viene
eletto
papa
Goffredo
da
Castiglione,
figlio
di
Giovanni
Castiglioni
e
Cassandra
Crivelli,
e
nipote
di
papa
Urbano
II.
Sarà
papa
per
soli
17
giorni,
poiché
la
morte
lo
coglierà
il
10
novembre
dello
stesso
anno.
Il
suo
sarà
il
terzo
pontificato
per
brevità,
preceduto
solo
da
Urbano
VII,
che
regnerà
13
giorni
(siamo
sul
finire
del
1500)
e da
Bonifacio
VI,
16
giorni,
nell’aprile
dell’896.
Con
buona
pace
di
chi
considerava
il
pontificato
di
Giovanni
Paolo
I il
più
breve
della
storia.
I
legami
con
Milano
I
capitanei
di
Castiglione
Olona
provenivano
da
Milano.
la
loro
posizione,
nella
contesa
tra
i
Della
Torre
ed i
Visconti,
non
fu
mai
molto
chiara.
Per
questo
motivo,
il
loro
feudo
fu
esposto
a
ritorsioni
da
parte
di
entrambe
le
famiglie.
Tanto
è
vero
che
nel
1271
Napo
Torriani
attaccò
il
castello
ed
il
territorio
castiglionese,
pur
senza
gravi
conseguenze.
In
seguito,
nel
1287,
un
capitaneo
di
Castiglione
Olona,
Guido
Castiglioni,
podestà
di
Como,
si
schierò
contro
i
Visconti
difendendo,
inutilmente,
Castelseprio,
che
venne
distrutta.
Nei
primi
anni
del
Trecento,
la
famiglia
Castiglioni
giura
fedeltà
ai
Visconti.
Nello
stesso
periodo,
ai
piedi
della
rocca
prende
vita
un
insediamento
che
si
allarga
fino
ad
ospitare
edifici
civili
e
religiosi.
E,
sul
finire
del
secolo,
il
territorio
si
arricchisce
di
alcune
chiese,
tra
cui
quella
di
San
Lorenzo,
la
parrocchiale,
e
quella
di
San
Pietro,
all’interno
del
perimetro
del
castello.
il
borgo
era
circondato
da
mura
e vi
erano
due
porte
per
accedervi:
una
nella
direzione
dell’Olona
(la
porta
occidentale),
e
l’altra
in
direzione
di
Milano
(la
porta
orientale)
ancora
oggi
visibili.
Sul
lato
nord
non
vi
erano
porte,mentre
il
lato
sud
era
riparato
dalle
case
lungo
l’attuale
via
Roma.
Il
mecenate
di
Castiglione
Olona:
il
cardinal
Branda
Castiglioni
Il 4
febbraio
1350,
nasce
a
Milano,
da
Maffiolo
e da
Lucrezia
Porro,
Branda
Castiglioni.
Della
madre
sappiamo
che
fu
una
nobildonna
della
famiglia
Porro
da
Lentate:
una
dei
sei
figli
del
conte
Stefano
e di
Caterina
de
Capitanei.
Di
Maffiolo
sappiamo
che
fu
podestà
di
Milano,
nel
1373,
e di
Voghera
nel
1372
e
nel
1379,
e
che
ebbe
incarico
da
Galeazzo
Visconti
di
ampliare
il
castello
di
Voghera.
Come
si
vede,
il
legame
con
Milano
e
con
le
famiglie
che
la
governano
è
sempre
forte.
La
vita
e le
opere
del
Branda
saranno,
per
il
borgo
di
Castiglione
Olona,
qualcosa
di
unico,
i
cui
riflessi
ne
fanno,
ancora
oggi,
un
personaggio
chiave
per
lo
sviluppo
di
una
città
dall’enorme
pregio
artistico
e
culturale.
Branda
Castiglioni
riuscì
a
dare
un
volto
assolutamente
nuovo
al
paese
della
sua
famiglia,
che,
a
quel
tempo,
era
un
piccolo
centro,
abitato
da
contadini.
Prima
demolisce
la
chiesa
di
San
Lorenzo
e
riunisce
i
benefici
di
tutte
le
altre;
in
un
secondo
tempo,
fa
costruire
sulle
mura
del
castello
la
Collegiata
per
la
quale
otterrà
il
titolo
di
arcipretura
e la
dedica
a
San
Lorenzo
e
Santo
Stefano
ed
alla
Beata
Vergine.
Per
questa
chiesa
costituisce
un
Capitolo
con
cappellani
e
cori
che
avevano
il
compito
di
officiare
le
liturgie;
la
arreda
con
doni,
dipinti
e
sculture.
Accanto
ad
essa
colloca
un
battistero
che
verrà
affrescato
da
Masolino
da
Panicale.
Contemporaneamente,
amplia
la
propria
casa,
a
cui
affianca
un
palazzo
per
i
suoi
familiari.
Rinnova,
infine,
la
chiesa
del
Santo
Sepolcro,
nota
come
Chiesa
di
Villa,
perche
collocata
al
centro
della
piazza
centrale
della
città,
di
fronte
al
palazzo
Castiglioni,
è
dedicata,oltre
che
al
Santissimo
Corpo
di
Cristo,
a
Maria
Assunta
ed
ai
quattro
dottori
della
chiesa.
Costruisce
anche
un
palazzo,
dietro
la
Chiesa
di
Villa,
in
cui
oggi
è
collocata
la
sede
del
municipio,
che
viene
destinato
alla
cultura
ed
alla
educazione
dei
giovani.
È il
palazzo
noto
come
la
Scolastica,
in
cui,
fino
al
1880
venivano
educati
i
ragazzi
che
avessero
talento
ma
pochi
o
nessun
mezzo
per
svilupparlo.
Branda
Castiglioni
porrà
a
capo
della
scuola
uno
scolastico
a
spese
della
casata
dei
Castiglioni.
Altri
palazzi
saranno
edificati
in
quello
che,
anche
oggi,
è
uno
dei
centri
storici
di
maggior
valore
artistico
della
Lombardia.
Amplia,
infine,
il
Palazzo
dei
Castiglioni
di
Monteruzzo,
noto
come
Corte
del
Doro,
oggi
sede
dell’unico
museo
italiano,
e
forse
anche
europeo,
di
arte
plastica,
il
Map.
Sopra
al
palazzo
viene
costruito
anche
un
castello,
detto
di
Monteruzzo,
oggi
centro
congressi
di
rinomato
pregio.
La
costruzione
aveva
scopo
difensivo.
Gli
abitanti
di
Castiglione
Olona
Da
alcuni
dati
ricavati
dai
documenti
legati
alla
visita
pastorale
di
San
Carlo
Borromeo,
avvenuta
nel
1570,
si
ricava
che
la
popolazione
arrivava
alle
650
unità.
Nella
registrazione
si
dichiara
che
vi
erano
96
fuochi,
o
nuclei
familiari.
Un
numero
che
resta
stabile
a
lungo;
nel
1770,
aumenta
di
sole
cento
unità.
La
fonte
di
sostentamento
era
l’agricoltura:
si
produceva
frumento,
segale,
miglio,
granoturco.
Le
terre
appartenevano
a
pochi
proprietari.
I
boschi
erano
ricchi
di
selvaggina,
castagne,
legname;
vi
era
anche
una
buona
produzione
vinicola
attorno
alla
chiesa
di
San
Michele,
oggi
nella
frazione
di
Gornate
Superiore.
Altra
fonte
di
sostentamento
era
il
pesce,
che
veniva
pescato
in
grande
quantità
dall’Olona.
Una
vita
difficile
Lungo
questo
corso
d’acqua
non
era
certo
facile
risiedere:
era
una
linea
che
veniva
percorsa
spesso
dagli
eserciti
in
guerra,
coinvolti
nel
possesso
del
ducato
di
Milano;
e
questo
comportava
il
rischio
di
devastazioni
e
saccheggi,
che
sono
documentati
negli
anni
1499
e
1530.
Nel
1513,
Massimiliano
Sforza
aveva
anche
ordinato
la
demolizione
del
castello
di
Castiglione
Olona,
perché
la
famiglia
avrebbe
parteggiato
con
i
francesi
contro
gli
Sforza.
Castiglione
Olona
pare
che
non
sia
molto
fortunata
nella
scelta
delle
alleanze.
Anche
le
malattie
facevano
la
loro
parte.
Vi
è,
nella
zona
a
nord
del
Centro
storico,
nell’attuale
via
al
Bassetto,
un
monumento
che
ricorda
il
luogo
in
cui
vennero
sepolti
i
morti
per
la
pestilenza
che
si
abbatté
nel
1630.
Ma
la
peste
non
era
la
sola
causa
di
morte
che
colpiva
la
popolazione
di
quei
tempi,
e
non
solo
nel
secolo
manzoniano.
IL
feudo
venduto
Nel
1620,
intanto,
il
feudo
di
Castiglione
Olona,
come
tanti
altri,
viene
venduto
dalla
camera
regia
per
far
cassa.
Ventisette
anni
dopo,
viene
riacquistato
da
Carlo
Castiglioni
dei
conti
di
Venegono
Superiore.
Con
l’avvento
di
Napoleone,
tutti
i
feudi
verranno
aboliti
e
Castiglione
Olona
entrerà
a
far
parte
del
distretto
di
Varese,
compartimento
di
Como.
Tornerà
alla
famiglia
Castiglioni
solo
dopo
il
Congresso
di
Vienna,
nel
1816.
Il
mondo
cambia:
la
rivoluzione
industriale
L’Ottocento
vede
anche
sulle
rive
dell’Olona
gli
effetti
della
Rivoluzione
industriale.
Siamo
nel
1835
quando
nasce
la
filatura
di
cotone
di
Giovanni
Schoch,
che
resterà
attiva
fino
al
1981.
Un’industria
che
ebbe
ripercussioni
positive
e
negative
sulla
popolazione
castiglionese,
che,
nei
momenti
di
crisi,
prenderà
la
via
dell’emigrazione
in
Europa
ed
in
Sud
America:
in
Argentina,
ancora
oggi,
è
presente
una
numerosa
comunità
castiglionese,
in
particolare
legata
alla
famiglia
Cermesoni.
Nel
1849,
nasce,
a
opera
di
Santino
Mazzucchelli
e di
suo
figlio
Pompeo,
la
Mazzucchelli
Sas:
vengono
prodotti
pettini
e
bottoni
in
corno.
Lo
stabilimento
si
amplia
sempre
di
più
e,
nel
1873,
dà
lavoro
a
oltre
200
operai.
Nel
Novecento
verrà
utilizzata
la
celluloide,
che
sostituisce
il
materiale
naturale,
e lo
stabilimento
ospita
400
operai.
Castiglione
Olona
diviene
anche
un
nodo
di
importante
valore
sindacale:
nel
1876
sorge
la
Società
operaia
di
Castiglione
Olona,
che
vede
tra
i
suoi
tesserati,
così
si
dice,
lo
stesso
Giuseppe
Garibaldi.
E
vede
nascere,
lungo
il
corso
dell’Olona,
anche
una
ferrovia,
destinata
allo
spostamento
delle
merci,
che
corre
tra
Castellanza
e la
vicina
Svizzera.
Tale
percorso
resta
in
attività
almeno
fino
agli
anni
Cinquanta.
Oggi
si
sta
pensando
di
ripristinarlo
ed
una
parte,
da
Mendrisio
a
Malnate,
è
riaperto
ed
utilizzabile
a
scopo
turistico;
ma
lungo
tutta
la
massicciata
si
stanno
predisponendo
percorsi
ciclopedonali.