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N. 74 - Febbraio 2014 (CV)

IL CAPITALE UMANO
è quantificabile il valore della vita umana?

di Giovanna D’Arbitrio

 

A Ornate, un paese (immaginario) della Brianza, Virzì colloca personaggi ed eventi del suo ultimo film, Il capitale umano, una sconcertante storia di mentitori: finanzieri senza scrupoli, finti amici, opportunisti, genitori distratti, giovani allo sbando, sprovveduti investitori.

 

Mentono tutti, nel bene o nel male: gli adulti guidati da profitto, avidità o superficialità, i giovani per autodifesa.
 


Tanti personaggi, positivi o negativi, s’incontrano e si scontrano fino al drammatico epilogo: Giovanni Bernaschi (Fabrizio Gifuni), un arrogante finanziere senza scrupoli specula con un fondo d’investimento non affidabile, coinvolgendo Dino Ossola(Fabrizio Bentivoglio), sciocco arrivista, agente immobiliare destinato al fallimento; Carla Bernaschi, sua moglie (Valeria Bruno Tedeschi), donna insicura, sofferente e confusa, ex attrice che vuole ritornare a recitare con l’aiuto di un critico teatrale, Donato Russomanno (Luigi Lo Cascio); Roberta (Valeria Golino) moglie di Dino, sensibile psicologa che si occupa di drogati; Serena ( Matilde Gioli) figlia di Dino, decisa e coraggiosa, attratta prima dal ricco Massimiliano figlio del finanziere, poi dal problematico e sensibile Luca (Giovanni Anzaldo).

 

Le loro vite si intrecciano e alla fine saranno travolte da un incidente stradale in cui muore un umile cameriere.

Diviso in quattro capitoli, il film nei primi tre racconta il punto di vista di tre personaggi diversi, Dino, Carla e Serena, che gradualmente ricostruiscono gli eventi del racconto come in un puzzle, fino a far scoprire chi ha investito il cameriere dalla cui morte scaturisce anche il titolo il film: il “capitale umano” in effetti consiste nel quantificare “il valore di una persona” in denaro per consentire all’assicurazione il risarcimento della perdita subita dalla famiglia in caso di morte per incidente.

Tratto dal romanzo di Stephen Amidon Human Capital, che ha fornito l’intreccio per la sceneggiatura di Paolo Virzì, Francesco Bruni e Francesco Piccolo, il film evidenzia la mancanza di valori di una società in cui anche la perdita di una vita umana è ridotta a qualcosa di “quantificabile” e risarcibile col denaro.

Alla fine il finanziere trionfa e tutto sembra ricomporsi e ritornare ad una squallida normalità, anche se Carla Bernaschi mormora al marito: "Avete scommesso sulla rovina di questo paese e avete vinto".

Pare che gli abitanti della Brianza si siano offesi per questo film, ma in tal caso davvero senza motivo, poiché oggi “tutto il mondo è paese” quanto a speculazioni finanziarie e avidità: il discorso valica i confini italiani. Il libro di S. Amidon “Human Capital è ambientato a Totten Crossing, Connecticut.

È piuttosto il mondo degli adulti che ne esce malconcio, mentre i giovani sono considerati vittime che cercano comunque di vivere e continuare ad amare, come Serena e Luca: nonostante il cinismo e l’infantilismo dei genitori messi in rilievo dall’incidente stradale, sono proprio le figure giovanili a far sperare ancora in un cambiamento positivo.

Paolo Virzì, autore di film di successo come Ovosodo, Caterina va in città, Tutta la vita d’avanti, La prima cosa bella e tanti altri, si conferma ancora una volta osservatore attento e sferzante di vizi e virtù all’italiana, e non solo.



 

 

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