N. 102 - Giugno 2016
(CXXXIII)
caspar
david
friedrich
i
paesaggi
dell'animo
umano
di
Alessandro
Di
Meo
Caspar
David
Friedrich
(1774–1840)
fu
il
massimo
esponente
della
pittura
tedesca
del
romanticismo,
di
cui
illustrò
nelle
sue
opere
le
tematiche
e le
ideologie,
quali
la
solitudine
dell’uomo,
la
contemplazione
della
natura,
la
fede,
rappresentate
efficacemente
dalla
figura
del
viandante.
Friedrich
compì
i
suoi
studi
presso
l’Accademia
di
Copenhagen,
nel
1798
si
spostò
a
Dresda
dove
entrò
in
contatto
con
alcuni
circoli
culturali
romantici
e
conobbe
gli
scrittori
Ludwig
Tieck,
Heinrich
Kleist
e il
poeta
Novalis;
negli
stessi
anni
il
pittore
realizzò
numerosi
disegni
a
seppia
e a
matita,
in
cui
raffigurò
prevalentemente
scene
paesaggistiche,
soprattutto
spiagge
e
vedute
di
catene
montuose.
La
svolta
avvenne
con
la
realizzazione
de
La
Croce
sulle
montagne
(1808),
una
pala
d’altare
commissionata
dalla
famiglia
boema
Thun
per
la
propria
cappella;
Friedrich
inserì
la
Croce
sul
picco
di
una
montagna,
creando
per
la
prima
volta
una
fusione
tra
la
tematica
religiosa
e lo
scenario
naturale,
inoltre
omise
il
primo
piano
per
accentuare
la
profondità
del
paesaggio.
L’esposizione
del
dipinto
suscitò
alcune
polemiche,
in
particolare
per
la
scelta
di
accostare
una
pittura
paesaggistica
al
soggetto
religioso
dell’opera,
ma
il
pittore
rispose
alle
critiche
pubblicando
una
dichiarazione
contenente
una
breve
descrizione
dell’opera
e
del
suo
significato,
la
rappresentazione
della
natura
come
manifestazione
di
Dio.
.
La
Croce
sulle
montagne
(1808)
Con
Friedrich
il
paesaggio,
fino
ad
allora
considerato
come
lo
sfondo
di
un
dipinto,
diventò
uno
dei
soggetti
principali
dell’arte;
la
dilatazione
dello
spazio
era
un
espediente
che
serviva
per
accentuare
il
senso
di
solitudine
e di
mistero
dei
personaggi
ritratti,
come
ad
esempio
nel
Monaco
in
riva
al
mare
o
nel
celeberrimo
Viandante
sul
mare
di
nebbia,
considerato
l’emblema
dell’arte
romantica.
In
altre
opere
è
invece
proprio
la
natura
il
soggetto
del
dipinto,
come
nel
giovanile
L’estate
oppure
ne
La
grande
riserva
presso
Dresda
realizzato
nel
1832.
.
Viandante
sul
mare
di
nebbia
(1818)
Friedrich,
tuttavia,
non
realizzava
le
sue
opere
all’aperto,
come
avrebbero
fatto
i
pittori
impressionisti
diversi
decenni
dopo,
ma
nel
suo
studio,
perché
era
convinto
che
l’artista
non
doveva
limitarsi
a
ritrarre
il
paesaggio,
ma
doveva
aggiungervi
i
sentimenti
provati
durante
l’osservazione;
questa
concezione
dell’arte
derivava
dalle
teorie
settecentesche
sull’estetica,
che
all’idea
del
“bello”
accostarono
il
sentimento
del
“sublime”,
vale
a
dire
la
percezione
interiore
e
personale
suscitata
da
un’osservazione
di
un
paesaggio
o di
un’opera
d’arte.
Alcuni
lavori
di
Friedrich
si
caratterizzarono
anche
per
il
loro
messaggio
politico,
sostenuto
dalle
vicende
storiche
del
primo
decennio
dell’Ottocento;
durante
l’occupazione
napoleonica
dei
territori
tedeschi,
l’artista
dipinse
diverse
opere
di
carattere
patriottico
ispirate
alla
mitologia
nordica
e
alla
storia
tedesca.
Negli
anni
della
Restaurazione
Friedrich
ottenne
un
posto
all’Accademia
Sassone
e
nel
1818
sposò
Caroline
Bommer;
le
opere
realizzate
in
quel
periodo
si
distinguono
per
la
presenza
di
figure
umane
come
soggetto
del
dipinto,
come
ne
Sulla
prua
del
battello
o in
Donna
al
tramonto
del
Sole,
mentre
le
vedute
paesaggistiche
sono
contrassegnate
dalla
forte
luminosità
e da
un
senso
di
serenità,
come
ne
Le
bianche
scogliere
di
Rugen.
..
Donna
al
tramonto
del
Sole
(1818)
Negli
anni
successivi,
invece,
Friedrich
tornò
a
dipingere
prevalentemente
paesaggi,
con
uno
stile
che
divenne
progressivamente
sempre
più
cupo;
la
depressione
che
colpì
l’artista
negli
ultimi
anni
della
sua
vita,
dovuta
sia
alla
sua
solitudine
sia
al
generale
superamento
dell’arte
romantica
– di
cui
Friedrich
era
stato
uno
dei
massimi
esponenti
nella
pittura
–
portarono
l’artista
a
concentrarsi
sul
tema
del
paesaggio
come
espressione
delle
proprie
emozioni.
L’opera
più
rappresentativa
di
questi
anni
è
Il
mare
di
ghiaccio
del
1824,
che
ritrae
un
naufragio
avvenuto
nell’Artide
qualche
anno
prima
(l’opera
è
infatti
conosciuta
anche
con
il
titolo
Naufragio
della
“Speranza”),
in
cui
il
ghiacciaio
sembra
acquisire
un
effetto
di
tridimensionalità
grazie
alla
luminosità
cupa
che
pervade
la
scena.
I
dipinti
realizzati
da
Friedrich
negli
anni
Venti
dell’Ottocento
sono
contrassegnati
da
una
riflessione
sul
trascorrere
del
tempo
e
presentano
spesso
tre
figure
umane
assorte
nella
contemplazione
di
paesaggi
crepuscolari
o
dell’alba,
una
allegoria
sulle
tre
età
dell’uomo;
un
esempio
è
offerto
da
Luna
nascente
sul
mare
del
1822.
.
Luna
nascente
sul
mare
(1822)
Friedrich
evocò
nelle
sue
opere
il
trascorrere
del
tempo
anche
ritraendo
le
rovine
di
abbazie
medievali,
spesso
inserite
in
un
contesto
naturale
selvaggio,
in
particolare
boschi
e
foreste,
come
nella
celeberrima
Abbazia
nel
querceto
del
1809,
oppure
in
Le
rovine
di
Eldena
(1826).
.
Le
rovine
di
Eldena
(1826)
Friedrich
morì
a
Dresda
nel
1840;
la
sua
attività
accademica
influenzò
numerosi
pittori
tedeschi,
da
Georg
Friedrich
Kersting,
che
realizzò
anche
un
ritratto
di
Friedrich
nel
suo
studio,
ai
paesaggisti
Karl
Gustav
Carus
e
Johann
Christian
Dahl.
La
pittura
di
Friedrich,
caduta
nell’oblio
fino
all’inizio
del
Novecento,
è
stata
pienamente
apprezzata
soltanto
a
partire
dagli
ultimi
decenni;
attualmente
Friedrich
è
considerato
uno
dei
più
grandi
artisti
dell’età
romantica
per
la
sua
capacità
di
esprimere
attraverso
la
pittura
le
emozioni
interiori
suscitate
dalla
natura
sull’uomo.