N. 77 - Maggio 2014
(CVIII)
Finalmente Santi
Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: due papi uniti nello stesso giorno
di Dorotea Feliciotto
Quattro
papi
in
piazza.
Oltre
un
milione
di
fedeli
venuti
da
ogni
parte
del
mondo.
è
questo
il
bilancio
di
una
giornata
memorabile,
la
tanto
attesa
canonizzazione
di
Giovanni XXIII
e
Giovanni
Paolo II,
i
due
papi
più
amati
della
storia.
Ebbene
sì,
quattro
papi:
due
in
carne
e
ossa,
Francesco
il
papa
in
carica
e
Benedetto XVI
il
papa
emerito,
e
due
presenti
nello
spirito.
Il
“papa
buono”
e il
“papa
dei
giovani”
uniti
idealmente
nello
stesso
giorno
e
presenti,
insieme,
nel
cuore
di
tutti
i
cattolici.
Giovanni
XXIII,
il
papa
“contadino”
che
ha
saputo
dialogare
con
i
potenti
del
mondo
e
che
ha
indetto
il
Concilio
Ecumenico
Vaticano II e
Giovanni
Paolo
II
che
quel
Concilio
ha
cercato
di
portare
in
tutto
il
mondo
e
che
ha
istituito
la
Giornata
Mondiale
della
Gioventù,
sono
stati
definiti
da
papa
Francesco
due
uomini
coraggiosi.
Come
non
ricordare
il
famoso
“discorso
della
luna”
fatto
da
papa
Roncalli
l’11
Ottobre
1962:
“…
Si
direbbe
che
persino
la
luna
si è
affrettata,
stasera
-
osservatela
in
alto!
- a
guardare
a
questo
spettacolo…
Tornando
a
casa,
troverete
i
bambini;
date
una
carezza
ai
vostri
bambini
e
dite:
"Questa
è la
carezza
del
Papa".
Quelle
parole,
pronunciate
davanti
a
migliaia
di
fedeli
presenti
in
Piazza
San
Pietro,
commossero
il
mondo
intero
per
la
semplicità
e
per
la
dolcezza
che
trasmettevano.
Non
fu
soltanto
un
papa
che
si
rivolgeva
alle
persone
più
deboli
e
sofferenti
come
i
bambini
malati
che
visitò
nell’ospedale
del
Bambin
Gesù
a
Roma
o i
carcerati
che
andò
a
trovare
a
Regina
Coeli.
Fece
un
grande
dono
all’umanità
con
la
stesura
di
un’opera
importantissima
qual
è
l’enciclica
“Pacem
in
terris”,
considerata
anche
come
il
suo
testamento
spirituale
e
che
segnò
un
momento
importante
nella
storia
del
mondo
i
cui
contenuti
furono
condivisi
anche
da
Kennedy
e
Krusciov.
Durante
il
suo
pontificato
rivolse
il
suo
pensiero
anche
all’Europa
orientale
prevalentemente
comunista
che
la
diplomazia
vaticana
aveva
fino
a
allora
trascurato.
Iniziò
così
un
dialogo
con
quei
“fratelli”
che
Roncalli
conosceva
bene
fin
dai
tempi
della
sua
missione
di
nunzio
apostolico
in
Bulgaria
e a
Istanbul.
Fu
anche
un
energico
“politico”.
Contribuì,
infatti,
alla
risoluzione
della
guerra
fredda
grazie
al
suo
personale
intervento
presso
gli
uomini
più
potenti
di
quel
tempo,
il
sovietico
Nikita
Krusciov
e
l’americano
John
Kennedy.
Papa
Wojtyla,
il
“papa
venuto
da
lontano”,
si
fece
amare
subito
per
la
spontaneità
e la
simpatia
con
cui
si
presentò
appena
eletto
il
16
Ottobre
1978:
“Se
mi
sbaglio,
mi
corriggerete..”disse
e,
immediatamente,
entrò
nel
cuore
di
tutti
noi.
Un
“papa
pellegrino”,
sempre
a
contatto
con
i
giovani
che
ha
mostrato
fin
da
subito
di
prediligere
e,
nello
stesso
tempo,
un
papa
pronto
al
confronto
con
i
rappresentanti
dei
paesi
di
tutto
il
mondo.
“Non
abbiate
paura!
Aprite,
anzi,
spalancate
le
porte
a
Cristo.
Con
la
sua
elezione
viene
continuata
quell’azione
politica
e
diplomatica
iniziata
con
papa Roncalli,
una
rivoluzione
pacifica
che
porterà
alla
caduta
del
muro
di
Berlino
e
del
Comunismo.
Un
“papa
viaggiatore”
come
dimostrano
i
104
viaggi
che
lo
hanno
portato
in
varie
parti
del
mondo.
Amava
stare
tra
la
gente
a
tal
punto
che
subì
il
13
maggio
del
1981
un
attentato
da
parte
del
turco
Mehmet
Ali
Agca,
che
lo
ferì
sparandogli
due
colpi
di
pistola
in
Piazza
San
Pietro.
Fu
anche
definito
“l’atleta
di
Dio”
per
la
passione
con
cui
praticò,
anche
durante
il
suo
pontificato,
molti
sport
fra
cui
lo
sci
e le
passeggiate
in
montagna.
Per
incitare
gli
uomini
del
nostro
tempo
ad
esempi
di
santità
ha
dato
impulso
a
numerose
canonizzazioni
e
beatificazioni,
proclamando
un
totale
di
482
santi.
Due
pontificati,
quello
di
papa
Roncalli
e
quello
di
papa
Wojtyla,
diversi
nella
durata,
5
anni
il
primo
e 26
anni
il
secondo,
ma
uguali
nell’intensità
dell’opera
svolta
da
questi
due
grandi
rappresentanti
di
Dio
che
hanno
lasciato
un’impronta
nel
cuore
di
ognuno
di
noi.