N. 36 - Dicembre 2010
(LXVII)
Storia della casa editrice Laterza
Un'impresa familiare nata dall' amicizia tra un tipografo e un filosofo
di Michele Broccoletti
Siamo
nel
1901,
quando
Giovanni
Laterza
fonda
la
casa
editrice
Giuseppe
Laterza
&
figli.
In
realtà,
la
casa
editrice
può
essere
considerata
come
la
naturale
prosecuzione,
nonché
punto
di
arrivo,
di
una
serie
di
attività
artigianali,
in
cui
la
famiglia
Laterza
è da
sempre
stata
impegnata.
I
Laterza
infatti,
originari
di
Putignano,
una
piccola
cittadina
in
provincia
di
Bari,
si
sono
occupati,
in
successione,
di
falegnameria,
cartoleria,
libreria
e
tipografia,
fino
ad
arrivare
all’attività
di
editoria.
Dal
piccolo
paese
di
provincia,
Giovanni
trasferisce
la
società
a
Bari,
dove,
in
un
clima
di
rinascita
e
fervore
culturale,
prendono
il
via
una
serie
di
pubblicazioni
a
carattere
locale,
incentrate
su
temi
di
cultura
tecnica,
economica,
commerciale
e
giuridica.
Le
prime
pubblicazioni
però
si
rivelano
un
grosso
insuccesso
e
per
questo
lo
stesso
Giovanni
Laterza
inizia
a
ricercare
un
“consigliere”,
al
quale
far
delineare
il
binario
entro
cui
indirizzare
le
pubblicazioni.
A
questo
punto
entra
in
scena
la
figura
di
Benedetto
Croce,
il
quale,
ricordiamo
che
siamo
nei
primi
del
‘900,
è
già
un
apprezzato
intellettuale,
ma
non
è
stato
ancora
investito
del
titolo
di
“papa
laico”,
etichetta
che
avrebbe
ricevuto
qualche
anno
più
tardi.
Giovanni
Laterza
e
Benedetto
Croce
si
conoscono
a
Napoli,
e
subito
nasce
un
connubio
ed
un’unione
dalla
quale
entrambi
trarranno
innumerevoli
vantaggi:
la
casa
editrice
si
imporrà
stabilmente
nel
mercato
nazionale
dell’editoria,
mentre
il
filosofo
trasformerà
la
stessa
casa
editrice
in
uno
strumento
di
politica
culturale.
Dobbiamo
sottolineare
che
in
Italia,
come
anche
in
altri
paesi,
il
rapporto
fra
editori
ed
autori
ha
interessato
tutta
la
cultura
del
tempo:
pensiamo
ad
esempio
al
rapporto
fra
d’Annunzio
e
Treves,
oppure
a
quello
fra
Carducci
e
Zanichelli.
È
però
indubbio
che
l’unione
tra
Croce
e la
casa
editrice
Laterza
abbia
superato
di
gran
lunga
tutti
gli
altri,
determinando
la
fortuna
di
una
casa
fra
le
più
importanti
e
prestigiose
dell’editoria
italiana
ed
europea.
Tra
Croce
e
Giovanni
Laterza
si
iniziò
fin
da
subito
a
stabilire
una
consuetudine
fatta
di
suggerimenti
e
consulenze
a
cui
Laterza,
a
volte
anche
dissentendo,
quasi
sempre
si
attenne.
“Credo
poi
che
fareste
bene
ad
astenervi
almeno
per
ora
dall’accettare
libri
di
romanzi,
novelle
e
letteratura
amena:
e
ciò
per
comparire
come
editore
con
una
fisionomia
determinata:
ossia
come
editore
di
libri
politici,
storici,
di
storia
artistica,
[…]
editore
di
roba
grave”.
Sono
queste
le
prime
parole
con
le
quali
Croce
invita
Laterza
a
“far
cultura
con
i
libri”.
I
primi
anni
del
rapporto
tra
i
due
non
sono
comunque
privi
di
diverbi
e
frizioni,
che
nascono
nel
momento
in
cui
Croce
pretende
di
seguire
da
vicino
la
pubblicazione
di
ogni
libro.
In
risposta
Laterza
rivendica
il
fatto
di
saper
svolgere
il
mestiere
dell’editore,
che,
precisa
lo
stesso
Laterza,
è
diverso
da
quello
dell’intellettuale.
È
comunque
evidente
che
in
pochi
anni,
la
grande
cultura
di
Croce
e la
predisposizione
di
Laterza
a
fidarsi
ed
ascoltare
il
filosofo,
trasformano
e
fanno
decollare
la
casa
editrice,
grazie
anche
alla
creazione
delle
prime
collane
come
i
Classici
della
Filosofia
Moderna
(1906),
le
Opere
di
Benedetto
Croce
(1908),
gli
Scrittori
d’Italia
(1910)
ed i
Filosofi
Antichi
e
Medievali
(1915).
Dal
1906
inoltre,
la
casa
editrice
inizia
a
pubblicare
la
rivista
di
cultura
italiana
La
Critica,
diretta
anch’essa
da
Croce.
In
poco
tempo
quindi,
Croce
riesce
a
delineare
quella
che
ancora
oggi
possiamo
definire
la
“mappa
genetica”
della
Laterza:
è
abbandonato
il
progetto
di
pubblicare
opere
letterarie
e la
casa
editrice
viene
proiettata
nell’orizzonte
europeo,
iniziando
a
pubblicare
saggistica
di
cultura
e
tralasciando
libri
tecnici
e di
letteratura.
Giovanni
Laterza
perciò,
da
editore
locale
a
caccia
di
occasioni
di
pubblicazione,
si
trasforma
in
editore
esigente
e
selettivo.
Il
sodalizio
tra
il
filosofo
e
l’editore,
continua
anche
dopo
la
scomparsa
di
Giovanni
Laterza,
avvenuta
nel
1943:
in
sostanza
Croce
rimane
legato
alla
Laterza
fino
al
1952,
anno
in
cui
anch’egli
scompare.
Dopo
Giovanni,
il
compito
di
proseguire
l’attività
della
casa
editrice
viene
affidato
a
Vito
Laterza,
pronipote
dello
stesso
Giovanni.
Vito
Laterza
entra
in
casa
editrice
nel
1949
ed
insieme
con
Franco
Laterza
(uno
dei
figli
di
Giovanni),
oltre
a
continuare
a
seguire
i
precetti
di
Croce,
inizia
a
costruire
una
“rete
di
consulenti”,
dalla
quale
trarre
proposte
e
suggerimenti.
Nel
1951,
in
occasione
del
cinquantenario
della
casa
editrice,
viene
lanciata
una
nuova
collana,
Libri
del
Tempo,
con
la
quale
sono
trattati
i
temi
del
dibattito
politico
e
culturale.
Nel
1960
invece
sono
apportate
alla
casa
editrice
tre
innovazioni
importanti:
è
attivata
una
rete
di
ispettori
per
la
promozione
nelle
scuole
e
nelle
librerie,
viene
aperta
una
sede
a
Roma
per
agevolare
i
contatti
editoriale,
mentre
a
Bari
viene
creata
una
sede
strutturata.
Nel
1963
la
Laterza
si
trasforma
in
società
per
azioni
e
viene
dotata
di
organi
amministrativi
adeguati
ad
una
moderna
gestione
aziendale.
In
sostanza
in
un
ventennio,
dagli
anni
’60
agli
anni
’80,
Vito
Laterza
rinnova
il
volto
della
società
editrice:
cresce
il
numero
medio
delle
novità
pubblicate
annualmente,
aumentano
le
tirature
(trainate
dalla
collana
Universale
Laterza
che
offre,
ad
un
prezzo
accessibile,
testi
classici
e
testi
di
saggistica
legata
a
temi
di
storia
politica,
filosofia,
critica
letteraria,
storiografia
e
scienze
sociali)
e
vengono
prese
una
serie
di
iniziative
di
grande
successo,
come
la
nascita
delle
collane
Storia
e
Società
(1964),
Grandi
Opere
(1968,
che
affrontano
i
temi
dell’architettura
ed
urbanistica)
e
Saggi
tascabili
Laterza.
Arriviamo
alla
fine
degli
anni
settanta,
quando,
il
raffreddamento
del
dibattito
ideologico-politico,
fa
entrare
in
crisi
il
settore
dell’editoria
di
cultura.
Ma
Vito
Laterza
ha
la
risposta
pronta
anche
per
questa
crisi.
Ecco
che
prendono
vita
ulteriori
nuove
collane:
I
Robinson
(1980)
sono
destinati
alla
saggistica
divulgativa,
I
Sagittari
Laterza
(1986)
sono
dedicati
a
temi
più
specialistici,
I
Manuali
Laterza
(1989)
trattano
diritto,
pedagogia,
filologia
romanza
e
didattica.
Altra
importante
collana
è
l’Economica
Laterza
(1993)
che
contribuisce
a
rilanciare
tutto
il
catalogo
della
casa
editrice.
Sono
inoltre
attivate
collaborazioni
internazionali
con
altre
case
editrici,
dalle
quali
prende
spunto
la
collana
Fare
l’Europa
(1993),
che
ha
lo
scopo
di
riassumere
i
tratti
salienti
del
Vecchio
Continente,
alle
soglie
dell’unificazione
europea.
Dopo
Giovanni
Laterza
quindi,
possiamo
ricordare
anche
il
pronipote
Vito
come
una
figura
decisiva
e
fondamentale
per
la
casa
editrice
barese.
Scomparso
nel
2001,
all’età
di
75
anni,
Vito
Laterza
è
stato
per
mezzo
secolo
la
colonna
portante
della
casa
editrice
di
famiglia.
Uomo
di
grande
onestà
intellettuale,
è
riuscito
in
maniera
esemplare
a
stare
al
passo
con
i
tempi,
inventando
nuove
collane,
scoprendo
nuovi
autori,
innalzando
lo
stile
ed
il
tono
dei
libri
scolastici,
facendo
convivere
scrittori
con
orientamenti
diversi
e
soprattutto
gestendo
la
casa
editrice
in
maniera
da
ricordare
il
passato
per
affrontare
il
futuro.
Dopo
la
morte
di
Vito
Laterza,
la
gestione
dell’impresa
è
affidata
al
tandem
formato
dai
cugini
Giuseppe
e
Alessandro
Laterza,
i
quali,
dopo
essere
stati
impegnati
in
vari
ruoli
all’interno
dell’azienda
di
famiglia,
assumono
il
controllo
dell’azienda.
Di
comune
accordo,
i
due
cugini
continuano
a
muoversi
in
due
direzioni
distinte.
Da
una
parte
è
portata
avanti
l’editoria
scolastica,
che
viene
diversificata
e
rafforzata,
anche
grazie
alla
nuova
collana
dei
Manuali
di
base
(2002),
con
la
quale
si
cerca
di
venire
incontro
alla
domanda
della
riforma
didattica,
che
richiede
testi
più
agili
e
snelli.
Ma
un
grande
impegno
è
anche
rivolto
alla
saggistica,
che
inizia
ad
essere
rivolta
a
nuovi
lettori
e
non
solamente
ad
individualisti
inquadrati
in
correnti
di
pensiero
ben
definite.
Sono
pubblicate
opere
di
denuncia
e di
impegno
civile,
collegate
ad
esempio
alla
fine
della
prima
repubblica
ed
alla
vicenda
di
tangentopoli,
ma
vengono
anche
realizzate
iniziative
ed
eventi
culturali,
come
conferenze
e
convegni.
Da
citare
è la
nascita
della
collana
Contromano
(2004),
pensata
per
un
pubblico
giovane
al
quale
sono
presentati
temi
complessi,
che
vengono
affrontati
rimanendo
nel
confine
tra
saggistica
e
narrativa.
Nascono
inoltre
collaborazioni
con
importanti
quotidiani
e
periodici,
ma
soprattutto,
in
linea
con
le
nuove
tecnologie,
sono
realizzati
archivi
digitali
di
immagini
e
testi
e
comunque
sono
state
attivate
collaborazioni
sperimentali
con
università
e
parchi
tecnologici.
Insomma,
a
distanza
di
oltre
un
secolo,
come
probabilmente
avrebbero
voluto
sia
Benedetto
Croce
che
Giovanni
e
Vito
Laterza,
la
casa
editrice
barese
continua
ad
essere
proiettata
al
futuro,
ma
rimane
sempre
attenta
al
passato.