moderna
La rivolta dei
Camisards
Le ultime guerre di
religione in Francia
di Enrico Targa
I camisardi erano ugonotti (protestanti
francesi) che abitavano nella regione
allora selvaggia e isolata delle
Cévennes e del Vaunage nel sud della
Francia. All’inizio del 1700 sollevarono
un’insurrezione contro le persecuzioni a
seguito della revoca dell’Editto di
Nantes da parte di Luigi XIV che rese
illegale il protestantesimo in tutto il
Regno di Francia.
I camisard operarono in tutta la
regione delle Cévennes, principalmente
protestanti, incluso il Vaunage e le
parti della Camargue attorno ad Aigues
Mortes. La prima fase della rivolta durò
dal 1702 al 1704 mentre la seconda fase
della guerriglia durò fino al 1710 e la
pace finale sarà firmata nel 1715. Nel
1787 Luigi XVI mise ufficialmente fine
alle persecuzioni degli ugonotti con
l’Editto di tolleranza, ma la
restituzione piena dei diritti ai
protestanti avrà luogo solo due anni
dopo, con la Rivoluzione francese che
riconobbe la libertà religiosa in tutto
il regno di Francia.
Questi eventi affondano le radici nella
vicende politiche segnate dalla fine
delle drammatiche guerre religiose
(marzo 1562-aprile 1598) che
insanguinarono e lacerarono
politicamente e socialmente il regno di
Francia.
Nell’aprile del 1598, Enrico IV di
Borbone firmò l’Editto di Nantes con il
quale il cattolicesimo fu proclamato
religione di Stato ma i protestanti
ottennero la libertà di professare la
loro confessione – tranne che a Parigi e
in poche altre città –, il diritto di
accedere alle cariche pubbliche, di
godere di privilegi fiscali e di
mantenere un proprio esercito di 25.000
uomini e duecento fortezze a garanzia
della loro sicurezza e pose fine alle
guerre religiose.
Questa “legge fondamentale e
irrevocabile” fu mantenuta dal figlio di
Enrico, Luigi XIII. Nell’ottobre 1685,
il nipote di Enrico, Luigi XIV (il re
Sole), revocò l’Editto di Nantes,
emanando l’Editto di Fontainebleau.
Luigi era determinato a imporre una sola
religione in Francia: quella di Roma.
Già nel 1681 istituì i dragonnades
militari che convertirono con la
forza e la violenza i protestanti
francesi e per questo furono etichettati
come “missionari con gli stivali”: gli
squadroni dei dragoni furono autorizzati
a vivere nelle case dei protestanti con
lo scopo di convertirli oppure li
costringevano a emigrare.
Il culmine fu raggiunto con l’Editto di
Fontainebleau che rimosse tutti i
diritti e le protezioni garantite agli
ugonotti. Seguirono circa venti anni di
persecuzioni. Il culto riformato e le
letture private della Bibbia furono
messi fuorilegge. A poche settimane dal
nuovo editto oltre 2.000 chiese
protestanti furono bruciate, sotto la
direzione di Nicholas Lamoignon de
Basville, l’amministratore reale della
Linguadoca, e interi villaggi furono
massacrati e bruciati in una serie di
atrocità sbalorditive.
I pastori e i fedeli furono catturati e
successivamente esiliati, inviati alle
galere, torturati o uccisi.
Settantacinque sacerdoti missionari
sotto il comando dell’abate François
Langlade furono inviati alle Cévennes. I
soldati che trasportavano croci sui loro
moschetti costrinsero i contadini a
firmare dei documenti attestanti la loro
conversione e a partecipare alla messa
di rito cattolico. In gran segreto i
contadini protestanti continuarono a
celebrare le messe secondo la fede
riformata. Gli ugonotti più ricchi e
facoltosi fuggirono nei paesi vicini (in
particolare in Germania e nelle Province
Unite). Il re, ben consapevole dei danni
che poteva causare una così vasta fuga
di capitali e di esperti artigiani
all’economia francese animata dalla
filosofia del colbertismo, rispose
chiudendo loro i confini.
I contadini protestanti del Vaunage e
delle Cévennes stanchi dei soprusi e
delle violenze della soldataglia e sotto
la guida di un certo numero di teologi e
pastori noti come “profeti”, in
particolare François Vivent e Claude
Brousson, decisero di opporre
resistenza. Vivent incoraggiò i suoi
seguaci ad armarsi nel caso in cui
fossero stati attaccati dai soldati
realisti.
Alcuni dei più noti fra i profeti furono
torturati e giustiziati, François Vivent
nel 1692 e Claude Brousson nel 1698.
Molti altri furono esiliati, lasciando
la guida delle congregazioni a
predicatori meno istruiti e più mistici,
come il pettinatore di lana Abraham
Mazel. La Chiesa cattolica fu paragonata
alla Bestia dell’Apocalisse e i profeti
clandestini affermarono di averla vista
nei sogni profetici.
Mazel, in sogno, vide buoi neri nel suo
giardino e sentì una voce che gli diceva
di cacciarli via. Questi capi
assurgevano spesso il ruolo di profeti,
figure analoghe alle omonime dell’Antico
Testamento. In questo modo la rivolta
assunse, per i rivoltosi, al rango di
una guerra santa; contadini e artigiani,
incoraggiati dall’oratoria profetica dei
loro capi, quando attaccavano si
sentivano protetti da Dio, quindi
invincibili e pare che assalissero i
nemici al canto di salmi biblici.
Secondo lo storico Dino Carpanetto, nel
1685, con la revoca dell’Editto di
Nantes, molti ugonotti decisero di
abbandonare la Francia per non dover
cedere alla conversione forzata,
cercando rifugio a Ginevra, nelle
Provincie Unite, in Inghilterra o negli
stati tedeschi. In esilio, si
interrogarono con tale intensità sui
temi della tolleranza, della libertà,
del rapporto tra obbedienza al sovrano e
rispetto della propria coscienza da
coinvolgere nella riflessione la
nascente opinione pubblica europea e
spingersi a immaginare nuovi modelli di
convivenza civile. La lotta per la
tolleranza si trasformò allora in lotta
per i diritti di libertà dell’individuo:
fu il punto di partenza per uno dei
fondamenti politici delle società
contemporanee.
Le ostilità iniziarono il 24 luglio
1702, con l’assassinio a Le
Pont-de-Montvert dell’abate François
Langlade, accusato di aver arrestato e
torturato un gruppo di sette protestanti
rei tentata fuga dalla Francia. La
neocostituita banda dei Camisards sotto
la guida di Abraham Mazel, chiese
pacificamente la liberazione dei
prigionieri, ma al rifiuto da parte
delle autorità di rilasciare i loro
compagni reclusi i protestanti diedero
inizio alle violenze che culminarono con
l’assassionio di Langlade dichiarato
rapidamente martire dalla Chiesa
cattolica.
Guidati dal giovane Jean Cavalier e da
Pierre Laporte (Rolland), i Camisards
reagironno alle devastazioni
dell’esercito reale con metodi di guerra
irregolari e resistettero contro forze
superiori in diverse battaglie campali
(grazie ai metodi di guerriglia già
sperimentati dai contadini tedeschi
durante la guerra dei Trent’anni e
successivamente applicati dagli spagnoli
durante l’occupazione napoleonica e da
quest’ultimo episodio nasce il termine
di guerriglia).
La violenza aumentò da entrambe le
parti: massacri ci furono anche nei
villaggi cattolici come
Fraissinet-de-Fourques, Valsauve e
Potelières da parte dei camisard.
Il governatore Basville, con una
reputazione fondata sulla tortura,
deportò l’intera popolazione di Mialet e
Saumane. Quindi nell’autunno del 1703,
con il consenso del re, distrusse 466
frazioni esiliandone la popolazione.
Altri protestanti, come quelli di
Fraissinet-de-Lozère, sotto l’influenza
delle élite dei villaggi, scelsero un
atteggiamento lealista e combatterono i
Camisard. Erano comunque ugualmente
vittime della giustizia reale venendo i
loro beni confiscati.
A fianco dei realisti si schierarono i
camisardi bianchi, noti anche come
“Cadetti della Croce” (da una piccola
croce bianca che indossavano sui loro
cappotti), erano cattolici di comunità
vicine come St. Florent, Senechas e
Rousson che nel vedere i loro vecchi
nemici in fuga, si organizzarono in
compagnie armate per saccheggiare e dare
la caccia ai ribelli ugonotti. L’atto
più cruento fu l’uccisione di 52 persone
nel villaggio di Brenoux, tra cui donne
incinte e bambini.
Altri oppositori dei protestanti
includevano seicento tirapiedi del
Rossiglione assoldati come mercenari dal
re. Nel 1704, Claude Louis Hector de
Villars, il comandante reale, offrì
vaghe concessioni ai protestanti e la
promessa a Cavalier di un comando
nell’esercito. L’accettazione
dell’offerta da parte di Cavalier
interruppe la rivolta, sebbene altri,
tra cui Laporte, si rifiutarono di
deporre le armi a meno che l’editto di
Nantes non fosse restaurato.
I combattimenti sparsi continuarono fino
al 1710, quando con l’arrivo nelle
Cévennes del ministro protestante
Antoine Court fu ricostituita una
piccola comunità ugonotta ma fu
soprattutto dopo la morte di Luigi XIV
nel 1715 che i protestanti ritornarono
alla tranquillità.
Riferimenti bibliografici:
Dino Carpanetto, Nomadi della fede,
Ugonotti, ribelli e profeti tra Sei e
Settecento, Claudiana, 2012.
Philippe Joutard, Les Camisards,
Gallimard, 1976.
Claude Viala, Grottes et caches
camisardes, Presses du Languedoc,
2005. |