GLI INTIMI RESOCONTI DI UN SOVRANO
CARLO III E IL SUO RACCONTO DELLA
PRIMA NOTTE DI NOZZE
di Valeria La Donna
La ferrea Elisabetta Farnese, una
delle regine consorti con più
influenza nella storia della Spagna,
sapeva per esperienza quanto fosse
importante la scelta di una sposa
reale per le sorti del regno.
Di carattere fermo e ambizioso e
dall’intelligenza viva e brillante,
Elisabetta era riuscita a dominare
l’animo indeciso del marito Filippo
V, primo re di Spagna della dinastia
dei Borbone, dirigendo in più
occasioni le sue scelte politiche e
brigando spesso in favore dei suoi
rampolli. Per questo era di
fondamentale importanza che il suo
primogenito Carlo, già re di Napoli
e di Sicilia, prendesse in moglie
una donna colta e brillante, di
buona salute e che fosse per di più
una fervente cattolica.
Dopo alcune alleanze matrimoniali
fallite e vari tentativi di
diplomazia delusi, la scelta della
regina madre cadde su Maria Amalia
Walburga, principessa asburgica
della casata di Wettin e figlia
dell’Elettore di Sassonia, nonché re
di Polonia, Augusto III.
Il matrimonio reale, annunciato a
Madrid l’8 gennaio 1738, si celebrò
per procura il 9 maggio dello stesso
anno nel palazzo di Dresda, ma fu
soltanto il mese successivo che i
due novelli sposi poterono
incontrarsi per la prima volta, a
Portella – al confine con lo Stato
Pontificio –, dove Maria Amalia fu
ricevuta da Carlo.
Lui, ventiduenne, di costituzione
gracile e minuta e con un naso molto
sporgente, com’era tipico dei
Borbone, compensava la sua poca
grazia con un carattere cordiale e
una morale ferrea e cristallina.
Lei, appena tredicenne, conquistava
tutti con la sua personalità
affabile e caritativa nonché con la
sua grande dignità e il suo gran
fascino, i quali sopperivano ad
aspetti poco accattivanti come la
bellezza ordinaria e la voce
lievemente stridula.
Si piacquero subito. Carlo rimase
affascinato da Maria Amalia che
trovò molto più carina dal vivo
rispetto al dipinto mostratogli
prima delle nozze, com’era d’uso
all’epoca. Lei, dal canto suo,
dichiarò ai suoi genitori di aver
trovato “nel suo amato sposo
tanto amore e compiacimento che
l’avrebbero legata a lui per sempre”
(Peiró 2021).
In Spagna, intanto, i genitori di
Carlo, Filippo ed Elisabetta, erano
ansiosi di sapere come si erano
evolute le cose. La discendenza era
una questione di vitale importanza
per qualsiasi monarchia, per cui non
deve sorprendere la loro richiesta
di informazioni circa la fanciulla
scelta e la prima notte di nozze con
lei trascorsa. Del resto, come ci
ricorda la storia francese, la
mancata consumazione del matrimonio
tra Luigi XVI – il re che sarebbe
stato ghigliottinato in seguito alla
Rivoluzione – e sua moglie Maria
Antonietta durante i primi sette
anni di unione, portarono il regno
di Francia sull’orlo di una crisi
diplomatica con l’Austria.
Carlo III non esitò quindi a
rispondere alla bizzarra domanda dei
suoi genitori con una minuziosa
descrizione delle sue performance
sessuali, evidenza lampante di come
la mentalità dell’epoca non fosse
stata ancora toccata dal repressivo
clima vittoriano del secolo
successivo. La lettera rivela anzi
una certa accondiscendenza da parte
di Carlo, il quale si mostra
comprensivo nei confronti della
richiesta perché “in quanto
genitori, mi parlano con franchezza”
(Cervera 2022).
L’eccezionale documento, trovato
qualche decade fa dal ricercatore
Luis Español e conservato oggigiorno
nell’Archivio Storico nazionale di
Madrid, rivela qualcosa in più di
semplici segreti d’alcova:
«Per obbedire agli ordini delle
Vostre Maestà racconterò qui come si
svolse il tutto. Il giorno in cui la
incontrai a Portella, sedetti con
lei sulla carrozza dove parlammo
amorevolmente fino a che non fummo
giunti a Fondi. Lì cenammo sulla
carrozza stessa e poi proseguimmo il
nostro viaggio, mantenendo la
medesima conversazione fino a Gaeta
dove arrivammo leggermente in
ritardo.
Considerato il tempo che impiegò per
spogliarsi e pettinarsi, si fece
presto l’ora di cena e non potei
fare nulla, nonostante lo
desiderassi ardentemente. Ci
coricammo alle nove tremando
entrambi, cominciammo a baciarci e
fui subito pronto, al punto che in
un quarto d’ora “la rompí”, pur
senza riuscire a raggiungere il
piacere, né io né lei. Più tardi,
intorno alle tre del mattino,
ricominciai ed entrambi arrivammo
insieme al culmine, cosa che abbiamo
continuato a fare due volte per
notte. L’unica eccezione fu quella
notte in cui siamo dovuti venire
qui, poiché, dato che dovevamo
alzarci alle quattro del mattino,
potei farlo solo una volta.
Tuttavia, assicuro le Vostre Maestà
che avrei potuto e che potrei farlo
molto più spesso, ma che mi
trattengo per le ragioni che le
Vostre Maestà mi spiegarono
[mantenere le forze e non indebolire
troppo il fisico N.d.A.], e
comunico inoltre alle Vostre Maestà
che raggiungiamo sempre il piacere
insieme perché l’uno aspetta
l’altra» (Cervera).
Come si può vedere, il giovane
monarca non mostra alcun pudore
relativamente al racconto dei suoi
rapporti intimi. Non si trattiene
neanche nel parlare dell’apparato
riproduttivo della moglie, con lo
scopo di rassicurare i suoi genitori
sulla possibilità di diventare
presto nonni: «Dirò alle Vostre
Maestà che ancora non ce l’ha
[il ciclo mestruale N.d.A.] ma
che, secondo tutte le apparenze, non
tarderà ad averlo; confido in Dio,
la Vergine Maria e San Giuseppe»
(Peiró).
Il ciclo le arriverà, in effetti, e
con esso un seguito di 13 figli, dei
quali solo sette riusciranno a
raggiungere l’età adulta. Nonostante
non si conoscano lettere altrettanto
esplicite sulla salute sessuale
della coppia, si intuisce che il
matrimonio fu felice, in questo e
altri ambiti. A dispetto di quanto
fosse consuetudine fare all’epoca,
infatti, Carlo e Maria Amalia
condivisero sempre la stessa alcova,
all’interno della loro residenza di
Napoli.
La semplicità di costume dei sovrani
napoletani sorprese perfino il
magistrato e erudito francese
Charles Des Brosses il quale, giunto
in Italia nel 1739, ne lodò il
modello di assiduità coniugale: «Ho
notato che non vi è letto nella
camera del Re, tanto puntuale egli è
ad andare a dormire nella camera
della Regina. Senza dubbio questo è
un bell’esempio di fedeltà coniugale»
(Defilippis 1965 p. 65).
Anche Maria Amalia fu una sposa
devota, consacrata alla vita
matrimoniale e domestica. Inoltre, a
differenza della suocera, non mostrò
mai nervo politico né particolari
ingerenze negli affari del Regno,
pur prendendo coscienza dei problemi
del suo Stato e facendosene carico.
L’idillio coniugale terminò con
l’arrivo della coppia a Madrid,
avvenuto nel 1759 in seguito
all’incoronazione di Carlo come re
di Spagna. Una volta lasciato il
Regno, infatti, Maria Amalia si
ammalò gravemente. Già partita
sofferente da Napoli per una caduta
da cavallo e con il dolore di
lasciare la città in cui aveva
trascorso ben 25 anni della sua
vita, la Regina si adattò
difficilmente all’atmosfera austera
della corte spagnola e fu colpita da
un alone di tristezza. A darle il
colpo di grazia, la tubercolosi che
la spense il 27 settembre del 1760,
alla giovane età di 35 anni,
lasciando vedovo uno sconfortato
Carlo.
«In 22 anni di matrimonio, questo
è il primo dispiacere che mi dà
Amalia» (Peiró), scriverà, con
triste ironia, in una lettera. La
sua prostrazione verrà comunicata,
in un’altra missiva, anche a papa
Clemente XIII: «Il dolore che mi
provoca tale irreparabile perdita è
pari al tenero amore che le
professavo» (Peiró).
Carlo era stato uno sposo leale in
vita e lo fu anche nella morte: non
ci fu mai un secondo matrimonio né
più ebbe relazioni con altre donne,
rimanendo fedele alla memoria
dell’amata compagna per sempre.
Riferimenti bibliografici:
Ascione I. (a cura di), Carlo di
Borbone. Lettere ai Sovrani di
Spagna (1734-1744),
Pubblicazione degli archivi di
Stato. Ministero per i beni e le
attività culturali, Direzione
generale per gli archivi, Roma,
voll. 3, 2001-02.
Cervera C.,
La explícita carta entre el Rey
Carlos III y sus padres contando
todos los detalles de su noche de
bodas,
in ABC Historia,
2022.
Defilippis F., Il Palazzo Reale
di Caserta e i Borboni di Napoli,
Napoli 1965.
Peirò C.,
Sexo “real” explícito: Carlos III de
España, el rey que contó por carta
todos los detalles de su noche de
bodas,
in Infobae Historia,
2021.
Verdile N., La Regina Maria
Amalia di Sassonia, in Reggia di
Caserta Unofficial.