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N. 20 - Agosto 2009 (LI)

CAFFEINA

LA DROGA DEL MATTINO
di Cristiano Zepponi

 

Alcune sostanze non sono considerate “droghe” dalla legge, ma possono rivelarsi comunque nocive per l’organismo: tra queste, la più diffusa è la caffeina (o 1,3,7-trimetilxantina [1,3,7-trimetil-1H-purin-2,6(3H,7H)-dione]), appartenente alla famiglia degli alcaloidi e presente nelle piante di caffè, cacao e thè (teina), cola, guaranà (guaranina) e mate (mateina), e nelle bevande da esse ottenute (coca-cola, cioccolato, bevande energizzanti a base di cola, analgesici, cosmetici anticellulite o farmaci per malattie da raffreddamento).


A temperatura ambiente si presenta come un solido bianco inodore. Chimicamente, in quanto xantina, svolge azione stimolante del sistema nervoso centrale (elimina la sonnolenza e attiva il senso di attenzione) intervenendo sulle sinapsi, e proprio per la sua azione stimolante è usata come antidoto dei farmaci ipnotici.


Il tratto intestinale assorbe la caffeina molto rapidamente: il suo metabolismo è molto rapido e decisamente superiore rispetto ad altri stimolanti (come le amfetamine).


Già dopo 3-6 ore dall'assunzione, infatti, i livelli plasmatici di caffeina si riducono del 50%. Essendo lipofila la caffeina, come poche altre sostanze, ha la capacità di passare rapidamente la barriera emato-encefalica; oltre a questa, però, riesce ad attraversare anche la placenta e può essere presente nel latte materno.


Durante la gravidanza e l'allattamento é quindi consigliabile ridurre fortemente l'assunzione di caffè e degli altri alimenti che la contengono.


Ovviamente, la sua assunzione limitata e sporadica non produce effetti problematici né a livello fisico né psicologico: tuttavia, in caso di sovradosaggio, gli effetti negativi possono essere eccitazione, insonnia, tremori, nausea, vomito, ulcera, esofagite e riflusso gastrointestinale, aumento della diuresi, tachicardia, extrasistole – e in caso di abuso, anche depressione, difficoltà di concentrazione, demotivazione.


 

 

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