[ISSN 1974-028X]

[REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N° 577/2007 DEL 21 DICEMBRE] *

 

175 / LUGLIO 2022 (CCVI)


moderna

GLI INTIMI RESOCONTI DI UN SOVRANO

CARLO III E IL SUO RACCONTO DELLA PRIMA NOTTE DI NOZZE

di Valeria La Donna

 

La ferrea Elisabetta Farnese, una delle regine consorti con più influenza nella storia della Spagna, sapeva per esperienza quanto fosse importante la scelta di una sposa reale per le sorti del regno.

 

Di carattere fermo e ambizioso e dall’intelligenza viva e brillante, Elisabetta era riuscita a dominare l’animo indeciso del marito Filippo V, primo re di Spagna della dinastia dei Borbone, dirigendo in più occasioni le sue scelte politiche e brigando spesso in favore dei suoi rampolli. Per questo era di fondamentale importanza che il suo primogenito Carlo, già re di Napoli e di Sicilia, prendesse in moglie una donna colta e brillante, di buona salute e che fosse per di più una fervente cattolica.

 

Dopo alcune alleanze matrimoniali fallite e vari tentativi di diplomazia delusi, la scelta della regina madre cadde su Maria Amalia Walburga, principessa asburgica della casata di Wettin e figlia dell’Elettore di Sassonia, nonché re di Polonia, Augusto III.

 

Il matrimonio reale, annunciato a Madrid l’8 gennaio 1738, si celebrò per procura il 9 maggio dello stesso anno nel palazzo di Dresda, ma fu soltanto il mese successivo che i due novelli sposi poterono incontrarsi per la prima volta, a Portella – al confine con lo Stato Pontificio –, dove Maria Amalia fu ricevuta da Carlo.

 

Lui, ventiduenne, di costituzione gracile e minuta e con un naso molto sporgente, com’era tipico dei Borbone, compensava la sua poca grazia con un carattere cordiale e una morale ferrea e cristallina. Lei, appena tredicenne, conquistava tutti con la sua personalità affabile e caritativa nonché con la sua grande dignità e il suo gran fascino, i quali sopperivano ad aspetti poco accattivanti come la bellezza ordinaria e la voce lievemente stridula.

 

Si piacquero subito. Carlo rimase affascinato da Maria Amalia che trovò molto più carina dal vivo rispetto al dipinto mostratogli prima delle nozze, com’era d’uso all’epoca. Lei, dal canto suo, dichiarò ai suoi genitori di aver trovato “nel suo amato sposo tanto amore e compiacimento che l’avrebbero legata a lui per sempre” (Peiró 2021).

 

In Spagna, intanto, i genitori di Carlo, Filippo ed Elisabetta, erano ansiosi di sapere come si erano evolute le cose. La discendenza era una questione di vitale importanza per qualsiasi monarchia, per cui non deve sorprendere la loro richiesta di informazioni circa la fanciulla scelta e la prima notte di nozze con lei trascorsa. Del resto, come ci ricorda la storia francese, la mancata consumazione del matrimonio tra Luigi XVI – il re che sarebbe stato ghigliottinato in seguito alla Rivoluzione – e sua moglie Maria Antonietta durante i primi sette anni di unione, portarono il regno di Francia sull’orlo di una crisi diplomatica con l’Austria.

 

Carlo III non esitò quindi a rispondere alla bizzarra domanda dei suoi genitori con una minuziosa descrizione delle sue performance sessuali, evidenza lampante di come la mentalità dell’epoca non fosse stata ancora toccata dal repressivo clima vittoriano del secolo successivo. La lettera rivela anzi una certa accondiscendenza da parte di Carlo, il quale si mostra comprensivo nei confronti della richiesta perché “in quanto genitori, mi parlano con franchezza” (Cervera 2022).

 

L’eccezionale documento, trovato qualche decade fa dal ricercatore Luis Español e conservato oggigiorno nell’Archivio Storico nazionale di Madrid, rivela qualcosa in più di semplici segreti d’alcova:

 

«Per obbedire agli ordini delle Vostre Maestà racconterò qui come si svolse il tutto. Il giorno in cui la incontrai a Portella, sedetti con lei sulla carrozza dove parlammo amorevolmente fino a che non fummo giunti a Fondi. Lì cenammo sulla carrozza stessa e poi proseguimmo il nostro viaggio, mantenendo la medesima conversazione fino a Gaeta dove arrivammo leggermente in ritardo.

Considerato il tempo che impiegò per spogliarsi e pettinarsi, si fece presto l’ora di cena e non potei fare nulla, nonostante lo desiderassi ardentemente. Ci coricammo alle nove tremando entrambi, cominciammo a baciarci e fui subito pronto, al punto che in un quarto d’ora “la rompí”, pur senza riuscire a raggiungere il piacere, né io né lei. Più tardi, intorno alle tre del mattino, ricominciai ed entrambi arrivammo insieme al culmine, cosa che abbiamo continuato a fare due volte per notte. L’unica eccezione fu quella notte in cui siamo dovuti venire qui, poiché, dato che dovevamo alzarci alle quattro del mattino, potei farlo solo una volta. Tuttavia, assicuro le Vostre Maestà che avrei potuto e che potrei farlo molto più spesso, ma che mi trattengo per le ragioni che le Vostre Maestà mi spiegarono [mantenere le forze e non indebolire troppo il fisico N.d.A.], e comunico inoltre alle Vostre Maestà che raggiungiamo sempre il piacere insieme perché l’uno aspetta l’altra» (Cervera).

 

Come si può vedere, il giovane monarca non mostra alcun pudore relativamente al racconto dei suoi rapporti intimi. Non si trattiene neanche nel parlare dell’apparato riproduttivo della moglie, con lo scopo di rassicurare i suoi genitori sulla possibilità di diventare presto nonni: «Dirò alle Vostre Maestà che ancora non ce l’ha [il ciclo mestruale N.d.A.] ma che, secondo tutte le apparenze, non tarderà ad averlo; confido in Dio, la Vergine Maria e San Giuseppe» (Peiró).

 

Il ciclo le arriverà, in effetti, e con esso un seguito di 13 figli, dei quali solo sette riusciranno a raggiungere l’età adulta. Nonostante non si conoscano lettere altrettanto esplicite sulla salute sessuale della coppia, si intuisce che il matrimonio fu felice, in questo e altri ambiti. A dispetto di quanto fosse consuetudine fare all’epoca, infatti, Carlo e Maria Amalia condivisero sempre la stessa alcova, all’interno della loro residenza di Napoli.

 

La semplicità di costume dei sovrani napoletani sorprese perfino il magistrato e erudito francese Charles Des Brosses il quale, giunto in Italia nel 1739, ne lodò il modello di assiduità coniugale: «Ho notato che non vi è letto nella camera del Re, tanto puntuale egli è ad andare a dormire nella camera della Regina. Senza dubbio questo è un bell’esempio di fedeltà coniugale» (Defilippis 1965 p. 65).

 

Anche Maria Amalia fu una sposa devota, consacrata alla vita matrimoniale e domestica. Inoltre, a differenza della suocera, non mostrò mai nervo politico né particolari ingerenze negli affari del Regno, pur prendendo coscienza dei problemi del suo Stato e facendosene carico.

 

L’idillio coniugale terminò con l’arrivo della coppia a Madrid, avvenuto nel 1759 in seguito all’incoronazione di Carlo come re di Spagna. Una volta lasciato il Regno, infatti, Maria Amalia si ammalò gravemente. Già partita sofferente da Napoli per una caduta da cavallo e con il dolore di lasciare la città in cui aveva trascorso ben 25 anni della sua vita, la Regina si adattò difficilmente all’atmosfera austera della corte spagnola e fu colpita da un alone di tristezza. A darle il colpo di grazia, la tubercolosi che la spense il 27 settembre del 1760, alla giovane età di 35 anni, lasciando vedovo uno sconfortato Carlo.

 

«In 22 anni di matrimonio, questo è il primo dispiacere che mi dà Amalia» (Peiró), scriverà, con triste ironia, in una lettera. La sua prostrazione verrà comunicata, in un’altra missiva, anche a papa Clemente XIII: «Il dolore che mi provoca tale irreparabile perdita è pari al tenero amore che le professavo» (Peiró).

 

Carlo era stato uno sposo leale in vita e lo fu anche nella morte: non ci fu mai un secondo matrimonio né più ebbe relazioni con altre donne, rimanendo fedele alla memoria dell’amata compagna per sempre.

 

 

Riferimenti bibliografici:

 

Ascione I. (a cura di), Carlo di Borbone. Lettere ai Sovrani di Spagna (1734-1744), Pubblicazione degli archivi di Stato. Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, Roma, voll. 3, 2001-02.

Cervera C., La explícita carta entre el Rey Carlos III y sus padres contando todos los detalles de su noche de bodas, in ABC Historia, 2022.

Defilippis F., Il Palazzo Reale di Caserta e i Borboni di Napoli, Napoli 1965.

Peirò C., Sexo “real” explícito: Carlos III de España, el rey que contó por carta todos los detalles de su noche de bodas, in Infobae Historia, 2021.

Verdile N., La Regina Maria Amalia di Sassonia, in Reggia di Caserta Unofficial.

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[ iscrizione originaria (aggiornata 2007) al tribunale di Roma (editore eOs): n° 215/2005 del 31 maggio ]