N. 25 - Giugno 2007
CASTEL
DI TORA
L'antico
borgo di Castelvecchio
di
Matteo Liberti
Il suggestivo borgo
medievale di Castel di Tora, conosciuto fino al
1864
come Castelvecchio (Castrum Vetus), si affaccia
dolcemente sulle rive nord-orientali del lago del
Turano, arroccato su una roccia a seicento metri
d’altezza ed incorniciato da uno splendido paesaggio
boschivo.
Il nome assunto nel XIX
secolo deriva da
quello dell'antica città sabina di Thora, di
collocazione incerta.
Oggi
il territorio di Castel di
Tora è ricco di molte testimonianze delle epoche
passate, particolarmente del periodo romano. Ancora
sono visibili ad esempio, in via Umberto I, alcuni tronconi di
colonne romane, oppure i fregi e le iscrizioni latine sui muri
perimetrali della chiesa.
Molti di questi resti, però, si
trovano ora sommersi nelle acque del bacino
artificiale, progettato ed eseguito alla fine
degli anni '30 del novecento.
Tutta la zona fu densamente
abitata in epoca medievale, con centri principali
Massae Nautona e Torana.
Sorta intorno all’anno
mille, Castelvecchio fu prima sottomessa all'abbazia
di Farfa, e poi (XIII secolo) alla signoria dei
Brancaleoni di Romanea, estesa anche su alcuni paese
limitrofi.
Nel XV secolo il controllo
di Castelvecchio (annesso allo Stato Pontificio) passò
agli Orsini, che nel 1634 lo cedettero ai Borghese.
Da
questi, per un incrocio di successioni, il paese andò ai
Barberini.
Sarà proprio un membro di questo
casato, Francesco, a fregiarsi per primo, nel XIX
secolo, del titolo di Duca di Castelvecchio.
Nel borgo, tra antichi
portali e suggestive viuzze strette arricchite da archi,
scalinate, passaggi nascosti e cantine scavate nella
roccia, i molti edifici in pietra a vista con
coperture in legno sono una bella testimonianza di
tipica architettura medievale di stampo
rurale.
Risale all'XI secolo la
torre poligonale della fortezza, costruita su una
roccia a strapiombo, mentre sono successive le
torrette di via Turano e di via Cenci (XV
secolo).
Di
particolare attrattiva sono il palazzo del Drago e
l'intero borgo di Antuni, posto nella piccola penisola che
da uno stretto istmo si protende nel lago.
Il borgo, che nel 1944
subì un pesante bombardamento americano, fu
completamente abbandonato dopo la fine della guerra.
Qui si trova, su di una parete
a picco sulle acque del lago, l'eremo di S. Salvatore.
Da non perdere anche una
visita alla chiesa barocca di S. Giovanni Evangelista,
al settecentesco palazzo adiacente alla torre
poligonale ed al convento di Santa Anatolia, che fu un tempo
la residenza estiva del Pontificio Collegio
greco-ortodosso.
Dopo l'unità d'Italia,
Castel di Tora viene assegnata alla provincia umbra di
Perugia, ma nel 1920 passò al Lazio; inizialmente
sotto la Provincia di Roma e poi, nel 1927, sotto
quella di Rieti.
Gran
parte del tessuto urbanistico del
centro storico del borgo è rimasto immutato nel tempo,
almeno fino alla prima metà del Novecento.
La storia (e parte della sua
architettura) di Castel di Tora
fu definitivamente segnata, tra il 1935 ed il 1938,
dalla creazione del lago artificiale del Turano, che
sommerse molti dei terreni più fertili della valle.
Questo comportò una serie di
espropri fondiari e forti modifiche all'economia
locale: conseguenza ne fu un massiccio esodo
(quasi mille persone) dei suoi abitanti verso le città
più vicine.
A rimanere nel paese natio
furono in poco più di trecento. |